I L RAPPORTO FRA IDEOLOGIA NAZIONALE E TEORIA LINGUISTICA
12.5. Le problematiche della diffusione della lingua standard Il confronto della cultura albanese con altre culture important
comporta dei mutamenti nella lingua albanese standard che comprendono anche interferenze da parte delle lingue maggiori. La cultura nazionale ha conferito alla codificazione e all‟unificazione della lingua albanese standard l‟importanza fondamentale di costituzione dell‟albanesità, per cui di fronte a processi di liberalizzazione e
democratizzazione della società, l‟indebolimento dell‟idea di nazione nella cultura coinvolge la questione della lingua standard. La problematica legittima della lingua standard riguarda il suo rinnovamento e adattamento al nuovo contesto culturale „occidentalizzato‟ e „orientalizzato‟ dell‟Albania. Di conseguenza, il sistema linguistico della lingua albanese standard nella società postmoderna è condizionato dai suddetti fenomeni societari. Durante il Regime, l‟unificazione della lingua albanese è lo strumento identitario della cultura isolazionista del popolo albanese, una cultura ispirata all‟unicità valoriale e linguistica e al consolidamento del principio di autodeterminazione in funzione dell‟autarchia culturalmente estesa negli anni „70.
Nella società albanese contemporanea, la lingua standard è lo strumento di una cultura democratica che si confronta quotidianamente con altre culture all‟interno e al di fuori di essa. Queste culture straniere interferiscono nelle pratiche linguistiche degli albanesi prendendo la forma di elementi linguistici che inevitabilmente introducono nuove forme di espressione oppure di alternanza del codice. Gli studi sulla globalizzazione rilevano che lo sviluppo delle società e l‟introduzione di nuove tecnologie di comunicazione globali hanno facilitato la comunicazione fra gli individui e le culture a livello globale, per cui lo scambio delle informazioni e dei messaggi interculturali fra gli albanesi, a livello nazionale e internazionale, è aumentato e al contempo la letteratura e la lingua scritta ne subiscono le conseguenze. In queste condizioni, la lingua albanese standard ha conosciuto un processo di rinnovamento oppure di „stranierizzazione‟ del suo fondo lessicale sui criteri precedentemente menzionati, in conformità con le condizioni sociali attuali. L‟ideologia di ispirazione nazionalista (një komb – një gjuhë/una nazione - una lingua) dei membri della Rilindja, ritenuti come i fondatori della nazione albanese, ha contribuito alla narrazione mitica
di Scanderbeg, all‟antichità della lingua e della stirpe albanese nella cultura nazionale; mentre, l‟ideologia socialista del Partito e di Enver, ha sfruttato il mezzo della lingua albanese per fondare il suo potere totalitario attraverso la dottrina scritta; per cui le due ideologie si basano sulla trasmissione (o imposizione) della propria cultura (o propaganda) mediante la lingua scritta e la letteratura.
È interessante notare come le élites albanesi precedenti (dalla Rilindja fino al totalitarismo) si presentarono come depositarie della cultura nazionalista inizialmente e stalinista successivamente; e quindi lo studio della lingua, della letteratura e dell‟ideologia in generale si fondarono sullo sviluppo della lingua scritta. Dopo gli anni ‟90, si nota l‟abbandono quasi immediato del lessico dogmatico della lingua albanese del totalitarismo da parte delle „masse sensibilizzate‟, per cui la lingua scritta si adatta alle nuove condizioni della società di transizione. Inoltre, si nota una svalorizzazione del peso della cultura e della élite nonché la trasformazione strutturale della società albanese „democraticizzata‟. Soggetta al fenomeno di „europeizzazione‟, attualmente, la cultura albanese è una cultura di mezzo, schiacciata dalle contaminazioni asistematiche delle culture dell‟Occidente e dell‟Oriente. Di conseguenza, una parte della élite (al potere e non) non conferisce importanza al prestigio dell‟uso della lingua standard nel discorso pubblico.
L‟anomalia del sistema linguistico unificato è sintomo dell‟inserimento di parole straniere nella lingua scritta e nel linguaggio parlato mediante le pratiche linguistiche degli albanesi nel contesto formale e informale (pubblico e privato) di riferimento, indotte dalla perdita graduale di una forma di pensiero linguistico di carattere nazionale. L‟„invasione‟ delle parole straniere, accanto alle divisioni linguistiche interne tra gegërishte e toskërishte, sono agevolate dai
processi di migrazione della popolazione e dai processi di globalizzazione della società albanese.
La funzione multidimensionale della lingua albanese standard viene rivalorizzata attraverso l‟applicazione delle norme linguistiche esistenti e la reinvenzione di altre nuove (a volte scelte individualistiche) in funzione della nuova società. Un altro fenomeno è la mutazione delle strutture grammaticali della lingua a causa dell‟inserimento di nuovi prestiti linguistici italiani (e altri stranieri) che difficilmente possono essere integrati nel sistema morfologico di arrivo per la loro grammaticalità e la loro scrittura indefinibile (nella lingua scritta: es. influenzë=ndikim “influenza”; koordinoj=bashkërendoj “coordinare”; respektiv= përkatës “rispettivo”; reciprok=i ndërsjellë “reciproco”; nella lingua parlata: es. ciao, bella, bravo, grazie).
Molti termini italiani risultano ereditati dal periodo fascista e a volte risultano del tutto inutili per via della loro graduale sostituzione con termini albanesi; mentre l‟influenza dell‟italiano nel sistema lessicale albanese nell‟era dell‟emigrazione di albanesi verso l‟Italia e la colonizzazione italiana „immaginaria‟ e visibile dell‟Albania induce alla constatazione delle seguenti fenomenologie che verranno qui definite come shqipërimi e shqipërzimi dei termini italiani nel sistema lessicale in questione. Il processo di shqipërimi (auspicabile) consiste nella traduzione in lingua albanese del prestito linguistico (parola o locuzione) di origine italiana: per esempio, il termine „abnegazione‟ viene reso in albanese come vetëmohim, „unificazione‟ come njësim, „abrogare‟ come shfuqizoj, „analogo‟ come i ngjashëm, „accordare‟ come jap (çmimin), „albanofono‟ come shqipfolës, „addio‟ come lamtumirëe. Mentre il processo di shqipërzimi, ossia „l‟albanizzazione‟ consiste nell‟adattamento della parola italiana al sistema grafico, fonetico o morfologico della lingua albanese: per esempio, „abnegazione‟ diventa in albanese abnegacion, „unificazione‟ diventa unifikim, „abrogare‟,
„abrogazione‟ diventano abrogoj, abrogim, „albanofono‟ diventa albanofon, „addio‟ diventa adio. Oltre a ciò, vi è anche la problematica della scrittura dei nomi propri stranieri. L‟influenza dell‟italiano dei massmedia si registra anche:
nell‟uso frequente del passato prossimo (es. ka shkruar „ha scritto‟) laddove il prestigio della lingua scritta richiede l‟uso del passato remoto (shkroi „scrisse‟);
la graduale perdita dell‟uso dell‟ottativo e dell‟ammirativo per via della mancanza delle corrispettive forme verbali nella lingua italiana (es. due modi verbali non presenti nella lingua italiana per cui non creano confusione nell‟allievo albanofono in Veneto); le costruzioni con le forme brevi del dativo possessivo (es. Almës
nuk ia njoh babain lett. Ad Alma non conosco il padre “non conosco il padre di Alma”) semplificate dalle costruzioni col genitivo (es. nuk e njoh babain e Almës “non conosco il padre di Alma”);
la semplificazione del sistema dei clitici: es. D: e njeh babain e Almës? (“lo conosci il padre di Alma?” al posto di ia njeh babain Almës? (lett. glielo conosci il padre ad Alma?) R: nuk e njoh (“non lo conosco”) al posto di nuk ia njoh (lett. non glielo conosco); La sostituzione dell‟ablativo (a) con il genitivo (b) oppure con
preposizione + sostantivo (c): es. a) fole shqiponjash/ nido di aquile; b) fole e shqiponjave; c) fole me shqiponja.
I suddetti esempi sono identificati come alcuni degli aspetti di impoverimento o di semplificazione del ricco sistema grammaticale e lessicale della lingua standard albanese. La modifica delle forme grammaticali è dovuta alla trasformazione paradigmatica della forma del linguaggio della lingua standard, in conformità con le esigenze della nuova società democratica. In effetti, durante la fase della transizione