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LA GUERRA CIVILE TRA FARC E IL GOVERNO COLOMBIANO

2.2 Gli anni della guerra sucia

2.2.2 Paramilitarismo e narcotraffico

Dalla morte di Gaitán (1948), il paese iniziò a ribellarsi al potere politico ed economico della classe borghese. La rivolta aveva tanti volti: non era condotta più solo da contadini e lavoratori, ma ad essi si erano ora uniti studenti, professori e commercianti. Si iniziò a credere che l’assassinio di Gaitán fosse opera del partito conservatore e del suo più grande alleato, gli Stati Uniti con la loro Central Intelligence Agency (CIA) che, in nome della sicurezza nazionale e della lotta al nemico comunista, sarebbe stata in quegli anni l’artefice di diversi complotti in giro per il mondo128.

Come è stato detto in precedenza, l’esercito represse violentemente la protesta a Bogotá, ma questo non placò le rivolte nelle diverse zone rurali provocando la nascita dei primi gruppi guerriglieri comunisti. Il governo conservatore, dunque, iniziò a coinvolgere sempre di più le Forze Armate per sedare le rivolte, provocando un vero e proprio terrorismo di Stato. Una pratica che iniziò ad essere messa in atto fu quella di reclutare uomini delle zone in cui l’esercito si stanziava: questi presero il nome di pájaros, e vennero utilizzati per eliminare gli esponenti o i sostenitori del partito liberale o del partito comunista. Inizialmente presenti nelle zone rurali, los pájaros iniziarono ad operare anche nelle città e nelle zone urbanizzate, diventando dei veri e propri mercenari al servizio del partito conservatore. Questo, sull’altro fronte, provocò la nascita dei gruppi guerriglieri di autodifesa, promossi e sostenuti dal partito liberale che, successivamente, si convertirono in veri e propri movimenti popolari armati che si posero l’ obiettivo di prendere il potere attraverso l’implementazione di una riforma agraria. Lo sviluppo sempre più veloce dei gruppi contadini di autodifesa spaventò il partito conservatore che non fu capace di controbattere, anzi, proprio la sua debolezza rappresentò la spinta all’attuazione del colpo di Stato da parte del generale Gustavo Rojas Pinilla il 10 Giugno 1953. Con il suo programma di pace e giustizia, il generale riuscì a placare le rivolte dei gruppi di autodifesa, ma diede sempre più potere all’esercito. Passato il periodo della dittatura del generale e, con essa, l’illusione del suo programma, in Colombia si costituì il

128 (Gaitán y la CIA: la evidencia)

Frente Nacional. In questi anni, mentre tra i gruppi guerriglieri stanziati nelle

zone rurali risuonava l’eco della rivoluzione cubana, il governo di Laureano Gómez firmò un accordo di muta difesa con gli Stati Uniti per una riorganizzazione dell’esercito colombiano che potesse mettere in atto il nuovo metodo della controguerriglia, in nome di quella dottrina della Sicurezza Nazionale che stava prendendo piede in tutto il Latino America129. L’esercito

iniziò ad avere un ruolo di primo piano, venne posto al servizio delle diverse imprese multinazionali presenti nel territorio colombiano e a godere di tanti privilegi; tra questi vi era quello dell’uso illimitato e incondizionato della forza per la difesa dell’ordine pubblico e della sicurezza nazionale. Da questo momento si incrementò una guerra non convenzionale che ebbe il suo inizio dalla votazione della Legge n. 48 del 1968 che autorizzava i governi locali a creare dei gruppi civili con il compito di pattugliare e, a questi, le Forze Armate concedevano l’uso delle armi130. Questo fu il primo passo verso la nascita del

paramilitarismo che ebbe il suo apogeo nel 1978 con la proclamazione dello

Estatuto de Seguridad da parte del presidente Turbay.

Mentre le FARC ampliavano il numero dei loro fronti, adottando una strategia più offensiva e l’esercito prendeva sempre più potere, un terzo attore della cosiddetta guerra sucia si stava consolidando: il narcotraffico. In un primo momento, il cartello di Medellin e le FARC convivevano in una sorta di tranquillità apparente poiché gli esponenti del cartello erano propensi a pagare il pizzo imposto dalla guerriglia pur di non mettere a rischio il proprio traffico. Questa tranquillità apparente venne rotta nel 1981 quando fu rapita dall’M-19 la figlia di uno dei capi del cartello e questo provocò la nascita del MAS, acronimo che sta per “Muerte a secuestradores”, che aveva il compito di catturare e torturare ogni guerrigliero o presunto guerrigliero131. Questo provocò una strana

reazione da parte del governo, il quale non fece nulla per fermare le azioni del MAS, ma al contrario sembrava desse il proprio consenso a questa pratica. Al MAS iniziarono ad aderire anche militari in servizio attivo. Ispirato dalle azioni del MAS, l’esercito decise allora di creare un proprio battaglione e di combattere

129 (Torres)

130 (L. 16 Dicembre 1968 n. 48, in materia di "Sicurezza")

la guerriglia anch’esso con la strategia del terrore. Si creò il BINCI (Batallón de

Inteligencia y Contra Inteligencia del ejército colombiano) i cui militari

venivano visti come degli eroi che combattevano contro la minaccia comunista rappresentata dalla guerriglia compiendo veri e propri atti di terrore e di violenza per scovare e giustiziare ogni singolo guerrigliero o oppositore del governo132. La

situazione peggiorò dopo l’uccisione del ministro di giustizia Rodrigo Lara Bonilla per opera dei narcotrafficanti133. Questo assassinio rappresentò il

momento in cui la questione della droga entrò nel conflitto: per giustificare, dunque, la presenza dell’esercito in diverse zone in cui erano stati scoperti i laboratori di cocaina, il governo di Betancur iniziò a parlare di narcoguerrilla e proclamò lo stato di emergenza dando ampio raggio d’azione all’esercito134. Il

comune nemico contro cui si combatteva era la guerriglia e, nonostante si parlasse di un’alleanza guerriglia-mafia della droga, stanziata solamente in prossimità dei laboratori, si tendeva a giustificare in realtà l’alleanza che i narcotrafficanti stringevano con i militari e con la polizia locale.

Come scrisse Guido Piccoli:

Durante la presidencia de Betancur, el rompecabezas colombiano se había hecho más complicado que nunca. Una guerra se sobreponía y confundía con la otra. El ejercito luchaba únicamente contra la guerrilla y su presumible zona de apoyo. La policía realizaba alguna tímida operación contra la mafia de la droga, de la que seguía embolsándose dinero en la mayor parte de los casos135.

Dopo l’amministrazione di Betancur, il nuovo governo di Virgilio Barco (1986) cercò di porre fine al paramilitarismo con una violenza tale che, nel biennio 1986-1988 si ebbero in Colombia più di 200 vittime dagli attacchi dei paramilitari, molte delle quali furono rapite o uccise; erano esponenti dell’UP o guerriglieri o semplicemente sospettati di esserlo136. Durante il biennio del

terrore, l’amministrazione statunitense era sempre più preoccupata dalla continua espansione del traffico di droga: la mafia della droga era diventata la colonna portante dell’economia colombiana e doveva essere combattuta. Da questo

132 (Piccoli) 133 (Espejo) 134 (P. Lozano) 135 (Piccoli) 136 (Amnesty International )

momento in poi, quindi, anche su pressione degli Stati Uniti, i narcotrafficanti divennero il primo nemico del governo colombiano. I gruppi paramilitari vennero ingaggiati, allora, per la caccia a Pablo Escobar e agli esponenti del cartello di Medellin, e, in aggiunta, quest’ultimi divennero il capro espiatorio dei massacri di civili che i paramilitari, guidati da Fidel Castaño, commettevano. Dal 1991 al 1997 i diversi gruppi paramilitari crearono le Autodefensas Unidas de

Colombia, diventando molto attivi in quelle zone in cui l’attività economica delle

FARC era maggiore, e aumentarono il loro numero di combattenti che salì a 13.000 nel 2003, anno in cui firmarono l’accordo di pace con il governo. Le AUC furono i maggiori responsabili degli attacchi avvenuti in Colombia dal 1999 al 2001, come dimostra il grafico sotto riportato137: