Veronica era una donna benestante, ma soffriva nel corpo di una malattia, che le impediva la gioia della maternità. Lontana parente di Giuseppe, il falegname, viveva in una bella casa lungo il Gior-dano.
Rare volte andava a trovare quel parente povero, onesto e laborioso.
E, ogni volta, il cuore provava un tuffo di dolore. Lei, ricca senza figli, loro, poveri con un figlio: Gesù. Era un bravo giovane e colla-borava al lavoro del padre. Aveva uno sguardo profondo che le fa-ceva abbassare il suo. Lo udiva spesso dire: “Lo sai, che devo occu-parmi delle cose del Padre mio!”
Se Giuseppe, a quelle parole, provasse turbamento non lo dava a vedere, ma lei, Veronica, ogni volta, rimaneva di sasso. Non lo ca-piva, quel figliolo. Giuseppe morì, che Gesù aveva da poco inizia-to a chiamare a sé i suoi discepoli. Non aveva continuainizia-to il lavoro del padre, ma aveva scelto la via della Parola. Un giorno giunse da Cirene un falegname che rilevò la bottega di Giuseppe. Gesù, che non aveva continuato il lavoro del padre, rimase per tutti il “figlio del falegname”.
Veronica continuava a stare male. Sentiva la malattia come il peso di una vergogna. Nessuno poteva aiutarla. I medici scuotevano la testa. Era sempre più triste. Suo marito, Zacchim, ricco commer-ciante, la consolava con parole e doni. Ma lei desiderava una sola cosa: guarire dalle emorragie e donare un figlio a Zacchim.
Gesù operava guarigioni, miracoli e parlava del Regno di Dio.
Veronica lo seguiva ovunque. Restava lontana, ma conosceva ogni via da lui percorsa. “Se opera guarigioni – pensò – potreb-be guarire anche me!”. Una notte era stata troppo male: forti
do-lori le avevano martellato i reni e i lini usati erano stati troppi!
“Devo andare da Lui, Lui: Via, Verità e Vita! Questo ha detto di essere. Ebbene, io conosco il suo sguardo, così profondo e giudice!
Mi avvicinerò, toccherò un lembo della sua veste e guarirò!”
Il cuore le galoppava in petto. Ansia, timore, speranza facevano di lei una donna nuova. La notte appena trascorsa era lontana, molto lontana, ora c’era l’attesa.
Gesù camminava tra la folla, che gli si accalcava, impedendogli di continuare. Veronica si avvicinò, ma un uomo di nome Giairo si fece accanto a Gesù e disse: “Mia figlia dodicenne sta morendo, Tu vieni e lei ritornerà alla vita”.
Veronica pensò: se Lui se ne va, per me è finita. Ma Gesù era co-sì vicino, ecco l’occasione! Ecco la sua fede. gli toccò un lembo del mantello “Chi mi ha toccato?” Lei arrossì e presa da paura, si pro-strò ai piedi di Gesù e disse: “Soffrivo di emorragie, ho toccato un lembo della tua tunica e ora sono guarita”.
Gesù sorrideva!
Una gioia indicibile le sciolse il cuore. Si alzò, Lui le prese le mani fra le sue e senza lasciarle gli occhi le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata, va in pace!”.
Mentre Gesù si allontanava, Veronica lo seguiva con lo sguardo.
Le sembrava di toccare il cielo con un dito. Prima di andare a ca-sa, passò da Maria, la Madre di Gesù: “Tuo Figlio, o Benedetta, mi ha guarita!”. L’abbracciò forte “Ora potrò donare un figlio a Zac-chim!” Maria le sorrise.
Il figlio nacque. Veronica chiamò quel bambino Giuseppe. Ma in cuore aveva ancora un desiderio: un ritratto di colui che l’aveva ri-sanata. Contattò un pittore e gli commissionò un ritratto di Ge-sù. Il ritratto era splendido, ma scomparve durante una sommossa, causata da Barabba. Se non avesse istigato quella rivolta, lei avrebbe ancora il ritratto del Figlio dell’Uomo!
Gesù, il figlio del falegname, suo parente fu condannato a morte Lui! Lui, che le aveva donato la vita! Avevano scelto Barabba, colui che le aveva fatto smarrire il volto di Gesù!
La folla seguiva il Nazzareno carico della croce! Veronica, presa da pietà, lasciò il piccolo a Zacchim e corse lungo la via del Calvario.
Era trascorso molto tempo, quando si accorse di tenere in mano un lenzuolino di lino, da lei tessuto per il suo piccolo.
Gesù aveva il volto grondante di sangue e sudore. Che ne era del volto che l’aveva guarita? Nulla d’uomo vi era in Lui! E quella cro-ce, così pesante. Se Giuseppe avesse visto quel figlio!
Presa da compassione si fece strada tra la folla, ma ecco l’uomo di Cirene, che lavorava nella bottega di Giuseppe, farsi carico della croce. – Grazie uomo benedetto! – Ma una guardia riprese la croce e la pose di nuovo sulle spalle di Gesù, che crollò a terra. Veronica si aprì un varco tra i soldati, si accostò a Gesù, che l’aveva riconosciu-ta. Prontamente pose il lenzuolino su quel volto grondante. Avreb-be voluto aiutarlo, ma un muro di folla glielo impedì. Impotente si alzò e lo seguì, lo seguì sino alla morte in croce.
Tornata a casa spiegò il lenzuolino per lavarlo. Meraviglia delle me-raviglie: il volto di Gesù era impresso in esso, più vero di un dipin-to! Un dono per la sua pietà.
Un dono per la sua compassione. Un dono per il suo amore! Ve-ronica aveva ritrovato quel volto, questa volta il pittore era Gesù:
vera Icona. “Io cerco il tuo volto, Signore, non nascondermi il tuo volto”.
(Pubblicata su: “Jte ad Joseph” e “Nuovo Amico”)
INDICE
Presentazioni
Silvano Clappis ... pag. 13 Glauco Faroni ... pag. 14 Marco Ferri ... pag. 15 Nota dell’autrice ... pag. 17
REALTÀ
Un grande amore ... pag. 21 Dai diari di Adriana... pag. 27 La sarta del Teatro della Fortuna ... pag. 36 Con TE accanto ... pag. 39 Il negozio ... pag. 44 Lo zio Gianni ... pag. 49 Aldo e… “el brudet” ... pag. 53 La luce del faro ... pag. 56 Il Biglietto ... pag. 59 Pescara-Spalato ... pag. 62 La gioia del dono ... pag. 66 La bella fiamminga ... pag. 68 Il bacio di un uomo ... pag. 73 La solitudine della tenerezza ... pag. 77 I colori dell’autunno ... pag. 81 Tre donne ... pag. 84 Chiacchiere di donne ... pag. 88 Il segreto svelato ... pag. 91 La tristezza dell’armatore ... pag. 96 La fede in noi “servi inutili” ... pag. 100 Da che mond è mond ... pag. 105
Tre nipoti ... pag. 108 Renata e… l’uomo ideale ... pag. 113 Amore apparente ... pag. 117 L’incontro ... pag. 122 La finestra sulla vallata ... pag. 127 Sguardo sulla memoria ... pag. 133 L’amore non è optional ... pag. 137 Quel Natale (scritto nel 1961 – pubblicato nel Giornalino
parrocchiale “Il Campanone” nel 1966 Santa Maria La Nova) ... pag. 140
FANTASIA
Lo gnomo e il fungo gigante ... pag. 145 Lo sciopero e il lavoro ... pag. 148 Il lago e il vento ... pag. 150 Un villaggio… e un saggio... pag. 153 Lo scrigno ... pag. 157 Giuseppe visita il giardino ... pag. 159 Il castello di cristallo ... pag. 164 Il bastone di S. Giuseppe ... pag. 168 Una rosa per Giuseppe ... pag. 171 Il Figlio del falegname ... pag. 174
Note biografiche
Anna Maria Battistini, nata a Fano il 6 aprile 1945. Ragioniera, ha conse-guito l’Attestato in Giornalismo presso l’Università di Urbino.
Commessa, dipendente del Comune di Fano; ora in pensione svolge va-rie attività di volontariato. Poetessa e scrittrice ha ricevuto numerosi rico-noscimenti e premi in diverse città d’Italia, tra gli altri: “Premio Frontino Montefeltro”, “Premio Taormina”, “Premio Guglielmo Marconi” Torino,
“Premio Lerici”.
Ha pubblicato:
“Pagine di diario” (poesie); “L’umiltà della solitudine” (poesie); “Uno sguardo attorno” (racconti); “Il fiume dei sentimenti” (poesie); e due ro-manzi in cerca di editore…
Un grazie al momento storico dell’Anno della Misericordia indet-to da Sua Santità Papa Francesco che vede pubblicata questa mia opera.
Si ringraziano:
Antonio Mastrovincenzo, Presidente del Consiglio Regionale delle Mar-che; Renato Claudio Minardi, Vice Presidente del Consiglio Regionale del-le Marche; Silvano Clappis, giornalista e scrittore; Glauco Faroni, scrittore;
Marco Ferri, Direttore Biblioteca Federiciana; Domenica Uncini, per le fotografie; Roberto Bergamotti e Cinzia Sperandini, per l’aiuto tecnico; i fratelli Angelo e Luca Gregorini, per i disegni della loro infanzia.
In modo particolare, la mia cara amica, Lucia Campanelli per la sua de-dizione e pazienza nella stesura di questo libro.
Grazie allo Staff del Centro Stampa Digitale del Consiglio regionale delle Marche.
Stampato nel mese di Maggio 2016 presso il Centro Stampa Digitale dell’Assemblea legislativa delle Marche
editing Mario Carassai