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il Feedback che crea nuove consapevolezze evita la reazione difensiva

Con un tale feedback la persona non si sente giudicata, al contrario sente importante il suo contributo al lavoro e la valutazione di esso, evitando così la situazione in cui possa emergere una reazione difensiva. L’atteggiamento difensivo va evitato assolutamente perché, quando è presente, la realtà viene celata da scuse e giustificazioni inesatte che non offrono alcuna

base di miglioramento della performance.

Un altro tipo di feedback ugualmente importante per la corretta valorizzazione dei collaboratori è il riconoscimento. In azienda in genere si tende a dispensarlo con parsimonia, credendo che tenere i collaboratori o i familiari in tensione sia il modo migliore per ottenere da loro performance elevate. A parere di chi scrive questa mentalità retriva porta ad ottenere esattamente il risultato opposto. Ad ogni modo i complimenti gratuiti e privi di fondamento possono essere dannosi quanto le critiche feroci. Le persone, soprattutto se si tratta di familiari che si conoscono, sanno capire quando un

131 complimento è sincero. In questo caso più che i complimenti è utile tener presente che un riconoscimento, qualora si veda un impegno sincero o una buona performance è comunque un ottimo incentivo per continuare a dare sempre il massimo.

4.4. Cos’è l’allineamento

“Che tu sei qui,

che la vita esiste e l’identità, Che il potente spettacolo continui,

e che tu puoi contribuire con un verso.” Walt Whitman

Quando si parla di allineamento nel mondo aziendale di solito si fa riferimento all’allineamento necessario all’interno della classe dirigente o di un team, per raggiungere un obiettivo o un lavoro concordato. Nel caso di un’impresa familiare, nella fase in cui in azienda convivono sia la generazione uscente che quella entrante, è importante comprendere quali sono le motivazioni profonde di ciascun componente della famiglia, quali bisogni e quali valori vi sono dietro, e qual è la modalità relazionale per cui si comunica e si intende raggiungere un determinato obiettivo. Questo è fondamentale non solo per la buona gestione aziendale, ma anche e in special modo per il mantenimento della coesione familiare, dei valori familiari e dell’efficacia aziendale. Coerentemente col metodo del coaching è però necessario fare un passo indietro, scendere cioè ad un livello più profondo. Prima di raggiungere l’allineamento tra i diversi familiari, è necessario raggiungere un allineamento interiore, quello da cui deriva la fiducia in se stessi, che conferisce autorevolezza ai nostri occhi e agli occhi degli altri.

132 L’allineamento di cui parliamo è di nuovo legato alla consapevolezza di sé. In un’ottica di passaggio generazionale i conflitti che possono nascere se non si è allineati possono essere considerevoli. Si parla di allineamento quando tutte le nostre esigenze si accordano nell’agire, integrando il fare con i valori, riconoscendo e gestendo i bisogni di cui siamo consapevoli. Solo così possiamo davvero contribuire in modo autentico a qualsiasi attività partecipiamo.

Per essere allineati è necessario che ci sia un accordo profondo tra quello che sono i nostri pensieri, la nostra razionalità e i nostri valori. In una dinamica familiare possono essere molte le convinzioni che depotenziano ed impediscono l’ottimizzazione delle risorse personali ed aziendali. Pensiamo ad esempio ad un passaggio padre-figlia in un settore generalmente maschile (cap. 2), ad esempio quello edile, in cui la donna che subentra in azienda può avere convinzioni riguardo al fatto di non essere presa sul serio dal personale dipendente, dai collaboratori e dalla famiglia stessa.

Essere allineati significa essere consapevoli delle diverse pulsioni e personalità che agiscono all’interno di noi, per governarle e ed essere integri. Dobbiamo cioè riuscire a “mettere d’accordo” la nostra mente, la parte razionale, con la nostra parte più profonda, in modo da essere coerenti e portare in azienda una professionalità integrata1. Di fatto perseguire

razionalmente un fine serve a ben poco se l’inconscio e le nostre convinzioni più profonde vanno da un'altra parte.

La realtà oggettiva è filtrata da quelle che sono le nostre convinzioni e allora si passa a giudizi, opinioni, interpretazioni.

Ma cos’è una credenza, una convinzione? Non è altro che una sensazione di certezza riguardo a qualcosa: siamo totalmente sicuri, convinti e certi che una cosa sia davvero così, per esperienza, per fede, per fiducia o per

133 qualunque altro motivo. Quindi le credenze danno sicurezza alle

persone e anche per questo le persone sono poco disposte a metterle in dubbio. Abbandonare le proprie credenze è molto sgradevole ed è anche

per questo che le persone tendono a restare aggrappate a credenze negative o limitanti1.

Le credenze possono essere: 1. Generali

Riguardano il mondo che ci circonda e come noi lo vediamo, sono cioè quelle convinzioni relative ad argomenti come la vita, la salute, il tempo, la famiglia, gli amici, il denaro, il sesso, il lavoro, la spiritualità, la responsabilità, lo sport, l’alimentazione, la giustizia 2. Personali

Sono le convinzioni che abbiamo su noi stessi, che definiscono l'idea e l'immagine che abbiamo di noi stessi

3. Regole

Sono convinzioni determinate dalle nostre esperienze che ci dicono come comportarci o non comportarci in tutte le situazioni note della vita.

Le nostre esperienze inoltre, che siano casuali o determinate dai nostri genitori o dal nostro prossimo, ci portano a credere che quella cosa è vera perché l’abbiamo vista o provata sulla nostra pelle, perché è successa a una persona amata o solo conosciuta. Mentre in realtà si tratta della nostra interpretazione, spesso inconsapevole, di esperienze vissute in prima persona e non, magari raccontate da altri, persone di fiducia come amici,

134 genitori ed insegnanti. In molti casi le traiamo anche dai libri che leggiamo, dai giornali, dalla tv e dai media in generale.

Le convinzioni sono il nostro modo di interpretare la realtà, non sono la realtà. E possono essere limitanti o funzionali1. Ad ogni modo

essere allineati significa riuscire a liberarci delle convinzioni depotenzianti riuscendo a perseguire lo scopo che ci prefiggiamo, liberi da condizionamenti e liberi quindi di agire secondo i nostri valori, agendo con coerenza e, quindi, allineati prima di tutto con noi stessi.

Il coaching punta a far emergere le contraddizioni emergenti nel momento in cui le convinzioni entrano in collisione con i propri valori o con la propria volontà. In questo modo la persona diventa consapevole e sceglie il modo più funzionale per procedere, abbandonando o mantenendo le proprie convinzioni. È ovvio che non è un passaggio semplice in quanto, come detto precedentemente, le convinzioni ci semplificano la realtà e vengono continuamente rafforzate dall’interpretazione delle nostre esperienze. Resta vero anche il fatto che senza una messa in discussione profonda delle nostre convinzioni, non può esserci una crescita personale.

In un’ottica familiare essere allineati con noi stessi significa poter tenere il timone fermamente, sicuri del nostro agire e della direzione che vogliamo dare all’azienda. Di fatto la mancanza di allineamento interiore non è mai percepita correttamente dai familiari o dai collaboratori; chi timona l’azienda, se non è centrato, viene percepito semplicemente come inaffidabile, incoerente, fasullo2.

Per essere un vero leader e condurre la famiglia in azienda è necessario agire secondo principi ben saldi, avere intelligenza emotiva per comprendere

1 Dispense sulla consapevolezza di sé, Informacoaching, Nicoletta Quagliarella/Michela

Trentin

135 quali sono i valori comuni all’interno del gruppo familiare per potenziare il raggiungimento degli obiettivi.

È bene dunque, nel momento in cui la generazione uscente deve collaborare in azienda con quella entrante, farsi domande del tipo:

- I miei comportamenti sono in linea con i miei obiettivi? - Sono sicuro di quello che voglio?

- Per quale motivo lo voglio?

- Gli altri componenti della famiglia vogliono le stesse cose che voglio io?

- Per quale motivo?

- Siamo quindi allineati o no?

- E se lo siamo, verso che cosa siamo allineati? Secondo quali valori ed obiettivi?

- Ci sono dei bisogni inconsci tra i miei familiari che è necessario che io veda?

- Se si, come posso accompagnarli perché tutti possiamo agire per obiettivi comuni?

Il coaching accompagna esattamente quel tipo di persona che ha la volontà di porsi in modo consapevole questo tipo di domande, in un’ottica di consapevolezza prima personale e poi familiare. Pensiamo ad esempio a quanto indispensabile sia l’allineamento tra un padre ed un figlio durante la loro compresenza in azienda…

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Capitolo 4

In azienda: l’intervento presso Incerpi Group