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2. La Regione esercita funzioni di indirizzo e programmazione del sistema turistico regionale, provvede al coordinamento tra gli enti del settore, sostiene lo sviluppo
5.2 Esempi europei di valorizzazione delle comunità minor
In ambito europeo, la questione relativa al salvataggio del patrimonio minore è di grande attualità, tanto che si ritrovano diverse esperienze di valorizzazione del patrimonio di borghi e villaggi. Un esempio è rappresentato dalla European Network of
Villages Tourism, un progetto turistico che ha l’obiettivo di creare una rete tra piccoli
paesi per condividere delle metodologie che permettano lo sviluppo turistico e la valorizzazione del patrimonio delle comunità coinvolte, mantenendo uno stretto contatto con l’ambiente circostante e la popolazione locale (www.genuineland.com, ottobre 2013).
Il primo paese ad occuparsi della valorizzazione di località minori fu la Francia, in cui si costituì, nel 1981, l’associazione Les Plus Beaux Villages de France, che tuttora mira a preservare e valorizzare il patrimonio dei villaggi al fine di incrementarne la notorietà favorendone lo sviluppo.
Altri esempi di progetti di valorizzazione e recupero di borghi e zone rurali abbandonate si ritrovano in Spagna, in cui è sorto anche il primo caso di Albergo diffuso non italiano. Si tratta dei Pueblo Hotel e dei Paradores de Turismo, strumenti di
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ricettività turistica che contribuiscono al recupero del patrimonio rurale di una località, e alla sua reintegrazione territoriale.
5.2.1 Les plus beaux villages de France
L’associazione nasce nel 1981 su iniziativa di Charles Ceyrac, sindaco di un villaggio situato nel dipartimento di Corrèze, nella Francia centro-occidentale, per contrastare la fase di spopolamento in corso in quell’epoca. Corrisponde all’associazione italiana Borghi più belli d’Italia, riunisce piccole località estranee al settore turistico, rendendole note grazie al marchio dell’associazione.
La selezione dei borghi e dei villaggi da associare avviene sulla base di 30 caratteristiche complessive, di cui 3 costituiscono i principali criteri d’eliminazione, quali:
- popolazione residente complessiva di non oltre 2000 abitanti (requisito per ottenere il riconoscimento come territorio rurale);
- presenza sul territorio di almeno due siti o monumenti protetti;
- prova di adesione collettiva al progetto di domanda di classificazione attraverso una delibera del consiglio municipale.
Attualmente l’associazione conta 156 villaggi distribuiti su 21 regioni e 69 dipartimenti (www.les-plus-beaux-villages-de-france.org, ottobre 2013), di cui cerca di promuovere uno sviluppo economico attraverso l’attività turistica che sia rispettoso della cultura rurale. Ciò che si intende evitare è lo spopolamento di questi villaggi, o la loro trasformazione in parchi tematici di divertimento, sostenendoli nella costruzione di un’offerta turistica coerente con le peculiarità territoriali. L’associazione si occupa di svolgere attività promozionale attraverso pubblicazioni, comunicazioni ai media e contatti con tour operator, per offrire soluzioni turistiche di tipo durable (Bernardi e Boccioli, 2011).
L’associazione ha ampliato la sua notorietà al di fuori dei confini francesi, arrivando ad espandere tale formula in Belgio (Les plus beaux villages de Wallonie), in Québec (Les plus beaux villages du Québec), e in Giappone (Les plus beaux villages du
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villages de la Terre, che riunisce le associazioni di Italia, Francia, Belgio, Québec e
Giappone, per presentare a livello globale le buone pratiche attuate nell’ambito della tutela del paesaggio rurale, naturale, e nella salvaguardia del patrimonio locale.
Le analisi del mercato francese evidenziano la ricerca, da parte dei turisti locali, di zone tranquille in cui poter fare passeggiate, degustare prodotti e piatti tipici, rilassarsi in campagne costeggiate da antichi palazzi e castelli, e, soprattutto il segmento delle famiglie, cerca vacanze in cui riposarsi e riscoprire la cultura locale (L’Echo
Touristique, 23 ottobre 2009, contenuto in Dall’Ara e Morandi, 2010). In questo
contesto il turismo minore trova ampie possibilità di sviluppo, come dimostra la diffusione delle Gîtes Ruraux e Résidences de Tourisme, formule ricettive che integrano alloggio e partecipazione alla vita delle comunità. Il concetto è simile a quello italiano dell’Albergo diffuso: si hanno a disposizione appartamenti o case equipaggiate di tutti i servizi essenziali, con la possibilità di usufruire dei servizi alberghieri tradizionali quali accoglienza, cambio biancheria, pulizie. Le Chambres d’Hôtes, invece, si possono
descrivere come formule analoghe al bed & breakfast italiano, poiché vengono offerti soggiorni in abitazioni di privati alloggiando in camere di diverse dimensioni, con bagno privato e servizio di prima colazione incluso.
L’utilizzo di edifici storici a scopi turistici (quali casali, castelli, residenze d’epoca) ha acceso, di recente, un dibattito sui rischi legati allo sfruttamento turistico del patrimonio storico ed architettonico francese. La maggioranza dei soggetti riconosce l’importanza del recupero di tali risorse, altrimenti destinate al degrado e all’abbandono, attraverso l’attività turistica. Il turismo viene considerato, in questo caso, strumento fondamentale per la valorizzazione della destinazione ed il suo sviluppo economico, ma non mancano contrasti e dissensi da parte della popolazione, che vede in tali forme di recupero la causa del danneggiamento dell’architettura storica e delle caratteristiche peculiari delle strutture e dei monumenti (Patin, 2011).
5.2.2 Paradores de Turismo e Pueblo Hotel
I Paradores de Turismo sono strutture alberghiere realizzate ristrutturando castelli, palazzi storici, residenze di campagna o vecchi monasteri che sorgono lungo le rotte
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turistiche che collegano importanti attrazioni, come la “ruta de Don Chicotte” nella pianura de la Mancha, oppure la “ruta ciudades Patrimonio de la Humanidad”, che unisce le città riconosciute come patrimonio mondiale dall’UNESCO. Offrono non solo servizio ricettivo, ma, qualificandosi come strutture di alta qualità, garantiscono la scelta tra molteplici servizi supplementari: visite guidate culturali o naturalistiche, attività sportive, trattamenti di bellezza e spa, ecc.
Attualmente si contano 94 paradores per un totale di otre 10000 posti letto (www.spain.info, dati ottobre 2013) gestiti dalla Paradores de Turismo de España s.a., società mercantile statale. Lo scopo della società è quello di trasmettere l’immagine di un’offerta turistica di qualità all’estero, contribuendo all’integrazione territoriale, al mantenimento e alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico nazionale. Tale catena alberghiera è la prima in Spagna ad aver ottenuto il label Q di qualità nonché la certificazione UNE EN ISO 9001 2000, ed è stata anche la prima ad aver sviluppato un codice etico di applicazione sia a livello interno che esterno, rappresentando un esempio di lodevole qualità alberghiera in Europa.
Per Pueblo Hotel si intende invece la versione spagnola dell’albergo diffuso, ovvero un hotel orizzontale le cui stanze sono rappresentate da abitazioni tipiche restaurate ed adibite ad ospitalità turistica. La prima di tali strutture è sorta in provincia di Salamanca, nella zona centro-occidentale della Spagna, e permette il recupero di edifici, tradizioni, ed elementi storico-architettonici attraverso la costruzione di un’offerta turistica familiare, in grado di integrare il turista nella vita nella comunità. L’hotel di Salamanca si costituisce di diverse strutture, tra cui ville, suites, camere, enoteca, e giardini, recuperando gli spazi disabitati ed abbandonati del Borgo di Ledesma. In questo caso è stata una catena alberghiera a 5 stelle ad investire sull’iniziativa, The Haciendas, la quale ha richiesto all’Associazione Italiana Alberghi Diffusi il riconoscimento come primo albergo diffuso in Spagna (www.albergo- diffuso.blogspot.it). L’offerta ricettiva, in questo caso, è accompagnata anche da fattorie
o aziende agricole che non solo offrono le proprie produzioni tipiche, ma permettono anche al turista di conoscere in maniera più approfondita le tradizioni rurali e contadine di un tempo.
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5.2.3 Altri esempi europeiTra gli altri casi di recupero di borghi rurali in Europa si segnala l’associazione
Rural Resettlement Ireland, che si occupa di progetti di restauro, valorizzazione e
sviluppo di borghi e piccoli paesi abbandonati nella campagna irlandese. Il progetto mira a rivalutare la vita in campagna, spingendo famiglie, lavoratori, pensionati, a trasferirvisi, recuperando i vecchi ritmi e le tradizioni che hanno caratterizzato oltre 5000 anni di vita nelle campagne (www.ruralresettlement.com). L’associazione fornisce
tutte le informazioni e il supporto necessario a coloro che volessero intraprendere questo cambiamento.
Un progetto che coinvolge più paesi a livello europeo è Listen to the Voice of
Villages, un’iniziativa internazionale supportata dall’Unione Europea e dal Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale che riunisce diversi partner provenienti da sei differenti paesi dell’Europa Centrale. I soggetti coinvolti sono università, agenzie di sviluppo, ed enti locali, il cui obiettivo è quello di definire un modello di intervento sulle aree degradate o disabitate per sviluppare forme di turismo sostenibile. L’iniziativa ha individuato dei modelli idonei per il recupero di aree montane e rurali in Italia, Polonia, e Slovenia, definendo specifici modelli e meccanismi di governance a seconda delle situazioni (www.listentothevoiceofvillages.org).