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L E RAPPRESENTAZIONI SOCIALI NELLA SOCIETÀ LOCALE

6.8. Gli aspetti peculiari della migrazione albanese

La classificazione di Heckmann delle forme di integrazione sociale dello straniero/immigrato nella società europea applicate alla società veneta è risultata particolarmente importante per i risultati della ricerca. La nozione di „acculturazione senza integrazione‟ è compatibile con la condizione sociale di alcuni soggetti albanesi in immigrazione. Gli albanesi parlano la lingua italiana a un buon livello. Considerano se stessi per certi versi simili e diversi culturalmente con i veneti; dimostrano una relazionalità positiva e/o formale con colleghi e compagni di lavoro. Le relazioni sono costruite a livello individualistico per cui acquistano valore di tipo qualitativo.

Non tutti i criteri di integrazione culturale sono stati soddisfatti: il pregiudizio e la discriminazione sono presenti e i matrimoni misti sono limitati. Questo fatto è confermato da altre ricerche qualitative condotte sull‟argomento. A tale proposito, Melchionda (2003: 15) scrive: "la discriminazione informale e anonima in fabbrica diventa dichiarata e aperta nella società, dove è sostanziata da tutti gli stereotipi sull‟albanese e sfocia nella costruzione di una emergenza immaginata e costruita che influisce nel raccordo tra il mondo del lavoro e la società in generale. Tutti i ricercatori rilevano che il gruppo immigrato albanese è percepito dall‟opinione pubblica come il più distante, il meno accettato, il più stigmatizzato utilizzando le scale di distanza sociale tradizionali. Poi prosegue: in Veneto "è vero che vi sono indicazioni circa una progressiva stabilizzazione e penetrazione degli immigrati nella società locale (…), ma gli indicatori e gli indici di integrazione segnalano che a questa stabilità non corrisponde una vera e piena integrazione ma piuttosto una collocazione sociale subalterna che si presenta molte volte difficile da superare".

Per gli albanesi, l‟acquisizione dello status di „immigrato legale‟ è „la chiave del successo‟ e la riuscita sociale sia nel lavoro che nella successiva formazione della famiglia. La specificità del caso albanese risiede nelle percezioni asimmetriche52 dell‟integrazione di questo gruppo. Il paradosso riguarda la volontà dei soggetti che aspirano all‟integrazione contro il rifiuto parziale applicato dalla società di immigrazione. Il riferimento storico di parallelismo può essere il trattamento degli immigrati italiani nel corso della storia, dove simili questioni ed episodi di discriminazione e di ruvidità sono stati presenti (Stella 2003). Secondo King e Mai53, il rigetto degli italiani e la considerazione degli albanesi come la nazionalità più deviante spinge loro all‟attivazione di diverse strategie di comportamento come la mimetizzazione, la codificazione identitaria o l‟etnicità reattiva, strumentalizzate come un mezzo per sfidare gli stereotipi.

L‟analisi ha dato diversi delineamenti del carattere particolare e complesso dell‟emigrazione degli albanesi. Dal punto di vista sociologico, la generalizzazione teorica del fenomeno è d‟obbligo in questa fase. Inizialmente, il discorso è stato sviluppato sulla complessità della situazione sociale dalla partenza degli albanesi fino alla loro integrazione, inserimento, adattamento o emarginazione nella società di arrivo. Le dinamiche dell‟evoluzione fenomenologica e discorsiva dell‟emigrazione/ immigrazione sono state rappresentate come le alternative alla parziale integrazione dei soggetti albanesi. Il tentativo di ridefinire le caratteristiche sociali di questo gruppo etnico conferma la presenza delle peculiarità dei componenti e dei comportamenti costituenti la complessità del fenomeno.

La fenomenologia dell‟emigrazione albanese, compatibile con le teorie delle migrazioni, riguarda i push factors derivanti da principi di

52 Rif. King R, Mai N., "Italophilia meets Albanophobia: paradoxes of asymmetric assimilation and identity processes among Albanian immigrants in Italy" in Ethnic and Racial Studies 32: 9, 2009, pp. 117-138.

neoliberalismo, situazione di povertà e instabilità sociale e da principi culturali di valori e tradizione. Il fattore principale di attrazione si rivela la prossimità geografica dell‟area balcanica di origine con l‟area veneta di destinazione. L‟istituzione della famiglia albanese, i concetti di appartenenza e di relazionalità rinforzano le teorie di social networks costituendo una nuova prospettiva dell‟emigrazione determinata da scelte razionali e da aspettative familiari anziché individuali. I networks familiari interconnessi a fattori geografici danno un carattere transnazionale alla migrazione albanese.

Accanto ad altri fattori di natura economica e politica, l‟emigrazione ha contribuito in modo negativo alla rimozione delle risorse umane e culturali del paese, ossia all‟exit di giovani, di studenti e di intellettuali nonché di forza lavoro dall‟Albania. Durante il periodo della trasformazione postcomunista (tuttora in atto), i cambiamenti radicali riflettono il conflitto ontologico delle formazioni culturali concernenti le relazioni sociali multiple createsi e le dinamiche migratorie. Le relazioni complesse fra la società, la cultura e la tradizione forniscono un‟altra linea di interpretazione nel tentativo di spiegare le peculiarità dell‟emigrazione albanese.

Il passaggio dal sistema totalitario al sistema pluralistico incide sulla cognizione multidimensionale della realtà da parte della popolazione albanese. La contrapposizione di una realtà omogenea, fondata su un ordine sociale, culturale e morale prestabilito (omogeneo) che ha legittimato il totalitarismo, versus una realtà eterogenea, fondata sulle rappresentazioni delle differenze, delle conoscenze, delle culture e dei valori in un sistema democratico sociale e morale. Negli ultimi anni, si nota una continuazione oppure un rimodellamento di questi modelli cognitivi, anche nei soggetti coinvolti nel processo di emigrazione. I nuovi modelli introdotti ultimamente nella società democratica e neoliberista convivono con elementi della tradizione, della consuetudine

e del patriarcato rivitalizzando così aspetti dei vecchi codici consuetudinari (divenuti tradizione) impiegati nell‟epoca antecedente al comunismo. Inoltre, le dinamiche sociali e culturali del processo di civilizzazione e emancipazione stanno riconoscendo allo stesso tempo il progresso e il regresso della società albanese divisa. La questione in regresso riprende le forme e le relazioni tradizionali di sesso e di onore mutate dagli attori sociali spesso marginalizzati dalla stessa società.

La contrapposizione di forme vecchie e nuove nei sistemi morali e conoscitivi crea una confusione totale nelle relazioni sociali e culturali della popolazione, compreso gli emigrati, il che ha dato origine a forme differenti di emigrazione. All‟inizio del periodo dell‟emigrazione contemporanea, gli albanesi sono stati costretti alla fuga non solo per via della povertà incombente ma anche perché considerarono la loro azione come un atto politico contro le privazioni e le discriminazioni subìte in materia di libertà e diritti durante il totalitarismo e per questo sono stati considerati principalmente emigrati/rifugiati economici e politici.

Attualmente, le formazioni culturali della popolazione albanese sono diversificate per cui la formazione culturale della stessa società presenta delle apparenti divisioni. La visione e la preparazione cosmopolita delle élites albanesi formatesi nei principali centri urbani influisce sull‟adattamento al nuovo sistema e sulla rivalorizzazione della loro posizione sociale. In molti casi, essi hanno deciso di emigrare e il loro progetto migratorio è risultato costruttivo e positivo. Quindi, la società albanese ha riconosciuto inevitabilmente il fenomeno di „fuga dei cervelli‟, in quanto molti studenti, accademici e intellettuali hanno deciso di emigrare. Molti degli immigrati albanesi che hanno una educazione media o bassa provengono sia dalle aree urbane sia dalle aree rurali dell‟Albania per cui la loro formazione è dipesa dalle possibilità fornite dalla famiglia di origine. Gli albanesi intervistati in Albania notano che ci sono delle famiglie che si sono spostate nell‟area di Tirana oppure di

Valona (hanno venduto tutto quello che possedevano), pur di sostenere i loro figli durante gli anni dello studio universitario nelle rispettive città. L‟altro fatto parallelo è che le famiglie albanesi sostengono e aiutano i figli studenti in Italia. Un‟altra fetta della popolazione albanese vede nell‟emigrazione una via d‟uscita dalla soglia di povertà, per cui l‟unico motivo è quello del lavoro, senza pensare alle conseguenze sociali e culturali che esso può comportare. Nuove forme interne di emarginazione sociale e culturale sono presenti nel sistema neoliberista e pluralistico della società albanese. Al contempo, le migrazioni interne e gli spostamenti disordinati della popolazione hanno portato i valori consuetudinari e le forme tradizionali di relazionalità dalle aree rurali o periferiche nelle aree urbane o centrali (le città).

Come vediamo, le differenziazioni sono evidenti in un processo di stratificazione della popolazione e di conoscenze sociali e culturali coinvolte nella modernizzazione della società. Lo stesso fenomeno migratorio può essere considerato come uno degli effetti determinanti il progresso e l‟emancipazione della società albanese, a causa della sua trasformazione da "emigrazione di sopravvivenza54" in "emigrazione di progresso e di acculturazione".

54 Barjaba K., King R., "Introducing and theorising Albanian migration" in King R., Mai N., Scwander-Sievers S. (a cura di), The new Albanian migration, Sussex Academic Press, Brighton, 2005.

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ARTE

III

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A QUESTIONE CULTURALE DEGLI ALBANESI NELLA REALTÀ

CAPITOLO 7