II.1 Sobrado e le aristocrazie galiziane
II.1.1 La fondazione di Sobrado: un nuovo equilibrio politico in Galizia 231 ?
Il monastero di Sobrado, situato nell’arcidiocesi di Santiago, era ubicato in una posizione peculiare all’interno del territorio della Galizia settentrionale. Il cenobio, infatti, si trovava a sessanta chilometri dalla città di Compostela, potendo così controllare il tratto finale del cammino di Santiago. Inoltre il monastero era situato vicino alla costa atlantica (a soli quaranta chilometri dal porto di Betanzos)232 ed era al centro di un’importante zona di miniere di ferro - già segnalate nelle fonti del X secolo - e che i monaci bianchi di Sobrado sfruttarono intensamente, analogamente a quanto fecero i cistercensi in altre aree d’Europa, come ad esempio nello Harz in Germania, dove i monaci dell’Ordine di Cîteaux monopolizzarono l’attività di estrazione mineraria, in questo caso dell’argento, per tutto il XIII secolo233.
Sobrado non fu solo una creazione cistercense. Il monastero, inizialmente una duplice comunità maschile e femminile, fu fondato nel 952 dal conte Hermenegildo Aloítez conte di Présaras e da sua moglie Paterna Gundesíndiz234. Gli studi di M. del Carmen Pallares Méndez e J. L. López Sangil hanno contribuito ad approfondire le relazioni della famiglia comitale con il monastero che cambiarono inevitabilmente quando intorno al 1065 il re di León-Castiglia Ferdinando I confiscò il monastero di Sobrado alla famiglia per incorporarlo al fiscus regio235. Perché questa decisione? Le fonti sono estremamente lacunose sotto questo profilo, anche se M. del Carmen Pallares Méndez e V. de la Fuente García hanno interpretato la confisca da parte di Ferdinando I di León-Castiglia come una punizione inflitta alla famiglia dei conti di Présaras per aver
231
In questo paragrafo ripresentiamo tradotto e aggiornato il nostro, El Císter en Galicia cit., pp. 139- 169.
232
Cfr. PALLARES MÉNDEZ, El monasterio de Sobrado cit., pp. 135-142. 233
M. PALLARES MÉNDEZ-E. PORTELA SILVA, El complejo minero-metalúrgico de la granja cisterciense de
Constantím. Bases para el desarrollo de una investigación en arqueología medieval, «Arqueología y
territorio medieval», 7 (2000), p. 83. Si veda inoltre lo studio P. BRAUNSTEIN, Travail et entreprise au
Moyen Âge, Bruxelles, 2003, pp. 253-274.
234
Cfr. J. L. LÓPEZ SANGIL, La nobleza altomedieval gallega. La familia Froilaz de Traba. Sus
fundaciones monacales en Galicia en los siglos XI, XII y XIII, «Nalgures», 4 (2007), p. 303 e M.
PALLARES-MÉNDEZ-E. PORTELA SILVA, Proyección territorial e influencia social de una institución
monástica en la Edad media: la abadía de Sobrado (952-1300), en Entre nós. Estudios de arte xeografía e historia en homenaxe ó profesor Xosé Manuel Pose Antelo, ed. a cura di X. BALBOA LÓPEZ-H. PERNAS OROZA, Santiago de Compostela, 2001, pp. 209-210.
235
appoggiato le rivolte dell’aristocrazia galiziana seguite alla sconfitta del re di León Vermudo III contro lo stesso Ferdinando (all’epoca conte di Castiglia) nella battaglia di Tamarón del 1037236. Secondo J. L. López Sangil, la comunità monastica era già entrata in crisi agli inizi dell’XI secolo e - analogamente alla posizione espressa da M. del Carmen Pallares Méndez - il monastero di Sobrado fu completamente abbandonato verso il 1080 per riapparire di nuovo nel 1142 come abbazia cistercense ed è per questo che secondo la storiografia si deve parlare di fondazione di Sobrado (o al limite rifondazione) e non di riforma237. Le date sono molto interessanti perché la comunità monastica dell’arcidiocesi di Compostela sarebbe sparita proprio alla vigilia di uno dei periodi più turbolenti della storia galiziana a cavallo tra XI e XII secolo: le rivolte aristocratiche contro il re Alfonso VI di León-Castiglia organizzate dal conte Rodrigo Ovéquiz, l’affermazione in Galizia della famiglia dei Traba e di Diego Gelmírez come vescovo e - a partire dal 1120 - come arcivescovo di Santiago de Compostela, la morte di Alfonso VI e i problemi di successione, il matrimonio di Urraca con Alfonso I “El batallador” re d’Aragona, l’ascesa al potere di Alfonso VII di León-Castiglia, figlio di Urraca e Raimundo di Borgogna e nipote di Alfonso VI e la formazione del regno di Portogallo a sud del fiume Miño. Abbandono o damnatio memoriae dei documenti del monastero durante un periodo così complesso? È difficile dimostrare la seconda ipotesi, anche se tanto nella documentazione di Sobrado conservata nell’Archivo Histórico Nacional di Madrid, quanto nel cartulario del monastero238 abbiamo a disposizione alcuni documenti che indirettamente riguardano Sobrado - si tratta di carte relative ad aree che passarono sotto il controllo del monastero cistercense nel corso dei secoli XII e XIII239 - e soprattutto due fonti decisive, sulle quali torneremo più avanti: la donazione di Sobrado fatta dalla regina Urraca a Ferdinando e Vermudo Pérez de Traba nel 1118240 e l’accordo tra i due esponenti della famiglia aristocratica galiziana e il re
236
PALLARES MÉNDEZ, El monasterio de Sobrado cit., pp. 108-109. V. DE LA FUENTE GARCÍA, El monasterio de Santa María de Sobrado: su relación con Betanzos y Fray Atilano Melguizo, su último
monje exclaustrado, «Anuario Brigantino», 28 (2005), p. 154.
237
LÓPEZ SANGIL, Fundaciones monacales cit., p. 305 e PALLARES MÉNDEZ, El monasterio de Sobrado cit., p. 109. Correggiamo in questa sede quanto affermato nel nostro, Da Clairvaux alla Galizia cit., p. 136 e relativa nota n. 9.
238
PARDO FERRÍN, Aportación cit., I, p. 246. Le date proposte dalla studiosa per la composizione del cartulario di Sobrado sono 1225-1275.
239
A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 526, ns. 3, 4, 5, 6, 7 e 9. LOSCERTALES,
Tumbo de Sobrado cit., I, docs. n. 135, 138, 139, 140 y 141 e IDEM, Tumbo de Sobrado cit., II, docs. n. 8, 9, 100, 101, 132, 169, 178, 342, 343, 392 e 424.
240
LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., II, doc. n. 8. Il documento è edito anche da MONTERDE ALBIAC,
Alfonso VII nel 1135 per il controllo e la delimitazione del patrimonio del monastero241. Che implicazione ebbero questi due documenti nella fondazione del cenobio cistercense? Il 14 febbraio del 1142 i monaci bianchi arrivarono a Sobrado. Nel documento di fondazione (conservato presso l’Archivo Histórico Nacional di Madrid, più una copia presente nel Tumbo del XIII secolo che contiene anche un’altra versione, chiamata Primum Testamentum che merita però un’analisi a parte242) possiamo leggere:
«Unde ego Fernandus Petri Dei preveniente gratia cuius omnia elementa subsistunt arbitrio, uxorque mea Sancia Gundisalvi, una cum omnibus liberis meis dono et concedo medietatem integram de monasterio Superaddi sicut mih venit in particione fratrum meorum. Itaque consobrina mea Urracha Veremudi devota similiter dat aliam medietatem eiusdem monasterii que ei venit in particione inter fratres suos ex parte patris sui Veremudi Petri, cuius consilio et auctoritate sufulta in presenti facimus scriputuram testamenti...et cartam firmitatis Deo et ordini Sancti Benedicti, secundum consuetudinem Cistercensium degenti, necnon vobis abbatis domno Petro et monachis vestris...de monasterio integro Superaddi»243.
Nella parte iniziale del testo, la famiglia dei Traba appare senza dubbio come la protagonista principale della chiamata dei cistercensi capitanati dall’abate Pietro244. Chi sono esattamente i personaggi menzionati nel testo? Ferdinando e Vermudo Pérez (che appoggiò pienamente la decisione di chiamare i monaci bianchi in Galizia) erano fratelli e figli del conte di Galizia Pietro Froílaz, chiamato consul Gallecie nell’Historia
241
.IBIDEM, II, doc. n. 9. 242
Un riferimento a parte merita l’altra versione della fondazione contenuta nel tumbo del monastero (LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., II, doc. n. 11) che presenta almeno tre differenze con la pergamena originale e la sua copia nel cartulario di Sobrado del XIII secolo; in primis la lista delle proprietà concesse dal gruppo dei fondatori è molto meno estesa che negli altri due documenti. Nel
Primum Testamentum inoltre non ci sono riferimenti alla persona o all’autorità di Alfonso VII de León-
Castilla e soprattutto non si indica nell’escatocollo del documento dove fu redatto l’atto mentre nella pergamena originale e nella copia contenuta del tumbo edita dalla Loscertales (che d’ora in poi utilizzeremo come riferimento) si afferma espicitamente che l’accordò tra le parti si realizzò a Compostela. Secondo M. Pallares Méndez e E. Portela Silva queste differenze sono il segnale inequivocabile di una serie di negoziazioni antecedenti alla fondazione definitiva. Cfr. M. PALLARES MÉNDEZ-E. PORTELA SILVA, Santa María de Sobrado. Tiempos y espacios de un monasterio cisterciense, in Actas del congreso internacional sobre san Bernardo cit., I, pp. 60-61.
243
A.H.N, Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 526, n. 10, edito da PALLARES MÉNDEZ,
El monasterio de Sobrado cit., pp. 278. La stessa versione è presente in LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., II, doc. n. 13.
244
IBIDEM. Per il problema della definzione del nome della famiglia rinviamo all’attenta analisi di M. PALLERES MÉNDEZ-E. PORTELA SILVA, Aristocracia y sistema de parentesco en la Galicia de los siglos
centrales de la Edad Media. El grupo de los Traba, «Hispania. Revista Española de Historia», 185
(septiembre-diciembre 1993), pp. 823-840. Per comodità anche se Traba indicava inizialmente soltanto l’area sotto il copntrollo della famiglia, analogamente a quanto fatto da C. M. REGLERO DE LA FUENTE -
Cluny en España. Los prioratos de la provincia y sus redes sociales (1073-ca. 1270), León, 2008, p. 257 -
utilizzeremo Traba per via della sua comodità intendelo come riferimento per il gruppo degli antenati e dei discendenti del conte di Galizia Pietro Froílaz de Traba. Sull’abate Pietro, la sua provenienza da Clairvaux e i rapporti con san Bernardo riportati nella biografia di Guglielmo di Saint-Thierry si veda M. PALLARES MÉNDEZ-E. PORTELA SILVA, Sobrado dos monxes, in Monasticón Cisterciense Gallego cit., p. 21 e relative note.
Compostelana245, uno degli aristocratici più importanti del regno di León-Castiglia durante il primo quarto del XII secolo, strettamente connesso all’arcivescovo di Santiago de Compostela, Diego Gelmírez e soprattutto ad Alfonso Raimúndez futuro Alfonso VII di León-Castiglia246, una vicinanza così forte che nel 1112 la regina Urraca donando alcune terre al conte Pietro Froílaz de Traba si espresse con le seguenti parole:
«Ego Urraca totius Hyspanie regine similiter cum filio meo domno Alfonso facio cartam vobis comiti domni Petri Froylaz…concedo ego iamdicta regina domna Urraca a suprascriptis comitis domno Petro…pro fideli servicio vestro…quia castis et nutristis filium meum regis domni Alfonsi»247.
Nel documento di fondazione di Sobrado compaiono anche Sancha González moglie del conte Ferdinando Pérez248 e Urraca Vermúdez figlia di Vermudo Pérez, la quale alcuni giorni prima della fondazione dell’abbazia aveva ricevuto in donazione da suo padre proprio la metà del monastero di Sobrado249. Qual era l’origine di questa famiglia? Nel 1984 R. Fletcher pur sottolineando il ruolo sempre più importante dei Traba nelle vicende della penisola iberica nord-occidentale a partire dagli ultimi anni dell’XI secolo, segnalò il fatto che non sappiamo quasi nulla dei primi membri del gruppo, né tantomeno abbiamo informazioni nelle fonti coeve sulla loro provenienza. Lo studioso inglese affermò che il primo esponente della famiglia di una certa importanza fu Froila Vermúdez che cominciò ad assumere una posizione di rilievo negli anni tra il 1085 e il 1087, ai tempi della rivolta aristocratica guidata Rodrigo Ovéquiz. Anche se sappiamo che Froila compì diverse donazioni al monastero di Jubia, egli non appare nei documenti reali della fine dell’XI secolo e non sappiamo se fosse al servizio di Alfonso VI di León-Castiglia, né se ottenne il titolo comitale250. Secondo il Fletcher, i Traba erano un esempio delle nuove famiglie galiziane che si stavano progressivamente ritagliando un significativo spazio politico alla fine dell’XI secolo. I membri di questo gruppo erano un esempio del tutto particolare (per via dello straordinario potere raggiunto) di “uomini nuovi” e molto probabilmente i tentativi di nobilitare le origini della famiglia mettendola in relazione con il conte Menendo González e con san
245
FALQUE REY, Historia Compostellana cit., ad esempio pp. 56-57. 246
R. A. FLETCHER, Saint James’s Catapult. The life and times of Diego Gelmírez of Santiago de Compostela, Oxford, 1984, pp. 34 e seguenti.
247
A.C.S., Tumbo C, fol. 60 v., il documento è trascritto in EXTRAMADOURO FIGUEROA, La colección
diplomática del Tumbo C cit., I, doc. n. 4. Sul ruolo di Pietro Froílaz de Traba come “precettore” di
Alfonso VII si veda J. M. GARCÍA ORO, La nobleza gallega en la baja Edad Media, Santiago de Compostela, 1980, pp. 6-9.
248
J. L. LÓPEZ SANGIL, La nobleza altomedieval gallega. La familia Froílaz-Traba, Noia, 2002, p. 77. 249
LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., II, doc. n. 10. 250
Rosendo, corrispondevano alle esigenze dei Traba di elevare il proprio rango, anche se secondo il Fletcher non è improbabile che Froila Vermúdez e i suoi antenati avessero fatto parte del seguito del conte Menendo251. Solo un’esigenza del XII secolo? Nei suoi studi prosopografici sulle famiglie aristocratiche di León e Castiglia, basandosi su un documento del Tumbo di Sobrado M. Torres Sevilla-Quiñones de León ha messo in relazione i Traba proprio con la famiglia dei Menéndez (alla quale apparteneva san Rosendo vescovo di Mondoñedo e fondatore del monastero di Celanova), ossia l’altissima aristocrazia galiziana dei secoli IX-XI252. Nel documento del monastero di Sobrado utilizzato dalla studiosa troviamo la seguente genealogia:
«Rodericus Froyle habuit tres filios: Menendum Roderici et Gundisalvum Roderici et Froylam Roderici. De Menendo Roderici natus est Suerius Menendi, qui dictus est Zapata, et iste dedit totam hereditatem suam quam habebat in Aranga et in Galletia Sancte Marie de Superaddi. De Gundisalvo Roderici natus est Fernandus Gundisalvi et Elvira Gundisalvi et Gundisalvuus Gundisalvi. Isti dederunt totam hereditatem suam quam habebant in Galletia Sancte Marie de Superaddi...De Froyla Roderici natus est Veremudus Nariz et domna Maria Froyle uxor de Didaco Suariz de Montanus et Rodericus Froyle et Fernandus Froyle»253.
Procediamo con ordine. Nel suo studio M. Torres Sevilla-Quiñones de León considera che Rodrigo Froílaz, il primo personaggio menzionato nella genealogia, sia un fratello del conte Gonzalo Froílaz, figlio del conte Froila González - alleato del califfo di Cordoba Al Manşūr bi-llāh († 1002, conosciuto anche come Almanzor) - morto nel 1117254. Rodrigo Froílaz sarebbe vissuto all’epoca del re di León Vermudo III (1017-1037) e per date e onomastica, apparteneva molto probabilmente al gruppo dei Menéndez255. Suo figlio, nella ricostruzione della studiosa, Froila Rodríguez sarebbe il padre di Vermudo Manidi, padre di Froila Vermúdez, il primo membro di una certa importanza dei Traba256. Abbiamo moltissimi dubbi su questa genealogia. In primo luogo perché il documento fu trascritto nel cartulario del monastero di Sobrado intorno alla metà del XIII secolo, un elemento che dovrebbe spingerci ad essere assai prudenti con questo tipo di fonti. Anche i cistercensi avevano interesse ad elevare le origini dei
251
IBIDEM, pp. 34-36.La particularità dei Traba, secondo lo studioso inglese, stava nella rapidità della sua crescita e nelle sue strettissime relazioni con Compostela e Diego Gelmírez.
252
TORRES SEVILLA-QUIÑONES DE LEÓN, Linajes nobiliarios cit., pp. 313 e 319. 253
LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, doc. n. 212. Si veda anche su san Rosendo i lavori di E. SÁEZ, Los ascendientes de San Rosendo: notas para el estudio de la monarquía astur-leonesa durante los siglos IX y X, Madrid, 1935, pp. 37-45 e I.MUÑÍZ LÓPEZ, San Rosendo y su familia: bases de poder de la
aristocracia asturleonesa en laAsturias de los siglos IX y X, «Territorio, Sociedady Poder», 2 (2007), pp.
221-264. 254
TORRES SEVILLA-QUIÑONES DE LEÓN, Linajes nobiliarios cit., p. 312 e la relativa nota n. 1585. 255
IBIDEM, p. 311. 256
Traba? Non lo sappiamo con certezza, ma il documento in realtà ci parla di un’altra cosa. Nella fonte si dice chiaramente che Rodrigo Froílaz ebbe tre figli, Menendo, Gonzalo e Froila Rodríguez. Menendo è il padre di Suero Ménendez detto Zapata - e pertanto nipote di Froila Rodríguez - il quale fece delle donazioni al monastero di Sobrado. Queste concessioni di Suero Ménendez ebbero luogo tra il 1158 e il 1166257, una delle quali fu confermata da Gómez González de Traba conte di Monterroso e Trastámara, morto tra il 1209 e il 1211258. Come poteva Froila Rodríguez essere zio di Suero Zapata essendo vissuto nella prima metà dell’XI secolo? M. Torres Sevilla- Quiñones de León ha inoltre considerato il figlio di Froila, Vermudo Nariz, come il padre di Froila Vermúdez, capostipite della famiglia dei Traba259. In realtà la fonte parla di Vermudo Manidi e non di Nariz: i soprannomi sono troppo diversi per indicare la stessa persona. Una volta stabilita la filiazione di Rodrigo Froílaz, la fonte inizia di nuovo con la genealogia completa della famiglia Traba:
«- De Veremudo Manidi natus est Froyla Veremudi. De Froyla Veremudi natus ets Petrus Froyle et Rodericus Froyle et Munia Froyle et domna Heremesenda. De domno Petro Froyla natus est comes domnus Fernandus et domnus Veremuds...et comes Rodericus dictus Velusu...De Roderico Menendus Roderici pater de Suarius Zapata et Gundisalvus Roderici pater de Fernando Gundisalvi et de Gundisalvo Gundisalvi et de Elvira Gundisalvi et Froyla Roderici pater de Veremudus Nariz et domna Maria Froyle uxor de Didaco Suariz de Montanus et Rodericus Froyle et Fernandus Froyle»260.
La fonte lo dice chiaramente: Rodrigo Froílaz non è un membro del gruppo dei Menéndez, come già segnalato nel 2008 da C. M. Reglero de la Fuente261, Rodrigo è il fratello di Pietro Froílaz de Traba, conte di Galizia e padre dei fondatori di Sobrado, morto nel 1128262! La seconda parte della fonte riprende in modo ancora più chiaro la genealogia di Rodrigo Froílaz che ebbe come figli Menendo, padre di Suero, Gonzalo e Froila, padre di Vermudo Nariz, chiamato anche con il suo patronimico Froílaz nella parte finale del documento263, Maria, Rodrigo e Ferdinando, tutti viventi tra gli ultimi anni dell’XI e il terzo quarto del XII secolo. Senza contare che sarebbe bastato scorrere
257
LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, docs. n. 211 (1158), n. 490 (1165, testamento ampliato dal conte Gómez González de Traba), n. 492 (1158), n. 601 e 602 (1165-1166, confermato dal conte Gómez González de Traba) e n. 618 (1165). A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Carpeta 528, n. 12 (1165 copia di uno dei testamenti di Suero Menéndez Zapata a Sobrado). Torneremo su questi documenti in questo capitolo nel prossimo paragrafo.
258
LÓPEZ SANGIL, La nobleza cit., p. 169. 259
TORRES SEVILLA-QUIÑONES DE LEÓN, Linajes nobiliarios cit., p. 319. A nostro avviso è l’unico modo per spiegare la genealogia proposta dalla studiosa spagnola.
260
LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, doc. n. 212. 261
REGLERO DE LA FUENTE, Cluny en España cit., p. 257 e la relative nota n. 92. Si veda per le date e la biografia di Pietro Froílaz de Traba il lavoro di LÓPEZ SANGIL, La nobleza cit., p. 44.
262
Si veda il nostro, El Cister en Galicia cit., p. 159. 263
la documentazione del monastero di Sobrado per vedere chiaramente come Vermudo visse proprio in questo periodo: nel 1170 Vermudo Froílaz Nariz vendette le sue proprietà situate nella località di san Cristoforo ai cistercensi di Sobrado in cambio della cifra di venticinque soldi264, mentre la figlia, Mayor, nel 1207 diede in pegno al monastero le sue proprietà comprese tra il fiume Malo e la grangia di Brión in cambio della cifra di cento soldi265. Il punto fondamentale per la lettura di una fonte così complessa è non dimenticare il suo contesto. Il documento, infatti, non è esclusivamente una genealogia: la carta fu scritta per difendere i diritti dei monaci bianchi di Sobrado sulle terre del nord della Galizia e in particolare quelle di Aranga - come vedremo oggetto di conflitto tra i cistercensi e Pietro Muñiz de Traba già dal 1168266 -, Mariniano e Ventosa, concesse dai nipoti di Rodrigo Froílaz e dai cugini (tutti chiamati
congermani nella fonte) di Froila Rodríguez, che iniziò con la sua famiglia, o con i suoi
uomini, come dice chiaramente la fonte, a disturbare le proprietà del monastero:
«Si tempus venerit quod vox de Froyla Roderici inquietent fratri Superaddi super hereditatibus quas Suerius Zapata et congermani sui Fernandus Gundisalvi et Elvira Gundisalvi et Gundisalvus Gundisalvi dederunt Sancte Marie Superaddi in Aranga, in terminis Superaddi, Mariniano, et in Ventosa»267.
Una genealogia simile a quella di M. T. Sevilla Quiñones de León è quella proposta da J. L. López Sangil nel suo studio sui Traba268, basato sullo stesso documento del Tumbo di Sobrado, sulle opere del padre Carbajo e del Memoriale di Sobrado entrambe scritte nel XVII secolo269. Nel Memoriale di Sobrado il padre di