2.3 Altre forme di attività turistica rispettosa del contesto circostante
2.3.3 Heritage tourism
Si tratta di una forma di turismo legata al patrimonio storico e culturale di una determinata località, ma diversa rispetto alla concezione attribuita tradizionalmente al turismo culturale precedentemente descritto. Per heritage, infatti, si intende l’insieme delle risorse tangibili ed immobili quali costruzioni, palazzi, edifici, aree naturali, fiumi, laghi, ecc., e risorse tangibili ma mobili come gli oggetti esposti nei musei o i documenti presenti in archivi e biblioteche. Comprende anche le risorse intangibili ed immateriali come gli stili di vita, i costumi, le tradizioni, le cerimonie, le feste, gli eventi, ecc. (Dallen e Boyd, 2003). Dall’idea di heritage come prodotto da consumare derivano studi che riconoscono nella storia e nella cultura di una località la risorsa da offrire al turista interessato ai luoghi estranei al turismo di massa (poiché qui si parla di un turismo rivolto non alle località sviluppate in cui si concentra il turismo classico e tradizionale, come le grandi città d’arte). In questo senso si può parlare di turismo del
passato, fenomeno in crescita a partire dagli anni ’80 in concomitanza con l’attribuzione
di importanza alle tradizioni e agli aspetti culturali di un tempo, visti come prodotti attrattivi per il mercato soprattutto turistico (Bartoletti, 2010). Il passato è infatti un’importante risorsa per il turismo, poiché consente di offrire quel genere di esperienza arricchente che il turista post-moderno ricerca, senza però danneggiare l’ambiente e lo stile di vita delle comunità. E’ anche su questa nuova consapevolezza di passato come risorsa ricca di valore sulla quale ci si baserà per analizzare e delineare un piano di sviluppo territoriale del Borgo di Poffabro.
~
38~
Esempi dell’applicazione di tali principi ai borghi e alle cittadine si ritrovano sia in territorio nazionale, che europeo: in Francia, Germania, Inghilterra e Olanda si sono diffuse delle iniziative che cercano di ridare vita ad antichi quartieri grazie al recupero dell’habitat storico; inoltre si incontrano diverse associazioni impegnate nella salvaguardia e nel recupero di costruzioni agricole e fabbriche come testimonianze della vita passata. Di tali esempi, e di altri esempi simili, verrà discusso più avanti nel dettaglio.
Naturalmente non mancano critiche a tale nuovo modo di considerare il passato, la storia e la cultura di un luogo, poiché vengono sì considerate come risorse utili allo sviluppo sostenibile di un territorio, ma in questo modo sono trasformati in prodotti di consumo, danneggiandone la loro autenticità. L’autore che ha espresso maggiormente il suo dissenso nei confronti di tale “industria dell’heritage” è Hewison (1987), che critica la mercificazione degli aspetti storici di una località, con il timore che tali aspetti diventino una mera costruzione artificiale finalizzata al divertimento del turista, perdendo del tutto il loro valore intrinseco. Questo è un rischio che si corre nel trasformare gli aspetti peculiari di un luogo in prodotto turistico, ma la capacità di farlo in ottica sostenibile e responsabile, senza dunque nuocere o sminuire il patrimonio storico e culturale del Paese, dipende dalle organizzazioni locali e dagli operatori turistici di gestire il fenomeno nella maniera corretta, in modo tale da soddisfare le esigenze e i bisogni non solo del turista, ma anche delle comunità. Il segmento turistico
cultural heritage è, secondo l’UNESCO, quel settore dell’industria turistica che sta
crescendo più rapidamente (Mintel, 2010).
Sottosegmento del turismo del patrimonio può essere considerato il turismo della
memoria, in cui si ricavano dalla memoria del passato (recente o più remoto) elementi
in grado di offrire esperienze ai turisti contemporanei, che si basino sulla ricerca degli antenati, delle radici, delle origini di un luogo, di una famiglia, di una tradizione (Bartoletti, 2010). Ne sono espressione le rievocazioni storiche, i rituali religiosi, feste ed eventi che richiamano e recuperano attività o tradizioni del passato. Le feste paesane, in particolare, stanno riacquistando l’importanza di un tempo, attirando visitatori anche dalle regioni limitrofe. Oggigiorno vengono considerate come attrattive turistiche di non
~
39~
poca rilevanza, che vengono presentate come espressione delle tradizioni popolari e caratteristiche di uno specifico ambiente culturale.
2.3.4 Ecoturismo
Identificato anche come turismo naturalistico, dagli anni ‘80 ha trovato una notevole espansione a fronte della maggior attenzione dimostrata da parte della società nel suo complesso verso le tematiche ambientali, in particolare l’impatto che l’attività turistica potrebbe apportare sull’ambiente e sul benessere delle popolazioni locali. Si tratta di un turismo basato sulla natura, in cui la principale motivazione che spinge i turisti ad effettuare il viaggio è il contatto con la natura e l’osservazione della stessa, oltre che delle tradizioni e delle tipicità presenti in determinate aree (Regoliosi, 2008).
Esistono diverse definizioni di ecoturismo, che dimostrano però concordanza su quelli che sono i principi fondamentali di sostenibilità e rispetto ambientale, ad esempio Goodwin (1996) lo descrive come «low impact nature tourism which contributes to the
maintenance of species and habitats either directly through a contribution to conservation and/or indirectly by providing revenue to the local community sufficient for local people to value, and therefore protect, their wildlife heritage area as a source of income» ( Fennel, 2008, p. 20). Tale autore specifica anche le differenze tra
ecoturismo e turismo naturale più in generale, sottolineando proprio la mancanza di principi di sostenibilità di quest’ultimo: il turismo naturale, infatti, comprende tutte le forme di turismo che utilizzano delle risorse naturali (dunque anche turismo di massa, d’avventura, e low-impact) con il semplice scopo di godere di paesaggi e di ambienti selvaggi o non sviluppati, senza però fini di sostenibilità o di salvaguardia degli stessi (Goodwin, 1996).
Genericamente si possono individuare tre tipologie di turismo ambientale (Di Meo, 2002): hard, di rapido sviluppo e finalizzato all’ottenimento di profitti immediati; soft, dalla crescita più lenta ed ordinata; ed un turismo ambientale che segue la logica del
parco, in cui si utilizzano i flussi turistici come strumento per salvaguardare l’ambiente,
non rivolto all’ottenimento dei profitti ma all’individuazione di una modalità di fruizione dello spazio naturale che ne rispetti le peculiarità. Esempi di tale forma turistica sono i numerosi parchi naturali sorti e riconosciuti sul territorio nazionale, a
~
40~
livello regionale ed interregionale, in cui il visitatore vi si reca per godere dell’ambiente incontaminato, e per conoscere particolarità della flora e della fauna locali. Un altro esempio di turismo basato sulla logica del parco è l’agriturismo, in cui degli imprenditori agricoli locali offrono servizio di alloggio e ristorazione, valorizzando l’enogastronomia del luogo e sviluppando una fonte di reddito che si basa sulla riscoperta di produzioni tipiche, tradizioni, e stili di vita locali. Disciplinato dalla L. 5 dicembre 1985, l’agriturismo è definito come insieme di attività di «ricezione ed
ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli attraverso l’utilizzazione della propria azienda, in rapporto di connessione e di complementarità, rispetto alle attività di coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento del bestiame, che devono comunque rimanere principali» (Colantoni, 2003, p. 35). La complementarità impone un esercizio
dell’attività turistica legato alla gestione dell’azienda agricola, senza la quale non si può avere agriturismo. Secondo dati Agriturist 2011, le aziende agrituristiche italiane ammontavano a 20.700, con previsioni di crescita del 3,4%12. Si dimostra pertanto una formula turistica ben apprezzata tanto dal pubblico interno, quanto esterno.
All’interno dell’ecoturismo la creazione dell’offerta turistica è incentrata sulla compatibilità ambientale: dalla localizzazione delle strutture alla loro conformazione e composizione, il tipo di attività svolte e la capienza di visitatori accettata, ecc., tutto viene organizzato e deciso sulla base dell’ambiente naturale circostante, in modo tale da rispettarne l’ecosistema e la conformazione. Ciò vuol dire, ad esempio, che una determinata struttura deve essere ubicata in un terreno adatto all’insediamento; le fonti di energia utilizzate devono risultare eco-compatibili ed alternative; non devono essere sprecate energie o materiali; l’inquinamento deve essere ridotto e controllato; ecc. Ciò che contraddistingue l’ecoturismo rispetto agli altri segmenti è proprio la preservazione dell’ambiente come obiettivo fondamentale, che rimane sempre lo scopo principale dell’attività, anche se affiancato da varie attività con finalità specifiche diverse.