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III SUBLIME MATEMATICO E ASTRONOMIA.

F IGURA 13 C ASSANO 23 M AGGIO

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sensazione di “viaggio nel tempo” come la chiamano gli alunni, li lascia silenziosi, pensierosi, muti nell’osservare la volta brillante e misteriosa e, di volta in volta, accolgo commenti che mi fanno capire quanto l’estensione dello spazio stia acquisendo dimensioni sempre più profonde. Maria Francesca, dieci anni, una sera mi disse:

«Non so, ma è come se prima lo guardavo il cielo ma non lo vedevo, poi l’ho

guardato ed ho visto una cosa ordinata e mi sentivo felice, ora lo guardo e vedo che è lontano, tanto lontano che mi fa paura».

Per me è gratificante costatare che il lavoro programmato sta procedendo in modo soddisfacente. L’idea che muove le mie intenzioni è di avvicinare i bambini a una disciplina che può sembrare ostica, ma che regala infinite emozioni.

L’astronomia, però, richiede tempo, pazienza e costanza, ha bisogno di esperire, provare e riprovare, necessita di ipotesi e pensieri. Quando si impara a conoscere il cielo veramente, si rimane estasiati nell’osservare e perdersi tra le stelle, lasciarsi rapire dalla meraviglia fino a vagare con l’immaginazione può anche far sentire quella potenza infinita della natura davanti alla quale l’uomo si sente piccolissimo e indifeso, su un pianeta tra i pianeti, in una galassia tra milioni

galassie, come diceva il nostro piccolo amico. A volte fa paura, come sostiene

Maria Francesca, ma dona l’orgoglio di sentirsi parte di esso.

Le osservazioni hanno bisogno di silenzio, questo non avviene alle prime sedute, giacché l’entusiasmo è troppo da contenere. Ma non c’è fretta e abbiamo tante sere a disposizione. Ora, abbiamo già osservato tante volte il cielo, seguito la Luna, calcolato distanze, riflettuto sulla velocità della luce. Siamo seduti su alcune stuoie, avvolti in pesanti cappotti, è inverno e aspettiamo che i nostri occhi si abituino all’oscurità lasciando apparire miriadi di stelle prima nascoste. Ognuna è diversa, ognuna ha un colore proprio e uno scintillio più o meno forte, ognuna è più o meno vicina a noi.

Aspettiamo Orione, il gigante cacciatore, che sorga sul nostro orizzonte. Sere prima abbiamo guardato stellarium e studiato il cielo invernale, l’avevamo

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guardato più volte ma l’utilità degli strumenti multimediali sta proprio nel fatto che, loro, non hanno bisogno di tempo. Col software si può andare avanti o indietro nel tempo ed osservare una costellazione sorgere e tramontare. Dunque sappiamo bene che già alle sette possiamo vedere Bellatrix far capolino dall’orizzonte. Non abbiamo annotato il tempo che impiega a sorgere, né l’ora del tramonto. Preferisco che i bambini segnino l’ora della levata e aspettino pazienti che la costellazione appaia con tutte le sue stelle (ci vorranno circa due ore d’osservazione, ma siamo abituati a tempi più lunghi) ripercorrendo così il tempo come costruzione umana.

Dopo due ore iniziano ad arrivare i genitori, fa freddo e abbiamo qualche difficoltà a restare fino a tardi, ma spesso sono proprio gli alunni ad insistere con le mamme e i papà a restare ancora un po’solo per vedere Sirio.

Per rispondere alle domande degli alunni sui movimenti di Orione e di Sirio durante la serata, lasciamo un compito ad ognuno: osserveranno dalle finestra della loro casa “la passeggiata” di Orione o di Sirio, disegnando sempre il nostro orizzonte e posizionando la costellazione (o la stella) in punti precisi in modo da poterne parlare il giorno seguente.

La discussione nasce durante l’incontro successivo. Osserviamo tutti insieme i disegni fatti dai diversi alunni che rappresentano la costellazione di Orione, posta sull’orizzonte di ognuno, in diverse ore (qualcuno è rimasto sveglio davvero fino a tardi!) Elena, 11 anni:

«Ieri, 12 dicembre, abbiamo osservato il cielo con Angela e Fiorella e abbiamo visto che alle 18 e 10 sorgeva Bellatrix, Betelgeuse subito dopo, 18 e 35 mi pare e Rigel erano le 18 e 50. La cintura tutta alle sette e Saiph alle sette e mezza. A est, naturalmente!».

Ovviamente cambia la prospettiva e il nostro cacciatore ha passeggiato per tutta la notte verso Ovest. A questo punto del percorso, ritengo opportuno riprendere una questione lasciata in sospeso tempo addietro, all’inizio degli incontri.

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Propongo, di seguito una conversazione registrata fra me e alcuni alunni di una classe quinta:

- Io «Osservando questi disegni, si muove il cielo o la Terra?» - Irene «ma in realtà o apparentemente?»

- Giuseppe «in realtà la terra»

- Pietro «però sembra il cielo, ma sembra» - Io «ma guardiamo i disegni: cosa vedete?» - Irene «a me sembra che si muove Orione» - Luca «però si muove la Terra!»

- Io«ma, allora? Chi dei due si muove?»

- Alessandra «lo dico io. Allora: dai disegni, sembra che si muove Orione e pure

quando guardiamo il cielo, però, lo sappiamo che si muove la Terra»

- Irene « ma chi te l’ha detto?»

- Alessandra «lo dicono, i libri, le maestre, (…)»

- Pietro« ma noi dobbiamo credere a ciò che vediamo e sperimentiamo, ce l’ha

detto la maestra Fiorella!»

- Alessandra «no, ci ha detto che dobbiamo ragionare sulle cose, vero maestra?» Sorrido. Mi sembra che l’atteggiamento non lasci dubbi sul fatto che i gli obiettivi siano stati raggiunti.

Per adulti e bambini, è interessante osservare, nelle serate invernali, la Nebulosa di Orione, posta al centro delle tre stelle del “pugnale” e osservabile, in una serata limpida, anche con un buon cannocchiale. Naturalmente si predispongono sempre, per ogni progetto, serate in cui si può osservare con i telescopi.

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5.6.6 I COLORI DEL CIELO

Attività 1 “Un cielo che stinge”

Il tramonto è un’ora, un colore, un’emozione, il tramonto è uno spazio, un punto, una direzione, il tramonto è un incontro: l’incontro tra il giorno e la notte.

La seguente attività nasce da un desiderio spontaneo degli alunni. Capita di sovente, aspettando le stelle, di fermarci, con gli alunni a rimirare il tramonto. Gli incontri nelle scuole avvengono quasi sempre nel pomeriggio, per non intralciare il normale andamento delle attività didattiche. Qualche volta, però, col consenso dei dirigenti scolastici, ci incontriamo al mattino, per le attività che riguardano lo studio del Sole.

Sera dopo sera restiamo attoniti davanti alla magnificenza di madre Natura che si esprime dipingendo il cielo di rossi intensi, caldi arancio, sfumature di giallo; poi tutto stinge, e si scolora il mondo, come dice Leopardi, spariscon l’ombre ed una

oscurità la valle e il monte imbruna...(Canti, Il tramonto della Luna). I bambini

sono lì, attenti, con i loro colori e i loro cartoncini, nasce così, spontaneamente, un irrefrenabile desiderio di disegnare il nostro orizzonte al tramonto.

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Il tramonto è l’incontro tra giorno e notte, tra spazio e tempo. È tempo perché si manifesta in un momento del giorno, è spazio perché avviene in un luogo preciso. Quest’attività è complementare delle lezioni sull’orientamento. Lasciamo che i bambini esprimano liberamente la loro creatività in un momento di crescita, quando l’arte manipolativa diventa quell’esperienza estetica sublime, tanto decantata da Dewey.

Ogni alunno ha un suo occhio, un suo stile, un uso diverso del tratto e dei colori. Ma, non è solo espressione estetica: è un incontro tra geometrie e forme, spazi precisi. Il bambino impara ad orientarsi osservando il luogo del tramonto, ma anche il punto in cui il Sole sorge, dove è la notte a lasciare spazio al giorno, dove il cielo scolora e si rischiara. Non ci sono segnaletiche che indichino i nostri punti cardinali, la scuola, in questo senso, punta ancora su un apprendimento mnemonico, senza punti di riferimento, senza sguardi, senza colori.

Attività 3: “I colori delle stelle”

Nel cielo estivo, in una notte limpida e senza chiarore lunare, non è difficile notare il rosso della stella Antares, nella costellazione dello Scorpione, che sul Tirreno, nelle ore civili, si staglia sovrano sull’orizzonte marino. A primo acchito le stelle sembrano tutte dello stesso colore, ma ad un osservatore attento, non sfugge la diversa tonalità che distingue alcune stelle da altre. Queste diverse

FIGURA 14- CARTELLONI REALIZZATI DA UNA TERZA CLASS E