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La parola degli attori locali: l’emergere della mancanza di coordinamento

Nel documento Anno Accademico 2020/2021 (pagine 154-160)

5 L’area interna Valfino-Vestina in Abruzzo

5.5 La parola degli attori locali: l’emergere della mancanza di coordinamento

L’analisi documentale ha permesso di acquisire una conoscenza generale della considerazione dei rischi territoriali all’interno della strategia di sviluppo locale e ha consentito di comprendere quali sono le carenze del territorio, tra cui un sistema di coordinamento di risposta alle emergenze. Pertanto, è emersa la necessità di un riordino nell’organizzazione territoriale e di aggiornamento nei piani di protezione civile.

A questo punto, si è ritenuto necessario completare le informazioni raccolte attraverso interviste a chi ha seguito il processo di costruzione della strategia. In parte si è sentita la necessità di comprendere meglio alcuni elementi rimasti poco chiari, soprattutto riferiti al coinvolgimento della popolazione, e in parte si è voluto reperire informazioni, come pareri, opinioni e spiegazioni che dai documenti analizzati non sono emersi. Oltretutto, in questo caso l’opinione degli intervistati ha fornito preziose indicazioni rispetto all’attuazione della SNAI, legate soprattutto alle pratiche burocratiche.

Inizialmente l’intervista è stata proposta all’ente capofila della Strategia Locale Valfino-Vestina, ovvero al Comune di Arsita ed al suo Sindaco. Successivamente, a seguito della mancanza di risposta, si è deciso di proseguire rivolgendosi all’assistenza tecnica che ha seguito la costruzione della strategia d’area per l’area interna Valfino-Vestina, che ha accolto positivamente la proposta. Pertanto, si è

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dapprima proceduto intervistando congiuntamente l’Ing. Enrica Astolfi e l’Arch.

Roberta Giammarino, che hanno seguito il processo di costruzione della strategia fin dall’inizio sotto gli aspetti della protezione civile. In un secondo momento si è proceduto ad intervistare l’Ing. Davide D’Innocenzo, del Consorzio Punto Europa Teramo92. Successivamente, sulla spinta di voler ascoltare il parere di un amministratore locale, si è proceduto intervistando il Sindaco di Castiglione Messer Raimondo, l’Ing. Vincenzo D’Ercole.

Le interviste fatte sono composte da un elenco di domande semi-strutturate, più o meno esaustive e dettagliate sugli argomenti del rischio territoriale, della protezione civile e della percezione della popolazione all’interno dell’area interna Valfino-Vestina (Vedi allegati da 1 a 3).

Lo scenario che emerge dall’intervista conferma le informazioni precedentemente riportate: quello della Valfino-Vestina è un territorio più volte martoriato dagli eventi naturali che si sono susseguiti su di esso, causando ingenti danni al sistema socio-economico dell’area.

In primo luogo le interviste denunciano che la perimetrazione dell’area, avvenuta ai livelli centrali dello Stato, non ha tenuto conto delle realtà territoriali.

Comprendendo, nella stessa area, Comuni che oltre ad essere lontani fisicamente, difficilmente riusciranno a condividere alcuni servizi, come il trasporto pubblico locale. Infatti, in fase di costruzione della strategia d’area, gli operatori hanno ritenuto opportuno ragionare su tre aree, tre sub-ambiti:

[...] per esempio Castiglione Messer Raimondo non ha niente a che fare con un comune della Valle del Vomano, Isola del Gran sasso, sono distanti chilometri. Roma ha fatto delle scelte in base al numero di abitanti, sulla base delle condizioni economiche però poi nella realtà non ci sono grandi riscontri. Per esempio da Castiglione per andare a Isola del Gran

92 Il Consorzio Punto Europa Teramo è un consorzio nato dalla volontà del Comune di Teramo di attivare un centro di informazione e progettazione sulle politiche sociali ed economiche comunitarie. Nell’ambito della strategia dell’area interna Valfino-Vestina, il consorzio, è stato di supporto alle amministrazioni locali al fine di rilevare le esigenze del territorio e delineare le prospettive di sviluppo. (http://www.copeteramo.it/cope/mission)

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Sasso ci va un’ora e mezza, quindi io non potrei mai pensare di poter condividere un qualcosa dal punto di vista sanitario, dei mezzi di trasporto. È da qui che nasce la necessità di suddividere la macro-area in tre sub aree” (Intervista ing. Astolfi e Arch. Giammarino, 2/12/2020),.

[…] anche se vista dall’alto sembra un’area omogenea, non lo è. Perché se si guardano due punti, che sono i comuni di Corvara e il comune di Castelli, anche se in linea d’area sembrano vicini, a causa della viabilità e comunque dell’orografia del territorio comporta che tra un comune all’altro c’è una necessità di spostamento di quasi un’ora e trenta minuti di auto” (Intervista a Ing. Davide D’Innocenzo, 8/01/2021) .

Tutti gli intervistati confermano che le azioni intraprese per la tutela e la gestione del territorio sono state sentite necessarie proprio a seguito degli episodi che si sono verificati all’interno della Valfino-Vestina: a partire, dal già citato, sisma del 2009 fino all’ondata di mal tempo del 2017. Pertanto, la strategia d’area nasce già nel 2014 con le intenzioni di operare anche sul campo dei rischi, intenzioni che poi vengono ulteriormente confermate dopo la vicenda dell’Hotel Rigopiano nel 2017.

È dopo quest’ultima emergenza, in cui le amministrazioni si resero conto che alcuni Comuni erano organizzati e altri meno, che nasce l’idea di un sistema di coordinamento che ha l’obiettivo di mettere in rete tutte le risorse presenti sul territorio intercomunale.

Le interviste chiariscono ulteriormente la riorganizzazione del sistema di protezione civile pensata per l’area interna, che si articola su tre livelli. Il primo livello è riferito al contesto locale: “ […] perché ci si è resi conto che in realtà tutti i Comuni che fanno parte della Strategia erano negligenti nel cosiddetto Piano di Protezione Civile” (Intervista ing. Astolfi e Arch. Giammarino, 2/12/2020).

Ad oggi, come è già stato riportato, alcuni comuni hanno iniziato il processo di ridefinizione dei piani di protezione civile mentre altri, si evince dall’intervista, sono in attesa dei fondi economici derivanti dalla Strategia d’Area per aggiornali.

Anche il sindaco di Castiglione Messer Raimondo ha confermato che senza i fondi

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della SNAI i Comuni sarebbero stati impossibilitati nell’aggiornare i piani, proprio per una mancanza di fondi:

“nessun comune avrebbe mai potuto permettersi di investire 15.000 euro sul piano di protezione civile, probabilmente senza questi fondi si sarebbe fatto un lavoro di 3 o 4 mila euro per non gravare sul bilancio” (Intervista al Sindaco di Castiglione Messer Raimondo Ing. Vincenzo D’Ercole, 12/01/2021).

Il passaggio della redazione dei piani locali risulta indispensabile, in quando permette di avere la cortezza di tutto ciò che si ha a disposizione sul territorio comunale in termini di risorse, indipendentemente dalla loro natura: aree di attesa, aree di ammassamento, mezzi o uomini. Il secondo livello invece riguarda l’ambito sovracomunale per le tre vallate, con la quale si coordineranno le risorse dei singoli comuni, costituendo il Piano Val Fino, il Piano Vomano ed il Piano Vestina. Infine, il terzo livello è rappresentato da un piano di coordinamento d’area per la gestione delle funzioni di protezione civile che riguarda tutti i 19 comuni, e ha il ruolo di coordinare tutte le associazioni di volontariato presenti sul territorio.

A confermare l’importanza della gestione delle emergenze è proprio il Sindaco intervistato, che dice:

“se il territorio vuole essere continuato ad essere vissuto deve essere messo in sicurezza sia sotto il livello idrogeologico che sotto il livello infrastrutturale, stradale, quindi a sua volta si tira dietro la necessità di piani comunali d’emergenza per le varie emergenze e anche un piano intercomunale che faccia colloquiare questi piani comunali perché essendo un’area molto vasta a livello territoriale ma con pochi comuni, quest’ultimi devono collaborare inevitabilmente nelle emergenze” (Intervista al Sindaco di Castiglione Messer Raimondo Ing. Vincenzo D’Ercole, 12/01/2021).

Per di più, dalle interviste emerge che durante la scrittura della strategia locale c’è stato un coinvolgimento della Protezione Civile a livello Regionale, che ha supportato le idee dell’area interna:

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“Tra l’altro, prima di scrivere e mettere nero su bianco queste proposte ci siamo confrontati con la Protezione Civile Regionale per capire se fosse un progetto fattibile e una strada perseguibile. Loro hanno elogiato l’iniziativa, si sono messi a disposizione, anche se hanno detto che non è qualcosa di semplice ed è complesso ma lavorandoci piano piano, step by step, si può fare.” (Intervista Ing. Astolfi e Arch. Giammarino, 2/12/2020).

Per quanto riguarda il ruolo della popolazione, al fine di renderla più consapevole dei rischi che esistono sul territorio, la strategia locale prevede risorse economiche che possono essere utilizzate per organizzare alcune giornate di formazione con l’obiettivo di sensibilizzare le comunità locali:

[…] questa iniziativa noi l’abbiamo fortemente voluta, anche perché nel 2017 è stato tutto veramente difficile per la popolazione. Avevamo due metri di neve davanti alla porta, quindi la popolazione è ben consapevole, nel senso che qui l’abbiamo vissuto il dramma.”

(Intervista Ing. Astolfi e Arch. Giammarino, 2/12/2020).

Di rilievo è l’iniziativa di sensibilizzazione dei cittadini, sui rischi territoriali dell’area e sul piano di protezione civile, che il Sindaco D’Ercole ha intenzione di realizzare:

[…] io penso che un piano di emergenza comunale è vigente quando sarà fatto conoscere alla popolazione. Ora dipenderà tutto dal covid, ma sicuramente ci saranno degli opuscoli che informeranno tutte le famiglie del piano. Sono due gli obiettivi: far maturare più consapevolezza di quella che c’è oggi rispetto alle problematiche del territorio ma anche far sapere alla popolazione che c’è un piano che ha l’obiettivo di fronteggiare l’emergenza X e che va messo in atto, quindi va conosciuto e va fatto proprio delle famiglie” (Intervista al Sindaco di Castiglione Messer Raimondo Ing. Vincenzo D’Ercole, 12/01/2021).

Un ulteriore fattore importante emerso dalle interviste è che inizialmente vi sono stati problemi con i livelli centrali della strategia per far inserire, all’interno della strategia locale, azioni volte a migliorare la fruibilità del territorio sotto l’aspetto dei rischi territoriali e a migliorare la gestione delle emergenze.

“A noi da Roma non volevano farci fare questa parte sulla protezione civile, anzi l’abbiamo dovuta mettere sotto una forma legata al problema infrastrutturale. Perché dicevano che non potevano essere finanziati questi interventi attraverso i fondi di stabilità perché non

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rientravano nei quattro assi principali della strategia” (Intervista Ing. Astolfi e Arch.

Giammarino, 2/12/2020).

Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui, a livello nazionale, sono poche le aree interne che hanno trattato la sicurezza del territorio nelle proprie strategie.

Pertanto, da un lato i Comuni hanno pochi fondi per la predisposizione di piani o strategie per la messa in sicurezza del territorio, dall’altro la SNAI non prevede l’inclusione di questi fondi, sebbene il suo fine ultimo sia quello di stabilire una rinascita del territorio.

L’attuazione della Strategia d’Area della Valfino-Vestina attualmente sembra momentaneamente ferma, in quanto si è in attesa della firma dell’accordo di programma quadro. Oltretutto, in tutte e tre le interviste sono emerse le criticità legate alle difficoltà burocratiche che si sono verificate, “ […] noi siamo partiti nel 2014 e siamo nel 2020 e ancora non arriva un euro sul territorio.” (Intervista Ing.

Astolfi e Arch. Giammarino, 2/12/2020), “[…] dalla prima delibera all’ultima sono passati cinque anni, ma non è un problema solo di Valfino-Vestina questo è un problema a livello nazionale…. il processo di fatto è complesso e lungo” (Intervista a Ing. Davide D’Innocenzo, 8/01/2021).

Dunque si denuncia la necessità di ascoltare maggiormente i territori, al fine di costruire una strategia in cui siano veramente ben presenti i bisogni dell’area.

Seppur la Strategia, nei primi tempi, era stata accolta dai Sindaci del territorio come una cosa positiva, con l’allungarsi dei tempi e con le molte pratiche burocratiche legate al processo, questo entusiasmo iniziale ha iniziato a diminuire.

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