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Esperienze di green packaging

rigorosamente riciclabile al 100%. Healdsburg ha previsto due gamme di prodotti una super e una ultra premium destinata a speci9iche occasioni di acquisto, per esempio barbecue, compleanni e anniversari. Introdotto con esclusività limitata da Safeway nel mese di settembre 2013 è ora distribuito in 45 stati. L'amministratore delegato dell'azienda Phil Hurst riguardo a paperboy afferma:

”Un packaging eco-responsabile è stato un evidente aggiunta alla nostra linea di marchi

che fanno appello a scelte di vita.”(Ravarino 2012).

Come spiega Hurst: “I campeggiatori, escursionisti e pescatori possono portare con se

questo pacchetto leggero e gustare vini pregiati in una bottiglia da 750 ml quasi ovunque”.

Le due varietà di Paperboy introduttivi sono stati realizzati da Virginia Marie Lambrix, enologo dell’azienda. Healdsburg crede che se la qualità del vino supera le aspettative del cliente, il nuovo imballaggio all'avanguardia diventerà più mainstream.

Figura 39: Bottiglie Paperboy wine.

Fonte: (Ravarino 2012)

Caso Ruf:ino

A 9ine del 2012, la cantina Ruf9ino ha lanciato un nuovo packaging per il suo Chianti Superiore Docg, tornando così al formato tradizionale, il 9iasco, riutilizzato per celebrare vent'anni dall’ultima bottiglia fatta con il vecchio packaging. Le origini del 9iasco risalgono al Trecento, in Toscana, grazie all'attività dei vetrai locali. Per secoli il 9iasco è stato il contenitore privilegiato del vino del Chianti, trasformandosi in icona dell’italianità, tanto da 9igurare spesso anche nei dipinti. Ruf9ino è stato il nome più importante per la produzione e commercializzazione di vino Chianti in 9iasco anche

all’estero. Con il restyling, l'idea è stata rivista in chiave moderna, sono rimaste le linee tonde, la bottiglia panciuta, avvolta in parte dalla paglia, ma c'è stata una rivisitazione in chiave chilometro zero. Al posto della paglia, viene usata carta certi9icata FSC (Forest Stewardship Council), certi9icazione che attesta che la materia prima usata proviene da foreste dove sono rispettati rigorosi standard ambientali, sociali ed economici e viene prodotta da un’azienda vicina alla cantina. Anche il vetro viene prodotto localmente da uno storico fornitore di Ruf9ino. Quanto all’immagine del 9iasco nel formato da 1l non da 0,750, vengono richiamati i colori storici del brand. Figura 40: Fiasco rivisto in chiave sostenibilità. Fonte: (Scarso 2014) Mar de Frades

Anche per quanto riguarda l’etichetta ci sono molteplici soluzioni innovative, come illustrano i seguenti esempi. L’etichetta del “Mar de Frades", un vino bianco della costa nord occidentale della Spagna, ha un simbolo sensibile al calore che diventa evidente solo quando il vino raggiunge la sua temperatura ideale consigliata dal produttore. In questo caso, un piccolo veliero blu appare sulle onde del mare già anteriormente visibili. Tutto questo è possibile grazie ai materiali termocromici che in condizioni normali sono trasparenti, ma quando vengono sottoposti a stimolo termico modi9icano le proprie proprietà ottiche, possiedono infatti le capacità chimiche di modi9icare la colorazione quando la temperatura subisce delle variazioni (Cardillo 2008). Le proprietà degli inchiostri termocromici suggeriscono applicazioni per soddisfare speci9iche necessità di

prodotti la cui qualità dipende da una determinata temperatura di conservazione. Un packaging attivo con prestazioni termocromiche segnala al consumatore le condizioni della qualità del contenuto traducendo i fattori ambientali soggettivi prima af9idabili al tatto in segnali visivi, coinvolgendo anche il senso della vista tramite segnali gra9ici. Il processo di comunicazione passa da una funzione statica di carattere meramente informativo, caratteristico del packaging tradizionale, ad una funzione dinamica e non meno attrattiva generata dal packaging attivo. Questa etichetta è stata introdotta nel mercato statunitense dall’importatore William Grant & Sons per la prima volta nel 2003 (Tognazzi 2005). Figura 41: Rappresentazione etichetta Mar de Frades. Fonte: (Mariano 2009) C’è anche il caso di un’etichetta parlante, che può raccontare tutto quanto c’è da sapere sul vino e come assaporarlo adeguatamente. Questa nuova etichetta, lanciata sul mercato italiano alla 9ine del 2005, viene venduta insieme a una piccola penna che una volta avvicinata all’etichetta permette di sentir parlare il produttore. E’ un piccolo miracolo della tecnologia che nasce dalla collaborazione della Modulgraf di Daniele Barontini, azienda di Castelfranco di Sotto (Pisa) con l’ingegnere svizzero Florentin Doering. La nuova Ecocoder multimediale è un’etichetta che sembra identica a tutte le altre, ma che grazie ad un semplice lettore a forma di penna in grado di contenere 9ino a 100 ore di registrazione di dati, decodi9ica la carta e il particolare inchiostro. La novità è che l’etichetta multimediale non presenta nessuna diversità da una normalissima etichetta standard, in quanto l’applicazione del sistema è mirato esclusivamente ad una

particolare spalmatura dell’inchiostro (Newsfood 2009). Come spiega Barontini, presidente della Modulgraf: “questo progetto nasce non solo come strumento di

marketing, ma anche come so:isticato sistema anti-falsi:icazione, in quanto in esso è contenuto una sorta di codice genetico, assolutamente invisibile ad occhio nudo, che può essere applicato non solo al vino bensì a qualsiasi prodotto che necessita di pubblicità innovativa e sicurezza”. La 9iloso9ia del nostro progetto, conclude Barontini: “è quella di poter dare al prodotto la possibilità di interagire col consumatore, in maniera del tutto emozionale, addirittura con la voce stessa del produttore, che potrà così spiegare tutte quelle cose che non potrebbe mai fare con una etichetta tradizionale”. Figura 42: Rappresentazione Ecocoder. Fonte: (Food&wine 2009) Un altro modo di rivoluzionare l’esperienza utente è attraverso la modi9icazione dell’atto di stappare, ed è esattamente quello che ha fatto Helix. Helix Per molti consumatori, il rituale di stappare la bottiglia con il tappo in sughero e sentire il soddisfacente “pop” quando il tappo viene estratto, è fondamentale, oltre ad essere una parte intrinseca del DNA del vino, come dimostrano i 12 miliardi di tappi utilizzati in tutto il mondo ogni anno (Helix 2012). Il momento in cui si stappa è fortemente legato sia al piacere conviviale che il vino porta, quando condividiamo una bottiglia con la famiglia e gli amici, sia al nostro piacere sensoriale nel momento in cui si sprigiona l'aroma ed il sapore del vino (Castellani 2014). Grazie ad Helix, per la prima volta, i consumatori potranno godere di questo classico rituale, incluso il “pop” ad esso

associato, senza aver bisogno del cavatappi. Il sughero Helix presenta una serie di scanalature che si adattano perfettamente alle 9ilettature all'interno del collo della bottiglia di vetro Helix, permettendo all'utilizzatore di rimuovere il tappo senza sforzo, semplicemente impugnando e ruotando la parte superiore. Dopo l’apertura, il tappo può anche venire reinserito all’interno della bottiglia allo stesso modo, così che ad esempio una bottiglia di vino bianco possa essere risigillata e tenuta in frigorifero 9ino all’utilizzo successivo. Helix crea una barriera naturale ermetica, permettendo la conservazione delle bottiglie di vino chiuse 9ino a due anni, sia conservate in orizzontale che in verticale. Il sughero ha un impatto altamente positivo sull’ambiente. Biodegradabile e riciclabile, è al 100% rinnovabile e raccolto a mano dalla corteccia di alberi che non vengono mai abbattuti.

Figura 43: Considerazioni da parte dei consumatori di Helix.

Fonte: (Helix 2012).

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