L’ IDEALIZZAZIONE DELLA NAZIONE ALBANESE
8.1. L’idealizzazione dell’identità albanese
Nella società albanese contemporanea esistono due linee di pensiero circa la complessità dell‟identità albanese: a) l‟immaginazione/ idealizzazione di una identità collettiva, lasciata in eredità dai nostri antenati e consolidatasi nei secoli, per cui assume un valore di sacralità; b) la visione separatista e anti-identitaria, quella che può essere definita come la "psicosi della negazione"68.
Nella letteratura albanese del movimento della Rilindja, oltre all‟impegno della creazione di una nazione albanese, si legge il richiamo alla riunificazione (contro il divide et impera) e al risveglio dell‟amore verso la propria terra e verso l‟un l‟altro69. Il pensiero degli autorevoli esponenti della Rilindja rileva il fatto che parte degli albanesi furono "lontani" da questo ideale e amore verso la patria. La divisione degli albanesi e la confusione dell‟identità albanese con quella religiosa (la “turchizzazione”, la latinizzazione o la grecizzazione degli albanesi) testimoniarono che gli albanesi, in parte, nutrirono un sentimento debole verso la propria albanesità (Shqiptaria). La preoccupazione dei Rilindas in merito alla questione evidenzia come la tendenza antialbanese di una parte degli albanesi fu una costante nella storia dell‟Albania. In profonda contraddizione con la naturalezza dell‟amore per la patria, per l‟etnia e il patriottismo, questa tendenza al 'tradimento' della Shqiptaria70 fu la conseguenza di molti fattori persistenti. Anche se questi fatti, contestualizzati nell‟epoca di riferimento, non sembrano essere solo di carattere tipicamente albanese.
L‟arretratezza profonda dell‟etnia e dell‟area albanese, a causa dell‟inesistenza di istituzioni di educazione (scuole, università),
68 In Kadare I., Kombi shqiptar ne prag te mijevjeçarit te trete (“La nazione albanese alle soglie del terzo millennio”), Onufri, Tirana, 2005a, p. 13.
69 Per ulteriori approfondimenti si veda la letteratura del Risorgimento e dell‟Indipendenza albanese. 70 "una parte di loro era disposta a cambiare la propria patria con un'altra, altri si vergognavano di essere albanesi e altri si mettevano facilmente al servizio delle forze antialbanesi" in Kadare I., Kombi
istituzioni culturali e statali, influì sull‟indebolimento del sentimento di albanesità, che si evolse a un livello primitivo. In queste condizioni, la "sottomissione/inclusione" e il conformismo degli albanesi ad altre culture straniere fu possibile. Questo fenomeno ha influito nella scelta dell‟albanese di rivitalizzare, di trasformare oppure di abbandonare la propria cultura, etnia e in alcuni casi anche la propria terra. La rivalorizzazione dell‟importanza e della bellezza della patria, del patrimonio linguistico, di origine antico e di radice indoeuropeo; della bellezza fisica e dell‟intelligenza della stirpe albanese, che dovette abbandonare le forme vecchie di identità e tradizione; e la ricostituzione della religione dell‟albanesità ad opera dei Rilindas, dovettero costituire le ragioni storiche di riunione e di rifondazione (e non di perdita) della nazione albanese.
Secondo Kadare "l‟azione dei Rilindas contribuì al risveglio della coscienza etnica della stirpe albanese, e perciò fu il più grande movimento culturale e patriottico nella storia albanese. In verità, questo movimento ha portato l‟Albania alla rinascita o meglio, ha dato vita alla creazione dell‟Albania moderna. Gli intellettuali della Rilindja hanno mitizzato e sublimato la storia degli albanesi selezionando i momenti più illuminati. Hanno messo in risalto i valori morali e fisici degli albanesi nonché le virtù, tralasciandone i vizi (che non sono pochi), in funzione della logica e del principio del movimento: l‟acquisizione della fede perduta" (Kadare 2005: 15; trad. mia). I rilindas, accantonando ogni forma di divisione, hanno cercato di innalzare i valori che avevano unito gli albanesi, già divisi di per sé, in opposizione con le correnti antialbanesi attivate dai circoli serbi e greci nei paesi confinanti con l‟Albania.
L‟azione dei Rilindas viene ricordata qui per la loro continua proiezione nell‟immaginario collettivo della popolazione albanese all‟interno dei confini dell‟Albania, del Kosovo e nella diaspora. Le
poesie di Naim Frasheri (1846-1900), di Gjergj Fishta (1871-1940), Ndre Mjeda (1866-1937) e di altri poeti dell‟epoca sono diventati i versi costituenti il patrimonio culturale degli albanesi in immigrazione. Queste memorie della collettività sono attivate in funzione dell‟idealizzazione della patria e della stessa nazione albanese. In immigrazione, sembra che esse determinino le appartenenze e ridefiniscano le identità degli albanesi. Durante le interviste, gli immigrati di prima generazione ricordavano con passione alcuni versi, sottolineando quanto fosse impossibile dimenticarli perché con essi erano cresciuti (c‟era l‟obbligo di imparare i versi a memoria). La propensione di passare queste conoscenze ai propri figli, cresciuti oppure nati in immigrazione, è quasi impercettibile. Al tempo stesso, però, si nota che, attraverso l‟utilizzo dei social networks reali e virtuali da parte dei loro figli, si crea una rete di condivisione delle conoscenze, delle appartenenze e delle relazioni etniche e interetniche. Per cui l‟identità etnica è un criterio di riconoscimento dei simili a livello nazionale e internazionale ossia diasporico. I simboli (la bandiera albanese), i miti (Scanderbeg), la cultura (letteratura nazionale, tradizione), rafforzano l‟identità etnica (la discendenza illirica ancestrale) e costituiscono l‟essenzialismo dell‟idea di nazione albanese.
La concettualizzazione della nazione albanese, ossia l‟idea della grande Albania, attualmente divisa in due stati (Albania e Kosovo) contempla la visione dei Rilindas come uno dei principi fondamentali. La visione dei Rilindas è stata molto spesso criticata nel passato e nel presente in maniera diretta oppure obliqua. La critica sui vizi e i difetti degli albanesi non è che il completamento della loro visione. Si può ricordare la visione di Faik Konica (1875-1942) in merito alla questione e la sua critica verso le marrezitë (“le follie”) degli albanesi. Konica è stato una figura autorevole della cultura albanese; un critico senza riserve verso la sua amata Albania. Ha elogiato la sua patria e, con
ardore, l‟ha difesa contro le ingiustizie e il razzismo. Zululand ha chiamato la sua Albania quando l‟ha criticata fortemente. Konica stesso è stato un rilindas quando ha scritto dell‟Albania, delle virtù e dei vizi degli albanesi. Il suo pensiero e la stessa realtà albanese sono stati simili nella contraddizione interna. Sembra, a volte, che il pensiero di Konica sia stato il contro-pensiero di Konica.