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Paolo Emilio Cassandro (1910-2004) è uno studioso di ragioneria facente parte della scuola di pensiero barese, ha svolto la sua attività di insegnamento presso numerose università tra cui Roma, Napoli e Bari.

In un libro intitolato Le aziende, principi di ragioneria scrive che l’origine dell’attività economica deriva dall’esistenza di alcuni bisogni umani che non possono essere soddisfatti con beni già esistenti in natura ma piuttosto con dei beni economici, così chiamati perché per il loro ottenimento è necessario il lavoro. Essendo poi l’uomo un essere sociale, l’attività economica stessa non può che essere tale, dato che non ha ragione di esistere senza l’uomo. L’attività economica poi viene svolta attraverso delle unità economiche, le aziende, che svolgono i due momenti di cui si compone questa attività, la produzione e il consumo.

Le aziende svolgono un ruolo fondamentale all’interno della società poiché, come già spiegato, essendo il luogo naturale all’interno del quale avviene lo svolgimento dell’ attività economica, risolvono il problema derivante dalla scarsezza dei mezzi e dall’illimitatezza dei bisogni. Qualunque ordinamento economico, sia esso collettivizzato o liberistico, non può prescindere dall’esistenza delle aziende per lo svolgimento dell’attività economica, certo è che questo eserciterà un’influenza più o meno forte, ma non potrà mai arrivare a sopprimerle.

149 Vittorio Coda, Responsabilità sociale e strategia dell’impresa, in Guida critica alla Responsabilità sociale e al

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Tra le varie classificazioni dei tipi di aziende che Cassandro propone c’è quella che si basa sul fine, che può essere di lucro, e in questo caso si parla di imprese; oppure ci possono essere anche delle aziende che non si propongono come fine il guadagno ma si accontentano di coprire i costi delle loro attività150 e sono in genere aziende pubbliche. Cassandro fa però notare come nella realtà

tutte le aziende, per garantire la propria sopravvivenza, debbano garantirsi una qualche forma di guadagno, anche quando il soggetto è pubblico non è infatti possibile che l’azienda sopporti lunghi periodi senza remunerare il capitale, in questo caso infatti si parlerebbe di un’azienda in perdita che non può sopravvivere. Quando invece le aziende pubbliche riescono a sopportare lunghi periodi senza coprire i costi sostenuti ciò significa che esiste un altro ente, molto probabilmente lo Stato, che si fa carico del compito di sanare le perdite.

A proposito di tale distinzione Cassandro scrive:

“Si potrà forse dire che l’azienda a fine di lucro tenderà a conseguire un guadagno più alto del semplice interesse sul capitale e del salario direzionale e che invece l’azienda non avente tale fine potrà appagarsi di tali due remunerazioni, ma in entrambi i casi un’eccedenza di ricavi sui costi realmente sostenuti sarà necessaria per l’equilibrio economico.”151

L’azienda si presenta come un sistema di forze152 in quanto esplica la sua funzione attraverso una serie di componenti tra loro interdipendenti: persone, mezzi e organizzazione. Le persone costituiscono la componente più importante dato che “da esse l’azienda prende l’avvio, in esse

ritrova continuamente l’impulso”153, all’interno di questa prima componente si possono distinguere varie categorie di persone: coloro che costituiscono il soggetto aziendale e in certi casi anche l’organo volitivo, vale a dire coloro che hanno istituito l’azienda e determinato i fini; poi ci sono coloro che attuano la volontà del soggetto d’azienda e tra questi si può operare un’ulteriore distinzione tra chi ricopre incarichi direttivi e chi invece svolge una mera funzione esecutiva.

I mezzi, la seconda componente, sono i beni economici che vengono utilizzati per raggiungere il fine aziendale e la loro natura varia a seconda del tipo di azienda.

150 Paolo Emilio Cassandro, Le aziende, principi di ragioneria, Dott. Francesco Cacucci editore, Bari, quinta edizione

1968

151 Paolo Emilio Cassandro, Le aziende, principi di ragioneria, Dott. Francesco Cacucci editore, Bari, quinta edizione

1968, p.24

152 Paolo Emilio Cassandro, Le aziende, principi di ragioneria, Dott. Francesco Cacucci editore, Bari, quinta edizione

1968, p.37

153 Paolo Emilio Cassandro, Le aziende, principi di ragioneria, Dott. Francesco Cacucci editore, Bari, quinta edizione

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L’ultima componente è l’organizzazione, che costituisce il vincolo tra persone e mezzi e permette all’azienda di funzionare efficientemente, con le parole di Cassandro è la : “capacità dell’azienda a

realizzare la legge economica fondamentale del minimo.”154 L’organizzazione si crea prima

dell’azienda stessa poiché pone le basi sulle quali l’azienda andrà poi ad operare, cioè definisce la sua struttura, determina il rapporto tra persone e mezzi necessari, risolve eventuali problemi che possono sorgere e soprattutto stabilisce i legami con l’ambiente esterno in termini non solo di mercati ma anche di rapporti con le istituzioni economico-sociali. L’organizzazione è una componente dinamica che si evolve durante tutta la vita aziendale e proprio il suo evolversi e la sua capacità di adattamento alle condizioni esterne è fondamentale per la sopravvivenza dell’azienda stessa.

Quando Cassandro scrive che l’azienda è un organismo autonomo egli intende riferirsi al fatto che essa dovrebbe essere un sistema compiuto; dato da persone, mezzi e organizzazione; in grado di svolgere efficientemente la funzione per il quale è stato creato. Egli mette in guardia chi legge, a non confondere il concetto di autonomia con quello di indipendenza, per indipendenza infatti si intende indipendenza dai condizionamenti dell’ambiente esterno, e sotto questo punto di vista l’azienda moderna è tutto fuorché indipendente. Per giustificare queste affermazioni basta solo pensare alle ragioni che si è detto portino alla fondazione delle aziende, ovvero i bisogni umani, oppure se si pensa alle componenti del sistema azienda, al fatto che l’organizzazione determini i legami con l’ambiente:

“Errerebbe (…) chi credesse che l’autonomia dell’azienda voglia significare indipendenza sua dall’ambiente sociale nel quale è posta e ove si svolge la sua attività. L’azienda—già ci è occorso di rilevarlo – è un sistema particolare che opera in un sistema più vasto, senza del quale non è concepibile. Poteva forse considerarsi autonoma nel senso di indipendente dall’ambiente, l’antica azienda produttrice-consumatrice, ma non certo l’azienda moderna, sia di produzione o di consumo, fondata com’è su un’economia di scambio e di divisione del lavoro.”155

154 Paolo Emilio Cassandro, Le aziende, principi di ragioneria, Dott. Francesco Cacucci editore, Bari, quinta edizione

1968, p.44

155 Paolo Emilio Cassandro, Le aziende, principi di ragioneria, Dott. Francesco Cacucci editore, Bari, quinta edizione

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Allo stesso modo, se si intende autonomia la libertà del soggetto economico di guidare l’azienda come meglio crede, non si può parlare mai di piena libertà in quanto le decisioni aziendali sono sempre rapportate al ordinamento dello Stato in cui l’azienda opera, infatti nel sistema economico comunista, tipico dell’Unione Sovietica ( Cassandro scrive in piena Guerra Fredda) l’iniziativa economica privata è pressoché nulla, ma anche nei regimi economici liberali, di cui l’economia degli Stati Uniti è l’emblema, l’iniziativa economica privata non sarà mai completamente libera da vincoli e limitazioni imposte dall’alto, che mirano teoricamente a favorire la diffusione generale del benessere all’interno di una nazione.

Sebbene non parli di doveri delle aziende nei confronti dell’ambiente economico sociale all’interno del quale l’azienda si inserisce, a Cassandro va riconosciuto il merito di aver conferito, già alla fine degli anni ’50 dato che la prima edizione di Le aziende Principi di ragioneria risale al 1958, all’attività economica e all’azienda, carattere sociale. Egli presenta l’azienda come un organismo fortemente correlato all’ambiente, dal quale, come più volte ricordato in questo paragrafo, non solo riceve impulsi durante lo svolgimento delle attività aziendali ma trae proprio fondamento poiché l’azienda senza ambiente economico sociale non è concepibile, in quanto i bisogni che essa si propone di soddisfare non esisterebbero.