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Sobrado, la politica regia e i centri costieri galiziani.

Heriz de villa Insula, i de Dorra e il mondo della piccola aristocrazia

II.3.1 Sobrado, la politica regia e i centri costieri galiziani.

Come abbiamo segnalato nella nostra analisi sulla fondazione di Sobrado, una delle ragioni principali che spinse Alfonso VII di León-Castiglia e i Traba alla chiamata dei cistercensi in Galizia fu proprio la necessità di controllare un'area strategica come la costa atlantica952. La storiografia spagnola più recente ha insistito particolarmente sull'idea di considerare i tratti costieri di Galizia, Asturie, Cantabria e Navarra come un vero e proprio territorio di “frontiera” della penisola iberica che i re di León e di Castiglia dopo il 1157 cercarono di presidiare efficacemente da un lato attraverso la ristrutturazione dei porti già esistenti e dall'altro con la creazione di nuovi centri costieri e la promozione in questi ultimi dei concejos (le assemblee cittadine costituite dagli abitanti definiti nelle fonti vecinos o burgeneses953), delle magistrature e delle aristocrazie urbane954. Secondo J. A. Solórzano Telechea, lo scopo di Ferdinando II, Alfonso IX di León e di Alfonso VIII di Castiglia era non solo quello di rafforzare la propria autorità all'interno dei rispettivi regni, ma soprattutto riuscire a controllare e a gestire la fiscalità diretta e indiretta dei traffici e dei commerci marittimi, sia interni alla penisola iberica - come ad esempio il traffico commerciale di grano e vino tra Galizia e Castiglia o l’ importazione galiziana di sale proveniente dalle Asturie e dalla Cantabria - che internazionali, che tra la fine del XII e il primo quarto del XIII secolo collegavano il nord della penisola iberica con Francia, Inghilterra, Irlanda e il Mar del Nord955. Secondo lo studioso questa politica fu sviluppata in Galizia particolarmente durante i regni successivi a quelli di Alfonso VII e principalmente in funzione anti- compostellana: Ferdinando II e Alfonso IX di León cercarono di limitare l'influenza degli arcivescovi sull'Atlantico e i suoi porti, e specialmente quello di Padrón, attraverso la fondazione dei centri come Noia (1168) e Pontevedra (1169) all'interno dell'arcidiocesi di Santiago; secondo J. A. Solórzano Telechea nonostante lo sforzo dei re, i principali porti galiziani finirono comunque per essere attratti nell'orbita

952

Cfr. in questo capitolo il paragrafo 1.1. 953

GAUTIER-DALCHÉ, Historia urbana cit., pp. 353-359. 954

J. A. SOLÓRZANO TELECHEA, Los puertos del rey: síntesis interpretativa del fenómeno urbano en el

norte de España durante los siglos XII y XIII, «Temas medievales», 17 (2009), pp. 226-228. Si veda

inoltre E. FERREIRA PRIEGUE, El comercio de la villas costeras en la baja Edad Media, in De Galicia en

la Edad Media cit., pp. 247-265.

955

IDEM, Medieval seaports of Atlantic coast, «International Journal of Maritime History», 1 (2009), pp. 81-100.

arcivescovile956: la politica costiera dei re in Galizia era soltanto una forma di concorrenza con la sede di Compostela? La sede arcivescovile nel XII secolo ebbe allora la meglio sul progetto di Ferdinando II e Alfonso IX di León? E i cistercensi? Anche i monaci bianchi ebbero un ruolo in queste dinamiche di controllo del territorio? L'analisi della documentazione di Sobrado mostra ancora una volta come in realtà la questione vada completamente ripresa mettendo al centro del dibattito proprio le istituzioni ecclesiastiche che si convertirono già dal regno di Alfonso VII in un formidabile alleato della monarchia. Il re di León-Castiglia, che secondo Á. Solano Fernández-Sordo promosse una prima politica di fondazioni urbane in Galizia957, sin dal 1151 cominciò a garantire ai cistercensi di Sobrado non solo terre e conferme patrimoniali958, ma concentrò la maggioranza dei suoi privilegi da un lato sul centro costiero del Burgo de Faro - distrutto dalle incursioni normanne del IX e del X secolo e che Alfonso VII cominciò a ricostruire riattivandone il porto all'inizio della seconda metà del XII secolo959 - e dall'altro sulle esenzioni fiscali che favorirono nettamente la presenza dei cistercensi, autentiche macchine per l'accumulazione di plusvalore economico960 all'interno dei mercati urbani come già segnalato dalla Pallares Méndez nel 1979961. Nel 1153, ad esempio, Alfonso VII di León-Castiglia accordò ai cistercensi

di Sobrado sia la decima parte di tutte le rendite che la decima parte dell'intero del Burgo de Faro962, mentre sul fronte fiscale invece Alfonso VII concesse dapprima nel 1152 l'esenzione a Sobrado dal portazgo - una tassa che gravava sul trasporto delle merci963 all'interno del regno di León-Castiglia -, mentre nel 1153 il re estese questa misura al Burgo de Faro (dove peraltro i monaci bianchi potevano contare, almeno nei primissimi anni successivi alla fondazione del monastero, anche sull'appoggio dei Traba964): i cistercensi stavolta non solo ottenero una conferma delle esenzioni sui traffici commerciali all'interno dello spazio urbano ma potevano addirittura incassare la

956

IBIDEM, p. 83. 957

A. SOLANO FERNÁNDEZ-SORDO, Historia Urbana en la Galicia medieval. Balances y perspectivas, «Cuadernos de estudios gallegos», LVII, n. 123, (enero-diciembre 2010), pp. 61-70.

958

LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, doc. n. 136. IDEM, Tumbo de Sobrado cit. II, docs. n. 12, 42, 48, 49 e 76. A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 526, n. 19.

959

S. DAVIÑA SAÍNZ, El monasterio de Las Cascas (Betanzos) I, «Anuario Brigantino», 21 (1998), pp. 89- 90.

960

G. M. CANTARELLA, Diversi sed non adversi, equilibri, squilibri, nuovi equilibri nelle istituzioni

ecclesiastiche del XII secolo, «I Quaderni del M.AE.S.», XI (2008), pp. 231-232.

961

PALLARES MÉNDEZ, El monasterio de Sobrado cit., pp. 142 e seguenti. 962

LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., II, doc. n. 15. 963

IBIDEM, II, doc. n. 18.

964

IBID., II, doc. n. 19. Si veda inoltre LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, doc. n. 417, per la donazione di una casa nel Burgo de Faro fatta nel suo testamento a Sobrado da Urraca González de Traba nel 1190.

decima di tutti i pedaggi versati nel Burgo de Faro965. Nel 1154, invece, Alfonso VII cedette ai cistercensi anche il diritto di riscuotere la luctuosa, un contributo in moneta finalizzato alle spese di mantenimento dei cavalli e dell'armamento che le famiglie aristocratiche dovevano corrispondere ogni anno al re966.

Attraverso queste misure varate durante gli ultimi anni del suo regno, di fatto Alfonso VII gettò le basi della politica dei suoi successori. Il figlio Ferdinando II e il nipote Alfonso IX di León, infatti, continuarono la stessa politica sviluppandola ulteriormente e convertendo Sobrado, e in misura minore il monastero di Monfero967, in un vero e proprio strumento per il controllo di tutta la Galizia settentrionale e delle sue attività economiche, dai commerci all'estrazione del ferro; un appoggio che passò anche attraverso un grande sostegno economico e finanziario che non può essere in alcun modo trascurato. Ferdinando II di León oltre a garantire terre e confermare le donazioni patrimoniali dei Traba968, rinnovò la concessione fatta da Alfonso VII della decima parte del Burgo de Faro ai cistercensi di Sobrado969 ai quali fu accordata inoltre l'esenzione completa dal pagamento delle imposte regie nel borgo di Leboreiro situato nelle vicinanze di A Coruña e Pontedueme970. Nel 1164 il re fece un'ulteriore ingente donazione al monastero di Sobrado di duecento maravedì d'oro aggiungendo inoltre la sesta parte di tutto il patrimonio reale espresso in monete di Santiago, altri dieci marchi d'argento e l'esenzione da ogni tassa regia per la costruzione della chiesa abbaziale971. Nel 1173 Ferdinando II ampliò le misure di Alfonso VII di León-Castiglia esentando i monaci di Sobrado dal pagamento del foro in tutto il regno di León ed estese l'esenzione dal portazgo per il ferro estratto nelle miniere di Pedrahita972. Durante il suo regno Alfonso IX (1188-1230) continuò a beneficiare i cistercensi di Sobrado della sua protezione garantendo già nel 1208 l'esenzione dal portazgo nel centro di nuova

965

IBID., II, doc. n. 17.

966

IBID., II, doc. n. 16. Si veda inoltre per la definizione di luctuosa DE AYALA MARTÍNEZ, Las órdenes militares cit., pp. 222 e 687. Sul ruolo della luctuosa in ambito monastico si veda A. RODRÍGUEZ LÓPEZ-P. SÁNCHEZ LEÓN, Casa rural y casa urbana en la Galicia foral, in Poder Monástico en la Galicia foral cit., pp. 205-207.

967

Per la documentzione del monastero di Monfero si veda A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Monfero, Carpeta 497, ns. 18 e 19. ARG, Sección Pergaminos, Monfero, no. 7. REIGOSA LORENZO,

Monfero cit., doc. n. 89 e LÓPEZ SANGIL, Relación de Monfero cit. pp. 279-740.

968

LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, doc. n. 489. IDEM, Tumbo de Sobrado cit., II, docs. n. 26, 27, 37, 53 e 398. A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 530, n. 12.

969

IBIDEM, II, doc. n. 20. 970

IBID., II, doc. n. 38.

971

IBID., II, docs. n. 28 e 29. Il maravedì era una moneta coniata in oro a partire già dalla fine dell’XI

secolo nei regni iberici cristiani sul modello della monetazione musulmana. Un maravedì era composto da otto soldi a loro volta composti ognuno da dodici denari. Cfr. FUENTES GANZO, Moneda y crédito cit., p. 57.

972

fondazione di A Coruña973. Alfonso IX di León non si limitò a concessioni lungo l'oceano Atlantico, ma favorì l'espansione dei monaci bianchi anche nelle aree immediatamente a ridosso del mare e che garantivano l'accesso alla costa dove i cistercensi erano già riusciti a entrare in contatto con gli abitanti di alcuni porti fluviali di una certa importanza come Portomarín nella parte settentrionale della diocesi di Lugo974, Archis975, Baloni976 (vicino il monte di Brión), Porto Petroso977 e nel primo quarto del XII secolo Porto Bustelo978. Il re di León, infatti, intervenne alla fine del XII secolo in difesa delle proprietà di Sobrado nell'area del borgo di Serantes nel nord della Galizia e nel 1193 incaricò l'abate di Sobrado del controllo e della ricostruzione del castello e della torre di Aranga in stato di abbandono,979 un punto strategico per controllare l'accesso alla costa tra A Coruña e Ferrol che, come abbiamo visto, nel terzo quarto del XII secolo era stato oggetto di un acceso contrasto tra i cistercensi e Pietro Múñiz de Traba980. La concessione di Alfonso IX dimostra la crisi progressiva dei Traba nel nord della regione; la famiglia pur avendo avuto il suo baricentro proprio in quell'area sin dall'XI secolo non era più capace di controllarlo stabilmente e spostò il suo raggio d'azione verso la Galizia centrale e meridionale dove spesso, come vedremo, si trovò in una posizione fortemente conflittuale o in alcuni casi addirittura subordinata rispetto alle istituzioni ecclesiastiche e in particolare ai monasteri cistercensi981. Al tempo stesso la donazione di Aranga mostra il consolidamento dei monaci bianchi sul territorio e la loro stretta connessione con la monarchia che cercò costantemente il supporto dei cenobi dell'Ordine di Cîteaux nella seconda metà del XII secolo. Questa

973

A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 537, n. 1. Si veda anche l’edizione del canonico di Lugo, Ventura Cañizares del Rey. Colección diplomática (569-1463), ed. a cura di M. RODRÍGUEZ SÁNCHEZ-O. GONZÁLEZ MURADO, Lugo, 2012, doc. n. 116.

974

LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., II, doc. n. 260. 975

A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 533, n. 6 976

LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, docs. n. 633 e 635. IDEM, Tumbo de Sobrado cit., II, docs.

348, 368, 374, 407, 412, 414, 415, 416 e 459. A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 531, n. 2.

977

LOSCERTALES, Tumbo de Sobrado cit., I, doc. n. 386. 978

IBIDEM, I, doc. n. 171. 979

A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 532, n. 13 il documento è descritto da PARDO FERRÍN, Aportación cit., doc. n. 696 «In nomine Domini nostri Ihesu Christi amen. Regia catholica interes sancta loca et personas religiosas diligare et venerari et pro earu meritis loca ipsa amplia ditare munibus et possessionibus ampliare ut temporalia largiens eterna valeat adipisci. Iccirco ego Adefonsus Dei gratia rex Legionis et Galletie per hoc scriptum perpetuo valiturum notum facio presentibus et futuris quod do et hereditario iure concedo Deo et monasterio sancte Marie de Superaddo et vobis annati domno Symoni et toti vestro covntui et vestris successoribus in perpetuum locum sive grozum castelli de Aranga cum toto eo quod intra cautos designatos lapidibus per hominem meum in termino eiusdem castelli erectos regie voci dignoscitur pertinem ut hab hac die nemine liceat ipsum reedificare castellum in aliquo tempore nec intra ipsos cautos predictum monasterium in aliquo molestare».

980

Cfr. il paragrafo II.1.2. 981

politica perseguita dai re di León va però necessariamente contestualizzata in un progetto più vasto e generale di rafforzamento interno della monarchia in Galizia - e in particolare lungo la costa atlantica e la frontiera meridionale con il Portogallo sul quale a lungo il regno di León cercò di imporre la sua egemonia almeno per tutto il regno di Ferdinando II982 - che ebbe uno dei suoi fulcri proprio nella sede arcivescovile di Santiago. Come abbiamo visto in precedenza, sin dagli anni cinquanta del XII secolo Ferdinando II di León cercò di nominare, esattamente come suo padre che nel 1140 cercò di promuovere Berengario di Salamanca come successore di Diego Gelmírez, uomini di sua fiducia come arcivescovi di Compostela.

Ferdinando II con l'appoggio del capitolo cattedralizio compostellano riuscì a imporre a partire dal 1167 due ex cancellieri regi nonchè vescovi di Mondoñedo e Salamanca; Pietro Gudesteíz e soprattutto Pietro Suárez de Deza, il cui pontificato occupò anche una buona parte del regno di Alfonso IX983. La politica di controllo sulle strutture arcidiocesane e sui monasteri inaugurata dai due arcivescovi e proseguita ancora nel secondo quarto del XIII secolo dall'arcivescovo Bernardo II divenne funzionale anche agli interessi di controllo del territorio della monarchia che come abbiamo visto donò alcune aree strategiche a Compostela in alcuni casi anche contro gli interessi dei cenobi, compresi quelli cistercensi, e coinvolse direttamente Santiago nella sua politica costiera984. Nel 1161 Ferdinando II donò alla sede compostellana la metà dell'intero del Burgo de Faro985, una concessione rinnovata da Alfonso IX nel 1188 che garantì inoltre all'arcivescovo Pietro Suárez «quicquid ad vocem regiam pertinet» all'interno dello spazio urbano986. Nel 1180 Ferdinando II donò all'arcivescovo Pietro Suárez l'intera città di Pontevedra «cum portu»987, nel 1208 Alfonso IX concesse a Santiago una rendita di cento marchi d'argento sul pagamento del portazgo nel nuovo centro di A Coruña988, mentre tre anni dopo il re accordò un'altra cospicua donazione di

982

SOTO RÁBANOS, ¿Se puede hablar cit., p. 813 e nota n. 52 e FERNÁNDEZ-SORDO, Historia Urbana en

la Galicia medieval cit., p. 64.

983

FLETCHER, The episcopate cit., pp. 56-60. 984

Cfr. il paragrafo 1.2 in questo capitolo. 985

LÓPEZ FERREIRO, Historia de la Iglesia de Santiago, pp. 80-81. 986

LUCAS ÁLVAREZ, Tumbo A cit., doc. n. 141. 987

IBIDEM, doc. n. 127. 988

IBID., doc. n. 145 «Iccirco ego Adefonsus, Dei Gratia, rex Legionis et Gallecie, per hoc scriptum

semper duraturum toum fieri volo presentibus et futuris quod ecclesia Sancti Iacobi...Quia vero pro utilitate regni mei novam construo populationem in loco qui dicitur Crunia apud turrim de Faro...assigno ei in portatico ipsius populationis de Crunia centum marchas singulis annis per hominem archiepiscopi Sancti Iacobi de primis reditibus iam dicti portatici percipiendos».

trecento maravedì sulle sue rendite ricavate da A Coruña alla sede compostellana989. La protezione regia nei porti di nuova fondazione continuò ancora nel secondo quarto del XIII secolo; ad esempio nel 1238 il re di León-Castiglia Ferdinando III concesse all'arcivescovo di Santiago il monopolio dell'intera produzione di grasso di balena (in galiziano saín) dei porti di Noia - (una zona che Santiago controllava già dall'inizio del XII secolo grazie alle donazioni del conte Raimondo di Borgogna e della regina Urraca990) - e Pontevedra991. I porti galiziani pertanto non caddero nelle mani di Compostela, anche se indubbiamente la sua presenza lungo la costa galiziana era già forte dalla fine dell'XI secolo, ma fu la stessa monarchia leonesa a favorire e a estendere considerevolmente il raggio d'azione degli arcivescovi, così come dei cistercensi, nei centri della costa atlantica. Il conflitto pertanto non fu, almeno tra XII e XIII secolo, tra i re di León e Santiago; la protezione regia in queste aree al contrario fu spesso alla base della forte concorrenza tra i presuli compostellani e i monaci bianchi che si trovarono a competere all'interno delle stesse città per il controllo di alcuni porti strategici992.

Se da un lato le fonti mostrano nella loro grande maggioranza la forte promozione regia dei cistercensi sulla costa atlantica galiziana, dall'altro un privilegio di Alfonso IX apre alcune possibilità di ricerca fino ad oggi poco considerate. Nel 1219 Alfonso IX di León concesse a Sobrado la quarta parte delle rendite della città portuale di Betanzos che su richiesta dei suoi abitanti fu trasferita con il permesso del re nella zona del

castrum di Unctia993, un centro abitato posto alla confluenza del fiume Cascas con l'estuario del Mandeo a soli due chilometri dal mare994. Secondo S. Daviña Saínz, la scelta degli abitanti di Betanzos era dovuta all'eccezionale posizione del castello e del

989

IBID., II, doc. n. 153 «Ego Alfonsus Dei gratia, legionesis rex et Gallecie, veniens ad Sanctum Iacobum causa pregrinationis, do et offero Deo et Beato Iacobo...in perpetuo assigno in reditibus meis de villa que vocatur Crunia, tu eso et pacifice et absue ulla contradictione semper recipiant per singulas tercias anni». Sulla città di A Coruña si veda la monografía di M. BARRAL RIVADULLA, La Coruña en los

siglos XIII al XV. Historia y configuración urbana de una villa de realengo en la Galicia medieval,

Santiago de Compostela, 1998. 990 IBID., doc. n. 79 (1112). 991 IBID., doc. n. 162. 992

Nel Capitolo IV torneremo su questo tema con l’esempio dei contrati tra il monastero cistercense di Melón e Compostela per il porto di Vigo.

993

A.H.N., Clero, Secular-Regular, A Coruña, Sobrado, Carpeta 538, n. 8 «Nomine Domini nostri Iesu Christi Amen. Notum sit omnibus tam presentis quas futuris presentem paginam inspecturis quod ego Adefonsus Dei gratia rege Legione et Gallecie/muto villam de Betanciis ad castrum de Unctia ad istantiam et petitionem habitatorum ipsius ville. Et quia ipsum Castrum erat hereditas monasterii de Superaddo in re/compensattionem ipsius hereditas do et assigno in perpetuum vobis abbati domno Henrico et conventui ipsius monasterii de Superaddo quartam partem omnium redditum sive proventum/ipsius ville et ad ipsam pertinentium per mare quam per terram».

994

Su Betanzos, Alfonso IX di León e i cistercensi di Sobrado si veda inoltre F. UGORRI CASADO, Los

borgo di Unctia che permetteva oltre ai traffici marittimi anche la gestione di quelli fluviali della Galizia nord-orientale al confine tra l'arcidiocesi di Santiago e la diocesi di Mondoñedo995. Nel testo troviamo un particolare interessantissimo: fino a quel momento Unctia era controllata dai cistercensi di Sobrado i quali ricevettero le rendite in cambio della cessione delle terre agli abitanti di Betanzos996; come spiegare la loro presenza in quell'aerea? Questa fonte ad un primo sguardo sembrerebbe riproporre lo schema che abbiamo visto in precedenza, tanto che anche la storiografia, compresa la più recente, ha individuato in questo privilegio la migliore rappresentazione delle relazioni tra cistercensi, città e monarchia; tutte le concessioni fatte da Alfonso VII di León-Castiglia, Ferdinando II e Alfonso IX di León, come abbiamo già segnalato997, andrebbero lette semplicemente come risarcimenti fatti ai monaci bianchi ai quali venivano sottratte delle terre a causa della politica di fondazione di nuovi centri abitati998. Questo tipo di interpretazione non tiene conto però di due fattori fondamentali. Il primo è che questo è l'unico documento presente in tutto il panorama delle fonti cistercensi galiziane nel quale troviamo descritto questo rapporto tra i monaci bianchi e la monarchia leonesa, il che dovrebbe spingerci a una maggiore cautela nel proporla come modello generale dell'esperienza urbana cistercense. In secondo luogo il documento ci sta parlando di qualcosa di più che di un semplice risarcimento. I cistercensi di Sobrado controllavano l'accesso al porto e al borgo di Unctia ben prima dell'intervento regio di Alfonso IX. Dallo studio dei documenti è emerso non solo come i contatti tra Unctia - dalla quale alla fine del XII secolo provenivano alcuni monaci come ad esempio Pietro999 - e Sobrado cominciarono già nel 11641000, proseguendo intensamente per tutto il XII e il primo ventennio del XIII secolo1001, ma i cistercensi ebbero rapporti antecedenti al 1219 anche con gli abitanti di Betanzos; il 15 maggio del 1199 un certo Pietro Tinosus de Betanzos vendette ai monaci di Sobrado Giovanni