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Fragilità territoriali: i rischi che minacciano il territorio

Nel documento Anno Accademico 2020/2021 (pagine 132-139)

5 L’area interna Valfino-Vestina in Abruzzo

5.2 Fragilità territoriali: i rischi che minacciano il territorio

Sono diversi gli eventi calamitosi che negli anni hanno colpito il territorio abruzzese. Tra quelli rilevanti, è possibile ricordare la sequenza sismica avvenuta a metà del ventesimo secolo, tra il 1950 e il 1952, tra le Province di Teramo, Rieti e L’Aquila. Negli anni la frequenza di eventi calamitosi sembra tuttavia essersi intensificata, infatti 2009, 2015, 2016 e 2017 sono stati anni in cui terremoti, alluvioni e valanghe hanno segnato profondamente il territorio abruzzese, colpendo anche parte dell’area interna Valfino-Vestina. Di seguito si prova a ricostruire un breve cronologia degli eventi catastrofici a partire dal 2009 che hanno, in parte, aggravato ulteriormente le condizioni socio-economiche in cui l’area interna già versava.

Nel 2009 si verificò quello che viene considerato il quinto terremoto più forte mai avvenuto in Italia: nella notte del 6 aprile 2009 un terremoto con intensità IX – X e magnitudo pari a 6.1 della Scala Richter danneggiò profondamente la Provincia de L’Aquila e i suoi centri abitati vicini (Signoroni, 2012). Tale scossa venne percepita in tutta l’Italia centrale. In seguito alla principale scossa del 6 aprile, vi furono altre numerose scosse: quattro sono quelle che possono essere definite importanti e decisive per il territorio, con magnitudo che varia da 5.0 a 5.4 della Scala Richter84. Nell’immagini sottostante si può notare la distribuzione e l’intensità delle numerosissime scosse.

In quell’occasione, a causa dei crolli dovuti al terremoto, le vittime furono 309, 1.600 feriti e circa 70.000 sfollati. Nell’area del cratere sono ricompresi anche due Comuni della Valfino: Arsita e Castelli. All’interno di questi due Comuni vennero smaltite 4.249 tonnellate di macerie private e 1.010 tonnellate di macerie pubbliche85.

84 https://ingvterremoti.com/2019/04/05/ricordando-il-terremoto-del-6-aprile-2009-a-laquila/

85 http://www.maceriesisma2009.it/

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FIGURA 15 -MAPPA DELLA DISTRIBUZIONE DEGLI EFFETTI DEL TERREMOTO DEL 6 APRILE 2009(FONTE:DBMI15,INGV

HTTP://EMIDIUS.MI.INGV.IT/CPTI15-DBMI15/)

Nel complesso, le abitazioni private danneggiate nei Comuni di Arsita e Castelli furono 356 e ad oggi risulta che tutti gli interventi di riparazione siano stati conclusi86.

Vi sono anche alcuni Comuni classificati come “Comuni fuori cratere”, ovvero non ricadenti nel cosiddetto Cratere ma che hanno comunque riportato danni riconducibili al sisma del 2009. Tra questi all’interno dell’area interna sono diversi:

Bisenti, Carpineto Della Nora, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Cermignano, Corvara, Elice, Farindola, Isola del Gran Sasso d’Italia, Vicoli e Villa Celiera. In questi territori le macerie private trasportate risultano essere 11.500

86 Ibid.

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tonnellate mentre quelle pubbliche 3.357 tonnellate. Ad avere la peggio sembra essere Isola del Gran Sasso D’Italia con più di 6.500 tonnellate di macerie private e più di 1670 tonnellate pubbliche87.

A seguire, nel marzo 2015 una forte ondata di maltempo ha colpito la Regione Abruzzo, in particolare le Province di Pescara e Teramo. L’intera area interna Valfino-Vestina è stata danneggiata dalle forti piogge e dalle intense nevicate.

Diverse sono state le frane che si sono verificate, le strade dissestate e le famiglie isolate. Oltretutto i diversi dissesti idrogeologici hanno causato guasti alle condutture idriche. Nello specifico il danneggiamento di una condotta e il guasto di un’adduttrice nel Comune di Farindola, a causa di tre frane avvenute in 24 ore, ha causato l’interruzione idrica, per diverse ore, per più di trentamila persone, interessando diversi Comuni dell’area88.

Successivamente, alla fine dell’agosto 2016, è iniziata quella che dall’INGV viene definita “Sequenza sismica del centro Italia 2016-2017”. Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria sono le Regioni colpite da diversi eventi sismici rilevanti nel giro di pochi mesi (Presidenza del Consiglio dei Ministri, et al., 2018). In particolare, i terremoti che si sono verificati con intensità e magnitudo tali da provocare ingenti danni sono principalmente tre, due nel 2016 e uno nel 2017. Il primo, nell’ottobre 2016, ha riguardato anche alcuni territori dell’area interna Valfino-Vestina. Tra i provvedimenti che si sono resi necessari a seguito delle scosse sismiche vi era la chiusura, da parte del Sindaco, del centro storico di Castelli a causa di problemi strutturali agli edifici, provocando così un forte declino per il turismo, settore su cui viveva più del 90% della popolazione (Presidenza del Consiglio dei Ministri, et al., 2018).

87 Cantieri Pubblici (maceriesisma2009.it)

88 MALTEMPO: FRANE E GUASTI A CONDOTTE, OLTRE 70 MILA ABRUZZESI SENZ'ACQUA | Ultime notizie di cronaca Abruzzo - AbruzzoWeb

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FIGURA 16EVENTI SISMICI DI MAGNITUDO UGUALE/MAGGIORE DI 2,5 LOCALIZZATI NELLA RETE SISMICA NAZIONALE DELL’INGV NELLAREA DELL’ITALIA CENTRALE NEL PERIODO DELLA SEQUENZA SISMICA 2016-2017(FONTE:INGV ARCGISSCHERMATA ACQUISITA NEL DICEMBRE 2020).

Nel 2017 a segnare il fragile territorio dell’Abruzzo sono stati due eventi: la forte ondata di maltempo e il sisma del 18 gennaio. Tra il 15 e il 19 gennaio in Abruzzo si verificò una forte nevicata, con la quale caddero quasi più di due metri di neve ad altitudini superiori ai 1.000 m.s.l.m. (Nastri, et al., 2019). A ciò si aggiunse il terremoto del 18 gennaio, con magnitudo superiore a 5 nella Scala di Richter (Presidenza del Consiglio dei Ministri, et al., 2018). Sono nove i Comuni abruzzesi ad aver subito ingenti danni, tra cui i Comuni di Farindola, Castel Castagna e Isola Gran Sasso, facenti parte dell’area interna Valfino-Vestina (Formazione PA;

Strategia Aree interne, 2020). Così, all’emergenza neve, che stava già da ore mettendo sotto stress il sistema di soccorso abruzzese, si aggiunge l’emergenza sismica. Poche ore dopo il terremoto del 18 gennaio una slavina ha travolto e distrutto l’Hotel Rigopiano, situato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso nel Comune di Farindola. Ventinove persone persero la vita e soltanto undici quelle sopravvissute. Quella di Rigopiano è una vicenda drammatica, in cui una miglior gestione dei soccorsi avrebbe potuto essere decisiva per la vita di molte persone.

Il rischio valanghe, ancor prima del terremoto, era già stato preannunciato due giorni prima dal Bollettino Meteomont in cui individuava un rischio 4, su una scala

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di 5, nella zona montana di Farindola, ovvero la Laga Gran Sasso Terminillo89. Ciò significa che in realtà, l’Hotel Rigopiano avrebbe dovuto essere evacuato già lunedì 16 gennaio. Inoltre, l’isolamento telefonico, la mancanza di energia elettrica e la mancanza di un mezzo da poter utilizzare per liberare la strada provinciale di accesso all’Hotel Rigopiano sono elementi che hanno caratterizzato negativamente la gestione dell’emergenza in quel occasione (Nastri, et al., 2019).

È chiaro che il territorio dell’area interna Valfino Vestina è un’area fortemente a rischio idrogeologico e sismico, alla quale si aggiunge un processo di declino economico. Se si analizzano i dati rilasciati dall’ISPRA si rileva che nel complesso il 21% della popolazione è situata in zone a rischio idrogeologico. Nello specifico il 6,8% vive in aree a rischio frane molto elevata, l’11,3% della popolazione invece è residente in aree a pericolosità da frane elevato, nel Comune di Carpineto la popolazione che vive in queste aree è pari 41,25%, ovvero 257 persone su 623 residenti totali (ISPRA,2018). Non vi è nessuna persona localizzata in aree a pericolosità da frane media in quanto non vi sono aree così classificate. Mentre l’1,10% della popolazione residente è in aree a rischio frane bassa. Per quanto invece concerne il rischio idraulico, la percentuale di persone localizzate in aree a pericolosità idraulica è relativamente bassa, solo l’1,88% (ISPRA, 2018). Il comune che registra un maggior numero di popolazione residente in aree a pericolosità idraulica è Penna Sant’Andrea, con 40 residenti in aree a pericolosità elevata, 50 in aree a pericolosità idraulica media e 65 residenti in aree a pericolosità bassa. A seguire vi è Elice con il 5,73% dei residenti in aree a rischio idraulico, Castilenti con il 5,29% ed infine Castiglione con il 3,78%. Tutti gli altri Comuni dell’area registrano una pericolosità idraulica nulla, tranne che Bisenti in cui 10 persone sono residenti in area a pericolosità idraulica elevata, 10 in aree a pericolosità media e 13 in aree a pericolosità bassa (ISPRA,2018).

89 Rigopiano un mese dopo: perché la tragedia si poteva evitare - la Repubblica

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FIGURA 17-PERICOLOSITÀ DA FRANA E IDRAULICA NELL'AREA INTERNA VALFINO-VESTINA (FONTE:ISPRA;

ELABORAZIONE PROPRIA).

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Al forte rischio idrogeologico si accosta il rischio sismico. Tutti i Comuni dell’area interna sono classificati come zona 2, ovvero un territorio nella quale sono possibili forti terremoti. Come si nota nella carta sottostante, in cui i diversi colori indicano i valori di accelerazione del terreno che hanno una probabilità del 10% di essere superati in 50 anni, in base all’OPCM 3519/06, l’area interna Valfino-Vestino si colloca proprio al confine della fascia ad altissima pericolosità sismica, di colore viola, che corre lungo l’asse della catena appenninica.

FIGURA 18- CARTA DI PERICOLOSITÀ SISMICA DEL TERRITORIO NAZIONALE (FONTE:INGV,2004)

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