C APITOLO III D A P ADOVA A P ADOUE : UNA NUOVA CITTÀ
III. 1 3 L' uti l i zzo mi l i tare del l e canal i zzazi oni ci ttadi ne
Nei programmi del governo francese, l'assicurare una buona navigabilità dei 0umimaggiorie deicanalicittadiniaveva dunque una duplice funzione:una di tipo 'civile' - legata al trasporto delle merci, alle connessioni internazionali e alle attività produttive – e una di tipo 'militare' – relativa al trasporto delle derrate alimentari,delle truppe e degliammalati.
In questo senso, riuscire a garantire un buon livello di attraversabilità delle canalizzazioniurbane era difondamentale importanza,poiché permetteva delle rapide connessioni via acqua non solo alla scala territoriale, ma anche tra città vicine.
Già nel periodo della municipalità provvisoria, con l'acquartieramento delle truppe impegnate nella lotta contro gli asburgici e nella costruzione di un nuovo ordine politico e amministrativo, Padova aveva visto crescere in maniera repentina la presenza militare in città. Oltre ai cittadini, quindi, l'utilizzo della rete idrica sarebbe stata utile alle truppe, garantendo l'abbeveraggio dei cavalli, la distribuzione capillare delle derrate alimentari destinate agli animali e ai militarie la movimentazione deiferiti0no agliospedalidelle città vicine. Una delle prime tracce di questo utilizzo delle acque risale al 1797: il 2 agosto diquell'anno,infatti,ilDipartimento Militare Generale scrive alDipartimento delle Acque e dei Fiumi riportando una richiesta avanzata dall'allora Gastaldo251 dei Barcarioli di Padova, Guerino Scar0. Il Gastaldo chiedeva che
venissero chiuse le prese d'acqua degli edi0ci che si a?acciavano sul canale che conduceva da Padova a Este, al 0ne di agevolare il trasporto dei feriti francesi verso gliospedalidell'area sud della regione252.
251Con il termine “Gastaldo”, il cui utilizzo è possibile far risalire all'epoca medievale, si designava il rappresentante delle corporazioni di arti fondate in età comunale. In questo caso il “Gastaldo dei Barcarioli” era il portavoce dsella corporazione dei proprietari di barche che e?ettuavano iltrasporto dimercie persone.
In risposta alla richiesta, qualche giorno dopo, il 14 agosto, il governo municipale diPadova intima ai cittadini la chiusura, 0no a nuovo ordine, delle prese degliedi0cidelle località che sitrovavano lungo ilcorso delcanale diEste “dalle ore 24 0no al levar del sole”: questo avrebbe garantito l'approvvigionamento idrico degli edi0ci nelle ore diurne, senza impedire il trasporto notturno deiferitineidiversiospedali253.
Come il canale di Este, anche il Bassanello, che correva a sud della città era al centro delle attenzioni degli organi di controllo militare. Il 14 novembre del 1798 la Commissione Straordinaria economico-militare, costituita a seguito della 0ne repentina dell'esperienza municipale, chiede infatti, al Dipartimento delle acque di prevedere un maggiore apporto delle acque della derivazione in località Bassanello,254 considerata la via di comunicazione privilegiata per il
trasporto dell'avena destinata alle truppe acquartierate in città:
“Siete invitatia dare livostriordini,perché sia data l'acque necessaria alCanale delBassanello, onde possa arrivar prontamente in Città l'avena occorrente per uso delle truppe;non potendo le barche progredire per la mancanza dell'acqua medesima”255.
È evidente dunque che la presenza di una rete idrica capillare, come poteva essere quella padovana, fosse fonte di molti vantaggi per il nuovo dominio francese. Sebbene fosse morfologicamente e tecnicamente molto diversa rispetto airéseaux acquei delle città d'Oltralpe, l'assetto idrico di Padova si presentava come una rete di trasporto urbano, territoriale e internazionale potenzialmente strategica.
Alcentro delcorso didue grandi0umi,ilBrenta e ilBacchiglione,che da ovest correvano 0no a sboccare nell'Adriatico, la città era attraversata da numerose
253Cfr.doc.n.19 dell'Appendice documentale.
254Questa derivazione è probabilmente identi0cabile oggi con il cosiddetto Canale di Battaglia, che dalla località Bassanello si staccava correndo verso sud, 0no a raggiungere il Canale diEste.
derivazioni, che si diramavano all'interno della compagine urbana, rendendola estremamente permeabile nei trasporti e garantendo comunque l'aggancio ai due 0umiprincipalie alle città vicine.
L'assetto idrico del quale godeva, faceva di Padova un ottimo snodo per le comunicazioni da est a ovest della Penisola e da nord a Sud del Regno, permettendo un agevole raggiungimento dell'Adriatico senza dover passare da Venezia, e permettendo, così come si era tentato di fare a Parigi con la costruzione della derivazione dell'Ourcq, di alleggerire la pressione sui 0umi principali, la cui navigazione era sempre più pericolosa e i cui delicati argini sopportavano a fatica le rotte secolari.
D'altro canto, però, proprio la portata dei due 0umi e la conformazione delle derivazioni urbane, continuavano a sottoporre la città, come nei secoli precedenti,a continuiproblemiidraulicie a inondazioni.Gliarginidissestati,i campi da irrigare e l'apertura di continue prese d'acqua private, rendevano il sistema sempre più labile, e dispendioso nella sua manutenzione: malgrado ciò l'importanza di conservarne la fruibilità sarebbe rimasta una delle priorità dei tecnicie delgoverno francese.