3. La Sicilia creativa e contemporanea.
3.5. Fiumara d’Arte
La fiumara di Tusa, un tempo, era un fiume che attraversava i monti Nebrodi per più di 21 km. Il fiume era andato scavando un percorso a tratti nascosto e misterioso, che altre volte si apriva su orizzonti rigogliosi, ricchi di una vegetazione abbondante, dove il verde e il blu si alternavano con entusiasmo. Oggi il letto svuotato del fiume ospita un percorso artistico voluto da Antonio Presti.
Nel 1982 Antonio Presti, già collezionista di opere d’arte contemporanea, decise di contattare lo scultore Pietro Consagra commissionandogli una grande scultura in memoria del padre, da porre sul letto prosciugato di un fiume che dai Nebrodi scendeva al mare (la “fiumara”, appunto), dal simbolico titolo La materia poteva non esserci, inaugurata nel 1986.
Presti, tuttavia, che aveva in mente un progetto più ampio, qualcosa da lasciare alla natura e da regalare alla comunità, con l’iniziale appoggio dei sindaci dei comuni limitrofi alla zona della fiumara, bandì un concorso a sue spese e contattò e convocò molti altri artisti (Tano Festa, Italo Lanfredini, Paolo Schiavocampo, Antonio Di Palma, Hidetoshi Nagasawa), i quali progettarono alcune delle opere più conosciute del parco, da incastonare minuziosamente lungo il percorso del fiume e in alcune delle location più interessanti del panorama di Tusa, nelle campagne o nei piccoli centri, dunque non sui terreni privati di Presti, bensì su terreni demaniali preventivamente concessi.
Lo Stato, legittimo proprietario delle opere, avrebbe dovuto garantirne la manutenzione, la fruizione pubblica, la custodia, la valorizzazione. Ma le cose si complicarono rapidamente, non essendosi instaurato alcun dialogo con i rappresentanti delle istituzioni.
Il progetto prese forma, ma dal 1990 al 1993 i lavori si bloccarono e su Antonio Presti si abbattono contemporaneamente cinque provvedimenti giudiziari emanati dal pretore di Santo Stefano di Camastra, che lo condannavano a quindici giorni di reclusione e ventitré milioni di multa, e alla demolizione delle sue opere per abusivismo edilizio, in qualità di
responsabile di aver "alterato il normale aspetto del territorio". I sindaci che prima lo appoggiarono si tirarono indietro. Partì un’ondata di mobilitazione generale composta da mass-media, artisti, poeti, studiosi, intellettuali e altre istituzioni appartenenti allo scenario della cultura italiana, ma composta anche da gente comune che rivendicavano la legittimità dell’azione di Presti su quei territori, attraverso manifestazioni da Roma a Palermo, di fronte alla sede della Regione Sicilia, per esortare il governo regionale ad agire per evitare la demolizione del parco, e per sollecitare l'intervento dell’allora ministro dei Beni Culturali e Ambientali, affinché facesse partire un'interrogazione parlamentare per "intervenire con la massima urgenza per fare cessare lo scempio e la persecuzione delle autorità locali nei confronti dell'iniziativa di Antonio Presti, che ha costituito attorno alla Fiumara di Tusa un nuovo ed eccezionale comprensorio artistico, culturale e paesistico di rilievo internazionale".
Intanto, per arginare le polemiche causate dall’utilizzo del territorio pubblico, Presti decise di invitare gli artisti in uno spazio privato, e inaugurò, nel 1991, l'Atelier sul mare, un albergo a Castel di Tusa, la cui realizzazione delle camere fu affidata a vari artisti che crearono delle stanze a tema dedicate a scrittori ed artisti del Novecento. L’albergo in poco tempo divenne residenza di giovani artisti stranieri, spazio espositivo per artisti siciliani, e venne anche creata la Fondazione Fiumara d’Arte con sede a Tusa e distaccamenti a Librino (Catania) e a Palermo, sedi di progetti per il risanamento di quartieri degradati attraverso l’arte contemporanea.
Solo nel 2006, grazie all’intervento del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la lunga battaglia contro le istituzioni si è chiusa e, finalmente, è stato riconosciuto il Parco di Fiumara d’arte, anche per merito del Governo regionale, che ha approvato l’istituzione del percorso turistico culturale di Fiumara d’Arte.
Lo slancio dell'adesione internazionale all'opera di Presti, negli anni, si è progressivamente concretizzato in un pubblico costante che visita la Fiumara d'Arte che è diventata, di fatto, un bene patrimoniale dell'umanità. Gli anni passano e, parallelamente al silenzio dello Stato, il flusso crescente di visitatori continua a testimoniare, con la sua presenza, la vitalità della Fiumara d'Arte.
Non a caso, in occasione della prima edizione dell’Italian Heritage Award
2013, con l’assegnazione di numerosi Premi Internazionali per la
valorizzazione dei Beni Culturale, Antonio Presti ha vinto il premio “per il restauro dell'arte contemporanea, a suggello del grande impegno profuso per la conservazione delle opere di Fiumara d'arte, da lui volute superando tutti gli ostacoli costantemente frappostisi”.
Nel 2014 è partito un progetto per realizzare il porto turistico nella località di Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina. La convenzione è stata sottoscritta dal sindaco e dal presidente del consiglio, dal presidente del consorzio Valle dell’Halaeso, dall’assessore alle Attività Produttive, dall’assessore al territorio Ambiente, dall’assessore all’infrastrutture e della Mobilità, dall’assessore al Turismo e Sport, dal
direttore dell’ente Parco dei Nebrodi e, naturalmente, da Antonio Presti in qualità di presidente della Fondazione Fiumara d’Arte.
Tra i vari punti del protocollo firmato, l’istituzione di una “Consulta del Bello”, presieduta da Antonio Presti, l’elaborazione di un programma comune per lo sviluppo di azioni finalizzate alla trasformazione delle infrastrutture da creare nel territorio in manufatti di grande valenza artistica, e l’impegno ad inserire negli atti di gara, tra le altre, specifiche clausole volte a consentire che le opere d’integrazione paesaggistica possano essere ideate, progettate e realizzate dalla Fondazione Fiumara d’Arte nell’ambito dei lavori di realizzazione dell’opera portuale. L’opera prevede la costruzione di 749 posti barca di grandezza diversa, per una spesa complessiva di 55 milioni di Euro.
“La Sicilia”, dichiara Antonio Presti, “ha bisogno di una nuova stagione improntata a una nuova politica di cambiamento, sviluppo e innovazione. Il nostro mare, quale luogo privilegiato del traffico commerciale e turistico, è una nuova centralità da cogliere. È dentro quest’ambito che la realizzazione del porto turistico di Santo Stefano di Camastra diventa tappa obbligata di un processo di rilancio per il territorio dei Nebrodi e dell’intera economia della Sicilia”.