Dall’affermarsi di queste nuove considerazioni che valorizzano l’ambiente in quanto risorsa ricca di valore, sono emerse nuove forme di turismo: si tratta nello
9 Nell’articolo “Il marketing per la valorizzazione del territorio: una prospettiva di analisi. Congresso Internazionale Le tendenze del marketing” di Checchinato e Gazzola (2005) si fa riferimento al parco divertimenti di Gardaland.
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specifico del turismo sostenibile, declinato anche in ecoturismo, turismo rurale, turismo verde, ovvero segmenti in cui il turista è spinto proprio dall’interesse verso il patrimonio ambientale presentato da un luogo, e dalla ricerca di un contatto più profondo ed autentico con la cultura, la storia, la natura presente in tali località.
2.2.1 Origine e significato
E’ con la Conferenza Mondiale sul turismo di Manila del 1980 che si comincia formalmente a riflettere, in ambito internazionale, sulla problematica legata all’impatto negativo del turismo, riconoscendo la necessità di avviare una gestione più responsabile dell’attività turistica, per il rispetto e la salvaguardia delle risorse e delle popolazioni. Avviata tale discussione, le tappe più importanti per la costruzione e la diffusione dei principi fondamentali sono state (Pegan e Sambri, 2007; Dini, Innocenti, Lando, Randelli, Romei, Tallone, Tinacci Mosello, Tortora, Zanini, 2008):
- Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED), Rio de Janeiro (Brasile) 1992: elaborazione dell’Agenda 21, dove si afferma che l’attività turistica ha un interesse diretto ed immediato nella protezione delle risorse naturali e culturali.
- Conferenza Mondiale sul Turismo sostenibile, Lanzarote (Canarie) 1995: creazione della Carta e del Piano d’Azione Mondiale per uno sviluppo del turismo sostenibile.
- Conferenza Internazionale dei Ministri dell’Ambiente, Berlino (Germania) 1997: emanata la Dichiarazione di Berlino, che evidenzia le responsabilità dello sviluppo durevole del sistema turistico a livello locale.
- World Tourism Organisation, 1999: promulgazione di un Codice Etico sul
Turismo, per la promozione di un turismo responsabile e sostenibile.
- Conferenza Internazionale per il Turismo Sostenibile, Rimini (Italia) 2001: promulgata la Carta di Rimini per la promozione di una gestione turistica basata sulla partecipazione e sulla pianificazione integrata ad opera dei governi locali.
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La definizione maggiormente condivisa, nonché la più datata, del concetto di sviluppo sostenibile è quella contenuta nel Rapporto Brundtland10 (1987) secondo il quale lo sviluppo può essere considerato sostenibile quando è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri. Un’ulteriore definizione utile ad identificare il concetto di turismo sostenibile lo descrive come «ogni forma di attività turistica che rispetta e
preserva a lungo termine le risorse naturali, culturali, e sociali, e che contribuisce in modo positivo ed equo allo sviluppo economico e al benessere degli individui che vivono e lavorano in questi spazi» (Nicoletti, 2004, contenuto in Nocifora, 2004, p.
150). Essendo l’industria turistica in continua evoluzione, sta avanzando anche una nuova definizione di turismo sostenibile di seconda generazione, che applica la sostenibilità non solo ai rapporti tra ospiti-turisti, comunità locali ospitanti, ed operatori del settore, ma la espande al rispetto e al mantenimento della solidarietà anche tra le diverse generazioni che si succederanno nel tempo all’interno delle comunità ospitanti (Nicoletti, 2004).
Nel 2004 la WTO afferma a livello internazionale una specificazione che permette di identificare il turismo sostenibile e i requisiti fondamentali dello sviluppo sostenibile: «Sustainable tourism development guidelines and management practices are applicable
to all forms of tourism in all types of destinations, including mass tourism and the various niche tourism segments. Sustainability principles refer to the environmental, economic and socio-cultural aspects of tourism development, and a suitable balance must be established between these three dimensions to guarantee its long-term sustainability.» (George, Mair e Reid, 2009, p. 179).
Da tali concetti si possono ricavare i principi fondamentali in base ai quali la sostenibilità attraverso delle attività turistiche può essere perseguita (Paniccia, 2012): - Efficacia economica: realizzabile nel momento in cui si è in grado di garantire uno
sviluppo economicamente efficace attraverso una gestione delle risorse che riesca ad assicurare la conservazione delle stesse per le generazioni future (Loy Puddu, 2009).
10 Brundtland fu Presidente della Commissione Mondiale Ambiente e Sviluppo (World Commission on Environment and Development, WCED) nel 1987, su incarico delle Nazioni Unite.
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- Efficacia sociale: garantisce uno sviluppo che permetta il controllo della propria
vita da parte dell’individuo e permetta il mantenimento dell’identità delle comunità. - Efficacia ambientale: garantisce uno sviluppo delle attività economiche compatibile
con il mantenimento dei processi biologici ed ecologici naturali ed essenziali (Loy Puddu, 2009).
La qualità della vita attuale e delle future generazioni dipende dalla capacità dimostrata oggi nell’individuare tutti gli elementi che compongono il patrimonio ambientale in generale, utilizzarne quanto necessario, e garantire il tempestivo reintegro di quanto utilizzato. Così le conoscenze presenti e disponibili possono alimentarne di nuove, le risorse naturali possono garantire il sostentamento alle generazioni future, e gli elementi storico-culturali possono favorire la valorizzazione dei fattori patrimoniali scarsamente conosciuti (Catturi, Di Pietra e Magliacani, 2003).
2.2.2 Sostenibilità dell’attività turistica
L’accostamento turismo-sostenibilità deriva dal fatto che si rende necessario sviluppare attività e prodotti da offrire in mercati che non costituiscano una minaccia per il territorio e per le comunità che vi risiedono, ma che presentino politiche e strategie di sviluppo armonico e in grado di diffondersi equamente sul territorio (Nocifora, 2004). L’attività turistica e i soggetti in essa coinvolta devono operare sulla base della consapevolezza che tutti i fattori dell’ambiente naturale, umano, culturale, che caratterizzano un determinato luogo, contribuiscono a creare un equilibrio che non deve essere danneggiato, pena la perdita delle sue peculiarità. Ogni intervento legato allo sviluppo e allo svolgimento di attività turistiche deve essere governato in modo da rispettare tutte quelle relazioni che intercorrono tra i vari fattori presenti su un territorio, in modo tale da preservarne l’equilibrio il più a lungo possibile (Di Meo, 2002). Riconosciuta tale necessità fondamentale, non si può pensare allo sviluppo di un turismo che possa presentare dei rischi in questo senso.
Un qualsiasi intervento può essere considerato sostenibile se non determina delle modifiche né sul territorio (o comunque non comporta modifiche sostanziali) né sulla realtà sociale del luogo; ciò significa che non deve introdurre elementi nuovi che le
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comunità locali non riescano a fare proprie senza cambiare l’identità di fondo che le contraddistingue (Nocifora, 2004). Il turismo sostenibile, nello specifico, non si preoccupa solo di mantenere l’integrità delle risorse presenti nei luoghi in cui si sviluppa, ma si fa anche carico di apportare un contributo attivo alla loro salvaguardia (Nicoletti, 2004); deve essere in grado di avviare attività che durino nel tempo, mantenendo i valori quali-quantitativi che lo caratterizzano, ovvero deve far coincidere le aspettative dei residente con i bisogni dei turisti, sia nel breve che nel lungo periodo, evitando il danneggiamento dei valori ambientali del territorio, ma allo stesso tempo garantendo esperienze ricche e qualitative al turista visitatore (Berardi, 2007).
La World Tourism Organization (WTO) sottolinea come il turismo sostenibile possa essere un’importante fonte di soddisfazione tanto per i visitatori, quanto per le comunità stesse delle aree ospitanti, poiché il suo obiettivo è quello di contribuire alla protezione e al miglioramento delle opportunità economiche per il futuro di tali località. Sviluppo turistico e protezione dell’ambiente e delle comunità locali devono dunque essere in grado di procedere insieme, come sottolineato dalle tre caratteristiche fondamentali che la WTO individua per descrivere il turismo sostenibile:
- protezione delle risorse ambientali;
- creazione di benefici per le comunità locali, sia in termini economici e di reddito che di miglioramento della qualità della vita;
- costruzione di un’esperienza turistica di qualità per i visitatori.
L’autore Nijkamp (2000) indica 8 diverse possibilità attraverso le quali i Governi possono sostenere l’avvio di uno sviluppo sostenibile dell’attività turistica, riducendo gli impatti negativi, indicati in precedenza, che tale settore spesso comporta. Tali possibilità si riscontrano in:
1- incremento dell’informazione e dell’educazione rivolta ai cittadini, ai turisti, e alle compagnie turistiche per diffondere maggior consapevolezza sul ruolo che il turismo ha nel generare problemi di tipo ambientale;
2- introduzione di tassazioni o sanzioni contro attività turistiche che provocano un aumento dell’inquinamento, o un danneggiamento del patrimonio naturale;
3- attribuzione, attraverso idonei strumenti, della responsabilità di eventuali danni sull’ambiente agli operatori economici, e ai turisti stessi;
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4- predisposizione delle infrastrutture necessarie per facilitare l’adozione di un comportamento responsabile da parte dei cittadini e delle imprese (ad esempio un efficiente sistema di smaltimento rifiuti);
5- limitazione del flusso di visitatori in zone a rischio inquinamento;
6- fissazione di quote limite di inquinamento prodotto dalle imprese e dalle industrie, in modo da poter anche prevedere il livello di inquinamento futuro;
7- attribuzione di libera autonomia al mercato (ovvero non prevedere forme intervento da parte delle istituzioni pubbliche);
8- sviluppo di strategie di nicchia, ovvero suddivisone del mercato turistico in tanti piccoli segmenti, ai quali far corrispondere specifici operatori.
Nel nostro Paese, il principale riferimento legislativo relativo alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico in chiave sostenibile è il Codice dei beni
culturali e del paesaggio, istituito con il decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004,
con il compito di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale italiano, in cui si attribuisce notevole rilievo a tali attività, conseguibili mediante la «costituzione ed
organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni e al perseguimento delle finalità»11. In tale ottica le amministrazioni locali devono cercare di de-localizzare e distribuire i flussi di visitatori su un raggio territoriale più ampio, riducendo la pressione sui luoghi e sulle aree più intensamente visitate, valorizzando così le realtà minori che rimangono nascoste dagli itinerari classici, offrendogli opportunità di sviluppo sostenibile economico.