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il 3 per cento del PIL dell'UE dovrà essere investito in ricerca e sviluppo Il conseguimento di un adeguato rapporto tra spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) e

SECONDA PARTE: LE POLITICHE EUROPEE E LE LORO RICADUTE A LIVELLO NAZIONALE E REGIONALE

I) L ’ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA “EUROPA 2020” NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

I.2 Gli 8 obiettivi della strategia Europa2020 in Italia e in Regione Emilia-Ro- Emilia-Ro-magna

2. il 3 per cento del PIL dell'UE dovrà essere investito in ricerca e sviluppo Il conseguimento di un adeguato rapporto tra spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) e

Pil è uno degli obiettivi cardine stabiliti nell’ambito della strategia Europa 2020.

72,7 72,5

71,5 69,7 69,7 70,6 71,7 72,3 72,9 73,4

79,5 79,8 78,7 77,9 78,6 79,0 79,9 80,4 82,1 82,3

49,5 49,9 50,5 49,9 50,3 50,6 51,6 52,5 53,1 53,8

63,6 64,5 65,0

63,5 63,0 63,6 66,2 66,2 66,9 68,5

40,0 45,0 50,0 55,0 60,0 65,0 70,0 75,0 80,0 85,0 90,0

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Uomini Italia Uomini Emilia-Romagna Donne Italia Donne Emilia-Romagna

76,6 75,4

73,5 73,4 72,6 71,7 71,3 70,8 69,8 69,3 67,7 65,7

62,5 58,6 57,3 54,8

50,2

45,3 45,2 44,5

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Trentino Alto Adige Emilia-Romagna Valle d'Aosta Lombardia Veneto Toscana Friuli-Venezia Giulia Piemonte Marche Umbria Liguria Lazio Abruzzo Molise Sardegna Basilicata Puglia Calabria Campania Sicilia

31

L’Unione Europea nel suo complesso dovrebbe aumentare i suoi investimenti in ri-cerca e sviluppo di quasi 1 punto percentuale per raggiungere l’obiettivo.

Nel 2017, il rapporto tra spesa in R&S e Pil dell’Italia è pari all’1,37 per cento, stabile rispetto all’anno precedente e inferiore di 0,16 punti percentuali rispetto all’obiettivo assegnato al nostro Paese per il 2020. Decisamente migliore il posizionamento dell’Emilia-Romagna, che ha superato il target nazionale già nel 2012 e prosegue il trend positivo, raggiungendo l’1,99 per cento.

Spesa in Ricerca e Sviluppo in percentuale su Pil, anno 2017

Fonte: Eurostat

Spesa in Ricerca e Sviluppo in percentuale su Pil per le regioni italiane, anno 2017

Fonte: Eurostat

1,99 1,37 2,07

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50

Emilia-Romagna Italia UE28

Target Italia:

1,53%

Target UE:

3%

2,09 1,99 1,71

1,56 1,56

1,46 1,4

1,3 1,29 1,24

1,13 1,11

0,99 0,97

0,78 0,77 0,76 0,73 0,67

0,56 0,51

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0

Piemonte Emilia-Romagna Lazio Provincia di Trento Friuli-Venezia Giulia Toscana Liguria Veneto Lombardia Campania Molise Marche Umbria Abruzzo Puglia Sardegna Sicilia Provincia di Bolzano Basilicata Valle d'Aosta Calabria

32

L’Emilia-Romagna si conferma tra le regioni che trainano la spesa in ricerca e sviluppo italiana e si colloca al secondo posto nella graduatoria regionale per spesa complessiva in percentuale del Pil, dopo il Piemonte e prima del Lazio.

3. dovranno essere raggiunti i traguardi "20/20/20" in materia di clima/energia

Il Piano 20/20/20 è l’insieme delle misure pensate dalla Comunità Europea in attuazione del protocollo di Kyoto, che è un accordo internazionale volontario, sottoscritto per contrastare il riscaldamento climatico.

Il Piano 20/20/20 contenuto nella direttiva 2009/20/CE è entrato in vigore nel giugno del 2009 e prevede la riduzione delle emissioni di gas serra del 20 per cento, il raggiungimento della quota del 20 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili e un risparmio energetico del 20 per cento, il tutto entro il 2020.

- riduzione delle emissioni di gas a effetto serra almeno del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990;

Per l’UE28 l’obiettivo da perseguire al 2020 è una riduzione delle emissioni del 20 per cento, per l'Italia è una riduzione pari al 13 per cento.

L’Italia ha raggiunto l’obiettivo nel 2013 e registra, nel 2017, un calo delle emissioni di gas a effetto serra del 15,9 per cento rispetto ai valori del 1990.

Anche l’UE ha già raggiunto l’obiettivo, nel 2014, e presenta una riduzione del 21,7 per cento.

Emissioni di gas serra: variazioni % emissioni rispetto al 1990, anno 2017

Fonte: Eurostat

- incremento sino al 20 per cento della quota delle fonti di energia rinnovabili nel nostro consumo finale di energia;

Nell’ambito della strategia europea per la promozione di una crescita economica sostenibile, lo sviluppo delle fonti rinnovabili rappresenta un obiettivo prioritario per tutti gli Stati membri.

-15,9

-21,7 -25

-20 -15 -10 -5 0

Italia UE28

Target Italia:

-13%

Target UE:

-20%

33

Nel 2020 l’Italia avrebbe dovuto coprire il 17 per cento dei consumi finali di energia mediante fonti rinnovabili, target già superato nel 2014. L’Obiettivo per L’unione Europea a 28 è del 20 per cento.

Nel 2018 l’Italia evidenzia una quota di consumi energetici coperti da fonti rinnovabili pari al 17,8 per cento, valore leggermente inferiore alla media europea. La flessione dell’indicatore, rilevata rispetto al 2017 (18,3 per cento), è riconducibile a due trend opposti: la contrazione dei consumi da fonti rinnovabili, legata soprattutto alla diminuzione dei consumi di biomassa solida per riscaldamento, a causa delle condizioni climatiche, e alla minor produzione elettrica da fonte solare, per peggiori condizioni di irraggiameto; l’aumento dei consumi complessivi, dovuto principalmente alla crescita dei consumi di carburanti.

% energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia, anno 2018

Fonte: Eurostat

17,8 18,0

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

Italia UE28

Target Italia:

17%

Target UE:

20%

34

% energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia (escluso il settore trasporti) per le regioni italiane, anno 2017

Fonte: GSE-Gestore Servizi Energetici

Ai fini del calcolo del raggiungimento dell’obiettivo nazionale di consumo di energia da fonti rinnovabili, la direttiva distingue tre settori: elettricità, riscaldamento e raffreddamento, trasporti.

Il Decreto 15 marzo 2012 del Ministero dello Sviluppo economico (cosiddetto burden sharing) ha fissato il contributo delle regioni e delle province autonome italiane al raggiungimento dell’obiettivo nazionale relativo all’apporto delle energie rinnovabili, attribuendo a ciascuna di esse specifici target regionali di impiego di fonti rinnovabili.

Diversamente dall’obiettivo nazionale, tuttavia, per il calcolo degli indicatori regionali non si considerano i consumi di energia nel settore dei trasporti, in genere dipendenti da politiche stabilite a livello centrale.

Nel 2017, la Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano evidenziano le incidenze più elevate di consumi energetici coperti da fonti rinnovabili mentre Lazio e Liguria i livelli più contenuti. L’Emilia-Romagna, con una percentuale dell’11,1 per cento, si conferma al terz’ultimo posto.

Tutte le regioni/province autonome, ad eccezione della Liguria, hanno raggiunto gli obiettivi intermedi individuati dal decreto burden sharing per il 2016 e 17 hanno superato anche gli obiettivi fissati per il 2020 (fanno eccezione Liguria, Lazio, Campania e Sicilia).

L’Emilia-Romagna nel 2017, con un’incidenza del 6,9 per cento, è la quarta regione per contributo ai consumi di energia da fonti rinnovabili in Italia, preceduta da Lombardia, Veneto e Piemonte, mentre, con un peso del 10,8%, si colloca al secondo posto per contributo ai consumi energetici complessivi del Paese, preceduta solo dalla Lombardia.

- miglioramento del 20 per cento dell’efficienza energetica.

Il settore energetico ha un ruolo determinante nello sviluppo economico sostenibile di un paese, sia per quanto riguarda la disponibilità delle fonti sia per l’impatto

82,1

64,3

45,0 44,6 42,5 40,3

27,1 26,3 25,2

19,7 18,5 18,2 17,8 17,6 17,6 16,6

13,8 12,5 11,1 9,3 7,9

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Valle d'Aosta Provincia di Bolzano Basilicata Provincia di Trento Calabria Molise Abruzzo Sardegna Umbria Friuli Venezia Giulia Piemonte Marche Toscana Veneto Puglia Campania Lombardia Sicilia Emilia Romagna Lazio Liguria

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sull’ambiente. L’Italia si caratterizza per la forte dipendenza dai mercati energetici esteri e per la consistente quota di energia elettrica prodotta da fonte termoelettrica.

L’obiettivo UE2020 per l’Unione Europea è quello di ridurre del 20 per cento (considerato il 2005 come anno base) il consumo di energia primaria, per l’Italia la diminuzione richiesta è del 15,6 per cento.

Variazione % del consumo di energia primaria in MTEP (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) rispetto al 2005, anno 2018

Fonte: Eurostat

Il bilancio energetico può essere visto sotto il profilo delle fonti primarie di energia (consumo di energia primaria) oppure sotto il profilo dei consumi finali di energia.

L'energia primaria è quella che viene destinata all’utilizzo finale, alla trasformazione in altri prodotti energetici, alla produzione di energia elettrica in centrali elettriche.

I consumi finali di energia sono quelli dai quali non derivano ulteriori forme di energia, rappresentano l'ultima fase del ciclo energetico, nella quale l'energia viene definitivamente consumata.

Il consumo di energia primaria (anche detto "consumo lordo di energia") rappresenta dunque l'energia in entrata mentre i consumi finali di energia rappresentano l'energia in uscita.

Ovviamente il consumo di energia primaria è maggiore rispetto al consumo finale, poiché nella fase di passaggio, da energia primaria a energia per i consumi finali, una parte dell'energia totale viene persa.

L’Italia ha già superato il livello di risparmio energetico richiesto. Nel 2018, i consumi primari fanno registrare un calo del 18,6 per cento rispetto al 2005. Per l’Europa, l’obiettivo risulta ancora lontano: la diminuzione nel periodo 2005-2018 si attesta al 9,8 per cento.

-18,6

-9,8

-25 -20 -15 -10 -5 0

Italia UE28

Target Italia:

-15,6%

Target UE:

-20%

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Consumi finali di energia elettrica in kwh per abitante, anno 2017

Fonte: Istat

Purtroppo, è molto difficile posizionare l’Emilia-Romagna rispetto all’obiettivo suggerito dalla Comunità Europea, in quanto i dati energetici regionali disponibili non si riferiscono al consumo di energia primaria, ma solo specificamente al consumo finale di energia elettrica in kwh per abitante.

Nel 2017 i consumi elettrici dell’Emilia-Romagna sono pari a 6.308 kWh per abitante, contro una media italiana di 4.987 Kwh. Valori di consumi elettrici unitari inferiori alla media nazionale, si registrano nelle regioni del Mezzogiorno, ad eccezione della Sardegna, nonché in Liguria, Lazio e Marche. Consumano nettamente al di sopra della media nazionale le regioni alpine del Friuli-Venezia Giulia e della Valle d’Aosta, seguite da Lombardia ed Emilia-Romagna.

Consumi finali di energia elettrica in kwh per abitante per le regioni italiane, anno 2017

Fonte: Istat

Friuli-Venezia Giulia Valle d'Aosta Lombardia Emilia-Romagna Veneto Trentino-Alto Adige Umbria Piemonte Toscana Sardegna Abruzzo Basilicata Marche Molise Puglia Liguria Lazio Sicilia Campania Calabria

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4. Il tasso di abbandono scolastico dovrà essere inferiore al 10 per cento