• Non ci sono risultati.

Tabella 5 Programma presentato dall’istituto tecnico inferiore per l’anno scolastico 1928/1929 con il quale ottenne l’omologazione con i centri italiani :

3.2.2. Ettore De Zuan

Il processo di fascistizzazione delle scuole è visibile anche nel reclutamento del personale didattico, che inizialmente spettava al direttorio della Casa degli Italiani e che alla fine degli anni Venti arrivò ad essere una competenza esclusiva di Roma. Nell’anno scolastico 1923/24, centralizzata la struttura educativa con la fusione dei due istituti, bisognava assumere il nuovo direttore delle scuole unificate. Questa nomina rappresenta un ottimo esempio per evidenziare il progressivo interessamento da parte di Roma. Il Ministero degli Affari Esteri, con il beneplacito del console Mazzini, propose come direttore il professore dell’Università di Napoli Alfredo Giannini il quale, tuttavia, a seguito della forte opposizione mostrata dal presidente Fadini, rinunciò all’incarico pochi giorni prima dell’inizio delle lezioni442

. Questa situazione rafforzò la posizione del presidente della Casa che si diresse in Italia con lo scopo di trovare un degno sostituto alla proposta ministeriale. Il prescelto su Felice Mathieu, insegnante di latino ed ex ufficiale dell’esercito durante la Prima Guerra Mondiale. Il console ratificò immediatamente l’idoneità del nuovo candidato dato che offriva tutte le garanzie di «patriottismo, sapienza e buona volontà»443. Tuttavia, l’appoggio di Fadini nei confronti del nuovo direttore Mathieu svaniva dal momento che quest’ultimo si affiliava alla sezione locale del fascio - il suo nome figurava tra i primi dieci esponenti del Direttorio del Fascio di Barcellona. Per questo motivo, il 3 luglio 1924, il presidente della Casa degli Italiani comunicò al console la necessità di sostituire Mathieu, per non essersi dimostrato un valido

441

ACI, Memorie e Bilanci. 1931-1935. Volume V, Relazione Presidenziale, 1931, p. 10.

442

R. Domínguez Méndez, La fascistización de las escuelas italianas al extranjero, cit., p. 238

443 Ibidem

138

«organizzatore e […] animatore della Scuola nascente» e per non aver affermato «disciplina ed autorità sufficienti»444.

Lo stesso Fadini si incaricò di trovare il nuovo sostituto e la sua scelta cadde sul professor Ettore De Zuani. In realtà, il reclutamento del giovane professore testimoniava una prudente adesione alle direttive fascista in campo educativo. Infatti, nei mesi precedenti all’assunzione e alla presa di servizio di De Zuani, vi fu una fitta corrispondenza tra lo stesso presidente e Carlo Boselli; il motivo principale era quello di stabilire l’orientamento politico del professore. Da quello che abbiamo potuto intuire da questo scambio di opinioni tra Fadini e Boselli, al presidente interessava sapere se De Zuani fosse compromesso con il fascismo. Scriveva Boselli il 26 maggio 1924:

«Stia tranquillo, anzitutto, che posso risponderLe esaurientemente, senza bisogno di dar conto della Sua lettera all’interessato, e nemmeno di sbottonarlo, perché conosco benissimo le idee di lui in proposito, avendo avuto spesso occasione di parlarne insieme nei nostri ormai frequenti contatti.

a) Il DZ. non appartiene ai fasci, non ne ha la tessera, per la semplice ragione che è sempre stato apolitico. Ma lui, interventista e volontario di guerra (perché andò a battersi prima che la sua classe fosse chiamata), di fede monarchica, con 3 o 4 fratelli che furono tutti al fronte e furono tutti, come lui feriti (suo fratello maggiore è capitano nell’esercito attivo), non poteva non vedere con simpatia il fascismo, ma non lo è, come del resto non lo sono neppur io, per la stessa ragione che non mi occupo di politica.

b) sono profondamente persuaso, anzi ne ho la matematica convinzione, avendone appunto per caso discorso con l’interessato or non è molto, che di fronte ad una eventuale organizzazione fascista che si stabilisca in colonia, il DZ non solo la vedrebbe con simpatia, ma si schiererebbe subito fra gli iniziatori. Monarchico e patriota, e valoroso soldato, come potrebbe fare altrimenti all’estero, dove il sentimento patrio si acuisce e il Governo nostro essendo fascista»445

La successiva lettera di Boselli, datata 3 giugno 1924, ci aiuta a chiarire la situazione:

444

ASMAE, As, 1923-1928, b. 656, f.2 “Console Generale in Barcellona al Ministro degli Affari Esteri e al direttore della DGSE, Mazzini-Mussolini-Trabalza, 30/12/1923, in Ibi, p.239

La richiesta di Fadini suscitò l’opposizione del direttorio del Fascio. Informato Marchiandi dell’accaduto, il delegato del PNF telegrafò alla Direzione Generale dei Fasci Italiani all’Estero affinché promuovesse una investigazione sui reali motivi dell’allontanamento di Mathieu. L’incaricato dell’investigazione fu Cesare Gullino, il quale, al termine del suo rapporto segnalava la necessità di nominare un direttore didattico per un periodo di tre anni, incaricandolo di “eliminare ogni eventuale velleità da parte di elementi interessati a mantenere lo stato attuale favorevole alla esibizione delle loro ambizioni”. Secondo Gullino, l’avvocato Fadini si sarebbe autoproclamato “rappresentante autorizzato della colonia senza averne alcun mandato” Ibidem.

445

139

«Carissimo amico, […] ho compreso benissimo l’insidia e le sue ragioni, nonché il Suo pensiero che collina esattamente con il mio; anzi posso dirLe senza tema di sbagliarmi col mio e con quello di DZ. Tanto Lei, che DZ, ed io, siamo infatti apolitici ed abbiamo rispetto al fascismo assolutamente le stesse precise idee. Le dico francamente che se io avessi potuto l’altra volta mettere già le carte in tavola col DZ. e mostrargli la Sua prima lettera, sarebbe stato forse meglio. Ma ad ogni modo, anche senza averlo interpellato, io credo che la mia precedente lettera è già tale che può rassicurarLa. Infatti, il DZ., le dicevo non è fascista è apolitico, etc. etc., però nel caso di un’organizzazione fascista a Barcellona (ed io qui intendevo organizzazione promossa dalla Casa degli Italiani, cioè patrocinata o guidata da Lei, cosa che Le confesso non approvavo e anzi trovavo un po’ strana, non sospettando l’insidia) il DZ. non si sarebbe opposto ed avrebbe seguito la corrente. Insomma, l’argomento è un po’ difficile a spiegarsi per lettera, e io non mi dilungo molto, […] posso quindi tranquillizzarLa completamente, nel senso che il DZ. capisce benissimo la situazione […] che seguirà a puntino le Sue direttive; che ispirerà la sua condotta alla Sua»446

L’insidia menzionata altro non era che il processo di fascistizzazione in atto, basato su una continua penetrazione di esponenti filofascisti all’interno del direttorio della Casa degli Italiani e, di conseguenza, delle scuole. Fadini doveva presentare una candidatura in linea con le aspettative di Roma e delle autorità consolari, non poteva permettersi una proposta basata su considerazioni personali, perché, probabilmente, non sarebbe stata approvata e, forse, avrebbe ulteriormente compromesso la sua posizione come presidente. L’apoliticità di De Zuani poteva rappresentare una chiave di volta: per convenienza si sarebbe adattato alle direttive consolari ma le sue idee erano sicuramente più conformi a quelle del presidente, e Fadini ne voleva la conferma.

Confermato l’orientamento politico di De Zuani, il responso del presidente Fadini fu positivo ed il professor prese regolarmente servizio il 1 gennaio 1926 come direttore dell’istituto e professore di italiano, latino, greco, storia e geografia nella scuola media. Il giovane professore rimase a Barcellona per una decada circa e oltre all’insegnamento di materie letterarie, nella scuola media e in quella serale per adulti, si occupò delle varie conferenze sulla letteratura e l’arte italiana e fu il principale oratore delle commemorazioni effettuata alla Casa degli Italiani; ad esempio durante il suo primo anno di servizio tenne dieci conferenze in ambito letterario447, avvalendosi dell’uso di proiezioni, e fu l’oratore principale della commemorazione dell’entrata in guerra dell’Italia e della vittoria, tenutesi rispettivamente il 24 maggio ed il 4 novembre 1926.

446

Ibi, pp. 327-328. 447

140

A seguito della caduta del regime fascista, il 30 novembre 1944, il nuovo direttore della D.I.E.S., Enrico Bombieri informò l’ambasciatore Paulucci circa la linea d’azione che il Ministero intendeva seguire riguardo agli insegnanti in Spagna; stando alle sue parole, il professor De Zuani nonostante fosse un «elemento ottimo sotto ogni riguardo e profondo conoscitore della Spagna, continua(va) ad essere visto qui sotto la veste di agente di propaganda, sia pure culturale all’estero»448, per questo, era necessario trasferirlo in un paese dove il suo ricordo non fosse associato al fascismo. Possiamo quindi dire che, nonostante la sua apparente apoliticità ed avversione all’ideologia fascista, non titubò molto ad allinearsi con le direttive di propaganda fasciste, anzi, ne fu uno dei principali soggetti coinvolti.