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P RESENTAZIONE DELLA RICERCA

5.2 La morfologia degli intervistat

Gli albanesi intervistati risiedono principalmente nelle province di Treviso, Venezia e Padova. Le provincie di Treviso e di Venezia rappresentano ognuna delle peculiarità rilevanti per la mia analisi di approfondimento. La provincia di Treviso è stata scelta perché presenta una delle mete preferite degli albanesi dal punto di vista lavorativo in quanto area di industrializzazione diffusa32; per cui l‟insediamento di intere famiglie albanesi è stato favorito dall‟offerta del mercato del lavoro precedente alla crisi economica delle piccole e medie imprese. Venezia è invece rappresentativa per la sua multiculturalità e cosmopolitismo e qui l‟Università costituisce una delle realtà venete che

32 Perocco, F. e V. Romania "Oltre lo stereotipo, gli immigrati albanesi in veneto tra pregiudizio, mimetismo e riuscita sociale", in Melchionda U. (a cura di) Gli Albanesi in Italia, Inserimento

lavorativo e sociale, Franco Angeli, Milano, 2003, p. 78. "Treviso rappresenta “un‟area ad

industrializzazione diffusa che da una analisi della mobilità fra distretti lavorativi risulta essere la meta prediletta degli albanesi e costituisce uno stato di mezzo nelle dinamiche di distribuzione territoriale”.

ha ospitato un grande numero di giovani albanesi di prima e seconda generazione.

Gli albanesi di prima generazione sono relativamente giovani (nati tra il 1955 e il 1990); solo una piccola parte di essi supera i 40 anni di età. Provengono da diverse città e diverse aree geografiche dell‟Albania (Berat, Durazzo, Elbasan, Fier, Korça, Lushnje, Scutari, Tirana, Tropoja, Valona) e dal Kosovo (Prishtina, Prizreni, Peja). Alcuni soggetti sono arrivati in Italia in seguito agli esodi di massa degli anni ‟90 conseguenti alla caduta del regime di Hoxha. Inizialmente approdati sulla costa pugliese, si sono successivamente spostati verso il Veneto. Una parte dei soggetti appartiene alla fase migratoria successiva al crollo delle cosiddette „piramidi finanziarie‟ e alla profonda crisi sociale e politica che ha colpito l‟Albania nel 1997. Una parte degli studenti invece ha scelto consapevolmente di studiare a Venezia, fruendo delle borse di studio del Ministero degli Esteri d‟Italia. A ciascuno è stata chiesta una breve descrizione della propria città o campagna e una breve introduzione culturale e linguistica del contesto di origine, al fine di inquadrare il livello di distanza sociale del soggetto nel contesto di immigrazione. Inoltre, sono state rilevate alcune caratteristiche delle famiglie dei soggetti intervistati (precedenti e conseguenti all‟emigrazione) compatibili con le linee di una cultura tradizionalista di migrazione (principalmente, il maschio della famiglia, padre o figlio, è il primo a compiere l‟atto di emigrare).

Gli intervistati sono:  operai (20 – 55 anni)

 studenti universitari (20 – 35 anni)  giovani lavoratori (20 – 35 anni)

 studenti delle scuole medie e superiori (10 – 14 anni)  casalinghe (20 - 30 anni)

L‟occupazione principale degli intervistati è di forma dipendente, quindi la maggior parte di loro sono operai. Alcuni dichiarano di avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato e di possedere permessi e carte di soggiorno a seconda del proprio percorso migratorio. Questi rappresentano una tendenza positiva alla stabilizzazione nel territorio. In alcune famiglie, entrambi i coniugi lavorano. Le donne lavorano principalmente in fabbrica, oppure nel settore dei servizi, soprattutto di pulizia. La presenza di molti studenti albanesi, principalmente di sesso femminile, presenta una domanda femminile di ascesa sociale. In alcuni casi, si è constatata la presenza di famiglie di tipo tradizionale con la moglie che si occupa degli affari interni della famiglia e il marito e i figli lavoratori. La donna albanese sceglie di restare a casa nell‟impossibilità di trovare lavoro. Si può ricordare in merito che l‟ideologia socialista aveva proclamato l‟emancipazione della donna socialista mediante il miglioramento della sua posizione sociale all‟interno della società albanese socialista, con la concessione di diritti pari a quelli degli uomini, per combattere così l‟impostazione patriarcale della sua posizione di inferiorità nella società, profondamente tradizionale.

Gli albanesi di seconda generazione, nati in Italia o in Albania hanno età compresa tra i 10 e i 20 anni. Sono alunni o studenti. L‟obiettivo di questa scelta è l‟analisi qualitativa dell‟immigrazione della seconda generazione degli albanesi dalla scuola media all‟Università. Questi figli e figlie dell‟emigrazione albanese, in parte sono arrivati dopo i primi esodi di massa che hanno coinvolto i genitori; in parte, dopo la seconda crisi sociale albanese (1997), dalla terra albanese in terra veneta. Alcuni di essi sono nati in Veneto (Treviso). I ragazzi nati in Albania possiedono una conoscenza diretta della realtà sociale di partenza. Si nota una prevalenza di intervistati di sesso aschile.

In molti casi, si nota l‟adattamento graduale delle famiglie albanesi e degli stessi membri/figli alla nuova situazione sociale di arrivo. I giovani di seconda generazione provengono dalla zona centrale e dal sud dell‟Albania. Nel caso specifico, tutti appartengono a famiglie provenienti dai centri urbani di Tirana, di Durrës, di Fier, di Valona, di Saranda e di Scutari.

Tutti hanno dichiarato di vivere insieme agli altri componenti della loro famiglia (a seguito del ricongiungimento familiare). In qualche caso, un parente (fratello giovane del padre o madre) convive con loro fino alla sua futura sistemazione. La maggior parte degli intervistati frequenta le scuole medie e superiori. Alcuni non hanno proseguito gli studi per andare a lavorare in fabbrica o nella ristorazione (impiego diverso da quello dei genitori). Alcuni sono in ritardo scolastico a causa del loro inserimento in una classe inferiore, causato dalla scarsa conoscenza della lingua italiana al momento dell‟arrivo.

I termini qui impiegati di „prima‟ e „seconda‟ generazione indicano i rispettivi gruppi sociali a titolo referenziale per distinguere le categorie studiate degli immigrati albanesi; i primi arrivati si definiscono come la prima generazione; mentre i rispettivi figli ricongiunti oppure nati in Italia (da coniugi albanesi) sono considerati come la seconda generazione, anche se in alcuni casi questi termini diventano astratti ed esigono delle ulteriori specificazioni. Il confronto è unicamente generazionale, determinato dagli aspetti culturali e dal processo migratorio stesso.

A questo proposito, questa analisi poggia sulla natura permanente o duratura dell‟immigrazione (da popolamento), il che forma le cosiddette seconde generazioni, composte dai discendenti degli immigrati. Il mio riferimento è alle distinzioni di G. Rosoli, R. Cavallaro33 (1987): seconda generazione nativa o primaria comprende i soggetti nati nel

paese d‟immigrazione; seconda generazione impropria comprende i soggetti nati in un paese diverso da quello di immigrazione che sono emigrati all‟età di 1-6 anni; seconda generazione spuria (11-15 anni) comprende i soggetti entrati nel contesto di immigrazione dopo aver interrotto oppure completato il ciclo scolare nel contesto di origine, (cioè i cui meccanismi di socializzazione si sono sviluppati in un contesto sociale e culturale diverso).

Mentre Rumbaut34 (1997) ha introdotto una definizione „decimale‟ delle seconde generazioni secondo il quale la generazione 1.5 (6-12) inizia il processo di socializzazione e la scuola primaria nel contesto di origine ma completa l‟educazione scolastica nel contesto di immigrazione; la generazione 1.25 (preadolescenti e adolescenti) emigra tra i 13-17 anni di età; la generazione 1.75 è entrata nel contesto di immigrazione nell‟età prescolare (0-5). Si nota peraltro che la generazione 1.25, cioè i giovani albanesi nati in Albania e arrivati nel contesto veneto a seguito di ricongiungimenti familiari, presentano delle caratteristiche che li accomunano ai genitori. Questi soggetti possiedono un insieme di valori, atteggiamenti e norme già assimilate nell‟area d‟origine e si trovano in bilico tra la cultura acquisita di provenienza e quella nuova di destinazione, anche se sembrano più proiettati verso il contesto veneto in cui stanno crescendo.