2. ARTE CONTEMPORANEA E NUOVE FRONTIERE DEL TURISMO CREATIVO
2.3. Il Sistema Istituzionale dell’Arte Contemporanea
2.3.1. Il Pubblico dell’Arte Contemporanea
Secondo quanto emerge dalle ricerche Centro Studi e Ricerche Associazione Civita51, articolate con diverse tecniche, come interviste e
osservazioni sul campo, o “indagini osservanti” sui musei, il settore dell’arte contemporanea attrae maggiormente i più giovani, e il suo potenziale di crescita è enorme.
Nello specifico, dal punto di vista socio-demografico, il pubblico dell’arte contemporanea è costituito dai più giovani, in particolare nella fascia d’età 25-34 anni; è discreto il numero di adulti e di coloro che hanno un livello di istruzione medio-alto; un’affluenza maggiore si registra dal pubblico femminile.
Il grado di istruzione, si è visto, è particolarmente elevato: la maggior parte dei visitatori possiede un diploma di laurea o post laurea e ha un’elevata frequentazione dei musei: in media, un visitatore su quattro ha visitato oltre dieci musei nell’ultimo anno. Questo dato conferma un fatto già noto agli operatori dei musei, e cioè che il loro pubblico è, almeno formalmente, colto.
Alla luce di queste prime considerazioni, emerge il profilo di un visitatore con una solida cultura di base, interessato e curioso a sviluppare le sue conoscenze e competenze artistiche. Soprattutto negli eventi d’arte contemporanea, la motivazione alla visita è data dal desiderio, dalla curiosità
51 Centro Studi e Ricerche Associazione Civita, Report “Il pubblico dei musei di arte
e dall’apertura mentale alla conoscenza, attraverso un apprendimento di tipo informale.
La visita è un’esperienza condivisa, ha una durata media pari a circa un’ora e venti minuti, ed è condotta dalla maggior parte dei visitatori col partner o con amici.
Tra i visitatori è possibile riscontrare la presenza di soggetti che si dedicano a settori affini all’arte contemporanea, come chi si interessa di produzione artistica in generale, architettura, grafica e design, fotografia, cinema televisione, critica d’arte , giornalismo e editoria. Tuttavia, nel totale, solo un quarto del pubblico svolge un’attività attinente alle arti contemporanee, mentre la restante parte degli intervistati è occupata in attività non attinenti all’arte contemporanea: un segnale nettamente positivo, che dimostra che il pubblico dell’arte contemporanea non è motivato solo da un interesse professionale.
Si riscontra un elevato livello di soddisfazione, sia per quanto riguarda i servizi aggiuntivi, sia per l’allestimento delle opere;; l’unica critica rilevata si riferisce all’orientamento del percorso attraverso le diverse sale, ma questo è un difetto comune a molte istituzioni museali anche di altri generi.
La fedeltà al museo è uno dei caratteri più interessanti del pubblico dell’arte contemporanea. Il maggior numero dei visitatori stranieri si concentra nel periodo estivo, ma è comunque distribuito durante tutti i dodici mesi della rilevazione. La ripetizione della visita al museo era confermata da buona
parte dei visitatori. Molti dichiarano di aver visitato più musei durante l’anno di aver fatto altrettanto per le mostre.
Non solo, ma se andiamo a vedere le informazioni sulla mobilità del pubblico, scopriamo che quasi la metà ha visitato almeno una mostra nel proprio paese, e buona parte afferma di averlo fatto all’estero. Il pubblico dell’arte contemporanea, dunque, è disponibile a viaggiare per soddisfare i propri interessi culturali.
2.3.2. Il Mercato
Il mercato dell’arte contemporanea comprende tutte le sue varie esecuzioni (video-arte, pittura, fotografia, scultura, arte digitale, disegno, musica performance, installazioni) e include tutto ciò che è stato prodotto dagli anni sessanta ad oggi. Viene definito come “un sistema complesso articolato a vari livelli (internazionale, nazionale e locale), e l’interdipendenza tra questi attori crea il sistema dell’arte contemporanea, che collega agenti, industrie e mercati che svolgono il circuito di produzione, diffusione e vendita del prodotto artistico. Tale mercato è, pertanto, un aggregato di estensione e di complessità tale da poter essere considerato come un cluster di operatori, di importanza e peso variabile, che offrono, con finalità diverse (a fini commerciali e culturali), e in strutture apposite (gallerie, case d’asta, fiere, musei, fondazioni), beni di lusso ad alto contenuto simbolico, atti a
soddisfare un bisogno estetico e culturale che il consumatore manifesta come alternativa nell’utilizzo del suo potere economico”52.
Dal lato dell’offerta abbiamo case d’asta, fiere, galleristi e artisti che producono beni e servizi per il mercato dell’arte contemporanea.
A supporto della loro attività vi sono imprese che offrono servizi di consulenza informativa o di organizzazione di eventi promozionali e culturali. L’Art advisor è il consulente esperto d’arte (a cui si possono aggiungere Private Banking, art consultant e case d’asta) che svolge un ruolo di intermediazione tra la domanda e l’offerta di beni artistici, solitamente attivo all’interno di una struttura di art banking. Oltre alla competenza specifica in materia di storia e critica d’arte, l’art advisor conosce le regole del mercato internazionale ed i prezzi dei beni artistici ed è in grado di consigliare al meglio il cliente, sia in caso di valutazioni di patrimoni d’arte, sia in caso di compravendita di opere d’arte o di tutte le problematiche annesse alla buona gestione di una collezione.
I servizi offerti, che potremmo generalizzare a tutte le società di Art Advisory, sono53:
Valutazioni e stime;
Expertise (analisi storica, critica e tecnica del quadro per un’esatta attribuzione del valore);
Vendita e acquisto;
52 cit. Alessia Zorloni, L’economia dell’Arte Contemporanea, Franco Angeli, Milano 2011 53 Ibidem
Perizie assicurative; Inventari e catalogazioni; Gestione e valorizzazione:
consulenza per la formazione di una nuova collezione o per il miglioramento ed ampliamento del patrimonio già esistente;
Consulenza fiscale e legale;
Conservazione e restauro (mantenere un’attenta conservazione delle opere e intervenire chiedendo un restauro).
Da un servizio di questo tipo, le banche possono trarre molteplici vantaggi: fidelizzare la clientela privata, sviluppare un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza attraverso l’offerta di un servizio professionale, raggiungere un nuovo tipo di clientela attraverso soluzioni di investimento ad
hoc e diversificate.
In Italia, i servizi di Art Advisory si stanno lentamente sviluppando, per rispondere alla crescente domanda di consulenza della clientela privata (Gruppo Intesa Sanpaolo, Unicredit, o Monte dei paschi di Siena).
Dal lato della domanda abbiamo collezionisti privati, imprese, fondazioni, musei ed enti pubblici, che per motivazioni culturali, finanziari o sociali, acquistano arte. Non è un caso che, oltre alle fondazioni, che per anni hanno acquistato opere d’arte e creato preziose collezioni con lo scopo di documentare la propria storia locale e di creare un patrimonio artistico di inestimabile valore, anche le banche siano entrate vivacemente in questo campo, per cercare di offrire ai propri clienti un servizio di consulenza
nell’acquisto e vendita di beni artistici. La domanda di beni e servizi funzionali al sistema dell’arte ha origine da quattro categorie di agenti economico-sociali: i collezionisti privati, le imprese, gli enti pubblici e le istituzioni culturali. Dai bisogni di ognuna di queste categorie scaturisce una specifica domanda di beni e servizi collegati al sistema dell’arte.
Funzionali: si ricercano quando l’individuo prova una tensione provocata da una preoccupazione di un bisogno. L’arte potrebbe soddisfare un bisogno funzionale quando viene acquistata con intenti decorativi (arredare in modo piacevole la casa) o speculativi.
Culturali: quando offre un beneficio di tipo educativo. Un gran numero di studi, ad esempio, ha provato che l’acquisizione di conoscenza è una delle ragioni principali per cui le persone visitano i musei e le gallerie d’arte.
Simbolici: si riferiscono al significato che il prodotto acquisisce a livello psicologico e sociale, ma sono anche legati agli aspetti semiotici: il consumo di prodotti artistici rivela, infatti, da un lato gli aspetti della personalità e del livello di cultural dell’individuo, dall’altro la ricerca di un determinato status sociale;
Emotivi: sono legati al desiderio di un’esperienza stimolante e divertente e si legano alle sensazioni e alle fantasie apportate dall’esperienza di consumo.
Pur se collegato a obiettivi istituzionali prevalentemente differenti (la promozione culturale), il bisogno artistico e la conseguente domanda di
opere ad esso funzionali degli enti pubblici (musei, enti, comuni, province) ha alle spalle motivazioni sostanzialmente simili a quelle delle imprese. Tuttavia, rispetto a queste ultime, le istituzioni culturali svolgono un’attività promozionale più condizionata dalla gestione burocratica che li caratterizza tradizionalmente, e quindi meno orientata al mercato.
Ad agire tra la domanda e l’offerta, ci sono i mercati dell’arte contemporanea, fondamentali per l’analisi concorrenziale, strategica e strutturale del sistema. I mercati fondamentali sono quattro e si possono così descrivere54:
CLASSICAL TEMPORARY: è un mercato globale, formato da opere d’arte di artisti viventi classici del contemporaneo, anche appartenenti a scuole diverse che, attivi fin dagli anni settanta, hanno profondamente influenzato il mercato dell’arte contemporanea internazionale e sono diventate ormai delle superstar. È un mercato concentrato, con alte barriere all’ingresso, controllato da poche decine di operatori e caratterizzato da un numero ridotto di grandi e potenti gallerie, spesso organizzate come vere e proprie aziende commerciali che crea network con altre gallerie, e, nei casi più importanti, con filiali in altre città, che offrono le loro opere a clienti facoltosi (grandi collezionisti, banche, società) e a istituzioni (musei e fondazioni), e
cercano di acquistare il controllo della produzione degli artisti con contratti in esclusiva, almeno per la propria area nazionale;
AVANT-GARDE: formato dagli artisti emergenti più quotati, gestiti a livello internazionale dalle gallerie più potenti ed esclusive, e che, grazie alle loro mostre dell’ultimo decennio, hanno incominciato ad attirare l’attenzione della stampa di settore, essendo presenti alle principali manifestazioni d’arte contemporanea o avendo vinto importanti premi a livello internazionale.
Questo mercato, controllato da poche decine di operatori, è in grado di determinare le tendenze emergenti, ha un forte impatto commerciale procurando grossi guadagni ma anche perdite e caratterizza il collezionismo di nicchia dell’arte contemporanea. Il ruolo dei galleristi si concentra nei centri artistici di maggior rilievo come New York, Londra, Berlino, Colonia e Parigi, ed è di fondamentale importanza nella prima fase di scoperta e valorizzazione.
ALTERNATIVE: mercato nel quale operano artisti riconosciuti e giovani emergenti, che sono espressione dell’identità culturale nazionale, presenti alle principali fiere d’arte contemporanea nazionali, e invitati anche ad esporre in spazi pubblici. Si tratta di un segmento di mercato che offre buone possibilità, e si rivolge ad un collezionista moderatamente innovativo che non può permettersi opere costose ma con un buon gusto.
JUNK: il mercato junk è quel segmento che si occupa della vendita, in ambito locale, di quadri che soddisfano un bisogno decorativo e che si rivolgono ad arredatori d’interni interessati a creare ambienti in magazzini, supermercati, department store, dai corniciai o anche nelle bancarelle per le strade per poche centinaia di euro.
Quindi nell’espansione del mercato delle opere d’arte contemporanea si assiste al passaggio da un mercato locale e concorrenziale (minimo potere di fissazione del prezzo), caratteristico dell’opera dell’artista giovane, non affermato che si affida al piccolo mercante o collezionista per rivendere la sua opera, al mercato nazionale, imperfettamente concorrenziale (medio potere di fissazione del prezzo), riguardante le opere dell’artista affermato adocchiate da un grande collezionista.
Schematicamente, quindi, il sistema dell’arte contemporanea, ovvero l’intreccio di interdipendenze che collega agenti, industri e mercati che svolgono attività di produzione, promozione e scambio di beni e servizi a questo funzionali, è rappresentabile in questa figura.
Fonte: Zorloni Alessia, “Structure of the Contemporary Art Market and the Profile of Italian Artists”, International Journal of Arts Management, 2005
A supporto dell’attività di artisti, galleristi e case d’asta operano tutte quelle imprese che offrono servizi di consulenza finanziaria o legale e che possono occuparsi del trasporto, dell’assicurazione o del marketing delle opere. Il mercato dell’arte genera dei notevoli impatti indiretti, e le relative attività economiche possono essere suddivise in 3 categorie: le attività secondarie (quali i servizi di art advisory, la pubblicità, le fiere, l’assicurazione delle opere, il trasporto, le tecnologie), le occupazioni generate dai servizi secondari e il turismo culturale.
L’IMPATTO ECONOMICO INDIRETTO DEL MERCATO DELL’ARTE SPESA IN MILIONI DI EURO RISPETTO AL SETTORE
Fonte: McAndrew C., The Global Art Market in 2010: Crisis and Recovery, Tefat, Helvoirt., 2011