Come nasce il FAS
VINCOLI, LI MITAZIONI E CONDIZIONI AMMISSIBILITA'
8.2 Le foreste nella strategia nazionale
Nel nuovo approccio alla programmazione per lo sviluppo rurale la definizione del Piano strate- gico nazionale ha rappresentato un’importante momento di analisi anche per il settore forestale. Pur rimanendo concentrato sulle tematiche inerenti la politica di sviluppo rurale vengono proposti, per la prima volta in Italia, alcuni elementi guida per un approccio comune nella programmazione regiona-
le. In aderenza ai principi enunciati dalla Strategia forestale dell’UE e agli impegni internazionali4
assunti dall’Italia per il settore forestale, nella definizione degli obiettivi del PSN è stata considerata prioritaria la necessità, definita nel documento tecnico di preparazione alla strategia nazionale Foreste
e cambiamento climatico5, di “mantenere forme di gestione attiva per il patrimonio forestale naziona-
le al fine di assicurare la stabilità del territorio e la continuità nell’erogazione di servizi ambientali e paesaggistici, oltre che garantire la funzione economica dei boschi per favorire anche la permanenza della popolazione nelle aree rurali e montane”. Sono state quindi integrate nell’architettura della stra- tegia nazionale per lo sviluppo rurale le seguenti Linee strategiche forestali:
- stimolare la gestione forestale attiva attraverso creazione, incentivazione e consolidamento di nuo- vi modelli organizzativi per la gestione delle proprietà forestali
- promuovere le produzioni forestali di alta qualità, soprattutto nella logica degli impieghi locali in filiere “corte” attraverso interventi sulla filiera produttiva che permettano la ripresa di competitivi- tà delle utilizzazioni forestali
- promuovere e incentivare l’utilizzo energetico delle biomasse, collegando la produzione agli inter- venti di miglioramento ambientale, di gestione dei cedui e alle piantagioni specifiche, rivolgendo particolare attenzione alle necessità di ammodernamento e adeguamento delle strutture logistiche e delle infrastrutture, vincolando gli interventi al mantenimento di filiere locali
- promuovere e valorizzare la produzione di prodotti forestali non legnosi e di servizi turistico/ricrea- tivi offerti dal bosco come prodotti di nicchia, eventualmente con forme di integrazione a strategie di marketing territoriale.
Nella tabella 8.2 vengono riportati gli obiettivi prioritari e le rispettive azioni chiave forestali pre- viste dal PSN, in cui si può osservare come per il raggiungimento degli obiettivi di competitività del settore le azioni proposte, che interessano sia le imprese che i singoli proprietari, mirino a soddisfare le esigenze di ammodernamento aziendale (innovazione tecnologica, sicurezza sul lavoro, ecc.), a supe-
4 Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCED) e Processo Pan-europeo delle foreste in Europa (MCPFE). 5 Per ulteriori approfondimenti si rimanda al contributo tematico alla stesura del Piano Strategico Nazionale “Foreste e cambiamen-
rare la debolezza strutturale della filiera foresta-legno, privilegiando l’integrazione tra le diverse fasi (utilizzazione, trasformazione e commercializzazione) e i vari attori che la compongono. Coordinata- mente con gli interventi di crescita, competitività e occupazione dei fondi strutturali (FESR e FSE ), si propone alle imprese e ai proprietari l’adozione di processi innovativi per ridurre i costi di produzio- ne, valorizzare e ammodernare la dotazione infrastrutturale (logistica, viabilità secondarie, ecc.). Il PSN insiste molto nell’integrazione tra fondi e propone una chiara demarcazione degli interventi al fine di sfruttare strategicamente i finanziamenti comunitari ed evitare sovrapposizione nelle tipologie di ope- razioni. Il miglioramento dell’efficienza rimane comunque legato indissolubilmente alla diffusione di una gestione attiva e pianificata delle risorse forestali in coerenza con i criteri di Gestione forestale sostenibile (GFS), puntando sia al miglioramento degli standard qualitativi e di sicurezza che, in egua- le misura, alla promozione dei prodotti forestali nazionali legnosi e non.
Per garantire la sinergia e la complementarietà tra i diversi interventi, migliorarne la gestione e assicurarne l’efficacia, la strategia nazionale propone, inoltre, un approccio integrato nell’attuazione delle misure. Approccio che poggia sulla capacità e volontà di aggregare più idee e/o più soggetti per il perseguimento di un fine comune a livello tematico e/o territoriale, rispondendo così alle diverse esi- genze delle imprese e dei territori. A favore dello sviluppo del settore, sia sotto gli aspetti produttivi che ambientali, assume fondamentale importanza l’azione integrata delle misure ambientali (Asse 2) e quelle di valorizzazione dei prodotti forestali e del valore economico delle foreste (Asse 1), con quel- le di diversificazione (Asse 3). Vi è infatti la possibilità di valorizzare le esperienze sviluppate con suc- cesso in passato in molti contesti locali (PIT, PIF e Iniziativa Comunitaria Leader), combinando diver- se tipologie di interventi (diversificazione, creazione di impresa, investimenti per il paesaggio e il patrimonio culturale, servizi e infrastrutture locali) attorno a un tema catalizzatore (ad esempio la valo- rizzazione del patrimonio forestale di un’area oppure lo sviluppo di filiere corte foresta legno energia). Inoltre, il coordinamento delle politiche di sviluppo rurale con le altre politiche regionali, nazionali e comunitarie assume particolare importanza al fine di consentire un’efficace integrazione sia dei diversi settori che degli interventi sul territorio.
Come detto in precedenza, il PSN pone particolare enfasi al ruolo multifunzionale delle foreste che deve essere valorizzato considerando i forti legami e le sinergie che le misure dell’asse competi- tività (Asse 1) hanno con le misure di gestione forestale dell’Asse 2 e di diversificazione delle attivi- tà e valorizzazione delle aree rurali dell’Asse 3. Particolare importanza assume, quindi, la promozio- ne di forme d’impresa multifunzionale capaci di fornire, oltre a prodotti agroforestali competitivi, anche servizi di natura sociale e ambientale, oppure produzioni finalizzate allo sfruttamento energe- tico delle biomasse. A tal proposito, sinergicamente alle misure dell’Asse 1 intese a finanziare la rea- lizzazione di impianti per la combustione di biomassa e per piccole reti di calore, operano anche gli interventi di diversificazione dell’economia rurale previsti nell’Asse 3.
Con la promozione di filiere corte bioenergetiche si punta a sfruttare la vicinanza tra luogo di produzione, trasformazione e consumo, incentivando la realizzazione di impianti di medie e piccole dimensioni, privilegiando gli investimenti aziendali al fine di attivare contemporaneamente la doman- da e l’offerta locale di biomassa. In questa ottica di filiera locale il FEASR sostiene gli interventi per la produzione di biomasse e gli interventi finalizzati alla generazione di energia realizzati da impre- se agricole e forestali con impianti fino a 1 MW di potenza che garantiscano un positivo bilancio ener- getico e di emissioni, lasciando gli impianti di potenza superiore al sostegno regionale e dei fondi strutturali.
Per raggiungere gli obiettivi ambientali le azioni chiave nazionali per il settore forestale indivi- duano come prioritaria la diffusione dei principi di Gestione forestale sostenibile e dei più usuali stru- menti di pianificazione (Piani di gestione e assestamento forestale). La gestione forestale attiva garantisce, inoltre, il presidio del territorio e risulta fondamentale, anche, nella prevenzione dai rischi
di incendio e da altri danni al bosco (meteorici e biotici). La concentrazione territoriale degli inter- venti, molto limitata nella precedente programmazione, è esplicitamente prevista per alcune misure dal nuovo regolamento, ma la scarsità delle risorse a disposizione e l’opportunità di concentrare le misure nelle aree prioritarie suggerisce l’adozione di un sistema di zonizzazione del territorio regio- nale anche nell’applicazione delle altre misure. A tal proposito il PSN sottolinea l’importanza di defi- nire chiaramente le aree di intervento ammissibili alle misure dell’Asse 2 per evitare la dispersione degli interventi sul territorio. In particolare un’area prioritaria di intervento viene individuata nei ter- Tabella 8.2 – Obiettivi prioritari e rispettive Azioni chiave forestali previste dal PSN
Obiettivi prioritari Azioni chiave per le foreste
Promozione dell’ammodernamento e dell’innovazione nelle imprese e
dell’integrazione di filiera.
Creare, incentivare nuovi modelli organizzativi e associativi per la gestione delle proprietà forestali; Incrementare la qualità delle produzioni forestali e promuovere l’innovazione di prodotto; Rafforzare competitività, redditività e integrazione nella filiera foresta-legno;
Trasferire conoscenze specialistiche e risultati della ricerca alle diverse realtà produttive;
Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale.
Migliorare, adeguare e facilitare la gestione sostenibile per aumentare stabilità e valore economico del bosco, redditività dei prodotti e sbocchi commerciali;
Incentivare l'uso di Piani di gestione anche in aree Natura2000 e di particolare pregio ambientale; Incentivare adesione ai sistemi di certificazione forestale;
Incrementare qualità delle produzioni forestali, promuovere innovazione di prodotto e raffo rzare competitività, redditività e integrazione nella filiera foresta-legno;
Rafforzare la consulenza aziendale, sviluppo “filiere-corte” e uso multifunzionale delle foreste; Potenziamento delle dotazioni
infrastrutturali fisiche e telematiche.
Ammodernamento strutturale, infrastrutturale e dei fattori di produzione delle aziende;
Sviluppare e/o modernizzare “filiere-corte” sostenibili (produttive e bioenergetiche) con il territorio;
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Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale e
sostegno del ricambio generazionale.
Incentivare formazione, aggiornamento e consulenza aziendale, per gli addetti e operatori del settore; Creare, incentivare nuovi modelli organizzativi e associativi per la gestione delle proprietà forestali; Rafforzare la consulenza az iendale, sviluppo “filiere-corte” e uso multifunzionale delle foreste; Trasferire conoscenze specialistiche e risultati della ricerca alle diverse realtà produttive;
Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad
alto valore naturalistico
Incentivare la gestione forestali compatibile con esigenze di salvagua rdia ambientale, del paesaggio; Incentivare nuovi interventi di forestazoine, riforestazione, afforestazione o agroforestazi one, con particolare riferimento ai terreni agricoli ad agricoltura intensiva;
Incentivare interventi non remunerativi e impegni silvoambientali; Favorire la conservazione delle risorse genetiche forestali locali;
Incentivare l'uso di Piani di gestione anche in aree Natura2000 e di particolare pregio ambientale; Ricostituire il potenziale forestale danneggiato da disastri naturali, fitopatie e incendi;
Incentivare gli interventi volti al monitoraggio e alla prevenzione;
Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde
Favorire e incentivare la gestione sostenibile delle risorse forestali
Incentivare tutela del s uolo e risorsa idrica attraverso specifici interventi di forestazione (fasce tampone, boschetti e filari, aree boscate di espansione dei fiumi, ecc);
Riduzione dei gas serra
Incentivare la gestione sostenibile dei boschi esistenti, predisponendo piani di assestamento; Incentivare nuovi interventi di forestazione, riforestazione, afforestazione o agroforestazi one, con particolare riferimento ai terreni agricoli ad agricoltura intensiva;
Massimizzazione dei sink di carbonio sulla base degli impegni internazionali assunti; Ricostituire il potenziale forestale danneggiato da disastri naturali, fitopatie e incendi; Incentivare gli interventi volti al monitoraggio e alla prevenzione;
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Tutela del territorio
Incentivare la gestione sostenibile nella tutela dell’equilibrio idrogeologico del territorio; Favorire conservazione e ripristino del paesaggio agro-silvo-pastorale;
Incentivare interventi non remunerativi e impegni silvoambientali;
Ricostituire il potenziale forestale danneggiato da disastri naturali, fitopatie e incendi; Incentivare gli interventi volti al monitoraggio e alla prevenzione;
Miglioramento dell’attrattiva dei territori rurali per le imprese e la popolazione
Diffondere utilizzo sostenibile delle biomasse a livello aziendale che extra-aziendale; Favorire servizi adeguati alla distribuzione e sfruttamento sostenibile delle biomasse forestali; Favorire sensibilizzazione ambientale e informazione sulla gestione delle aree di particolare pregio/interesse;
Favorire la realizzazioni di infrastrutture volte alla fruizione turistico/ricreativa delle risorse forestali;
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Mantenimento e/o creazione di opportunità occupazionali e di reddito in
aree rurali
Creare opportunità per la valorizzazione del ruolo multifunzionale delle foreste,
Favorire la realizzazioni di infrastrutture volte alla fruizione turistico/ricreativa delle risorse forestali; Sviluppare e/o modernizzare “filiere-corte” sostenibili (produttive e bioenergetiche) con il territorio; Rafforzamento della capacità progettuale
e gestionale locale A ss e L ea d er
Valorizzazione delle risorse endogene dei territori
Questi due obiettivi nazi onali rappresentano le priorità comunitarie relative al “Miglioramento della governance” e alla “Mobilitazione del potenziale di sviluppo endogeno” e il loro perseguim ento è funzionale a rendere più efficaci i risultati auspicabili negli altri assi. Gli interventi previsti all’interno di questo Asse saranno indirizzati prevalentemente alle categorie di aree C e D definite dal PSN.
reni caratterizzati da agricoltura intensiva, al fine di ridurre l’impatto sull’ambiente delle pratiche agri- cole e per recuperare la frammentazione delle foreste. L’imboschimento dovrà, quindi, privilegiare le funzioni ecologiche (corridoi naturali di connettività, nodi della rete ecologica, fasce tampone, habi- tat per specie animali) e di mantenimento della biodiversità, in particolare per gli ecotoni di confine (prati, pascoli, ecc.). Anche l’imboschimento a fini produttivi, compresa la produzione di legna a sco- pi energetici, dovrà basarsi sui criteri di sostenibilità ambientale e di ecocompatibilità. Discorso a par- te merita l’impianto di specie a rapido accrescimento per fini energetici (Short Rotation Forestry), che trova ampia attuazione nella misura sugli investimenti aziendali dell’Asse 1.
Per la necessità di adattamento ai futuri cambiamenti climatici, il PSN affida agli interventi fore- stali un importante ruolo nella tutela delle risorse idriche, nella protezione del suolo e dell’assetto idro- geologico del territorio. Per garantire la regolarizzazione dei deflussi idrici nei bacini, viene ricono- sciuta l’importanza della gestione forestale attiva e soprattutto il ruolo svolto dalle attività di foresta- zione ambientale nella tutela qualitativa delle acque e per le aree di espansione dei fiumi. A riguardo, le Regioni devono concentrare gli interventi nelle aree dove i problemi di degrado, idrico e del suo- lo, sono più rilevanti e accentuati, coordinatamente con gli interventi previsti dalla normativa nazio- nale nei Piani di assetto idrogeologico (PAI), che costituiscono anche il quadro di riferimento pro- grammatorio per le azioni svolte in questo ambito dal FEASR. Analogamente, gli interventi rivolti all’introduzione di azioni di prevenzione contro gli incendi e alla ricostruzione del potenziale silvicolo danneggiato da disastri naturali devono essere complementari agli interventi previsti dai Piani anti incendio boschivo regionali e coordinati con le azioni svolte in questo ambito dagli interventi del FESR, in particolare per le realizzazioni infrastrutturali.
Particolare attenzione viene, inoltre, rivolta al sistema delle aree protette individuate dalla nor- mativa comunitaria (zone svantaggiate, SIC, ZPS, ZVN e rete Natura2000) e ad altri luoghi di gran- de pregio naturale, nei quali la predisposizione di una pianificazione, che tenga conto del dinamismo degli ecosistemi e dell’integrazione con la matrice territoriale esterna, è prerequisito per l’attivazio- ne delle misure di gestione agroforestale della rete Natura2000 (pagamenti Natura2000). Il PSN insi- ste molto sulla necessità di individuare una correlazione tra strumenti di pianificazione forestale regionale e Piani di gestione dei siti ad alta valenza naturale (rete Natura2000, riserve, parchi ecc.), tenendo anche conto che l’attività selvicolturale contribuisce in maniera determinante al manteni-
mento di questi ecosistemi6. È anche utile ricordare che circa il 30% delle formazioni forestali presenti
nel nostro Paese è compreso in aree protette incluse nell’elenco ufficiale redatto dal Ministero del- l’Ambiente o nell’elenco ufficiale dei siti individuati dalla Direttiva 92/43/CEE, per la gestione del- le quali dovrebbero essere attivate risorse aggiuntive rispetto a quelle dei PSR. Purtroppo l’attuazio- ne della misure Natura2000 nel contesto italiano potrà essere inficiata dalla assenza di un quadro di
recepimento regionale delle normative di riferimento comunitaria e nazionale7 e dalla conseguente
assenza dei Piani di gestione in queste aree. Si ritiene possibile un inserimento di questa misura nei programmi regionali a seguito del completamento delle norme regionali e nazionali di recepimento che dovranno consentire di individuare i maggiori costi o i mancati redditi a carico delle attività ammissibili.
Con le nuove misure per i “Pagamenti silvoambientali” e gli “Investimenti non produttivi”, la strategia nazionale nella promozione e diffusione di pratiche volontarie aggiuntive ai normali criteri di gestione (dati dall’osservanza delle Prescrizioni di massima e di Polizia forestale e dalla normati- va regionale di riferimento) vuole incentivare la gestione attiva sul territorio e fornire la possibilità di
6 Per ulteriori approfondimenti si rimanda al contributo tematico alla stesura del Piano Strategico Nazionale “Biodiversità e paesaggio - Sviluppo rurale”(www.politicheagricole.it).
valorizzare a fini turistico ricreativi e ambientali le proprietà forestali. I pagamenti silvoambientali sono chiaramente una misura di complessa applicazione, almeno nel contesto italiano, dove sono già presenti standard minimi di gestione piuttosto elevati, soprattutto per quello che riguarda la gestione delle foreste alpine dove la misura risulta difficilmente applicabile. È impegno del Mipaaf definire chiaramente degli standard di buone pratiche silvicolturali su tutto il territorio nazionale, nel rispetto delle usuali pratiche regionali. Parallelamente vi è anche il problema, già citato, della definizione dei
Criteri di gestione obbligatori8(CGO) forestali da attuare a livello aziendale. Per alcune misure tipi-
camente indirizzate alle aziende agricole (imboschimento), il riferimento ai CGO viene ricondotto nel- le norme indicate nell’ambito del regolamento (CE) n.1782/2003, per le altre misure la definizione dei criteri sarà compito dello Stato membro e delle Regioni. I riferimenti normativi in questo ambito non mancano (si pensi alla validità di legge dei Piani di assestamento forestale o, in loro assenza, alle Pre- scrizioni di massima e norme di Polizia forestale nonché alla normativa regionale), ma risulta comun- que opportuno un approccio unitario nazionale nella metodologia da applicare per la definizione dei CGO forestali.
Le azioni chiave forestali, proposte per il miglioramento delle condizioni socioeconomiche del territorio rurale italiano, passano attraverso il miglioramento dell’attrattività per le imprese e la popo- lazione delle aree rurali (infrastrutture e servizi), coerentemente con le caratteristiche del paesaggio e della cultura rurale e attraverso il sostegno all’economia locale per il mantenimento e/o la creazio- ne di opportunità occupazionali. Le misure dell’Asse 3 integrano, quindi, lo sviluppo del settore attra- verso la creazione e il rafforzamento delle attività economiche legate alla risorsa forestale (erogazio- ne di servizi alla popolazione e all’economia locale, come lo sviluppo di piccole centrali per sfrutta- mento energie rinnovabili), il sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese (produzione, tra- sformazione e vendita di prodotti legnosi e biomasse), l’incentivazione di attività turistiche e con inter- venti orizzontali volti alla crescita del capitale umano. Gli interventi dovranno essere programmati e attuati dalle Regioni in stretta complementarità con l’azione dei fondi regionali, nazionali e dei fon- di comunitari FESR e del FSE, e in particolare quelli di recupero, tutela e valorizzazione del paesag- gio e delle risorse storico culturali e di valorizzazione delle emergenze naturali (comprese le azioni volte alla definizione di piani di protezione e gestione dei siti Natura2000 e di altre aree di alto valo- re naturalistico). Attraverso l’approccio territoriale, integrato, multisettoriale e partecipato nell’at- tuazione delle politiche di sviluppo, con l’Asse Leader, nella strategia nazionale il settore forestale può contare nel rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale e nella valorizzazione delle risorse endogene dei territori al fine di rendere più efficaci i risultati auspicati negli altri assi. Sce- gliendo temi e obiettivi fortemente ancorati al territorio, la strategia definita nei Piani di sviluppo loca- le potrà attingere alle diverse misure previste dai tre assi, sviluppando con il partenariato pubblico pri- vato del GAL idee progettuali legate anche all’utilizzo e allo sviluppo delle risorse forestali locali e alle filiere produttive connesse.