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Introduzione

Nel documento Anno Accademico 2020/2021 (pagine 12-15)

1 Introduzione

Aree interne e protezione civile sono temi che raramente vengono affrontati insieme ma entrambi, soprattutto negli ultimi anni, stanno avendo un crescente interesse nel dibattito accademico.

L’Italia è storicamente un paese soggetto ad eventi calamitosi ma l’aumento della loro frequenza e della loro gravità dovrebbe generare degli interrogativi e delle riflessioni. Il 40% del territorio italiano è classificato a rischio sismico alto, il 19,9%

è a pericolosità da frana ed il 91,1% dei comuni italiani ha al suo interno aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e/o pericolosità idraulica media.

A seguito del boom economico degli anni ’60, le aree interne del Paese hanno iniziato a subire un forte declino a causa dei fenomeni migratori verso le città dove le persone si muovevano in cerca di migliori opportunità lavorative. Tra le conseguenze dello spopolamento va considerato il progressivo abbandono del presidio territoriale che fino ad allora aveva permesso la convivenza tra uomo e natura anche in territori fragili. Parlare oggi di aree interne non significa solo far riferimento a problematiche sociali ed economiche, ma implica porre attenzione al tema dei crescenti rischi naturali che rappresentano un problema per la maggior parte delle aree interne. Far fronte a tali fenomeni significa mettere in campo ingenti risorse economiche e costruire una governance di lungo periodo, basata sull’integrazione di competenze tecniche e politiche capaci di facilitare la transizione da una cultura dell’emergenza ad una cultura della prevenzione.

Questa richiede una programmazione degli interventi di pianificazione del territorio, un sistema organizzato di risorse e competenze per la gestione dei soccorsi, oltre a una preparazione psicologica e formativa delle amministrazioni e delle comunità. È fondamentale che attraverso percorsi formativi le comunità comprendano le normative e le misure di autotutela per prevenire o limitare i danni causati dagli eventi disastrosi, in attesa dei soccorsi, consapevoli del fatto che soprattutto nelle aree interne l’arrivo dei soccorsi può avere tempi più lunghi.

Il ruolo del sistema della protezione civile 12

all’interno delle aree interne italiane. Verso una maggiore integrazione

Un ruolo fondamentale lo giocano i piani di protezione civile, che hanno il compito di preparare gli amministratori, e le popolazioni, alla gestione dell’emergenza. In questo senso, la materia della protezione civile ha bisogno di confrontarsi maggiormente con le altre discipline riguardanti il governo del territorio, evitando strategie o politiche settoriali a favore di quelle multidisciplinari (Bertin, 2018).

Oggi non è sempre così, spesso i piani di protezione civile comunale si limitano ad individuare rischi e responsabilità, ignorando gli aspetti strategici (Ibid.).

La volontà di trattare questi temi è nata principalmente da due elementi. In primo luogo, la mia esperienza di vita in un’area marginale, le Prealpi biellesi: un territorio che per diversi anni è stato dinamico e fortemente in sviluppo, ma che in seguito alle diverse crisi economiche ha subito un processo di declino. Crescere in questi luoghi mi ha fatto comprendere l’importanza di salvaguardare e continuare a vivere queste aree, che rappresentano, oggi più che mai, una risorsa importante per il nostro Paese. In secondo luogo, il percorso universitario ha contribuito ad accrescere il mio interesse nei confronti del sistema della Protezione Civile e dei rischi territoriali.

Pertanto, l’obiettivo principale di questo lavoro è comprendere il rapporto che esiste tra le aree interne italiane e il sistema di protezione civile: quel è il ruolo del sistema di protezione civile nelle aree interne? Qual è il livello di preparazione delle aree interne per affrontare le emergenze? Qual è il ruolo dei piani di protezione civile in queste aree? E in ultimo, come intende l’Italia affrontare il problema del rischio sismico e del dissesto idrogeologico nelle aree interne?

Oggi, infatti, è più importante che mai affrontare il tema del rischio territoriale nelle aree interne, anche a causa delle crescenti sfide globali, come il cambiamento climatico e il degrado ambientale, che – sebbene non necessariamente generati dalle attività umane presenti in questi territori – sono in grado di produrre effetti negativi tali da incrementare ulteriormente i fenomeni di spopolamento e abbandono di queste aree.

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Nello specifico, nella prima parte di questo lavoro di ricerca si è cercato di illustrare l’ampio tema del rischio e l’evoluzione della sua gestione: nel secondo capitolo è stato analizzato il concetto di rischio, quali sono i rischi che caratterizzano il territorio italiano e qual è il ruolo della resilienza nella gestione dei disastri. Il terzo capitolo si concentra sul ciclo del disastro, sul ruolo della pianificazione del territorio nella pianificazione di emergenza e analizza il complesso sistema della protezione civile italiana: le competenze, le responsabilità, i metodi e gli strumenti.

Di seguito, nel quarto capitolo, viene discusso il tema delle aree interne:

inizialmente vengono analizzate le dinamiche che hanno portato al declino di queste aree, le politiche attuate negli anni al fine di salvaguardare le aree più marginalizzate, ed infine si arriva all’analisi della recente Strategia Nazionale delle Aree Interne. Quest’ultima assume un ruolo centrale all’interno di questa ricerca.

Nella seconda parte della tesi sono stati analizzati due casi studio. Partendo dalla lettura della Strategia d’Area sviluppate da due territori, nell’ambito della SNAI, l’obiettivo è stato quello di comprendere come il tema della messa in sicurezza del territorio è entrato a far parte delle singole strategie locali. Le aree interne analizzate sono due territori, che più di altri, hanno dovuto reagire agli ingenti danni causati dagli eventi naturali che si sono verificati negli ultimi anni: la Valfino Vestina in Abruzzo e la Garfagnana-Lunigiana in Toscana. L’analisi di questi due casi studio mira a comprendere gli interventi messi in campo per la riduzione dei rischi territoriali, le misure di prevenzione e di gestione del rischio previste nell’ambito della SNAI e gli aspetti positivi e negativi che il processo di costruzione della strategia ha portato in questi territori.

Infine, il settimo capitolo mette a confronto i due casi studi rilevando le criticità e le opportunità della SNAI e pone l’attenzione sulle prospettive future di queste aree e, in generale, sul tema di ricerca.

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all’interno delle aree interne italiane. Verso una maggiore integrazione

Nel documento Anno Accademico 2020/2021 (pagine 12-15)