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LA FORMAZIONE DELLA REPUBBLICA FEDERALE E IL RUOLO DEI RAPPORTI ITALO-TEDESCHI PER LA POLITICA ESTERA ITALIANA

Gli spazi della politica e dell’economia: la ripresa delle relazioni commerciali e la definizione dei rapporti bilaterali, 1948-

IV.2 LA FORMAZIONE DELLA REPUBBLICA FEDERALE E IL RUOLO DEI RAPPORTI ITALO-TEDESCHI PER LA POLITICA ESTERA ITALIANA

L’accelerazione impressa dagli alleati anglo-americani al processo di formazione di un governo tedesco-occidentale nella primavera-estate del 1948 modificava lo scenario politico dell’Europa rispetto alla situazione emersa subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. In breve tempo nelle zone di occupazione non controllate dall’Unione Sovietica un nuovo stato tedesco, con un proprio governo, avrebbe sostituito la Bizona e la zona francese attraverso una rinnovata unità amministrativa.

La prima operazione destinata ad avere una vasta incidenza economica, politica e sociale fu la riforma monetaria. Si tratta, come è noto, di uno degli aspetti fondanti della storia della Germania occidentale nella seconda metà del Novecento. «Dal 1945 la storia tedesca – ha scritto Werner Abelshauser nell’introduzione della sua opera più nota – è soprattutto storia economica. Nulla ha segnato di più lo stato tedesco-occidentale quanto il suo sviluppo economico»169.

Il 19 giugno le tre potenze di occupazione annunciarono la «Legge per la riforma del sistema monetario tedesco» (Gesetz zur Neuordnung des deutschen Geldwesens) che entrava in vigore due giorni dopo170. Esperti finanziari statunitensi e tedeschi elaborarono gli aspetti tecnici della conversione della moneta171. La valuta fu denominata Deutsche Mark e sostituì la Reichsmark, la Rentenmark e le emissioni di marchi d’occupazione su tutto il territorio delle tre zone occidentali172. Tre diverse leggi, emanate nella seconda metà di giugno, completarono il programma della riforma. In primo luogo il diritto di emissione di carta moneta fu limitato a 10 miliardi di marchi173; il rapporto tra la valuta precedente e il nuovo marco fu di 10 a 1 (dieci vecchie Reichsmark per un nuovo marco) e ogni cittadino ebbe in dotazione 40 marchi (ad agosto furono rilasciati altri 20

169 Cfr. W.A

BELSHAUSER, Wirtschaftsgeschichte der Bundesrepublik Deutschland 1945-1980, Frankfurt am Main, 1983, p. 8; si veda anche la nuova edizione del 2011: ID., Deutsche Wirtschaftsgeschichte, cit., p. 11.

170

Cfr. W.BENZ, Währungsreform und soziale Marktwirtschaft, cit., p. 432; C.BUCHHEIM, Die Währungsreform

1948 in Westdeutschland, in «Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte», 36, 2, 1988, pp. 189-231; W. ABELSHAUSER,

Deutsche Wirtschaftsgeschichte, cit., pp. 120-123. Si veda anche A.RITSCHL, Die Währungsreform von 1948 und der

Wiederaufstieg der westdeutschen Industrie. Zu den Thesen von Mathias Manz und Werner Abelshauser über die Produktionswirkungen der Währungsreform, in «Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte», 33, 1, 1985, pp. 136- 165.

171 Già nell’agosto del 1946 all’interno del Consiglio di Controllo alleato era stato presentato dagli americani un

progetto di riforma monetaria denominato «Colm-Dodge-Goldsmith» poi tramontato a causa dell’opposizione dei rappresentanti sovietici. Alla fine del 1947, infine, era stato proposto il «Piano Homburg» ideato per gran parte da tedeschi e poi completamente riformulato nella primavera del 1948. Cfr. C. BUCHHEIM, Die Errichtung der Bank

deutscher Länder und die Währungsreform in Westdeutschland, in DEUTSCHE BUNDESBANK (hrsg), Fünfzig Jahre

Deutsche Mark. Notenbank und Währung in Deutschland seit 1948, München, pp. 91-138; ID., Dal miracolo economico

alla crisi dello stato assistenziale in Germania (Ovest), in G.E.RUSCONI,H.WOLLER (a cura di), Italia e Germania

1945-2000: la costruzione dell'Europa, Bologna, 2005, pp. 325-338, qui p. 326; W. ABELSHAUSER, Deutsche

Wirtschaftsgeschichte, cit., pp. 120-123.

172 W. B

ENZ, Währungsreform und soziale Marktwirtschaft, cit., pp. 432-435; W. ABELSHAUSER, Deutsche

Wirtschaftsgeschichte, cit., pp. 120-123.

173

192 marchi)174. Particolari esenzioni fiscali furono previste per i profughi, i danneggiati di guerra e i perseguitati dall’ex regime nazista175.

Il 24 giugno, infine, senza chiedere l’accordo preliminare dei governi militari, Ludwig Erhard fece approvare dal Consiglio economico di Francoforte una legge, il cosiddetto Leitsätzegesetz, fortemente voluto dagli esperti tecnici del suo consiglio scientifico, che tendeva ad eliminare ogni controllo sulla vita economica e sui prezzi delle merci in genere; l’operazione che portò alla promulgazione del Leitsätzegesetz è passata alla storia con l’espressione de «il colpo di mano (Handstreich) di Erhard»176.

Nonostante fosse nell’aria, la riforma fu proclamata senza alcun preavviso né per la popolazione tedesca, né per i rappresentanti stranieri, diplomatici italiani inclusi, circa la data e le modalità del provvedimento. Solo dopo una settimana, il governo italiano riuscì ad avere informazioni dettagliate dai propri rappresentanti in Germania. L’immediato successo della riforma fu uno degli aspetti che maggiormente impressionò gli inviati italiani. Il 5 luglio 1948 un meravigliato console Relli scriveva a Roma che:

«Questo complesso di radicali misure economiche avrebbe avuto in qualsiasi altro paese l’effetto di un terremoto e la sua applicazione pratica sarebbe stata dubbia. Nelle particolari condizioni materiali e psicologiche della Germania, tenendo presente l’innata disciplina di questo popolo, tutto si è svolto con ordinata regolarità ed almeno i primi risultati corrispondono alle normali previsioni della teoria economica. Le vetrine dei negozi tedeschi si sono improvvisamente riempite di merci che fino a ieri non si potevano ottenere che barattando o ricorrendo al mercato nero. Verdura e frutta sono in vendita nelle strade e vi sono generi che non trovano compratori ed i cui prezzi ribassano nella stessa misura. I borsaneristi sono in scompiglio e debbono vendere le sigarette a prezzi inferiori di quelli ufficiali. […] esso [il popolo tedesco] potrà trovare nella nuova moneta e nell’ordinamento economico che ne consegue la base della sua rinascita»177.

Da un punto di vista economico e politico, riferivano i vari rappresentanti italiani, la riforma monetaria confermava la linea americana di rendere la Germania occidentale un paese protagonista dei programmi di ricostruzione europea178.

174 Ibid.; circa la quantità di marchi distribuita ad ogni cittadino, negli studi in lingua italiana, Collotti e Missiroli

indicano la cifra di 60 marchi, Corni di 50. Cfr. E.COLLOTTI, Storia delle due Germanie, 1945-1968, Torino, 1968, p. 128; A.MISSIROLI, La questione tedesca. Le due Germanie dalla divisione all’unità (1945/1990), Firenze, 1991, p. 40; G.CORNI, Storia della Germania. Da Bismarck alla riunificazione, Milano, 1999, p. 344. In un rapporto scritto nel giugno 1948 dal console italiano Ferdinando Wiel, accreditato nella zona francese, si parla di 40 marchi, cfr. il rapporto n. 1929/170, in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta 13 (1948), fasc. 3: Situazione locale nelle quattro zone

d’occupazione, zona francese.

175 W. B

ENZ, Währungsreform und soziale Marktwirtschaft, cit., pp. 432-435; W. ABELSHAUSER, Deutsche

Wirtschaftsgeschichte, cit., pp. 120-123.

176Cfr.W.B

ENZ, Währungsreform und soziale Marktwirtschaft, cit., pp. 434-439; M.GÖRTEMAKER, Geschichte der

Bundesrepublik Deutschland, cit., pp. 146-152.

177 Si veda il telespresso di Relli n. 5253/368 del 5 luglio 1948, in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta 14

(1948), fasc. 1: Situazione economica.

178

193 La risposta dell’Unione Sovietica all’introduzione del nuovo marco fu il blocco di Berlino Ovest. Il 24 giugno i sovietici interruppero il transito alle vie d’accesso terrestri (strade, ferrovie e linee fluviali) che conducevano ai settori occidentali di Berlino: iniziava così il famoso “blocco” che sarebbe durato quasi un anno, fino al 12 maggio 1949179. Le tensioni internazionali scaturite dalla reazione sovietica e la successiva decisione anglo-americana di non “abbandonare” a Stalin la zona Ovest dell’ex capitale tedesca, organizzando in breve tempo il noto “ponte aereo”, non attirarono in modo particolare l’attenzione dei diplomatici italiani in Germania.

La storiografia ha ampiamente sottolineato il ruolo decisivo svolto dal blocco sovietico di Berlino Ovest e dal ponte aereo alleato nella trasformazione del rapporto tra popolazione tedesca e potenze d’occupazione occidentali, soprattutto tra tedeschi e americani180. Lo sforzo logistico degli Stati Uniti durante i mesi del ponte aereo (giugno 1948-maggio 1949) per rifornire la popolazione di Berlino Ovest ebbe tra i tedeschi occidentali l’effetto psicologico di trasformare gli americani da occupanti in difensori. Nell’opinione pubblica occidentale non filocomunista la stessa città di Berlino, da centro del militarismo e dell’autoritarismo prussiano, venne gradualmente percepita come il simbolo della difesa della libertà dall’oppressione della Russia bolscevica. Le ripercussioni del blocco di Berlino Ovest e del ponte aereo all’interno della stampa tedesca occidentale e nei rapporti tra popolazione e occupanti/difensori anglo-americani non costituirono oggetto d’indagine per i rappresentanti italiani in missione nella Germania occidentale. I resoconti incentrati sugli eventi di Berlino inviati a Roma dai diplomatici italiani erano limitati ad un banale resoconto degli eventi e a periodici aggiornamenti delle decisioni alleate181. Uno dei rari rapporti in cui si accenna alla stato d’animo dei tedeschi in seguito al blocco e al ponte aereo descriveva un’opinione pubblica piuttosto apatica. Il console Wiel infatti, accreditato nella zona francese, suggeriva di non sopravvalutare i risvolti della crisi di Berlino nell’atteggiamento della popolazione tedesca. Per quanto riguardava la popolazione locale della zona occupata dalla Francia riportava che:

«Gli avvenimenti di Berlino – riferiva Wiel il 28 luglio 1948 –, le cui cause sono ormai ben note per soffermarsi a descriverle, sono stati qui [nella zona d’occupazione francese] appresi e considerati senza eccessive apprensioni. La

179

La riforma monetaria ad Ovest era stata seguita da un’analoga riforma monetaria nella zona di occupazione sovietica. Cfr. W.BENZ, Berlin, cit., pp. 452-458; M.GÖRTEMAKER, Geschichte der Bundesrepublik Deutschland, cit., pp. 40-43; W.ABELSHAUSER, Deutsche Wirtschaftsgeschichte, cit., pp. 120-129.

180 Cfr. C.K

LEßMANN, Die doppelte Staatsgründung. Deutsche Geschichte 1945-1955, Göttingen, 1991, pp. 185- 192; M.FULBROOK, Storia della Germania, 1918-1990. La nazione divisa, Milano, 1993, (ed. or. The Divided Nation,

London, 1991), pp. 150-151; A. DOERING-MANTEUFFEL, Wie Westlich sind die Deutschen? Amerikanisierung und

Westernisierung im 20. Jahrhundert, Göttingen, 1999, p. 53; M. GÖRTEMAKER, Geschichte der Bundesrepublik

Deutschland, cit., pp. 43-44; H.A. WINKLER, Dal Terzo Reich alla Repubblica di Berlino, cit., pp. 149-150; U. MÄHLERT, La DDR, cit., p. 36; E.CONZE, Die Suche nach Sicherheit. Eine Geschichte der Bundesrepublik Deutschland

von 1949 bis in die Gegenwart, München, 2009, p. 40; M. UHL, Die Teilung Deutschlands. Niederlage, Ost-West- Spaltung und Wiederaufbau 1945-1949, Berlin, 2009, pp. 169-182.

181 Cfr. i resoconti conservati in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta 15 (1948), fasc. 4: Questione di

194 popolazione tedesca si è forse già abituata alla “guerra fredda”, alla “guerra dei nervi” ai “colpi di spillo”, termini questi comunemente in voga per definire il dissidio sempre più acuto fra Occidente ed Oriente o meglio fra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica»182.

Nonostante il relativo isolamento dei Länder tedeschi governati dalle forze francesi rispetto alla centralità politica, economica e geografica della Bizona, risulta difficile non constatare la tendenza presente nel documento citato a sottovalutare ogni possibile ripercussione della prima crisi di Berlino.

Dello stesso tono erano anche i resoconti di Relli in missione nella zona inglese. Il console italiano più interessato ai risvolti sociali delle tensioni internazionali non rilevava alcuna conseguenza tra la popolazione:

«[…] la passionale vicenda berlinese – scriveva Relli l’8 agosto 1948 –, malgrado sia mantenuta viva dalle circostanze drammatiche e dall’intensa propaganda di ambo le parti, non è riuscita a scuotere la rassegnata indifferenza del popolo tedesco»183.

L’insieme dei rapporti inviati a Roma dai diversi rappresentanti italiani in Germania restituisce un’immagine pesantemente deformata della realtà tedesca occidentale durante i mesi del ponte aereo184. Alle tensioni Est-Ovest a causa dell’ex capitale della Germania si contrappone una popolazione tedesca quasi assente o sostanzialmente indifferente alle sorti della «questione germanica»185. La continuità, tra i diplomatici italiani, di modelli interpretativi imperniati sul postulato dell’antidemocraticità e dell’innata bellicosità del popolo «teutonico» mal si conciliava con la possibilità di guardare ai tedeschi come popolazione vittima e danneggiata o desiderosa di protezione.

La seconda inequivocabile iniziativa degli alleati occidentali orientata alla creazione di uno stato tedesco separato dalla zona di occupazione sovietica fu intrapresa nell’estate del 1948. Il primo luglio, infatti, gli alleati che avevano partecipato alla conferenza di Londra sulla Germania consegnarono ai presidenti dei Länder occidentali i cosiddetti «documenti di Francoforte»186. I

182

Cfr. il rapporto di Wiel del 28 luglio 1948, in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta 13 (1948), fasc. 1:

Situazione locale nelle quattro zone d’occupazione, zona francese.

183 Cfr. il telespresso n. 6559/507 dell’8 agosto 1948 intitolato Sviluppo situazione germania, in Asmae, Dgap,

Germania, 1946-1950, Busta 12 (1948), fasc. 2: Situazione a Berlino.

184

Cfr. i documenti conservati in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta 12 (1948), fasc. 2: Situazione a

Berlino.

185 Un rapporto di Gallina del 5 settembre 1948 accenna ad un «notevole cambiamento nel popolo tedesco» in

seguito all’azione anglo-americana del ponte aereo senza specificare però il significato e la direzione del cambiamento. Cfr. il telespresso n. 3087/648, 5 settembre 1948, in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Germania, Busta 15 (1948), fasc. 6: Costituzione Stato della Germania Occidentale e Statuto di Occupazione.

186 Cfr. T.E

SCHENBURG, W.BENZ, Der Weg zum Grundgesetz, cit., pp. 459-462; C.KLEßMANN, Die doppelte

Staatsgründung, cit., pp. 193-202. Su questa fase si veda inoltre il fondamentale studio di Feldkamp: M.FELDKAMP,

195 Ministerpräsidenten (Presidenti) dei Länder furono invitati a studiare ed elaborare un disegno di costituzione che in seguito sarebbe stato denominato Grundgesetz (legge fondamentale) per rimarcarne la provvisorietà, eludendo quindi l’utilizzo del termine Verfassung (costituzione). Il compito di redigere la legge fondamentale fu affidato ad un Consiglio parlamentare (Parlamentarischer Rat), formato da deputati inviati da ogni singolo Land in numero proporzionale alla popolazione e distribuiti secondo il peso dei singoli gruppi parlamentari, e non ad un’assemblea costituente187.

Il Consiglio parlamentare si riunì per la prima volta il primo settembre del 1948188; Konrad Adenauer fu eletto presidente del Parlamentarischer Rat189, mentre il socialdemocratico Carlo Schmid (Spd) divenne il segretario della commissione principale190. Su esplicita raccomandazione degli alleati la forma del nuovo stato tedesco-occidentale doveva garantire ampie autonomie ai Länder e ispirarsi, quindi, ad una struttura di tipo federale191.

L’importanza del nuovo organo tedesco (il Parlamentarischer Rat), istituito per redigere la costituzione del futuro stato tedesco-occidentale, non fu pienamente compresa dai rappresentanti italiani in Germania. Diversamente da quanto avveniva per il Consiglio economico, che monopolizzava l’interesse degli inviati italiani e del ministero degli Esteri192, il Parlamentarischer Rat venne politicamente sottovalutato e percepito come un espediente creato dagli anglo-americani nel clima dello scontro diplomatico con l’Unione Sovietica per attrarre la popolazione tedesca dalla parte degli occidentali. Alla fine di luglio, il console Gallina espose tale interpretazione in un rapporto riservato destinato al ministro Sforza e a De Gasperi193.

Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, commentava Gallina, impegnati a fronteggiarsi per estendere la propria influenza su tutto il mondo rischiavano tuttavia di perdere il potere di decisione

Weimar, Bonn, Berlin. Zum historischen Ort des Grundgesetzes, in «Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte», 57, 4, 2009,

pp. 485-496.

187 Ibid.

188 Tra agosto e settembre un gruppo di esperti indicati dai Presidenti dei Länder si riunirono a Herrenchiemsee in

Baviera per discutere i caratteri basilari della costituzione tedesco-occidentale. Cfr. T.ESCHENBURG,W.BENZ, Der Weg

zum Grundgesetz, cit., pp. 479-483; M.GÖRTEMAKER, Geschichte der Bundesrepublik Deutschland, cit., pp. 56-59; M. FELDKAMP, Der Parlamentarische Rat, cit., pp. 36-39.

189 Sull’elezione di Adenauer a presidente del Parlamentarischer Rat cfr. H.P.S

CHWARZ, Adenauer. Der Aufstieg:

1876-1952, Stuttgart, 1986, pp. 582-600; Cfr. T.ESCHENBURG,W.BENZ, Der Weg zum Grundgesetz, cit., p. 485; M. GÖRTEMAKER, Geschichte der Bundesrepublik Deutschland, cit., p. 61; M.FELDKAMP, Der Parlamentarische Rat, cit., pp. 57-59. Adenauer nelle sue memorie non si dilunga in modo particolare sulla sua elezione alla Presidenza del Consiglio parlamentare. Si veda K.ADENAUER, Memorie, 1945-1953, Milano, 1966, (ed. or. Erinnerungen, 1945-1953, Stuttgart, 1965), pp. 169-176.

190 La città di Bonn fu scelta come sede del Consiglio parlamentare. Quest’ultimo era composto da 65 membri: 27

erano gli appartenenti alla Spd e 27 alla Cdu-Csu, 5 erano i membri del partito liberale (Freie Demokraten, alla fine del 1948 Freie Demokratische Parteien), 2 del Partito tedesco (Deutsche Partei), 2 del vecchio Zentrum e 2 del Partito comunista tedesco (Kpd). Ibid.

191 M.F

ELDKAMP, Der Parlamentarische Rat, cit., pp. 19-33.

192 Un’attenzione condizionata dall’attività dell’Ufficio commerciale italiano a Francoforte.

193 Cfr. il telespresso riservato n. 2377/487 del 29 luglio 1948, in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta 15

196 e di controllo sull’assetto della Germania194. Il pericolo insito nella politica dei «regali» al popolo tedesco da parte delle due superpotenze consisteva nella possibilità di arrivare ad una proclamazione dell’unità della Germania in assenza di un accordo internazionale:

«[…] quanto maggiori sono le responsabilità che si assumono i tedeschi nella Germania occidentale – scriveva Gallina il 29 luglio 1948 –, tanto maggiori saranno quelle che i russi dovranno concedere ai tedeschi nella Germania orientale. È evidente infatti che tanto gli Occidentali quanto la Russia cercano di attrarre nella loro orbita questo Paese. Di concessione in concessione saranno costretti, per superarsi a vicenda, a dare un po’ alla volta una indipendenza quasi assoluta alla Germania. E potrà venire il momento, si potrà presentare cioè prima o poi l’occasione favorevole in cui i due Stati tedeschi dell’Ovest e dell’Est potranno proclamare l’unità della Germania e fondersi»195.

È interessante notare il riferimento di Gallina ai «due Stati tedeschi dell’Ovest e dell’Est» che nell’estate del 1948 ancora non esistevano. La formazione di due entità statali al posto delle quattro zone di occupazione era evidentemente considerata indubbia, ma in modo paradossale l’osservazione dell’istituzione tedesca esplicitamente creata per consentire la nascita del primo governo della Germania occidentale (il Parlamentarischer Rat) fu essenzialmente ignorata da Gallina e dagli altri diplomatici italiani. Il console Relli, infatti, invitato da Sforza ad esprimersi sui pronostici di Gallina, confermava i giudizi del proprio collega a Francoforte sulla nuova istituzione tedesca196. L’unico distinguo riguardava la politica sovietica in Germania che a giudizio di Relli non badava affatto ad accattivarsi le simpatie della popolazione197.

In generale anche la terminologia utilizzata per indicare il Parlamentarischer Rat nei documenti inviati a Roma rivela la presenza di una scarsa conoscenza dell’istituzione. Se infatti il Wirtschaftsrat des Vereinigten Wirtschaftsgebietes venne subito tradotto in italiano dai funzionari del dicastero degli Esteri attraverso l’espressione «Consiglio Economico» e indicato sempre in questo modo, per il Parlamentarischer Rat non fu trovata una traduzione convincente. Nei rapporti di Gallina il Consiglio parlamentare venne indicato a volte con «Costituente tedesca»198, altre con

194 Ibid. 195 Ibid.

196 Si veda il telespresso di Relli n. 5345/387 del 6 agosto 1948, in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta 12,

cit.

197 La lunga e precedente esperienza del console Relli all’Ambasciata italiana a Mosca lo convincevano a ritenere

che: «Circa le supposizioni in merito agli scopi che i due contendenti avrebbero di accattivarsi la simpatia dei tedeschi, è bene ricordare che se non vi è dubbio che la grande maggioranza dei berlinesi simpatizza per gli occidentali è pur certo che l’azione sovietica non è diretta a ricercare simpatie presso i tedeschi. I russi non si fanno illusioni di trovare simpatie tra i tedeschi, ma nella loro politica non hanno mai badato, né nel loro paese, né altrove, alle opinioni pubbliche per cui è errore contare su questo fattore nel voler giudicare la politica sovietica in Germania. Il Cremlino ha sempre disprezzato il fattore opinione pubblica ed esso basa la sua azione sulla manovra politica ed all’occorrenza sui metodi coercitivi ed inumani che ha applicato da trent’anni nel proprio paese. Ciò non esclude evidentemente che l’applicazione di tali misure in altri paesi non porti un giorno ad un grosso insuccesso per la politica moscovita». Cfr. ibid.

198 Si veda ad esempio il telespresso n. 2907/618 del 28 agosto 1948, in Asmae, Dgap, Germania, 1946-1950, Busta

197 «Assemblea di Bonn»199 o «Assemblea Costituente germanica»200; il console Relli citava, invece, in tedesco il nome dell’istituzione201, mentre il console Wiel scriveva «consiglio parlamentare»202.

Tra il 1948 e il 1949 i lavori del Parlamentarischer Rat furono nel complesso poco seguiti dai rappresentanti italiani e rimasero ai margini del processo di ridefinizione del ruolo della Germania e dei rapporti italo-tedeschi intrapreso dal governo italiano nell’autunno del 1948. Il Consiglio economico continuò a rappresentare per il ministero degli Esteri l’unico centro politico di riferimento della Germania occidentale. L’azione dell’Ufficio commerciale e i contatti tra Morante e le “agenzie” guidate da von Maltzan e da Erhard, quest’ultimo spesso presentato come «l’uomo di punta della Germania occidentale», contribuirono a dirottare le previsioni di Palazzo Chigi sui processi di leadership tedesco-occidentali all’interno del Consiglio economico. Una delle conseguenze di questa prospettiva adottata dal ministero degli Esteri fu la relativa impreparazione alla notizia dell’elezione di Adenauer alla guida del primo governo tedesco-occidentale. Nessun rappresentante italiano prese in considerazione le probabilità di successo di Konrad Adenauer: leader della Cdu e presidente del Parlamentarischer Rat. L’unico contatto tra Adenauer e la diplomazia italiana, precedente alla formazione del primo governo federale, avvenne nel maggio del 1949, su iniziativa dello stesso Adenauer. Agli inizi di maggio del 1949 Gallina era a Bonn per assistere, come rappresentante del governo italiano, alle sedute finali dell’«Assemblea Costituente» (il Parlamentarischer Rat). Durante una di queste sedute, riportava Gallina a De Gasperi:

«Il Dott. Conrad [sic] Adenauer, Presidente dell’Assemblea Costituente e Capo autorevole dell’Unione Democratica