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33 Martha Friel, Valori e prassi del turismo culturale, Tafter Journal,

1.5. Il Turismo Creativo

1.5.4. Realtà creative Italiane

L’Italia  possiede  un  patrimonio  storico  artistico  di  riconosciuto  valore,  uno  dei   più amati e studiati al mondo, che per quantità e qualità, in un contesto di crisi economica come quello che accompagna il Paese da ormai quasi cinque anni, pone sempre più stringente il tema del miglioramento della gestione  in  cui  potrebbe  benissimo  inserirsi  l’apporto  del  turismo  indotto  dalle   ICC.

Sia   per   incrementare   l’efficienza, sia per cogliere le opportunità di una visione strategica integrata del patrimonio con il sistema economico e sociale, emergono nuove pratiche e nuovi modelli di riferimento, con un ruolo crescente per le nuove tecnologie digitali e continuando a promuovere gli aspetti sociali del territorio.

Dal  punto  di  vista  della  dimensione  della  produzione  dell’industria  creativa  e   culturale siamo al terzo posto in Europa, anche senza un sistema che si sia

dotato di politiche volte a favorirne lo sviluppo. Fa ben sperare il fatto che il prossimo Quadro Strategico Nazionale, attualmente in fase di negoziazione, fa riferimento per la prima volta al tema delle industrie culturali e creative. Così  facendo,  seguiremmo  la  linea  tracciata  dall’Unesco  sulla  visione  futura del ruolo del patrimonio: lo sviluppo sostenibile.

In questa logica contemporanea, patrimonio e creatività sono esplicitamente indicati   dall’Unesco   come   elementi   sinergici   e   propulsivi   sia   per   la   crescita   culturale sia per le ricadute economiche e sociali, soprattutto in una logica di rete. Nel Creative City Network cui sono presenti due città italiane, Bologna (per  la  musica)  e  Fabriano  (per  l’arte  della  fabbricazione  della  carta)  ed  ogni   anno vengono presentate nuove candidature tra cui, di recente, quella di Torino come capitale del motorismo storico e del design, e Pesaro città della musica.

In   questa   direzione   vanno  anche   le   conclusioni   del   “Rapporto Italiadecide39

2014 - Il   Grand   Tour   del   XXI   secolo:   l’Italia   e   i   suoi   territori”, che si è

concentrato sulla necessità di integrare le politiche del turismo con quelle industriali, culturali e territoriali.

Il  patrimonio  museale  e  archeologico  è  solo  una  delle  componenti  dell’offerta   culturale basata sul patrimonio, che si compone di molti altri elementi di cui si avvantaggiano   i   cittadini   italiani   insieme   ai   turisti   stranieri.   A   parte   l’EXPO   2015, ormai sono numerosissimi gli eventi e le manifestazioni ritrovabili in Italia  sono,  grazie  all’offerta  non  di  prodotti  ma  di  contesti  creativi,  una  leva   preziosa  per  tutto  la  sfruttando  anche  la  notorietà  del  Made  in  Italy  per  l’Italia.  

39 Associazione senza fini di lucro denominata, di ricerca per la qualità delle politiche

Basta   pensare   all’importante   indotto   turistico   che   riescono   a   coinvolgere   fenomeni come il Salone del Mobile, il Cersaie, Vinitaly, Artissima, Sigep Ecomondo  o  It’s  Tissue,  Eataly, etc.

Nel report Symbola-Federculture vengono elencate una serie di iniziative a sfondo creativo40: per quanto riguarda il patrimonio immobiliare inutilizzato,

l’Agenzia  del  Demanio  ha  emanato  una  serie  di   dismissioni e ha pubblicato nel marzo del 2014 il Primo Bando Unico ad offerta libera avente ad oggetto cinque importanti complessi immobiliari, molti dei quali inseriti nel programma   “ValorePaese–Dimore”:  due   in  Friuli   Venezia   Giulia   (Castello  di   Gradisca  D’Isonzo  a  Gorizia e un immobile nel centro storico a Trieste), uno in Puglia (Ex Convento S. Domenico Maggiore Monteoliveto a Taranto) uno a Loreto (Casa Nappi) e la curiosa iniziativa della cessione per 99 anni della proprietà   superficiaria   dell’Isola   di  Poveglia   nella laguna di Venezia. Con lo scopo  di  evitare  che  l’Isola  di  Poveglia  si  trasformi  in  un  nuovo  hotel  di  lusso   veneziano,   un   comitato   di   cittadini   hanno   costituito   un’associazione   e   promosso  una  raccolta  fondi  (“Poveglia - 99  euro  per  99  anni”)  con la quale si devolvono 19 euro come iscrizione all'associazione e 80 come donazione (che,  in  caso  di  perdita,  verrà  restituita),  al  fine  di  partecipare  all’asta  per  fare   dell’isola  un  luogo  aperto  a  tutti,  adibito  a  parco,  orti  urbani  e  attività  culturali- creative e sociali improntate alla sostenibilità.

Un esempio di particolare attività in questo senso è la città di Ferrara, sito Unesco per il suo centro storico dal 1995, dove di recente hanno preso forma interessanti realtà associative legate a settori urbani che nulla hanno a che

fare  con  il  titolo  di  sito  Unesco:  tra  queste  “Città della cultura/cultura delle città”   nel   2013,   “Spazio   Grisù”   nel 2012 (prima factory creativa della regione Emilia Romagna) e il “Consorzio Wunderkammer” nel 2011, tutte aventi il fine di riattivare spazi ed edifici sottoutilizzati attraverso azioni partecipate di rigenerazione urbana e sostegno alle piccole imprese creative. Un progetto interessante che evidenzia le possibilità di coinvolgimento di artisti, pubblico e territorio è anche   quello   portato   avanti   dall’associazione   “Aparte” legata al “Centro  per  l’Arte  Contemporanea  Luigi  Pecci” che ha promosso  un  ciclo  di  incontri  per  gli  “Artisti  a  Km0”,  durante  i  quali,  tra  il  2012   e il 2013, artisti pratesi attivi nel campo delle arti visive, con performance di varia natura, hanno spiegato il proprio fare arte a un pubblico cittadino che ha sempre riempito la sala, a fronte di pochissimi ingressi registrati normalmente al museo. “Ammappa   l’Italia,” un innovativo format per la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale del Bel Paese. Con l’obiettivo  di  dimostrare  la  percorribilità  a  piedi  del  territorio  italiano,  chiunque   può condividere online la descrizione dei percorsi di propria conoscenza. Una sorta di enciclopedia, libera e gratuita, dei sentieri, delle strade bianche, delle mulattiere, che solo le persone del luogo conoscono e che, messi insieme, permettono di organizzare anche trekking di più giorni per le campagne  italiane  e  di  passare  da  un  paese  all’altro.  Un  archivio aperto e in lenta costruzione dei percorsi di cui e tutti gli utenti si scambiano anche suggerimenti su dove dormire e mangiare.

Sempre più operatori ed enti locali del nostro paese comprendono la necessità di gestire il patrimonio culturale in modo integrato anche dal punto di vista territoriale.   In   Piemonte,   il   bando   “Le risorse culturali e

paesaggistiche del territorio: una valorizzazione a rete”   della   Compagnia   di  

San Paolo, che ha indicato esplicitamente la chiave della progettazione a rete ai partecipanti e ha stimolato la presentazione di 186 progetti in Piemonte e Liguria appartenenti a più settori culturali e creativi, su più luoghi, o su entrambi.

Il recente Smart City Index,  che  quest’anno  misura  il  livello  di  capacità  delle   città italiane di utilizzare il digitale a fini turistici e culturali, dimostra come siano soprattutto le grandi città metropolitane (Roma, Bologna, Torino e Firenze) e alcune altre città medie (in particolare Rimini, Ferrara, Ravenna, Bolzano  e  Bergamo)  ad  essersi  attrezzate  in  questo  senso.  L’applicazione  al   settore dei beni culturali delle nuove forme di comunicazione partecipata e della multimedialità, con applicazioni per smartphone e di realtà aumentata come QR code, sta trovando utilizzo e cresce sempre più. Anche sul piano della comunicazione didattica si registra da parte delle realtà più dinamiche la   tendenza   a   innovare,   con   un   passaggio   dal   paradigma   dell’edutainment (education and entertainment) a quello del playful learning che vede il visitatore parte attiva e non ricettore passivo di educazione e intrattenimento. Il tema della partecipazione delle comunità locali, anche se non sempre di facile attuazione, è un altro aspetto che caratterizza le più recenti tendenze sul territorio nazionale, dove stanno trovando un ruolo chiave le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, dai nuovi media e dai social network per favorire processi di condivisione e coinvolgimento nelle pratiche di gestione dei patrimoni, specie di quelli con meno attenzione o risorse.

Da  tutto  ciò  emerge  che,  per  risollevarsi  da  questa  crisi,  l’Italia  deve  puntare   sui suoi talenti, cogliere il potenziale delle nuove tecnologie per rilanciare i

territori e il loro saper fare, investire sulla bellezza e sulla coesione che ci aiutano   a   competere,   potenziare   la   ricerca   per   sostenere   l’innovazione   tradizionale delle nostre imprese.

2. ARTE CONTEMPORANEA E NUOVE FRONTIERE