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Gino Zappa (1879-1960) è stato un economista italiano nonché il fondatore dell’Economia Aziendale. Si laurea nel 1904 a Venezia e inizia subito dopo l’attività di insegnamento all’Università di Genova, per poi passare nel 1921 alla Bocconi e all’Università Ca’ Foscari, presso quest’ultima erediterà la cattedra di ragioneria che era appartenuta al suo maestro Fabio Besta.

121 Vittorio Alfieri, Ragioneria Generale, Società Editrice Dante Alighieri, 1921, p.4 122 Vittorio Alfieri, Ragioneria Generale, Società Editrice Dante Alighieri, 1921, p.1

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Zappa però prende fin da subito le distanze da quelli che erano stati gli insegnamenti del suo maestro e pone le basi per la nascita di una nuova disciplina, l’Economia Aziendale, circondandosi inoltre di una folta schiera di seguaci, tra cui meritano di essere ricordati Pietro Onida, Aldo Amaduzzi, Tommaso Zerbi e Carlo Masini. Per Zappa infatti le complesse realtà aziendali che stavano nascendo dopo la grande guerra non potevano più essere comprese attraverso la sola Ragioneria, che viene ridotta al solo campo delle rilevazioni contabili, l’organizzazione aziendale e la gestione invece, arricchite di nuovi caratteri e problematiche, vanno a formare un nuovo ramo di studi che egli chiamerà Economia Aziendale.

La rottura col pensiero del suo maestro è esemplificata anche dall’ideazione, da parte di Zappa, di un sistema contabile reddituale, in antitesi col sistema patrimoniale teorizzato anni prima da Besta. Il sistema contabile reddituale è, come dice il nome stesso, centrato sul reddito, inteso come differenza tra costi e ricavi, mentre il patrimonio viene relegato a una funzione secondaria, strumentale alla determinazione del reddito. Essendo quindi il valore di un’azienda dato non più dal patrimonio ma dal reddito, le operazioni vengono contabilizzate in funzione della loro incidenza su quest’ultimo. Il sistema contabile del reddito si adatta meglio del precedente a quelle che sono le caratteristiche della realtà economica di inizio Novecento, vale a dire un’economia aperta, internazionale, con imprese che riflettono la complessità e la dinamicità dell’ambiente economico e sociale e non sono più delle piccole unità produttive dove chi esercitava la funzione di controllo era anche il proprietario dei mezzi di produzione, ma al contrario presentano un elevato numero di soci, interessati alla remunerazione del capitale investito.

Nel pensiero di Zappa l’azienda è una “coordinazione economica in atto, che è istituita e retta per

il soddisfacimento dei bisogni umani mediante la produzione di beni e servizi.”123 Più avanti negli

anni chiarisce che l’azienda pur essendo un’unità raggiunge i propri obiettivi non restando isolata ma all’interno dell’ambiente esterno, in primis quello economico generale, che la condiziona ed è anche il mezzo principale attraverso il quale questa si definisce:

“In ogni azienda l’equilibrio interno si modifica in corrispondenza alle forze incidenti esterne (…). L’azienda non è un sistema chiuso, e, come ogni sistema, ci appare anche come elemento di sintesi più elevate, che deve comporsi con altri sistemi. L’azienda partecipa con

123 Gino Zappa, Tendenze Nuove negli Studi di Ragioneria, Prolusione letta nella solenne apertura degli studi per l’anno

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enti vari alle gerarchie del sistema economico generale. Uno è il mondo economico; anzi uno è l’intero mondo sociale.

Ogni fatto amministrativo è avvinto alla coordinazione aziendale, ma non può sussistere che in relazione a fenomeni che trascendono l’ambito dell’economia aziendale. Le funzioni aziendali sono costantemente vincolate alle condizioni esterne che ne determinano la manifestazione.

(…)

La solidarietà e la dipendenza dei fenomeni aziendali deve dunque essere posta in evidenza anche in relazione ai «fatti» esterni che ad essi si accompagnano e che spesso ne costituiscono la condizione.”124

Con queste righe egli intende dire che lo studio dei fatti d’azienda, le rilevazioni contabili, oppure la determinazione dei volumi di produzione, dei prezzi, in sintesi tutto ciò che riguarda la gestione, non può prescindere dalla conoscenza dei fenomeni esterni che caratterizzano l’ambiente nel quale l’azienda vive, se così non fosse, se si considerasse cioè l’azienda come un qualcosa di completamente avulso dai fatti esterni, allora si rischierebbe di compromettere il raggiungimento di quei fini per i quali l’attività d’azienda viene organizzata.

La relazione azienda-ambiente verrà poi ripresa nel 1954 in La nozione di azienda nell’economia

moderna all’interno del quale scrive che affinché vi sia una profonda conoscenza dell’azienda e

dei suoi fenomeni è necessario investigare non solo ciò che accade all’interno di questa ma anche gli avvenimenti esterni, vale a dire le relazioni che l’azienda intrattiene con le altri organismi economici e non solo quando si affaccia sul mercato e anche l’andamento economico in generale che ovviamente può determinare il benessere o la crisi delle aziende.

Sul rapporto con l’esterno dell’azienda egli aggiunge:

“L’armonia tra i fini economici particolari ed i fini generali delle maggiori collettività sociali è anzi condizione di utile vita così per i singoli come per la collettività umana (…). È

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facile vedere come le aziende cooperano in solidarietà, nel lungo andare, al raggiungimento di interessi generali.”125

Zappa sembrerebbe quindi convinto che l’azienda, essendo calata all’interno della società e avendo sviluppato un’integrazione profonda con le altre imprese, svolga un ruolo caratterizzato da un’elevata utilità sociale poiché i suoi obiettivi economici nel lungo periodo finiscono per armonizzarsi con gli obiettivi sociali.