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F RA CULTURA DI PARTENZA E CULTURA DI ARRIVO

11.5. I valori nelle relazioni familiar

Nella cultura albanese, l‟educazione dei figli viene misurata in base all‟attuazione dei consigli e all‟obbedienza verso i genitori e i membri adulti della famiglia. La famiglia albanese in immigrazione si impegna nell‟educazione della prole secondo le regole culturali consolidate durante la sua formazione in Albania e la sua trasformazione in Italia. Agli intervistati è stato chiesto se "i figli di 16 anni sono obbligati a obbedire alle regole culturali imposte dai propri genitori". La maggior parte ha risposto fermamente di no, qualcuno parzialmente no, qualcun altro parzialmente sì. Alcuni soggetti hanno detto di "essere molto italianizzati (in famiglia)" per cui non notano regole culturali imposte dai genitori e di conseguenza non le seguono. Sono consapevoli che l‟educazione ricevuta dai propri genitori è stata inizialmente di obbedienza nei loro confronti e nei confronti dei più grandi. I ragazzi sentono di essere obbedienti (ma non in modo assoluto) verso i propri

genitori. Si nota la modificazione dell‟autorità patriarcale indiscutibile del Padre di famiglia.

Alla domanda "i giovani hanno il dovere di aiutare e sostenere i genitori (anche nella loro integrazione nella società nazionale)" tutti i ragazzi hanno detto di sì. Con riferimento a queste due domande, i giovani albanesi generalmente dimostrano un valore consolidato delle relazioni familiari, differente se comparato con i loro coetanei italiani. I soggetti che hanno espresso una certa "italianizzazione" della propria famiglia mostrano una scissione dalla precedente (totale) albanesità della famiglia durante il loro percorso di acculturazione. Un altro aspetto di relazionalità è la questione del loro diritto di decidere in modo indipendente su quale educazione ricevere; tutti sono stati molto chiari nel sostenere che dipende dalla loro decisione individuale. Questa variabile dimostra un „debole‟ valore di relazionalità familiare.

In conclusione, le risposte raccolte indicano che i soggetti intervistati in questo studio mostrano dei "valori modificati" e al contempo marcati di relazionalità familiare. Con l‟eccezione del „diritto individuale‟ di decidere per la propria educazione e di scegliere i propri amici, tutti sono convinti di obbedire ai propri genitori e di seguire i loro consigli. Il rispetto e l‟obbedienza verso i genitori è compatibile con l‟interpretazione della sua connotazione culturale albanese. Il rispetto verso i genitori è visto come obbligo di obbedienza verso "chi li ha messi al mondo e si preoccupa maggiormente del loro destino". Per la questione dell‟evoluzione verso un‟identità biculturale è possibile dare una risposta parziale. Solo pochissimi soggetti dimostrano valori „deboli‟ di relazionalità familiare, il che può essere spiegato con l‟adozione di maggiori valori italiani da parte dei loro genitori rispetto agli altri.

11.6. Conclusioni

L‟obiettivo principale di questa indagine è stato lo studio dell‟identità e dell‟acculturazione dei soggetti (15-20 anni) di origine albanese mediante l‟appoggio teorico sul paradigma del progetto International Comparative Study of Ethnocultural Youth (ICSEY). Il concetto di identità è stato analizzato in termini di identità etnica e identità nazionale. L‟acculturazione è stata analizzata in termini di competenze linguistiche e pragmatica, di contatto con i coetanei italiani e i connazionali, di attitudini verso la propria cultura etnica e quella maggioritaria della società nazionale, di consolidamento o indebolimento dei valori familiari e di percezione della diversità. Si noti che il numero dei soggetti intervistati in questa indagine è limitato, il che significa che i risultati possono dare solo una delle rappresentazioni possibili del fenomeno.

Pochi dei soggetti albanesi intervistati sono nati in Italia; gli altri vivono in Italia da molti anni. Sono arrivati in Italia prima dell‟età di 6 anni per cui hanno cominciato il loro percorso formativo in Italia. Tutti dimostrano competenze linguistiche ottime in L2 e la maggior parte di loro sostiene che essa sia la loro L1 (almeno per le competenze ottenute). Sostengono di utilizzare la lingua albanese più della lingua italiana nel contesto familiare. Oltre a ciò, tutti sostengono di avere amicizie consolidate con italiani oltre che amici del proprio gruppo etnico.

Per cominciare, i soggetti albanesi mostrano una parziale identità etnica e una „parziale e/o debole identità nazionale. Le donne albanesi sembrano possedere una identità nazionale maggiore degli uomini. In mancanza di una ricerca longitudinale, è difficile sostenere che le loro identità hanno subito dei mutamenti oppure che il loro mutamento è in corso. In alcuni casi (i soggetti per di più sono nati in Italia), si può sostenere l‟ipotesi dell‟identità biculturale in quanto gli immigrati nel

tempo possono sviluppare i tratti dell‟identità biculturale, con il miglioramento delle competenze linguistiche e l‟incremento dei contatti con i membri della società maggioritaria. Nel caso specifico, l‟identità etnica presenta delle lacune profonde mentre l‟identità nazionale è più marcata.

Considerando le attitudini dell‟acculturazione, i soggetti coinvolti mostrano delle caratteristiche proprie del profilo dell‟integrazione culturale. Questo implica il mantenimento della loro identità culturale etnica (anche se parziale), l‟evoluzione della propria identità nazionale (anche se parziale) e il mantenimento dei contatti con i compagni albanesi e italiani. Alcuni soggetti mostrano un profilo „positivo‟ di integrazione. È evidente che desiderano mantenere la loro cultura etnica e al contempo sono positivi nell‟instaurare contatti con i membri della società maggioritaria, particolarmente se sentono che gli è stato negato questo contatto.

Per quanto riguarda il valore delle relazioni familiari, i giovani albanesi danno ad esse una importanza di rilievo e mostrano una variabile più forte rispetto ai coetanei italiani94. Nella presente indagine, la gioventù immigrata favorisce la sua integrazione culturale. I soggetti presentano una variabile tendenzialmente parziale dell‟identità etnica e una variabile „debole‟ dell‟identità nazionale. La maggior parte di loro hanno compagni appartenenti sia al gruppo etnico sia al gruppo maggioritario (nazionale) e mostrano ottime competenze della lingua nazionale. Sostengono di essere stati discriminati raramente. In conclusione, è evidente la differenza fra le problematiche degli immigrati introdotte all‟inizio e i risultati di questo studio. In generale, il gruppo degli adolescenti intervistati sembra presentare un profilo positivo di integrazione e sembra favorire i contatti con i membri del gruppo maggioritario nella società di insediamento a eccezione di

qualche raro caso che sembra incline al distacco e al mantenimento della propria cultura etnica.

In che cosa consiste questa differenza? Molte problematiche possono essere considerate naturalmente. La stigmatizzazione dei media relativa ai problemi di adattamento e di integrazione dei figli di seconda generazione è una problematica. La presenza di adolescenti immigrati non integrati che non si adattano al sistema crea delle problematiche che rovinano la reputazione della maggioranza, positivamente integrata. In alcuni casi, i soggetti possono mostrare un profilo di distacco in quanto interessati a mantenere la propria eredità culturale etnica e non interessati a stabilire contatti con il gruppo di maggioranza etnica. In questa descrizione, gli adolescenti sperimentano dei problemi di adattamento che non li portano all‟emarginazione sociale. I risultati del presente studio possono delineare alcune caratteristiche del profilo dello studente integrato, anche se molti argomenti interconnessi al fenomeno dell‟acculturazione (le ragioni della migrazione, la soddisfazione del livello di vita, l‟andamento scolastico) non sono stati approfonditi qui e possono essere considerati come argomenti per futuri aggiornamenti.

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A QUESTIONE LINGUISTICA DEGLI ALBANESI NELLA