3. Profili di bilancio
4.2. Profili di analisi
4.2.1. Risultati dell’analisi empirica
Dopo aver esposto nei capitoli precedenti le principali informazioni ambientali che è possibile ricavare dalla disclosure di impresa, è necessario procedere ad analizzare quali sono, nella pratica, le principali modalità di comunicazione. Sebbene, infatti, nel passato, veniva dato maggior valore all’adozione di strumenti di tipo volontario322, il legislatore
ha riconosciuto nel corso degli ultimi anni l’importanza dell’informazione ambientale come strumento di politica aziendale e come strumento “risolutivo” delle problematiche attuali. Scopo del presente capitolo, pertanto, non è quello di analizzare la diffusione della comunicazione volontaria tra un campione selezionato di aziende, ma quello di individuare le best practices tra le grandi imprese, per le quali l’informativa ambientale è obbligatoria, alla luce anche delle recenti novità normative.
4.1. Definizione del campione
L’analisi ha avuto ad oggetto un campione di 31 società italiane quotate appartenenti al settore dell’energia e manifatturiero. Al fine di individuare le imprese oggetto di analisi è stato utilizzato il portale dell’Osservatorio DNF,il quale, oltre a consentire l’accesso diretto alle Dichiarazioni non finanziarie prodotte dalle imprese italiane, presenta una
322 Domenico Siniscalco, Federica Ranghieri, La natura nel conto: contabilità ambientale, uno strumento per lo
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dashboard e fornisce varie informazioni grafiche di sintesi. L’Osservatorio, basato su un
approccio multi-stakeholder, nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell’Università di Siena ed il CSR Manager Network323.
Relativamente al campione analizzato sono state, dunque, prese in esame, nello specifico: • N. 11 aziende italiane quotate appartenenti all’industria dell’energia, settore che
comprende le aziende dell’energia elettrica, dell’energia rinnovabile, di distribuzione del gas e petrolifere
• N. 20 aziende italiane quotate appartenenti all’industria manifatturiera, ovvero aziende che, ai fini della produzione e della distribuzione del prodotto, devono prevedere l’approvvigionamento delle risorse e la loro trasformazione.
È, inoltre, opportuno sottolineare che, trattandosi di società quotate, queste pubblicano tutte regolarmente il Bilancio di esercizio, redatto in base ai principi internazionali, e risultano, inoltre, obbligate a redigere e pubblicare la Dichiarazione non finanziaria ai sensi del D. Lgs. 254/2016 dal momento che rientrano nell’ambito di applicazione previsto dall’art. 2324325.
L’analisi empirica si è, pertanto, svolta in tre fasi:
1. individuazione del campione oggetto di analisi ed individuazione delle principali categorie di informazioni inserite nei documenti obbligatori;
323 Il CSR Manager Network è un’associazione nazionale che raduna i professionisti che presso ogni tipo di
organizzazione si dedicano alla gestione delle problematiche socio-ambientali e di sostenibilità connesse alle attività aziendali
324 L’art. 2 – Ambito di applicazione del D. Lgs. 254/2016 prevede che: “Gli enti di interesse pubblico redigono per
ogni esercizio finanziario una dichiarazione conforme a quanto previsto dall'articolo 3, qualora abbiano avuto, in media, durante l'esercizio finanziario un numero di dipendenti superiore a cinquecento e, alla data di chiusura del bilancio, abbiano superato almeno uno dei due seguenti limiti dimensionali: a) totale dello stato patrimoniale: 20.000.000 di euro; b) totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40.000.000 di euro;
Gli enti di interesse pubblico che siano societa' madri di un gruppo di grandi dimensioni redigono per ogni esercizio finanziario una dichiarazione conforme a quanto previsto dall'articolo 4.”
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2. compilazione di una griglia contenente le aziende, i prospetti obbligatori e le informazioni oggetto di studio in modo da identificare, le aziende che hanno inserito il maggior quantitativo di informazioni (cosiddette best practices); 3. esemplificazione delle modalità di comunicazione delle best practices ed
individuazione dei principali profili di criticità.
Dato che l’analisi empirica ha preso in considerazione sia aziende appartenenti al settore dell’energia sia aziende manifatturiere è possibile prevedere che l’analisi dia come risultato una percentuale di inserimento delle informazioni ambientali all’interno del Bilancio di esercizio, della Relazione sulla gestione e della disclosure non finanziaria maggiore per le prime rispetto alle seconde dato l’elevato impatto ambientale che la loro attività provoca. Tuttavia, è necessario sottolineare che lo scopo principale dell’analisi, è quello di individuare le modalità di rendicontazione ritenute migliori, per cui le aziende che forniscono in modo chiaro, trasparente, affidabile e completo le principali informazioni di carattere ambientale potranno essere qualificate come best practices nella rendicontazione non finanziaria. Questo significa, pertanto, che il criterio discriminante per l’individuazione delle best practices non sarà solo quello quantitativo: determinante sarà, infatti, anche il profilo della qualità dell’informazione che si ha qualora l’informazione sia ritenuta pertinente e rilevante, accurata e precisa, tempestiva, di facile comprensione, coerente e credibile ovvero qualora consenta il soddisfacimento delle attese dei soggetti esterni.
Nella tabella seguente sono, dunque, elencate le aziende costituenti il campione (tabella
10), di cui quelle evidenziate in giallo sono appartenenti al settore dell’energia, mentre
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Azienda Regione Attività prevalente
A2a Spa Lombardia Produzione e distribuzione energia elettrica e gas
Acea Spa Lazio Produzione e distribuzione di energia, acqua, depurazione, illuminazione (servizi)
Ascopiave Spa Veneto Distribuzione di gas naturale e di vendita di gas ed energia elettrica
Basic Net Spa Piemonte Produzione abbigliamento, calzature ed accessori per lo sport
Bialetti Group Spa Lombardia Produzione di prodotti houseware
Edison Spa Lombardia Distribuzione di energia sostenibile
Enel Spa Lazio Produzione e distribuzione di energia elettrica e gas
Eni Spa Lazio Produzione e distribuzione di energia elettrica e gas
Erg Spa Liguria Produzione di energia da fonte eolica, solare, idroelettrica e termoelettrica
Estra Spa Toscana Produzione e distribuzione di energia elettrica e gas
F.I.L.A. Group Spa Lombardia Produzione lapis ed affini
Interpump Spa Lombardia Produzione di pompe a pistoni ad alta pressione
Irce Spa Emilia-Romagna Produzione di conduttori per avvolgimento e cavi elettrici
Luxottica Spa Lombardia Design, produzione e distribuzione occhiali
Panaria Group Spa Emilia-Romagna Produzione di gres porcellanato e laminato
Piquadro Spa Emilia-Romagna Produzione pelletteria
Pirelli Spa Lombardia Produzione pneumatici
Prysmian Spa Lombardia Produzione sistemi in cavo per energia e telecomunicazioni
Reno De Medici – RDM Spa Lombardia Produzione cartoncini riciclati
Ricchetti Gruppo Ceramiche
Spa Emilia-Romagna
Produzione e commercializzazione di superfici ceramiche
Sabaf Spa Lombardia Produzione di componenti per apparecchi domestici per la cottura a gas
Saes Group Spa Lombardia Produzione di composti di materiali innovativi
Safilo Group Spa Veneto Produzione e distribuzione di occhiali
Saipem Spa Lombardia
Realizzazione di infrastrutture riguardanti la ricerca di giacimenti di idrocarburi,
costruzione di oleodotti e gasdotti
Sogefi Spa Lombardia Produzione componenti per auto
Technogym Spa Emilia-Romagna Produzione e distribuzione di attrezzature per la palestra
Tenaris Spa Lombardia Produzione e distribuzione tubi, petrolio e gas
Terna Spa Lazio Trasmissione dell’energia elettrica
Tesmec Spa Lombardia
Produzione di tecnologie e soluzioni integrate nella costruzione di infrastrutture legate al
trasporto
Tod’s Spa Marche Produzione di calzature, abbigliamento ed accessori
Zignago Vetro Spa Veneto Produzione di contenitori in vetro cavo Tabella 10. Aziende incluse nel campione oggetto di analisi. Fonte: Elaborazione propria
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Il campione analizzato risulta, come si evince dalla tabella esposta alla pagina precedente, composto da aziende la cui sede è situata nel centro-nord Italia (figura 14). Infatti, delle 31 società analizzate:
• N. 15 aziende hanno sede nella regione Lombardia • N. 5 aziende sono situate in Emilia-Romagna • N. 4. aziende hanno sede in Lazio
• N. 3 aziende hanno sede in Veneto
• N. 1 azienda è situata in Piemonte, Liguria, Toscana e Marche
Figura 14. Regione geografica di appartenenza del campione analizzato. Fonte: Elaborazione propria
4.2. Profili di analisi
Una volta definita la composizione del campione, è necessario definire i principali profili di analisi (tabella 11). Lo studio ha avuto ad oggetto la disclosure obbligatoria delle imprese, vale a dire il Bilancio consolidato, la Relazione sulla gestione e la Dichiarazione non finanziaria all’interno della quale sono state ricercate informazioni a carattere
49%
16% 13%
10%
3% 3% 3% 3%
Regione geografica di appartenenza
Lombardia Emilia-Romagna Lazio Veneto Toscana Piemonte Liguria Marche
158
ambientale. All’esito dell’analisi è stata predisposta una griglia (appendice A) contenente i risultati dello studio dalla quale emerge la diffusione dell’informazione all’interno del campione preso in esame, la percentuale di informazioni inserite per ciascuna azienda e il documento all’interno del quale è stata inserito ciascun aspetto ambientale.
Profilo di analisi Documento da cui emerge l’informativa
Numero pagine DNF DNF
1. Pubblica la DNF nella Relazione sulla gestione? a) viene inserita nell’Annual Report
b) viene pubblicata separatamente (es. sito internet)
Relazione sulla gestione DNF
2. Utilizza il GRI come standard di rendicontazione per la DNF?
a) Metodologia mista
b) Metodologia di rendicontazione autonoma
Relazione sulla gestione DNF
Fornisce informazioni sui consumi? 3. di energia
4. di acqua e scarichi 5. informazioni sui rifiuti 6. utilizzo sostanze pericolose 7. di emissioni CO2
8. di materiali 9. altro
Relazione sulla gestione DNF
Fornisce indicatori ambientali? 10. propri
11. riferimento indici GRI
Relazione sulla gestione DNF
12. Utilizza la matrice di materialità per esporre i temi rilevanti
Relazione sulla gestione DNF
Tra i temi rilevanti vi sono questioni ambientali? 13. biodiversità 14. emissioni CO2 15. gestione rifiuti 16. gestione scarichi 17. materiali 18. acqua 19. cambiamento climatico 20. efficienza energetica 21. altri DNF
22. Tra le principali strategie di sostenibilità vi sono gli
SDGs? DNF
23. Ha un comitato specifico per la questione ambientale
Relazione sulla gestione DNF
24. Detiene quote CO2 in portafoglio?
25. emergono surplus/deficit di quote? 26. effettua accantonamenti per le quote?
Nota Integrativa Relazione sulla gestione 27. Emergono certificati bianchi (TEE)? Nota Integrativa
Relazione sulla gestione 28. Ha effettuato accantonamenti ad un fondo
smantellamento nel corso dell’esercizio? Nota Integrativa
Totale informazioni analizzate 28
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Leggendo la tabella è evidente quanto siano fondamentali i documenti di natura descrittiva al fine di comprendere le azioni di Corporate Social Responsibility promosse dall’azienda. Infatti, sebbene dai prospetti contabili del Bilancio di esercizio emerga la situazione patrimoniale, contabile e finanziaria della società, al fine di comprendere l’andamento della gestione e le principali politiche e strategie intraprese dalla società durante lo svolgimento della propria attività risultano essenziali documenti di natura più descrittiva quali la Nota integrativa, la Relazione sulla gestione e la Dichiarazione non finanziaria. Al contrario di quest’ultimi due, i quali contengono informazioni specifiche attinenti all’ambiente perché previsto dalla normativa di riferimento, il legislatore non ha previsto la necessità di descrivere, all’interno della Nota integrativa, particolari aspetti ambientali che verranno inseriti, dunque, solo laddove tali informazioni siano richieste nel rispetto dei principi contabili, da altre disposizioni ed al fine di garantire una rappresentazione veritiera e corretta della società. Come risulta evidente dalla figura 15 il documento descrittivo contenente il maggior numero di informazioni ambientali, oggetto di analisi, risulta essere, ovviamente data la sua funzione, la Dichiarazione non finanziaria. 5 16 22 0 0
CE SP DNF Relazione sulla gestione Nota Integrativa
Figura 15. Grafico
rappresentante il numero di informazioni ambientali contenute nei singoli documenti oggetto di analisi. Fonte: Elaborazione propria
160 4.2.1. Risultati dell’analisi empirica
Dall’analisi empirica è scaturita, come già anticipato nei paragrafi precedenti una griglia riepilogativa avente la funzione di evidenziare le informazioni ambientali inserite dalle aziende all’interno della disclosure obbligatoria di impresa, la diffusione di tali informazioni ed il documento utilizzato per la loro comunicazione. Le righe della griglia rappresentano i profili di analisi esposti al paragrafo precedente, mentre le colonne corrispondono a ciascuna azienda oggetto di analisi. Ad ogni informazione, per ciascuna azienda, corrisponde un valore (SI oppure /) che indica la presenza (SI) o meno (/) del profilo analizzato. È opportuno sottolineare che, qualora un’informazione non risulti presente in nessun documento oggetto di analisi, significa che l’azienda, nel redigere i documenti presi in esame, non menziona o non fornisce specificazioni rispetto relativamente a quanto analizzato. Questo, tuttavia, non significa che l’intento delle aziende sia quello di omettere informazioni su quanto ottenuto dall’impresa: esse, infatti, nella predisposizione della disclosure non finanziaria, attraverso valutazioni, analisi e definizione delle proprie strategie, individuano gli stakeholders primari e le informazioni considerate rilevanti. È proprio, allora, da tali valutazioni e dall’osservanza delle previsioni di legge, che scaturiscono tali documenti di natura narrativo-descrittiva, la cui estensione ed il cui contenuto dipende, dunque, dagli obiettivi che ciascuna azienda si è prefissata e dall’attività svolta.
Da una prima lettura della griglia (appendice A), risultato dell’analisi empirica, è possibile notare quanto le imprese differiscano l’una dalle altre: le informazioni inserite da ciascuna impresa analizzata, infatti, variano da un minimo pari al 25%, corrispondente a 7 profili ambientali presi in esame, fino ad un massimo di 24 informazioni inserite, pari
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all’ 86%. È opportuno sottolineare che, comunque, l’impresa che inserisce più informazioni, ovvero Eni Spa, è, come era possibile prevedere anticipatamente, un’impresa appartenente al settore dell’energia, settore ad elevato impatto ambientale proprio per l’attività prevalentemente svolta; mentre, al contrario, l’impresa “meno trasparente” risulta essere Basic Net Spa, impresa manifatturiera specializzata nella commercializzazione di abbigliamento ed accessori sportivi.
Nei paragrafi seguenti verranno approfonditi alcuni dei profili oggetto di analisi attraverso esempi pratico-operativi al fine di analizzare i principali punti critici dell’informativa ambientale esterna.