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IL TORTUOSO CAMMINO VERSO L’ACUERDO FINAL

3.1 Il difficile cammino per trovare la pace

3.1.2 Mano tendida y pulso firme

Il 2 Marzo 1986, la Commissione e le FARC-EP prolungarono l’accordo firmando Los Acuerdos de la Prolungación de la Tregua: infatti, l’accordo con la guerriglia continuò anche durante il governo Barco che, tuttavia, iniziò non solo la lotta contro i narcotrafficanti che stavano sempre più prendendo piede e potere, ma anche gli assassinii dei rappresentanti dell’UP. Nonostante l’amministrazione Barco fosse riuscita a stipulare l’accordo di pace con un gruppo guerrigliero, l’M-19, los Acuerdos non ebbero la stessa fortuna dei precedenti accordi. Il contesto in cui Barco vinse le elezioni era caratterizzato dallo svolgimento della cosiddetta guerra sucia in cui i nemici della pace non erano più solo i guerriglieri, ma anche i narcotrafficanti e i paramilitari; questi ultimi nacquero in risposta alla tanto sperata apertura democratica di Betancur e divennero i responsabili maggiori degli attacchi agli esponenti della UP e, come abbiamo detto prima, furono tra i responsabili del fallimento degli accordi della Uribe. La politica di Barco può essere descritta utilizzando la sua celebre frase mano

tenida y pulso firme:

En primer lugar el Gobierno con firmeza extiende una mano generosa a los grupos alzados en armas que demuestren convincentemente que tienen una voluntad sincera de reincorporarse a la vida civil. Además si el Congreso aprueba la ley correspondiente, serán indultados los alzados en armas que se acojan a esta iniciativa para la paz. Pero el indulto no se concederá al iniciarse las conversaciones sino sólo después de que ellos hayan abandonado las armas.185

Il successore di Betancur proponeva una politica anch’essa volta alla riabilitazione e alla riconciliazione, ma assegnava un ruolo chiave al governo durante le negoziazioni di pace. Il presidente Barco, infatti, aveva una visione distinta da quella di Betancur su chi dovesse portare avanti le negoziazioni poiché voleva ridare legittimità al governo, in quanto istituzione promotrice di pace: ridare legittimità al governo voleva dire innanzitutto che era necessaria un’azione diretta del governo nella gestione delle negoziazioni di pace con la guerriglia, non lasciando il compito alla sola Commissione di pace; inoltre, significava pure non giudicare i movimenti guerriglieri come attori politici,

185 (Barco)

secondo quanto sostiene la politologa Elba Marcela Londoño Gutiérrez 186. Non

giudicare le FARC-EP come attore politico significava che la condizione per poter aprire un dialogo con il governo era la dimostrazione di una chiara volontà da parte di questo movimento di porre fine ad ogni tipo di attacco terroristico e ad un disarmo completo. Una volta avvenuto questo, il governo avrebbe potuto iniziare il dialogo con i suoi esponenti riguardo il ritorno alla vita civile per i combattenti e, successivamente, annullare la dichiarazione di Stato di assedio. La conseguenza fu che il rapporto delle FARC-EP con la nuova amministrazione peggiorò poiché non vedevano il disarmo come l’unica soluzione per il loro reintegro nella vita politica: il 22 Settembre 1988, infatti, i leader delle FARC- EP-EP, Manuel Marulanda Velez, Jacobo Arena, Alfonso Cano, Raúl Reyes e Timoleón Jiménez rilasciarono un comunicato diretto al governo in risposta alla nuova iniziativa di pace affermando la volontà del movimento di ritornare alla vita civile e di promuovere un’azione congiunta per la promozione di un Gran

Acuerdo Nacional. Nel comunicato essi dichiararono espressamente che la guerriglia non poteva essere vista come la causa principale della nascita della violenza in Colombia e sottolineavano al governo la necessità di fermare le repressioni da parte dell’esercito187. Con la sua politica della mano tendida y

pulso firme, invece, Barco si fece promotore di un nuovo tipo di confronto con la

guerriglia, non escludendo l’azione militare dall’agenda di pace: il presidente, infatti, era intenzionato ad aprire i dialoghi con i soli movimenti guerriglieri che avrebbero accettato la condizione del disarmo, mentre si sarebbe preparato a combattere militarmente tutti coloro che si fossero opposti188.

Perché Los Acuerdos de la Uribe fallirono? Vi era davvero una vera intenzione nel porre fine al conflitto?

Los Acuerdos furono il primo compromesso tra due parti storicamente in lotta tra

loro ma, esaminando il contesto, non si può affermare che avessero veramente intenzione di porre fine al conflitto. Da un lato, uno dei motivi per cui le negoziazioni de la Uribe fallirono fu innanzitutto che, nel 1982, le FARC-EP

186 (Gutiérrez)

187 (Arena) 188 (Sarmiento)

tennero la VII Conferencia in cui decisero di diventare un movimento molto più offensivo instaurando il Plan Estratégico e dunque le negoziazioni avevano fatto, in realtà, parte di un progetto politico delle FARC-EP volto comunque alla lotta armata189. Da ciò consegue, quindi, che, se il movimento era impegnato nella sua

ristrutturazione militare e nell’ampliamento dei fronti, questo era il chiaro esempio che il disarmo e la cessazione dei conflitti non erano mai avvenuti. Dall’altro lato, non si ebbe una continuità tra il governo Betancur e il governo Barco, a causa dell’idea promossa da quest’ultimo che lo Stato fosse l’unico attore politico legittimato ad avanzare riforme per il popolo. Nonostante il presidente Barco sia stato importante perché riuscì a concludere il primo accordo di pace con il gruppo guerrigliero M-19, e creò l’Assemblea Costituente che, nel 1991, promulgò la nuova Costituzione, urge sottolineare che, per il campo di studio che si sta analizzando, negli anni della sua presidenza non si fecero passi avanti verso la conclusione del conflitto tra governo e FARC-EP190. A ciò si

aggiunge, inoltre, che laForza Armata mancò di dare il proprio appoggio all’idea dell’apertura democratica promossa dal governo Betancur, mentre sostenne il cosiddetto pulso firme inaugurato da Barco. La mancanza di appoggio della Forza Armata alle negoziazioni di pace, soprattutto della parte più estremista di questa, che andrà a formare successivamente i gruppi paramilitari, è la causa principale che portò al fallimento de los Acuerdos: come scritto sopra, l’integrazione alla vita politica e civile per i guerriglieri sarebbe avvenuta solo quando il governo si fosse accertato del disarmo totale da parte delle FARC-EP. Ciò non avvenne anche perché, dall’altra parte, tra i militari, non vi era alcuna intenzione di fermare gli attacchi alla guerriglia. Se da un lato vi era una ristrutturazione militare da parte della guerriglia, dall’altra parte l’esercito non smise di organizzare attacchi ai campamenti.

Gli attacchi ripetuti agli esponenti della UP, le mobilitazioni cittadine represse con l’intervento militare e il riconoscimento del paramilitarismo da parte del governo misero un punto finale a los Acuerdos de la Uribe.

189 (Séptima Conferencia - De las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo )