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Esempi pratico-operativi

Nel documento L'informativa ambientale esterna d'azienda (pagine 168-178)

3. Profili di bilancio

4.2. Profili di analisi

4.2.3. Esempi pratico-operativi

Scopo del presente paragrafo è quello, come già anticipato, di fornire esempi pratici attraverso citazioni, immagini e grafici di come le imprese analizzate hanno comunicato una data informazione all’interno della propria disclosure di impresa nell’intento di individuare quelle che sono le cosiddette best practices nell’esposizione di un dato profilo.

Profilo di analisi n. 1: estensione della DNF

Il termine estensione, in questo caso, è da intendersi come sinonimo di lunghezza in termini di numero di pagine. Nel campione analizzato questo profilo di analisi risulta variare molto da azienda ad azienda. La DNF più breve è, infatti, composta da sole 17

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pagine, mentre quella più lunga, risulta composta da 291 pagine, con una media di circa 96 pagine ad azienda (figura 16).

Figura 16. Estensione della Dichiarazione non finanziaria e numero medio di pagine. Fonte: Elaborazione propria

I motivi che spingono le aziende a redigere un documento informativo come la Dichiarazione non finanziaria più o meno lungo possono essere diversi: se, infatti, da un lato è l’attività svolta dall’azienda a determinare il maggiore impatto sull’ambiente e, dunque, la maggiore necessità di fornire più informazioni all’esterno, dall’altro lato intervengono numerose variabili quali le informazioni ritenute rilevanti dagli amministratori e la volontà dell’impresa di fornire un documento il più sintetico ed intuitivo possibile. Il termine lunghezza, infatti, non è da intendersi come sinonimo di buona comunicazione: a conferma di ciò è, senza ombra di dubbio, il caso Eni Spa che, oltre a redigere il cosiddetto One Report, include, come già anticipato, il maggior numero di informazioni all’interno della propria disclosure, in sole 30 pagine di DNF, ampiamente sotto la media del campione analizzato.

La lunghezza media emersa dall’analisi del secondo anno di applicazione del D. Lgs. n. 254/2016 risulta confermare il trend emerso dall’analisi del primo anno di applicazione, dalla quale è emersa una lunghezza media pari a 87 pagine326.

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Profilo di analisi n. 2: pubblicazione della DNF

Come già approfondito nel capitolo 2, il decreto che ha introdotto l’obbligo di una rendicontazione non finanziaria ha previsto due possibilità relativamente alla pubblicazione della DNF che può, dunque, essere inserita, all’interno della Relazione sulla gestione oppure pubblicata separatamente dalla stessa. Relativamente alla pubblicazione separata, opzione che risulta essere preferita dalla maggior parte delle aziende (25) sono stati riscontrate due diverse casistiche: la maggior parte delle aziende, infatti, pubblica la DNF separatamente, come documento stand alone, sul proprio sito internet, talvolta anche in un’apposita sezione dedicata alla sostenibilità; mentre altre la pubblicano separatamente rispetto alla relazione degli amministratori, ma sempre all’interno dell’Annual Report al fine, implicitamente dichiarato, di attuare un sistema di

reporting integrato.

In figura 17 è rappresentata una sintesi dei metodi di pubblicazione della DNF risultante dall’analisi effettuata.

Figura 17. Grafico rappresentante le modalità di pubblicazione della DNF. Fonte: Elaborazione propria

sito della società

68% annual report

13%

relazione sulla gestione 19%

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Tale profilo non rispecchia quanto emerso dall’analisi del primo anno di applicazione, presentata al paragrafo 2.1.3., in base alla quale il 72% pubblicava la Dichiarazione non finanziaria separatamente rispetto alla Relazione sulla gestione, di cui la maggior parte, però, all’interno del proprio fascicolo di bilancio. Ciò non significa, tuttavia, che tale differenza costituisca un drastico cambio di rotta. Infatti, il campione oggetto della presente analisi risulta essere troppo piccolo rispetto allo studio condotto da Deloitte e da SDA Bocconi School of Management.

Profilo di analisi n. 3: standard utilizzato per la rendicontazione della DNF

Gli standards utilizzati da tutte le imprese incluse nel campione, come per il primo anno di applicazione327, sono quelli emanati dal GRI (Global Reporting Initiative), il quale, basandosi su un approccio multi-stakeholder, ha come scopo quello di fornire ausilio a tutte le imprese relativamente alla comunicazione del loro impatto sulle questioni critiche di sostenibilità e, dunque, anche ambientali.

Questa uniformità dello standard adottato potrebbe essere il sinonimo di un primo passo, mosso autonomamente dalle imprese, verso la comparabilità tra le Dichiarazioni non finanziarie, aspetto che costituiva un profilo di criticità della normativa.

Qualora l’azienda adotti una metodologia mista di rendicontazione, come nel caso di Luxottica Spa, A2a Spa (figura 19) e Pirelli Spa, adotta comunque lo standard GRI accompagnato da altri standard di rendicontazione.

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Figura 18. Estratto della Nota metodologica della DNF di A2a Spa da cui si evince l'utilizzo di una metodologia

mista. Fonte: Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario ai sensi del D. Lgs. n. 254/2016 relativa all’esercizio chiuso il 31 dicembre 2018, A2a Spa, pag. 4

Le aziende analizzate, in particolare, redigono la Dichiarazione non finanziaria in

accordance allo standard GRI secondo differenti modalità (figura 19): infatti, ben 20

aziende aderiscono secondo l’opzione core, che prevede l’inserimento di un indicatore per ciascun aspetto materiale individuato; solo, invece, 2 aziende risultano essere in

accordance comprehensive, il cui riconoscimento prevede, invece, il calcolo e

l’inserimento di più indicatori; 6 imprese, infine, adottano l’opzione referenced, indicata per le aziende che vogliono comunicare questioni economiche, ambientali e/o sociali, ma che non utilizzano gli standard GRI al fine di fornire un quadro completo degli argomenti materiali e degli impatti che provocano.

Figura 19. Modalità di adozione dello standard GRI per la rendicontazione della dichiarazione non finanziaria.

Fonte: Elaborazione propria

20 2 6 3 0 5 10 15 20 25 non specificato referenced comprehensive core option

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Profilo di analisi n. 4: utilizzo della matrice di materialità ed individuazione dei temi materiali

La matrice di materialità, solitamente, rappresenta il risultato che scaturisce dal processo di analisi delle questioni rilevanti e consiste in un elemento grafico intuitivo dal momento che consente un’immediata comprensione. Sintetizza graficamente il rapporto di interrelazione che esiste tra i valori in termini di importanza attribuiti alle varie issues ambientali (e non solo) attribuiti dall’azienda rispetto agli stakeholders primari. Spesso è accompagnata da una tabella di correlazione che, oltre ad elencare i temi rilevanti contenuti nella matrice stessa, definisce anche un piano di azione al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati e/o, comunque, di dimostrare l’impegno dell’azienda nei confronti di quella particolare tematica.

Fortemente consigliata dal GRI, per una più chiara rappresentazione delle questioni ambientali materiali, è stata inserita da 19 aziende, corrispondente ad una percentuale del 61%. Le aziende che, al contrario, hanno deciso di non inserire tale elemento, utilizzano una semplice tabella o, in alternativa, un metodo discorsivo al fine di esporre i temi ambientali ritenuti rilevanti. Tra questi i più diffusi riguardano la riduzione delle emissioni di CO2, il raggiungimento di un’efficienza energetica (entrambi previsti dal

74% delle aziende) e la riduzione dei rifiuti prodotti o, comunque, la ricerca di un’economia circolare (previsto dal 61% delle aziende). Casi particolari sono rappresentati da Technogym Spa che, oltre a non inserire la matrice di materialità, non individua alcuna questione ambientale rilevante, e Sabaf Spa che, invece, include tra i temi ambientali materiali soltanto la ricerca di una progettazione eco-efficiente.

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Dall’analisi effettuata da Deloitte e da SDA Bocconi School of Management il 77% delle aziende analizzate ha comunicato le proprie tematiche rilevanti attraverso una matrice di materialità, mentre il restante ha rappresentato tali informazioni mediante un semplice elenco talvolta anche in forma tabellare328. Viene, dunque, confermato il trend del primo anno di redazione della DNF per cui la maggior parte delle imprese si avvalgono della matrice, strumento grafico intuitivo e di facile lettura per i soggetti esterni.

Nelle figure 20 e 21 seguenti sono forniti due esempi di matrice di materialità, rispettivamente estratte dalla disclosure di Panaria Group Spa e Tod’s Spa.

Figura 20. Matrice di materialità inclusa nella disclosure di Prysmian Spa. Fonte: Dichiarazione non finanziaria

relativa all'esercizio chiuso il 31 dicembre 2018, Prysmian Spa, pag. 35

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Figura 21. Matrice di materialità inclusa nella disclosure di Tod's Spa. Fonte: Dichiarazione non finanziaria

relativa all'esercizio chiuso il 31 dicembre 2018, Tod's Spa, pag. 49

Profilo di analisi n. 5: gli SDGs

I Sustainable Development Goals costituiscono i cosiddetti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e consistono in 17 obiettivi concordati dall’ONU che mirano a raggiungere target specifici volti alla risoluzione di problematiche di sviluppo sostenibile riconosciute a livello globale quali il cambiamento climatico, la tutela della biodiversità, l’efficienza energetica, ecc... . Sebbene solo 13 aziende, ovvero meno della metà, citi esplicitamente gli obiettivi all’interno del proprio programma di sostenibilità è, comunque, opportuno ritenere che la maggior parte delle aziende, nella definizione dei propri obiettivi e delle tematiche rilevanti, tenga di conto di quanto emanato dall’ONU. Tale informazione, fatta eccezione per casi particolari come Enel Spa e Saipem Spa che la includono anche nella

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Relazione sulla gestione, è solitamente inserita all’interno della DNF. Di seguito, nella

figura 22, è rappresentato, pertanto, un estratto della DNF di Luxottica Spa contenente

gli SDGs ambientali previsti all’interno della propria strategia di sostenibilità.

Figura 22. Esempio di riferimento agli SDGs in ambito ambientale. Fonte: Dichiarazione non finanziaria relativa

all'esercizio chiuso il 31 dicembre 2018, Luxottica Spa, pag. 61

Profilo di analisi n. 6: quote di emissione CO2 e certificati bianchi (TEE)

Il presente profilo di analisi riguarda i titoli ambientali che possono essere rappresentati principalmente da quote di emissione oppure da Titoli di Efficienza Energetica e sono il risultato dell’applicazione della normativa Emission Trading Scheme, come già anticipato nel capitolo precedente329.

Le informazioni relativamente ai titoli ambientali posseduti, inserite principalmente in Nota integrativa o nelle Note esplicative del Bilancio consolidato sono rappresentate, nei migliori dei casi da tabelle (esempio in figura 23, riferito ad Erg Spa) oppure, in altre ipotesi, vengono fornite in modo meramente discorsivo (esempio in figura 24, riferito a RDM Spa).

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Figura 23. Prospetto rappresentante i certificati bianchi posseduti da Erg Spa. Fonte: Bilancio consolidato relativo

all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2018, Erg Spa, pag. 121

Figura 24. Estratto del Bilancio di RDM Spa da cui emerge l’acquisto di quote di emissione. Fonte: Bilancio consolidato relativo all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2018, RDM Spa, pag. 149

Profilo di analisi n. 7: fondo smantellamento

Il profilo di analisi relativo al fondo smantellamento immobilizzazioni riguarda gli accantonamenti effettuati a tale fondo ai fini della futura dismissione di un’immobilizzazione materiale. Sebbene, tutte le aziende, nella valutazione di un’immobilizzazione, tengano conto anche dei futuri costi di decommissioning, una rappresentazione chiara delle movimentazioni di tale fondo, attraverso tabelle dalle quali si evince l’importo accantonato nell’esercizio, viene fornita da solo 8 aziende, pari al 26% del campione analizzato. Tale informazione, di cui un esempio è rappresentato in figura

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Figura 25. Rappresentazione del Fondo rischi e oneri diversi di Enel Spa dalla quale si evince l'accantonamento al

fondo smantellamento e per decommissiong futura. Fonte: Bilancio consolidato relativo all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2018, Enel Spa, pag. 303

Nel documento L'informativa ambientale esterna d'azienda (pagine 168-178)