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La famiglia e la nuova evangelizzazione – linee di proposta

Nel documento Collana SPIRITO E VITA - 51 (pagine 151-154)

gli impegni da parte del Pontificio Consiglio per la Famiglia indi-cano sempre di più questo duplice interesse: un’attenzione pastorale maggiore alla famiglia in un contesto sociale molto secolarizzato, e la consapevolezza che la famiglia va vista come protagonista in uno scenario segnato dalla urgenza evangelizzatrice.

Prima di entrare dettagliatamente in questa area, faccio una breve parentesi. mi preme indicare a questo punto una convergenza di na-tura fondamentale tra la pastorale familiare e la pastorale giovanile.

la priorità che abbiamo nella pastorale familiare è identica a quella che abbiamo nel campo della pastorale giovanile.

lo indico per due motivi: prima di tutto perché non bisogna di-menticare che la radice della sfida pastorale è identica. È vero che le proposte sono diverse, ma solo per il fatto che stiamo camminando con persone in diversi stati di vita. Restano le stesse la sete e la fame

2 giovanni Paolo II, Dalla Famiglia la Nuova Evangelizzazione, discorso al VI Simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, 11 ottobre 1985.

di un cammino trascendentale. Come la stessa è la ricerca di ciò che ha il potere di offrire significato alla vita. In secondo luogo, per evitare il pericolo di confondere la diversità della proposta pastorale con il contenuto fondamentale, che rimane sempre lo stesso: cioè l’incontro con la persona di gesù Cristo, Colui che è la buona notizia.

le grandi linee per la pastorale familiare si tracciano attorno alla verità, alla santità e alla misericordia. Sono un’ottima base per una pastorale familiare. Sono tre pilastri con l’aiuto dei quali si può offrire cammini che, da una parte, contengono la totalità della proposta di fede, e dall’altra hanno la flessibilità di incontrare le persone là dove sono, là dove queste stesse persone chiedono di essere incontrate.3

Se noi siamo convinti che l’evangelizzazione fonda la sua forza sulla irradiazione della presenza di Cristo Salvatore, la forza di gesù che attira gli uomini a lui, allora è all’interno di tale dinamica che la famiglia trova la sua giusta posizione.

Il Vangelo, essendo di sua natura una proposta, chiede di essere incarnato nei cammini delle persone, offerto a loro nel pieno rispetto della loro storia, ma anche nel pieno rispetto della loro sete e fame.

Qui non è in gioco tanto il modello della verticalità pastorale, come quello dell’essere vicini, essere pellegrini alla famiglia.

nella logica dell’ascolto e della condivisione, il Vangelo non si tra-duce come contenuto da assimilare, ma come proposta da ascoltare.

Il Vangelo, per coloro che lo accolgono, diventa vita offerta: “Per l’e-vangelizzazione non basta il Vangelo scritto; occorre anche il Vangelo vissuto (non è sufficiente la partitura musicale scritta, direbbe San Francesco di Sales, ci vogliono il suono e il canto). non basta la san-tità oggettiva dei sacramenti; occorre anche la sansan-tità soggettiva dei santi… non si tratta solo di esemplarità dei buoni cristiani, ma di sacramentalità ecclesiale; non solo di buon uso della libertà umana, ma di accoglienza della grazia divina; non solo di amore cristiano, ma dell’amore stesso di Cristo, accolto, portato e manifestato a tutti.”4

3 Sono punti offerti dal Cardinale Ennio Antonelli, nella sua introduzione al Congresso Internazionale, La famiglia cristiana, soggetto di evangelizzazione, Roma, 25-27 novembre 2010.

4 Ibid.

Ecco il primo pilastro, quello della verità. non parliamo qui di una verità ideologica, da essere memorizzata, ma della verità che diventa parola, logos – ragione che illumina, luce che aiuta nel cammino. la

“pastorale della verità” è l’annuncio che offre senso, valore e bellezza.

Ci invita a vedere la realtà umana, apprezzandola alla luce della paro-la. non è una verità astratta, ricevuta in maniera fredda. È una verità nella quale si vede la propria storia, con le sue potenzialità, con le sue grandi opportunità.

Il secondo pilastro, quello della santità, è integralmente connesso con la verità. la formazione di cristiani autentici, il sostegno verso famiglie di solida spiritualità, l’incremento di gruppi e di comunità ecclesiali unite e vive, che si lasciano animare e guidare dal forte in-flusso del vangelo, cambia la vita delle persone in una maniera quali-tativa. l’impegno a favore della propria crescita, umana e spirituale, apre la persona, la sua storia, a quel contatto con Cristo e con la sua Chiesa, che diventa esperienza positiva, assimilata come un cammino verso mete alte.

Questa scoperta della verità che diventa esperienza di santità, ‘na-turalmente’ conduce al terzo pilastro, che è quello di una pastorale della misericordia. l’impegno nel territorio attraverso la testimonian-za personale diventa lo sbocco naturale di quella verità assunta e fatta propria. Una verità che diventa energia all’interno della persona.

la fede cristiana – lex credendi – porta a compimento il suo rap-porto con gesù – lex orandi –, attraverso una vita evangelicamente vissuta con i fratelli e le sorelle – lex vivendi. Questa regola, tradotta in questi termini latini dai Padri della Chiesa, è più che mai valida oggi.

Essere seguaci di Cristo significa vivere la mistica nella semplice realtà quotidiana. Tutto quello che compone la vita sociale, diventa spazio dell’azione del credente – l’apprezzamento del bello, la dimensione culturale, il dialogo e la collaborazione nella realtà sociale politica, l’interrogativo posto da una povertà sempre più grande in una società sempre più progredita, l’ambiente educativo e quello pastorale.

Nel documento Collana SPIRITO E VITA - 51 (pagine 151-154)