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Università e Sistema preventivo

Nel documento Collana SPIRITO E VITA - 51 (pagine 174-177)

nella sua profonda riflessione offerta il 17 aprile 2008 all’Univer-sità Cattolica d’America, Washington d.C., Papa benedetto presen-tò tre punti irrinunciabili per l’identità di una università cattolica.

Punti che possono servire per accompagnare i nostri lavori in questi giorni.

Presento questi tre punti perché rispecchiano in pieno i pilastri del nostro sistema educativo, cioè richiamano il valore del sapere (ra-gione) aperto al trascendente (reli(ra-gione) in un ambiente segnato da relazioni umane adulte e mature (amorevolezza).

2.1. Verità e ideologia

Papa benedetto ci invita a trattare la verità come un bene da sco-prire e servire, e non solo come un oggetto da conquistare. la verità nella sua essenza è una verità che fa crescere e non solo come stru-mento di potere: “Rispetto al forum educativo, la diakonia della verità assume un elevato significato nelle società in cui l’ideologia secolari-stica pone un cuneo tra verità e fede”. Il rischio che esiste è quello di favorire una visione materialista del sapere e della ragione, un positivi-smo, mettendo in secondo piano, o abbandonando completamente, la visione morale, etica della stessa. Una ragione che finisce per rendere accettabile e permesso solo quello che è possibile e soggettivamente favorevole: “Adottare una mentalità positivistica che, rigettando la metafisica, nega i fondamenti della fede e rigetta la necessità di una visione morale. Verità significa di più che conoscenza: conoscere la verità ci porta a scoprire il bene”.

Se nelle nostre università puntiamo solo all’utilità dei risultati, di-menticando di far crescere le persone con una visione etica, rischiamo di favorire «una comunicazione di dati fattuali-“informativa” dimen-ticando che “la verità amante del Vangelo è creativa e capace di cam-biare la vita – è “performativa”» (cfr. Spe salvi, 2).

Ecco allora l’invito di studiare come le nostre istituzioni superio-ri possano essere spazi per una visione alternativa, quella fondata e alimentata da una retta ragione illuminata dal vangelo, evitando che gli spazi che offriamo siano solo forse spazi di clonizzazione di una cultura ideologica dominante dove “nulla aldilà dell’individuo è rico-nosciuto come definitivo, [dove] il criterio ultimo di giudizio diventa l’io e la soddisfazione dei desideri immediati dell’individuo”.

2.2. Carità intellettuale

di fronte alle sfide reali che dobbiamo affrontare, Papa benedet-to dà un nome alla proposta che non si ritira davanti a queste stes-se sfide: “carità intellettuale”. Alla domanda che tutti noi facciamo:

“Come possono rispondere gli educatori cristiani?” il Papa risponde

così: “Questi pericolosi sviluppi pongono in evidenza la particolare urgenza di ciò che potremmo chiamare “carità intellettuale”. Questo aspetto della carità chiede all’educatore di riconoscere che la profonda responsabilità di condurre i giovani alla verità non è che un atto di amore. In verità, la dignità dell’educazione risiede nel promuovere la vera perfezione e la gioia di coloro che devono essere guidati”.

Il tema della carità intellettuale non introduce un elemento estra-neo alla fatica del sapere, all’impegno della ricerca e all’urgenza dell’educare. Al contrario: la carità intellettuale richiama le radici sia della volontà come anche del desiderio. Radici sacre alimentate dalla trascendenza che, a loro volta, animano e illuminano l’intelligenza dell’educatore.

Se come agenti all’interno della istituzioni superiori non arriviamo a dare spazio alla ragione sostenuta dalla carità intellettuale, che illu-mina e dirige la conoscenza, allora sarà una ratio corta e orfana, che toglie dignità al sapiente e impoverisce l’esperienza educativa integrale alla quale hanno diritto i giovani. la ragione, ratio, senza l’anelito del mistero non arriva mai a raggiungere le vette che è capace di conqui-stare.

Il Papa nomina le conseguenze negative sui giovani e sulla società che tale percorso porta con sé: “In pratica, la “carità intellettuale”

sostiene l’essenziale unità della conoscenza contro la frammentazione che consegue quando la ragione è staccata dal perseguimento della ve-rità. Ciò guida i giovani verso la profonda soddisfazione di esercitare la libertà in relazione alla verità, e ciò spinge a formulare la relazione tra la fede e i vari aspetti della vita familiare e civile. Una volta che la passione per la pienezza e l’unità della verità è stata risvegliata, i giovani sicuramente gusteranno la scoperta che la questione su ciò che essi possono conoscere li apre alla vasta avventura di ciò che essi dovrebbero fare. Qui essi sperimenteranno “in chi” e “in che cosa”

è possibile sperare e saranno ispirati a recare il loro contributo alla società in un modo che genera speranza negli altri”.

2.3. L’Università luogo di incontro con Dio

l’università ha una missione ben precisa: “Il compito educativo è parte integrante della missione che la Chiesa ha di proclamare la buo-na novella. In primo luogo e soprattutto ogni istituzione educativa cattolica è un luogo in cui incontrare il dio vivente, il quale in gesù Cristo rivela la forza trasformatrice del suo amore e della sua verità”

(cfr. Spe salvi, 4).

Tale compito presuppone persone la cui profonda convinzione è alimentata da un amore alla ragione e al sapere, e vissuta con gioia e ottimismo nell’educare. don bosco ci ha insegnato che il sapere è un dono che va consegnato attraverso una esperienza personale e personalizzante. Il Papa commenta questa relazione con un linguag-gio che è molto vicino alla nostra tradizione salesiana: “la dinamica tra incontro personale, conoscenza e testimonianza cristiana è parte integrante della diakonia della verità che la Chiesa esercita in mezzo all’umanità”.

Ecco l’impegno accademico universitario in chiave salesiana: la ca-pacità di fare dell’incontro personale una esperienza personalizzante che esprime il desiderio di servire i giovani. Con i giovani, noi educa-tori condividiamo la sapienza e la conoscenza (ragione) attraverso una relazione educativa fondata e illuminata dalla fede (religione); una relazione educativa che, alimentata dal rispetto e dalla carità (amore-volezza), in fine li rende protagonisti con chiara identità, e non solo contenitori di conoscenza.

Nel documento Collana SPIRITO E VITA - 51 (pagine 174-177)