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2 4 Gaspard de Prony: ilterri tori o padovano come l uogo di studi o e di speri mentazi one

Di parti mento del l a Brenta

III. 2 4 Gaspard de Prony: ilterri tori o padovano come l uogo di studi o e di speri mentazi one

Come abbiamo già avuto modo di accennare306, gli ingegneri dell'Ecole des

Ponts et Chaussées avevano da sempre mostrato un forte interesse per l'assetto acqueo dell'Italia del nord e per la secolare tradizione idrica che caratterizzava l'area settentrionale della Penisola: lo studio delle tecniche di derivazione dei 0umi italiani, di inalveazione dei canali nelle città, di costruzione e manutenzione degliarginicostituivano da sempre l'oggetto delle attenzionidei tecnicifrancesi.

303Cfr.Minesso 1992,p.2. 304Cfr.par.II.1.1.

305Cfr.doc.n.44 dellAppendice documentale. 306Cfr.par.II.1.4.,II.2.1.,II.2.4.

Dopo l'annessione dei dipartimenti dell'area occidentale dell'Italia, il governo francese si trovò a fare i conti con un territorio molto sensibile dal punto di vista idrico,soprattutto per la presenza delPo.I pianiper la sua manutenzione, per il miglioramento della sua navigazione e per la creazione di collegamenti aglialtri0umi,furono uno deifuochisuiqualisiconcentrò illavoro delservizio diPonts et Chaussées:in accordo con il governo, fu infatti creato un organo dedicato alla sorveglianza dei lavori da e?ettuare sul corso del 0ume, il “Magistrato delPo”307.

Come sappiamo, sulla navigazione del Po erano concentrati anche parte degli interessidiuna delle 0gure ricorrentiin questa analisi,Gaspard de Prony. Nato nella regione delRodano nel1755 e morto a Pariginel1839,Prony siera dedicato 0n da giovane agli studi matematici, per approdare, già nel 1776 al servizio diPontset Chaussées. La riuscita progettazione di alcuni ponti gli valse l'amicizia con Gaspard Monge e, nel 1791, la nomina a direttore per la redazione delCatasto generale diFrancia.

Qualche anno più tardi Prony si occupò, insieme a Monge e a Lagrange, dell'organizzazione della nuova Ecole Polytechnique,dove sarà titolare,insieme allo stesso Lagrange,della cattedra dimeccanica.

Già molto conosciuto nelmilieuscienti0co francese, Prony, alla 0ne del Settecento, riuscì a stringere un rapporto diretto con il giovane Bonaparte, di ritorno vittorioso dalla Campagna d'Italia, e con la sua inHuente moglie Giuseppina. Per i suoi rapporti con il futuro Imperatore e per le sue indubbie capacità tecniche e scienti0che, nel 1798 Prony fu nominato direttore dell'Ecole des Ponts et Chaussées. Proprio con questo ruolo l'ingegnere e?ettuò numerose spedizioni, sia in Francia – dove si occupò soprattuto del miglioramento dei porti, della boni0ca della regione delMarais Poitevinin Vandea e dei progetti relativi al nuovo sistema di canali parigini – sia in territorio italiano.

Prony, che all'inizio dell'Ottocento rivestiva appunto il ruolo diDirettore della Scuola e diinspecteur généraldelservizio diPontset Chaussées,aveva ispezionato il corso del Po in barca durante un viaggio che, come vedremo più avanti, è probabilmente databile al 1805. Stando ai documenti rintracciati, la perlustrazione era stata condotta in modo attento;l'ingegnere aveva infatti

"parcouru le Po en bateau depuis sa source jusqu'à son embouchure dans l'Adriatique, visitant les deux rives et la partie inférieure des aJuents de droite et de gauche"308

Nella stessa relazione Prony cita inoltre alcuni progetti per il collegamento del Po alla Stura e parla dell'esistenza di un piano per consentire l'immissione del ramo emiliano del Reno proprio nel 0ume maggiore309. Tra i documenti di

Prony,0gura anche un progetto per la costruzione diun ospedale diquarantena proprio nell'area di Comacchio, laddove, come vedremo, era stato previsto di costruire un nuovo porto adriatico (Fig.31).

Non è solo l'assetto contemporaneo dell'area a destare l'attenzione di Prony, ma anche lo studio delle antiche variazioni subite dai litorali battuti dal corso delPo.

È infattidatabile intorno al1805 un documento,attualmente conservato presso laBibliothèque de l'Ecole Nationale des Ponts et Chaussées,Prony si dedica a descrivere lo stato attuale dell'area delle cosiddette “bocche del Po”, risalendo nello studio 0no alle prime sostanziali variazioni del XII secolo310. Al centro

dell'attenzione delle ricerche e?ettuate daltecnico,c'era in particolare lo studio sullo spostamento delle rive adriatiche nell'area occupata dal Delta del Po e nell'area della laguna veneziana. Prony parte dalle notizie fornite dagli autori antichi,le cuipubblicazioniaveva reperito nelcorso deisuoiviaggiitaliani,e le

308Cfr. doc. n. 32 dellAppendice documentale; trad.: “percorso il Po in barca, dalle sue sorgenti 0no allo sbocco nell'Adriatico, visitando le due rive e la parte inferiore degli aJuentididestra e disinistra”.

309Cfr. doc. n. 32 dellAppendice documentale e par. II.2.1. 310Cfr.doc.n.23 dell'Appendice documentale.

integra con i dati da lui reperitiin locopresentando così un quadro piuttosto preciso delnuovo assetto idrico deibordi marittimie lagunaridell'area veento- adriatica.

Oltre al Po, che per il suo corso e la sua portata costituiva certamente un polo diinteresse,era tutto l'assetto dei0umidelnord Italia,e in particolare diquelli che attraversavano i territori del Regno, a sollecitare l'attenzione del governo centrale e deisuoitecnici.

Insieme al collega Mathieu Sganzin, Prony fu infatti il protagonista indiscusso dilunghe spedizioniin Italia,visitando idipartimentidell'Impero 0no a Roma e risalendo quelli del Regno 0no a Venezia. Fu soprattutto nel nord che i due ingegneri poterono studiare al meglio l'assetto idrico, le sue condizioni, la sua e⌧cienza,e prevedere delle operazionidiconservazione e potenziamento311.

Una delle prime tracce di questi viaggi risale al 1805, anno al quale è possibile far risalire anche la spedizione sul corso del Po312, e durante il quale Prony

soggiornò presumibilmente nelnord Italia per alcunimesi.

Il 27 luglio, da Milano, Prony annuncia al Ministro dell'Interno Aldini il suo rientro in città dopo una missione durata ben cinquantuno giorni e 0nalizzata alle veri0che dell'assetto idrico diuna porzione delRegno d'Italia.Partendo da Milano, i due tecnici avevano attraversato, via acqua, Pavia, Mantova, Comacchio, Cavarzere, Ferrara, Bologna, Modena, Parma, Piacenza 0no a rientrare nell'allora capoluogo delRegno313.

Prony da' subito conto al Ministro dell'Interno del progetto vicereale di costituzione diun corpo diPontset Chaussées nelRegno d'Italia:

311Cfr.par.II.1.4.

312Sul problema della datazione si veda anche BIB. E.P.C., Résultat de la visite du cours du Pô depuis ses sources jusqu'à l'embouchure du Tessin et du cours du Tessin depuis son embouchure jusqu'à Pavie, c. Ms.1281: il documento risulta datato appunto 1805.

“Le Viceroi, que j'aieu l'honneur de voir ce matin […] m'a engagé en lire avec M. Paradisi le projet d'organisation d'un corp des Ponts et Chaussées à etablir dans le Royaume d'Italie […]”314.

Come sappiamo, il corpo fu e?ettivamente creato nel 1806 sul modello di quello francese,delquale Prony era uno deimembriin assoluto più autorevolia stimati315.

Quello che, però, risulta più interessante nel quadro di questa analisi è che Prony,pur non essendosiancora spinto 0no a Venezia,individua con una certa rapidità - visionando l'area della provincia di Ferrara - i forti legami che saldavano il sistema idrico lagunare con quello dei territori e dei 0umi della terraferma a ovest e sud-ovest.

Prony a?erma infattiche

“tout le système hydraulique des états de Venise est lié a celui de la basse Italie [Royaume d'Italie] par les communications quiexistent entre l'un et l'autre […]”316.

L'ingegnere lionese comprende subito che l'area veneto-adriatica è dotata