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58 Car Ant., Quotidiano “Il Tempo”, L’arte contemporanea spalanca le porte,

2.5.4.   Parchi d’Arte Contemporanea

I  parchi  d’arte  contemporanea  sono  una  realtà  ancora  poco  conosciuta,  ma   costituiscono un esempio interessante sul fronte delle interazione tra arte contemporanea e turismo. Per parchi d'arte contemporanea, o "parchi- museo",   s'intendono   “quelle realtà territoriali, naturali urbane che si caratterizzano per la precisa volontà progettuale di legare a sé la scultura contemporanea: realtà diverse, alle quali appartengono tanto il giardino d'artista, quanto il parco pubblico e le grandi collezioni private di scultura

all'aperto, che portano l'arte fuori dagli abituali circuiti del turismo di massa per  scoprire  un  turismo  d'arte  locale  che  suscita  grande  interesse”68

Secondo  l’opinione  di  molti,  i  parchi  d’arte  sono  delle  realtà  le  cui  potenzialità   sono oggi ancora molto sottovalutate: i sostenitori ritengono che siano strutture, in primis, in grado valorizzare genuinamente il territorio, e con delle inevitabili ricadute positive sul turismo; in secondo luogo, che meriterebbero maggiore   visibilità   perché   fanno   sì   che   i   visitatori,   all’interno   di   uno spazio condiviso,  entrino  in  contatto  ravvicinato  con  l’arte  contemporanea,  la  quale,   si sa, in un pubblico non specialistico genera, molto spesso, diffidenza e senso di estraneità. Il canale maggiormente diffuso per conoscere i Parchi d’Arte   resta   la   partecipazione   diretta   ai   loro   eventi   distribuiti   durante   tutto   l’anno,  ma  per  lo  più  nei  mesi  estivi.

I parchi e i giardini di sculture, dei veri e propri progetti site-specific, possono essere considerati dei veri e propri progetti di Land art che si sono sviluppati in numero e qualità considerevoli in Italia e in Europa a partire dagli anni Sessanta, di cui restano, oggi, poche tracce, ma su cui si sono recentemente attuate azioni di recupero attraverso interventi specifici, mirate a rafforzare il connubio arte-natura, per ottenere un risultato quasi esclusivamente intellettuale e un esempio di sostenibilità declinata in chiave artistica locale e nazionale,   sebbene,   per   parchi   d’arte   non   si   intendano   solamente   spazi   esclusivamente naturali, ma anche quelle realtà che hanno preferito

esprimersi in un contesto più urbanizzato e con una ben precisa idea progettuale.

Sono  parchi  d’arte illustri tutti quei giardini cinquecenteschi che assecondano il concetto di giardino  all’italiana, sorto con il fiorire della civiltà delle ville nel corso   del   Rinascimento,   con   la   nuova   destinazione   d’uso   specifica,   che   è   quella   di   ospitare   opere   d’arte contemporanea: quando ciò avviene, si ripropone esattamente ciò che, già nei primi anni cinquanta, Peggy Guggenheim  aveva  messo  in  atto  rievocando  quest’uso  degli  spazi  naturali,   con  l’apertura  al  pubblico  del  suo  prezioso  giardino  di  sculture  veneziano che ospitava opere dei massimi artisti  dell’avanguardia  internazionale.  

Non   è   una   novità   che   l’Europa   cerchi   di   rendersi   più consapevole riguardo alle relazioni arte-ambiente, tenendo in considerazione la complessità del suo stesso contesto, nel quale la dimensione storico-culturale e il substrato naturale sono inestricabilmente connessi, e che porta a stabilire i termini di una nuova e dialettica integrazione69. Su questa linea di riflessione si

inquadra la presenza dei parchi che seguono: il Parco delle sculture del centro   d’Europa,   a   20   km   da   Vilnius,   dove   artisti   lituani,   ma   non   solo,   vengono a dare il loro contributo artistico dal 1993; il Castello e parco di sculture di Vascoeuil, in Normandia, che ospita opere di A. Volti, Salvador Dalí, Fernand Léger, Victor Vasarely; lo Yorkshire sculpture park nel Regno Unito. Con intento di memoria storica, chiude questa panoramica il Parco

69 Art in Italy - luoghi, persone, storie e sapori dell'arte, Land Art Italia – I  parchi  dell’arte, 26

delle statue di Budapest, che conserva le statue del regime comunista rimosse,  ma  non  distrutte,  dall’amministrazione  cittadina.

In   Italia,   uno   dei   primi   parchi   d’arte   contemporanea   fu   il   Parco di

Pinocchio, creato nel 1956 proprio a Collodi (Pistoia) che raccolse opere di

artisti e architetti italiani (tra cui Michelucci, De Luigi, Zanuso, Greco, Consagra e Venturini) che illustrarono le storie del celebre burattino.

Altri  spazi  espositivi  celebri  furono  creati  all’esterno  della  Biennale  di  Venezia   e della Triennale di Milano, ma i primi parchi specificamente dedicati al contemporaneo nascono attorno agli anni Sessanta, come il Parco-Museo

Pagani a Castellanza (Va), che annovera circa 650 opere di maestri delle

avanguardie del Novecento, il Museo Santa Barbara, che circonda un ex complesso  monastico  dell’Aspromonte  (Mammola,  RC),  dove  Nick  Spatari  e   Hiske Maas installarono una trentina   di   sculture   policrome   nell’antica   necropoli   della   città,   e   l’intervento   del   sindaco   di Gibellina (Tr) Ludovico Corrao che, dopo la tragedia del terremoto del Belice, lanciò un appello ai grandi  nomi  dell’arte  contemporanea  per  rifondare  il  centro  storico distrutto.

A   partire   dagli   anni   Ottanta,   è   proliferata   la   realizzazione   di   parchi   d’arte   contemporanea   grazie   all’appoggio   di     enti   sia   pubblici   che   privati:   il  

Cielostellato (Ostellato, Ferrara) nel delta del Po, dove dal 1998 sono stati

organizzati   atelier   estivi   di   scultura   all’aperto   con   artisti   italiani   di   diverse   generazioni e provenienza geografica sul tema del cielo, delle stelle e dell’acquaticità   del   territorio;;   il   Parco internazionale della scultura

contemporanea a Pietrasanta (Lucca), ideale   prosecuzione   all’aperto   del   Museo dei bozzetti, che si snoda per le strade, le piazze, i giardini non solo

del centro, ma anche delle frazioni del comune; il Parco internazionale della

scultura di Catanzaro, che accoglie le opere create dal 2005 da artisti di

chiara fama per Intersezioni,   nell’area   archeologica   di   Scolacium;; l’Open-air

museo di Italo Bolano, a San Martino (Portoferraio, Livorno); il Parco della

scultura a Matera, realizzato con opere di Antonio Paradiso in  un’antica  cava   in disuso70.

I parchi  d’arte  sono  strutture  in  grado  valorizzare  genuinamente  il  territorio,  e   con   delle   inevitabili   ricadute   positive   sul   turismo   in   quanto,   all’interno   di   uno spazio aperto e suggestivo, il visitatore entra a contatto ravvicinato con l’arte  contemporanea, realizzando o creando individualmente dei percorsi tra le varie installazioni a tema con la possibilità di partecipare ad eventi distribuiti  durante  tutto  l’anno,  ma  per  lo  più  nei  mesi  estivi.  

2.5.5. Artesella

Uno  dei  parchi  d’arte  contemporanea  più innovativi e sicuramente conosciuti nel panorama italiano è Arte Sella71, una manifestazione di caratura

internazionale nata nel 1986, ospitata nei boschi della Valle di Sella, nel comune di Borgo Valsugana.

Il principale obiettivo dei suoi fautori è stato quello di costituire un’associazione   finalizzata   a   sviluppare   localmente   il   concetto   d’arte   nella  

70 Treccani,  Parchi  d’arte  Contemporanea   71 www.artesella.it/

natura, accogliendo, in tal modo, il rinnovamento culturale e morale di parte della società artistica contemporanea. Le opere al suo interno, infatti, fanno parte  di  uno  spazio  e  di  un  tempo  specifici  al  luogo  d’intervento  e  privilegiano   l’uso  di  materiali  organici,  non  artificiali.

Quattro anni dopo la nascita del parco fu fondata l’Associazione  Arte  Sella, nata   con   l’esigenza   di   costituire   un’organizzazione valida e in grado di affrontare le difficoltà strutturali e gestionali che cominciavano a presentarsi, nella quale sono intervenute sia persone addette ai lavori ma anche volontari della cittadinanza che si occupano di qualsiasi mansione (archivio, amministrazione, promozione, marketing, public relations, etc.). Venne anche costituito un Comitato Scientifico, con il compito di valutare gli artisti e le loro opere (ospitati nella residenza Casa Strobele), e assicurare la funzione di coordinamento artistico e di cooperazione internazionale.

L’aiuto   e   il   sostegno,   da   un   punto   di   vista   sia   finanziario   che   morale,   del   comune di Borgo Valsugana e della Provincia Autonoma di Trento si è rivelato indispensabile per la nascita e il perfezionamento delle attività di Arte Sella.

Nel  1996  venne  promosso  il  percorso  “ARTENATURA”,  un  sentiero  forestale   sul versante meridionale del monte Armentera nel quale il visitatore può, ancora oggi, ammirare le opere e godere nello stesso tempo delle particolarità naturali e ambientali.

Dopo   molti   anni   di   attività,   l’associazione   ha   acquisito   esperienza,   stima,   capacità e consenso tali da permetterle di procedere verso altre direzioni, come, ad esempio, quella segnata, nel 1998, dalla nuova conduzione della struttura di Malga Costa, che, di fatto, ha sostituito il ruolo che inizialmente

aveva Casa Strobele, costituendo una struttura luogo di incontri e di scambio interculturale in grado di ospitare esposizioni, concerti e laboratori creativi. Come primo dato, ci preme sottolineare come Arte Sella si caratterizzi per la sua capacità di attrarre un pubblico molto vario, composto non solamente da turisti, che rappresentano comunque la maggior parte dei visitatori, ma anche   da   escursionisti,   e   la   cittadinanza,   nonostante   l’iniziale   scetticismo rispetto alla manifestazione (tanto forte che è diventata di uso comune l’espressione   "fare   Arte   Sella"   per   descrivere   un   comportamento   strano   ed   inusuale), è arrivata poi ad apprezzare questa iniziativa fino ad affezionarsene e farla propria, contribuendo attivamente allo sviluppo dell’associazione.

Arte Sella si configura come una risorsa di livello internazionale capace di intercettare, accanto ad un pubblico italiano, che rimane di gran lunga predominante, anche consistenti flussi di stranieri 72 . Questi fattori

testimoniano come Arte Sella sia in grado di attrarre due target di domanda parzialmente diversi: da un lato turisti culturali in senso stretto, che soggiornano nelle immediate vicinanze e per periodi brevi appositamente per visitare la mostra,   dall’altro   ospiti   già   presenti   in   Valsugana   o   nel   resto   del   Trentino per le tradizionali vacanze e solo marginalmente interessati a questa proposta culturale. Per questa ultima tipologia di ospiti Arte Sella non rappresenta, quindi, la motivazione di vacanza, ma un elemento aggiuntivo e complementare, nonostante le imprese del settore ricettivo mostrino una scarsa propensione a pubblicizzare Arte Sella e a valorizzarla agli occhi dei

72 Maccagnan P., Mart,Castello del Buonconsiglio e Arte Sella.Visitatori e ricadute

turisti.

Nel  tempo  si  sono  consolidate  le  felici  intuizioni  che  l’associazione ha avuto fin   dall’inizio:   innanzitutto   la   scelta   del   luogo   che   tutt’oggi   si   presenta   affascinante  e  selvaggio;;  nell’associazione  si  rafforza  la  convinzione  di  aver   contribuito a tutelarlo e valorizzarlo, facendolo scoprire e amare ai visitatori che arrivano in Val di Sella, sempre più numerosi, ma attenti e sensibili alle tematiche   della   tutela   ambientale;;   l’aver   messo   in   atto,   poi,   un   progetto   culturale e artistico che, nel tempo, è cresciuto e che, gradualmente, ha trovato un grande consenso fra gli esperti, gli operatori economici e turistici e le istituzioni; infine gli artisti, tra cui vi sono esponenti di caratura mondiale dell’Arte  Contemporanea.