IL TORTUOSO CAMMINO VERSO L’ACUERDO FINAL
3.3 I FATTORI CHE HANNO PORTATO ALLA VITTORIA DEL NO Il 2 Ottobre 2016, alla popolazione colombiana fu chiesto se appoggiasse
3.3.1 La frammentazione politica territoriale
L’accordo poneva le basi per una costruzione della pace con l’obiettivo di creare le condizioni per un’integrazione a livello territoriale, riducendo il divario sociale ed economico tra zone urbane e rurali. Il Paese, infatti, ha da sempre vissuto in modo frammentato, storicamente a causa dalle due ideologie, liberale e conservatrice, che provocarono lotte continue e, successivamente, con l’entrata sul campo di guerriglieri, narcotraffici e paramilitari, che usavano l’espansione territoriale per guadagnare sempre più potere. La frammentazione politica, dal punto di vista geografico, dunque, è vista come una possibile spiegazione al NO del referendum ed è un primo elemento da segnalare per la vittoria del NO, ovvero quali zone del Paese erano contrarie all’accordo e quali, invece, erano favorevoli. Si può parlare di un clivaje territorial261, che può essere spiegato
dalla frammentazione politica a livello territoriale che, nel caso colombiano, viene dimostrata dal fatto che il NO ha vinto nelle zone centrali e ricche del Paese meno colpite dal conflitto, mentre le zone più povere e colpite maggiormente dal conflitto appoggiarono l’accordo. L’immagine sotto riportata sembra esplicativa di per sé perché fa notare la ricchezza, rappresentata dall’uso dell’elettricità, delle zone centrali, mentre le altre due immagini rappresentano in percentuale le votazioni per il SI e per il NO.
260 (Qué dice de Colombia que haya habido 62% de abstención en el histórico plebiscito por el proceso de paz)
Figura 5Votando por la paz: Entendiendo la ventaja del “No”262
Si è visto come le zone più povere, caratterizzate da una totale assenza dello Stato e delle istituzioni, siano state influenzate da una presenza maggiore dei guerriglieri. Esaminando più nel dettaglio la situazione politica ai tempi dell’accordo, si registra un cambio di rotta del presidente Santos rispetto alla politica del suo predecessore Uribe, il quale fu il leader dell’opposizione. Lo scontro politico tra Santos e Uribe in materia del processo di pace con le FARC ha spaccato, ancora una volta, il paese in due, come è stato segnalato dagli intervistati, che hanno sottolineato l’abile capacità di manipolazione politica da parte dell’ex presidente Álvaro Uribe e dei suoi sostenitori come un elemento che ha portato alla vittoria del NO poiché hanno svolto una vera e propria campagna politica, facendo leva sulla paura e sull’insicurezza del popolo colombiano, e sostenendo che un accordo negoziato con la guerriglia non potesse rappresentare un cambio sociale.
Porque en Colombia, como en muchos otros países se usa el argumento del miedo para convencer a las personas de votar hacia un resultado determinado. Hay muchas personas que han sufrido en el conflicto y ellos quieren la paz, curiosamente las personas de la elite de Colombia que poco han sufrido la guerra o el conflicto están en contra. Y esa parte da la población apoyó el NO en el referendo con dinero para publicidad engañosa y metiendo miedo al publico263.
262 (Eduardo Álvarez Vanegas)
Era già nota la posizione di Uribe su un possibile accordo con la guerriglia che appoggiava l’ideologia comunista, soprattutto quando si parlava di porre fine al conflitto attraverso la via negoziata e in maniera bilaterale: l’ex presidente, nella scelta bilaterale di porre fine al conflitto,vedeva come una sconfitta del governo colombiano che stava scendendo a patti con chi era andato contro la democrazia colombiana, causando la violenza per tutti questi anni, e sostenendo come si fosse clementi nel giustificare gli atti atroci commessi dai guerriglieri264. Lo
scontro tra le due posizioni si è notato pure durante le elezioni del 2014, in cui il processo di pace mosso da Santos stava perdendo consensi in modo proporzionale al consenso che, invece, stavano riacquistando gli oppositori all’accordo, guidati dal candidato presidenziale Oscar Ivan Zuluaga e dall’ex presidente Uribe, consenso che si faceva maggiormente sentire nelle zone che hanno, poi, votato NO265. Si nota, infatti, come in quelle elezioni il paese si fosse
spaccato in due: le zone centrali, più ricche e meno colpite dal conflitto, appoggiarono l’uribismo, mentre le zone periferiche il santismo, in quanto vedevano l’accordo come un’opportunità per sviluppare la propria economia creando nuovi equilibri sociali266. Lo stesso fenomeno si è ripetuto per il
referendum del 2 Ottobre 2016:
Los municipios que votaron por el Sí han vivido muchísimo más el conflicto. Por ejemplo, en los municipios donde ganó el Sí hubo 164,134 desplazados (casi 3 veces más que donde ganó el No), 9,965 actos terroristas (más de 10 veces que donde ganó el No), y 22,220 amenazas (1.4 veces más que donde ganó el No), entre otros. Asimismo, el área cultivada de coca fue 7.3 veces mayor en los municipios donde ganó el Sí (42,391 hectáreas versus 5,798)267.
Nel caso del referendum del 2016, il ruolo principale è stato giocato dalle campagne pro e contro accordo ma, mentre i sostenitori del SI non organizzarono una campagna effettiva che potesse attirare il numero di elettori, i rappresentanti del NO, invece, furono astuti nell’organizzare una campagna diffamatoria sull’appoggio che l’Acuerdo doveva ottenere.Juan Carlos Vélez, in un’intervista, ha raccontato come la campagna, appoggiata da diverse agenzie pubblicitarie,
264 (Álvaro Uribe le responde a Leyva por qué no apoya el proceso de paz) 265 (Basset)
266 (Vásquez)
fosse stata la más barata y efectiva en mucho tiempo268 poiché volevano creare
nel popolo colombiano una sorta di indignazione verso l’accordo: anche se successivamente sono stati smentiti dal leader del NO, Uribe269 , i messaggi che
volevano passare sostenevano che votare SI sarebbe stato imporre l’ideologia socialista e comunista nel paese che si sarebbe potuto convertire in un altro Venezuela o, soprattutto per conquistare il voto dei conservatori cristiani, che sostenere il processo di pace andasse contro i valori tradizionali della famiglia, che andasse a favore dell’aborto e dei matrimoni omosessuali270.
Tuttavia, li intento di dimostrare come il processo di pace stesse aumentando l’insicurezza e la paura nel paese colombiano non fu omogeneo in tutto il paese poiché, anche se i sentimenti di paura e insicurezza continuavano a vivere nella mente dei colombiani, gli intervistati hanno altresì sostenuto che il processo di pace svoltosi all’Avana dal 2012 è riuscito a mostrare un’altra faccia delle FARC, ovvero quella dell’opposizione politica che non doveva più ricorrere alle armi. Questa era l’opinione generale emersa da un’inchiesta condotta nel 2016 e svolta dal Barómetro de las Ámericas in cui si può notare come la fiducia nei confronti del movimento guerrigliero sia aumentata proporzionalmente all’avanzamento delle trattative271. Questo può essere dimostrato dal fatto che le
FARC hanno dimostrato una reale volontà di costituire un accordo politico che puntasse allo sviluppo di politiche sociali ed economiche che portassero ad un cambiamento nei diversi settori della società, promuovendo una maggiore partecipazione politica e un’integrazione territoriale. Nel Putumayo, per esempio, come nelle altre zone caratterizzate dalla presenza di fronti guerriglieri, il SI ha superato il 50% grazie all’aiuto sociale che gli ex guerriglieri stanno dando alla popolazione rurale272. La zona del Putumayo può essere presa come esempio per
sostenere la fiducia riposta nell’accordo e, di conseguenza, nelle FARC: Maria273, infatti, originaria del Putumayo, una delle zone più colpite dal conflitto,
anche se convivono con il dolore di aver perso famigliari o, come Carlos ha
268 (Prado)
269 (NoticiasUnoColombia) 270 (Botero)
271 (Miguel García Sánchez) 272 (Eduardo Álvarez Vanegas) 273 (Intervista ad una impiegata)
raccontato274, hanno vissuto il conflitto armato quando erano molto giovani,
domandandosi come fosse possibile che si combattesse e ci si uccidesse tra colombiani, hanno confermato che il processo di pace sta cambiando la realtà locale in cui vivono, e risultano favorevoli alla reintegrazione dei guerriglieri poiché molti di essi furono reclutati in modo forzato o sono stati costretti da bambini a vivere in quel modo. Il referendum, dunque, è stato capace di mostrare il desiderio di pace e di non ripetizione che hanno le vittime del conflitto poiché rappresentava davvero un cambiamento sociale che poteva essere messo in atto in quelle zone in cui il Si ha vinto e avrebbe rappresentato un’opportunità per ridurre il gap sociale ed economico tra le zone rurali e centrali, attuando misure politiche volte allo sviluppo delle zone più colpite dal conflitto.