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Il 20 giugno 2019 il Consiglio europeo ha adottato l’Agenda strategica 2019-2024

II.4 Esito semestre europeo 2019

Il 9 luglio 2019 il Consiglio ha adottato le raccomandazioni e i pareri sulle politiche economiche, occupazionali e di bilancio degli Stati membri per il 2019. L'obiettivo

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generale delle raccomandazioni è incoraggiare gli Stati membri ad aumentare il loro potenziale di crescita modernizzando le rispettive economie e rafforzandone ulterior-mente la resilienza.

Nel caso dell’Italia, sono state formulate le seguenti raccomandazioni:

1. assicurare una riduzione in termini nominali della spesa pubblica primaria netta dello 0,1 % nel 2020, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6

% del PIL; utilizzare entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto de-bito pubblico/PIL; spostare la pressione fiscale dal lavoro, in particolare riducendo le agevolazioni fiscali e riformando i valori catastali non aggiornati; contrastare l'evasione fiscale, in particolare nella forma dell'omessa fatturazione, tra l'altro potenziando i pa-gamenti elettronici obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti; attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa so-ciale e spesa pubblica favorevole alla crescita;

2. intensificare gli sforzi per contrastare il lavoro sommerso; garantire che le politiche attive del mercato del lavoro e le politiche sociali siano efficacemente integrate e coin-volgano in particolare i giovani e i gruppi vulnerabili; sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso una strategia globale, in particolare garantendo l'accesso a servizi di assistenza all'infanzia e a lungo termine di qualità; migliorare i risultati scolastici, anche mediante adeguati investimenti mirati, e promuovere il mi-glioramento delle competenze, in particolare rafforzando le competenze digitali;

3. incentrare la politica economica connessa agli investimenti sulla ricerca e l'innova-zione e sulla qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali; mi-gliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, in particolare investendo nelle competenze dei dipendenti pubblici, accelerando la digitalizzazione e aumentando l'ef-ficienza e la qualità dei servizi pubblici locali; affrontare le restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore del commercio al dettaglio e dei servizi alle imprese, anche mediante una nuova legge annuale sulla concorrenza;

4. ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio razionalizzando e fa-cendo rispettare le norme di disciplina procedurale, incluse quelle già all'esame del legislatore, ponendo in particolare l'accento sui regimi di insolvenza; migliorare l'effi-cacia della lotta contro la corruzione riformando le norme procedurali al fine di ridurre la durata dei processi penali;

5. favorire la ristrutturazione dei bilanci delle banche, in particolare per le banche di piccole e medie dimensioni, migliorando l'efficienza e la qualità degli attivi, conti-nuando la riduzione dei crediti deteriorati e diversificando la provvista; migliorare il finanziamento non bancario per le imprese più piccole e innovative.

62 II.5 Semestre europeo 2020

Il semestre europeo 2020 si è aperto con il pacchetto d’autunno, pubblicato lo scorso 18 dicembre 2019, che ha dato avvio al ciclo annuale di coordinamento della gover-nance economica. Con esso la Commissione ha fissato le priorità economiche e sociali generali per l'UE e fornisce ai paesi membri orientamenti politici per l'anno successivo.

Il pacchetto d’autunno, denominato costruire un'economia al servizio delle persone e del pianeta, comprende:

a) La strategia annuale per la crescita sostenibile

Si tratta, come è noto, dell’atto di inizio del ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche nazionali denominato “semestre europeo”: esso stabilisce le priorità economiche e sociali per l’intera Unione europea e fornisce orienta-menti strategici agli Stati membri per le rispettive politiche economiche i quali porteranno – a seguito di un approfondito dialogo e confronto – alla adozione di raccomandazioni specifiche per ciascun Paese nel corso della prossima estate, sulla cui base i singoli Stati elaboreranno i propri documenti di bilancio per l’anno successivo.

È il principale strumento di cui la Commissione dispone per stabilire le priorità eco-nomiche e sociali dell'UE per l'anno successivo. Delinea un'analisi dell'economia eu-ropea e stabilisce la risposta politica adeguata alle sfide individuate, con l'obiettivo di favorire la crescita, l'inclusività e la convergenza nell'UE in linea con la strategia di crescita a lungo termine dell'Unione. L'analisi annuale della crescita segna l'inizio del ciclo annuale del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche e fornisce gli orientamenti politici trasversali per la fase specifica per paese del seme-stre europeo, che porta ogni estate all'adozione di raccomandazioni politiche per cia-scuno Stato membro. Fissa le priorità economiche e sociali generali per l'UE e fornisce ai governi dei paesi membri orientamenti politici per l'anno successivo.

La strategia annuale di crescita sostenibile, che concretizza la visione esposta dalla Presidente Ursula von der Leyen nei suoi orientamenti politici, detta la linea dell'UE in materia di politiche economiche e occupazionali. Essa fa della sostenibilità e dell'inclusione sociale la colonna portante delle politiche economiche, coerentemente con le priorità sancite nel Green Deal europeo, la nuova strategia di crescita della Commissione. La strategia mira a garantire che l'Europa continui a essere centro dei sistemi di protezione sociale più avanzati al mondo, e diventi il primo continente a impatto climatico zero, costituendo un centro dinamico di innovazione e imprenditoria competitiva. Darà all'Europa gli strumenti di cui ha bisogno per perseguire obiettivi più ambiziosi in termini di equità sociale e prosperità. Più in generale, la strategia di crescita sostenibile aiuterà l'UE e i suoi Stati membri a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che la Commissione integra per la prima volta nel semestre europeo.

La strategia annuale di crescita sostenibile è incentrata su quattro dimensioni correlate e sinergiche che permettono di far fronte alle sfide a lungo termine. Queste

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dimensioni, che in tutti gli Stati membri dovrebbero sottendere riforme strutturali, politiche occupazionali, politiche d'investimento e di bilancio responsabili volte a co-struire un'economia al servizio delle persone e del pianeta, sono le seguenti:

sostenibilità ambientale;

incrementi di produttività;

equità;

stabilità macroeconomica.

Il semestre europeo porrà dunque, rispetto al passato, maggiormente l'accento sulla sostenibilità ambientale fornendo agli Stati membri orientamenti specifici sulle neces-sità principali in relazione alle riforme strutturali e agli investimenti in vista di un mo-dello economico sostenibile. Gli orientamenti politici offerti nel quadro del semestre europeo aiuteranno anche a stimolare incrementi di produttività: promuoveranno in-vestimenti e riforme strutturali a favore della ricerca e dell'innovazione, miglioreranno l'accesso ai finanziamenti e il funzionamento dei mercati dei prodotti e dei servizi ed elimineranno le strozzature nel contesto imprenditoriale. L'equità dovrebbe essere sal-vaguardata attuando politiche sociali che garantiscano a tutti condizioni di lavoro eque e consentano alle persone di adattarsi al mutare delle circostanze in un'epoca di grandi trasformazioni. Per preservare la stabilità macroeconomica occorre rispettare la disci-plina di bilancio, sfruttando comunque al meglio la flessibilità insita nelle norme, ret-tificare gli squilibri e completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa (UEM).

Dopo la pubblicazione da parte della Commissione, l'analisi annuale della crescita è discussa a livello dell'UE e a livello nazionale, anche delle parti sociali. In particolare, il Consiglio e il Parlamento europeo adottano posizioni. Tenendo conto di questi contributi, il Consiglio europeo di primavera fornirà orientamenti sulle priorità di riforma, destinate a esplicitarsi nei programmi e nei piani degli Stati membri.

La relazione è accompagnata da un insieme di altri documenti di carattere tec-nico, il cui elenco riporto in appendice all’articolo: la valutazione sui documenti di bilancio dei singoli Stati membri per il 2020; gli orientamenti specifici per i Paesi che appartengono alla zona Euro; gli orientamenti in materia di occupazione; infine, i ri-sultati dello screening annuale di una serie di indicatori economici al fine di verificare nei singoli Stati membri, al di là degli eventuali squilibri di bilancio, eventuali altri squi-libri macroeconomici che potrebbero comprometterne la stabilità.

b) Relazione sul meccanismo di allerta

La relazione sul meccanismo di allerta, pubblicata nel mese di novembre come parte del ciclo annuale di sorveglianza nell'ambito della procedura per gli squilibri macroe-conomici, ha l'obiettivo di individuare e correggere gli squilibri che potrebbero impe-dire il normale funzionamento delle economie degli Stati membri o dell'UE e mettere in pericolo l'unione economica e monetaria.

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Le analisi nella relazione sul meccanismo di allerta includono la lettura in chiave eco-nomica di una serie di indicatori concordati. Non si tratta di un meccanismo automa-tico. La Commissione non avvia necessariamente un esame approfondito perché un indicatore è superiore alla soglia indicativa, ma considera piuttosto il quadro econo-mico nel suo complesso. È solo sulla base degli esami approfonditi che la Commis-sione conclude se gli squilibri, e i potenziali squilibri eccessivi, esistono o meno.

Si tratta di uno strumento di analisi basato su un quadro di valutazione composto da indicatori, che individua i paesi potenzialmente interessati da squilibri economici e per i quali la Commissione dovrebbe avviare un esame approfondito. Esso segna l’inizio della procedura annuale per gli squilibri macroeconomici, che mira a prevenire o a correggere gli squilibri che intralciano il buon funzionamento delle economie nazionali, della zona euro o dell’UE nel suo complesso.

La relazione sul meccanismo di allerta, che funge da filtro per rilevare l'esistenza di squilibri macroeconomici, ha identificato 13 Stati membri che saranno oggetto di un esame approfondito nel 2019. Questi esami valuteranno se gli Stati in questione pre-sentino realmente squilibri macroeconomici. Gli Stati membri in cui sono stati rilevati squilibri nel precedente ciclo della procedura per gli squilibri macroeconomici saranno automaticamente oggetto di un esame approfondito nel 2019. Si tratta di: Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia. La Grecia e la Romania saranno anch'esse oggetto di un esame approfondito.

Dopo la pubblicazione da parte della Commissione, la relazione sul meccanismo di allerta passa al vaglio del Consiglio "Economia e finanza" (ECOFIN), dell'Euro-gruppo se riguarda gli Stati membri dell'area dell'euro e del Parlamento europeo. Inol-tre, in seguito alla pubblicazione dell'analisi annuale della crescita e della relazione sul meccanismo di allerta, il Consiglio europeo procede a una discussione per concertare i principali settori di coordinamento delle politiche e delle riforme economiche.

Tenendo conto di tutte le osservazioni, nei mesi seguenti la Commissione elaborerà esami approfonditi specifici per paese e li presenta nel mese di febbraio. Ciò presup-pone un dialogo con gli Stati membri interessati. Sulla base degli esami approfonditi la Commissione stabilisce se esistono squilibri e se sono eccessivi e formula successi-vamente le raccomandazioni politiche del caso per ciascuno Stato membro.

c) Relazione comune sull’occupazione (progetto)

La relazione comune sull'occupazione, prescritta dall'articolo 148 del TFUE, è un elemento chiave della governance economica dell'UE. Offre una panoramica annuale dei principali sviluppi sociali e occupazionali nell'UE nel suo complesso e delle azioni di riforma messe in atto dagli Stati membri. Il progetto di relazione comune sull'occupazione monitora inoltre i risultati degli Stati membri in relazione al pilastro europeo dei diritti sociali.

La relazione analizza la situazione sociale e occupazionale in Europa e le risposte politiche dei governi nazionali.

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Il progetto di relazione comune sull'occupazione, che analizza la situazione occupazionale e sociale in Europa, indica che in tutta l'UE è proseguita la creazione di posti di lavoro, si è ridotta la disoccupazione ed è migliorata la situazione sociale.

La relazione comprende anche i risultati del quadro di valutazione della situazione sociale, che analizza i risultati conseguiti dagli Stati membri alla luce dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali.

Nel secondo trimestre del 2018 si sono registrati nell'UE 239 milioni di occupati, il numero più alto che sia mai stato rilevato. Dall'insediamento della Commissione Juncker sono stati creati circa 12 milioni di posti di lavoro. La percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è diminuita significativamente nel 2017, grazie all'uscita di oltre 5 milioni di persone dalla povertà o dall'esclusione sociale rispetto all'anno precedente. Il numero totale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è sceso al di sotto dei livelli precedenti alla crisi.

Tuttavia, la ripresa economica non ha ancora interessato tutti i gruppi della società. Il tasso di occupazione dei lavoratori anziani è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni, ma l'occupabilità dei giovani, dei lavoratori poco qualificati e delle persone provenienti da un contesto migratorio rimane difficile in diversi Stati membri. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro continua a crescere a un ritmo sostenuto, ma ciò non si è tradotto in una riduzione significativa del divario retributivo e pensionistico di genere.

I redditi delle famiglie stanno aumentando, ma in alcuni Stati membri sono ancora al di sotto dei livelli precrisi. La crescita dei salari reali ha subito un'accelerazione nel 2018, ma rimane inferiore alla crescita della produttività e al di sotto di quanto ci si potrebbe attendere alla luce dei dati positivi sul mercato del lavoro e sui risultati economici. In generale, la disuguaglianza e la povertà continuano a destare preoccupazione.

Il progetto sarà discusso nell'ambito del comitato per l'occupazione e del comitato per la protezione sociale, in vista dell'adozione definitiva da parte del Consiglio EPSCO nel mese di marzo.

Il quadro di valutazione serve da riferimento per monitorare il "progresso sociale"

rispetto alle tre dimensioni del pilastro: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, mercati del lavoro dinamici e condizioni di lavoro eque e sostegno pubblico e protezione e inclusione sociali. Sono stati selezionati dodici settori in cui si possono misurare i progressi sociali, ciascuno associato a una delle tre dimensioni di cui sopra.

Il quadro di riferimento confronta i risultati ottenuti dagli Stati membri con le medie dell'UE e della zona euro, e ciascun punteggio riflette la situazione rispetto a un determinato indicatore, anche tenendo conto delle tendenze più a lungo termine.

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d) Raccomandazione per la zona euro

La raccomandazione per la zona euro in materia di politica economica è adottata ai sensi degli articoli 136 e 121 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea ed è elaborata dal Consiglio su raccomandazione della Commissione.

La raccomandazione per la zona euro fornisce orientamenti specifici per gli Stati la cui moneta è l'euro, su questioni legate al funzionamento della zona euro nel suo com-plesso. Rispecchia le priorità generali individuate nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la raccomandazione e nell'analisi annuale della crescita della Commissione per l'UE nel suo complesso.

La raccomandazione per la zona euro riguarda questioni che interessano l'intera unione monetaria, ad esempio le politiche per correggere gli squilibri macroeconomici, l'orientamento di bilancio della zona euro e il completamento dell'Unione economica e monetaria.

La raccomandazione affronta questioni fondamentali per il funzionamento dell’area della moneta unica e propone misure concrete che i governi nazionali possono attuare.

Ciò garantisce che i problemi della zona euro e quelli nazionali siano inclusi nella pianificazione della governance economica dell’UE.

La raccomandazione sulla politica economica della zona euro, che definisce misure concrete essenziali per il funzionamento della zona euro, è stata razionalizzata in modo da dare maggiore rilevanza alle sfide fondamentali. La raccomandazione esorta ad adottare politiche che sostengano una crescita inclusiva e sostenibile e migliorino la resilienza, il riequilibrio e la convergenza all'interno della zona euro. Inoltre, raccomanda di considerare come prioritarie quelle riforme che aumentano la produttività e il potenziale di crescita, approfondiscono il mercato unico, migliorano il contesto imprenditoriale, promuovono gli investimenti e rafforzano il mercato del lavoro.

La Commissione raccomanda di migliorare la qualità e la composizione delle finanze pubbliche e di ripristinare le riserve di bilancio per disporre di un più ampio margine di manovra durante la prossima recessione. Gli Stati membri che presentano disavanzi delle partite correnti dovrebbero cercare di aumentare la produttività e di ridurre il debito estero. Gli Stati membri che invece presentano avanzi delle partite correnti dovrebbero rafforzare le condizioni che sostengono gli investimenti e la crescita salariale.

La Commissione raccomanda di spostare la pressione fiscale dal lavoro e di rafforzare i sistemi d'istruzione, gli investimenti in competenze e l'efficacia e l'adeguatezza delle politiche attive del mercato del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Ciò è in linea con i principi del pilastro europeo dei diritti sociali.

Inoltre, la Commissione chiede che vengano compiuti rapidamente progressi per quanto riguarda il completamento dell'Unione economica e monetaria dell'Europa in

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linea con le proposte della Commissione, in particolare quelle concernenti il programma di sostegno alle riforme e la funzione europea di stabilizzazione degli investimenti nel quadro della proposta per il quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

La raccomandazione invita altresì a proseguire i lavori sull'Unione bancaria rendendo operativo il dispositivo di sostegno comune al Fondo di risoluzione unico e istituendo un sistema europeo di assicurazione dei depositi. Inoltre, è necessario perseguire l'obiettivo dell'integrazione finanziaria rafforzando l'architettura di regolamentazione e di vigilanza europea. Dovrebbero proseguire gli sforzi per ridurre i crediti deteriorati ed evitarne l'accumulo in futuro. L'adozione del pacchetto per il settore bancario del novembre 2016 entro la fine del 2018 rimane fondamentale per il completamento dell'Unione bancaria. Una maggiore integrazione del settore finanziario, con il completamento dell'Unione bancaria e un'autentica Unione dei mercati dei capitali, sosterrà il rafforzamento del ruolo internazionale dell'euro, rendendolo più adeguato alla rilevanza della zona euro a livello mondiale.

L'Eurogruppo e il Consiglio discuteranno la raccomandazione per la zona euro prima che venga approvata dai capi di Stato e di governo dell'UE. Le discussioni sulle priorità per la zona euro, così come la relativa raccomandazione e gli altri contributi delle istituzioni dell'UE costituiscono altrettanti orientamenti per i programmi nazionali di riforma e i programmi di stabilità elaborati dagli Stati membri nel mese di aprile, così come per le raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione a maggio.

Sulla base della raccomandazione per la zona euro, della valutazione circa l'attuazione delle riforme e le altre sfide ancora aperte, nonché dei programmi politici degli Stati membri, la Commissione presenta il suo progetto di raccomandazioni specifiche per paese per il ciclo programmatico successivo, lasciando così un ampio margine di tempo per proseguire il dialogo con gli Stati membri.

e) Parere della Commissione sui documenti programmatici di bilan-cio per i paesi della zona euro

La Commissione ha anche adottato pareri in cui valuta la conformità al patto di stabilità e crescita dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro per il 2019.

Braccio preventivo del patto di stabilità e crescita

Per quanto concerne l'Italia, dopo aver valutato il documento programmatico di bilancio rivisto presentato il 13 novembre, la Commissione ha confermato l'esistenza di un'inosservanza particolarmente grave della raccomandazione rivolta all'Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018. Il 23 ottobre 2018 la Commissione aveva già adottato un parere in cui riscontrava un'inosservanza particolarmente grave nel documento programmatico di bilancio iniziale presentato dall'Italia il 16 ottobre 2018.

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Per dieci Stati membri (Germania, Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria e Finlandia), i documenti programmatici di bilancio sono stati ritenuti conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019.

Per tre Stati membri (Estonia, Lettonia e Slovacchia), i documenti programmatici di bilancio sono risultati sostanzialmente conformi al patto di stabilità e crescita nel 2019.

Per questi paesi i documenti programmatici potrebbero comportare una certa deviazione dal rispettivo obiettivo di bilancio a medio termine o dal percorso di aggiustamento a tale obiettivo.

Per quattro Stati membri (Belgio, Francia, Portogallo e Slovenia), i documenti programmatici di bilancio presentano un rischio di non conformità al patto di stabilità e crescita nel 2019. I documenti programmatici di questi Stati membri potrebbero determinare una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso i rispettivi obiettivi di bilancio a medio termine.

Braccio correttivo del patto di stabilità e crescita (procedura per i disavanzi eccessivi)

Il disavanzo nominale della Spagna dovrebbe scendere al di sotto del 3 % il prossimo anno, e il paese dovrebbe uscire dalla procedura per i disavanzi eccessivi ed essere

Il disavanzo nominale della Spagna dovrebbe scendere al di sotto del 3 % il prossimo anno, e il paese dovrebbe uscire dalla procedura per i disavanzi eccessivi ed essere