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Robert W. Austin nel 1965 scrive un articolo intitolato Who has the Responsibility for Social

Change – business or government? dove si interroga sui cambiamenti sociali che sono intervenuti

a causa dell’irrompere di nuove tecnologie in America e sull’allocazione delle conseguenti responsabilità.

Austin individua tre ragioni che giustificherebbero l’intervento governativo nell’economia:

1- “The fact that government, having made it possible for the growth of the corporate device to create explosive technological change, has become aware of the social effects thus caused before business itself has recognized them.

2- Business leaders, using the corporate device to create growth and change, have consistently failed to recognize that such technological developments would result in social change.

3- Until recently, business leaders have refused to accept any responsibility for social change resulting from tremendous technological advances made by their use of the corporate device.” 61

In questo articolo analizza i grandi cambiamenti intercorsi negli Stati Uniti dagli inizi del 1800, vale a dire dalla nascita della moderna corporation ad elevato tasso tecnologico. Quell’epoca era infatti stata segnata da eventi come l’avvento dell’automazione e una forte crescita della popolazione che avevano fatto emergere dei problemi che era diventato necessario affrontare, quali la lotta al crimine e la predisposizione di sistemi che garantissero istruzione e cure mediche a tutti, solo per citarne alcuni.

A tal proposito egli fa notare come in molti casi l’intervento del governo federale sotto forma di interventi legislativi si fosse reso inevitabile a causa di comportamenti negligenti da parte dei business leaders, che non volevano o semplicemente non erano in gradi di cogliere il nesso tra gli avanzamenti tecnologici intervenuti nelle loro industrie e i cambiamenti sociali.

61 Robert W. Austin, Who has the Responsibility for Social Change – business or government?, Harvard Business

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Un intervento regolatore da parte del governo che egli cita è quello del 1906 del Food and Drug Act, che aveva lo scopo di regolamentare l’etichettatura e il confezionamento dei prodotti alimentari. Questo intervento era stato reso necessario dato che le nuove tecnologie che permettevano l’impacchettamento e la spedizione degli alimenti in tutti gli Stati, avevano dato seguito a dei comportamenti poco corretti da parte dei produttori al momento dell’etichettatura, con conseguenze negative sui consumatori che molto spesso non sapevano ciò che realmente stavano acquistando.

Austin scriveva che il management aveva davanti numerose possibilità: poteva decidere di intervenire per primo, evitando quindi l’interferenza governativa; poteva lasciare, come fino ad allora aveva fatto, carta bianca al governo; oppure poteva scegliere una via intermedia rappresentata dalla collaborazione con gli enti pubblici.

Quello che però era certo era il collegamento esistente tra le attività d’impresa e i problemi sociali, e anche il fatto che questi cambiamenti rendessero necessaria l’assunzione di responsabilità da parte di qualcuno, così che se i businessmen si fossero ancora rifiutati di farlo, l’intromissione dello stato negli affari economici sarebbe stata inevitabile e ampiamente giustificata. Con queste righe infatti egli conclude il suo articolo:

“(…) I do think responsible business management today must accept the fact that its technological development causes social change, and that social change will inevitably result in some form of government action if business itself cannot take the responsibility. The true responsibility of business leadership is to make some appraisal of the social effects flowing from its strategic policy decisions and technological advances. This is its clear responsibility. It can no longer, as the top management of business, be interested only in its own growth and development. It must expand its responsibility to include awareness of the social changes it creates. Having made some judgment as to the social effects of its activities, business must then make the effort to think beyond the economic and see what kind of action should be taken, and by whom, to meet the problems of social change. (…) If business does none of these things, if it will not accept at least this minimal responsibility,

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then it can be sure that some government, and more and more today it will be the federal government, will take care of the situation.”62

George Albert Steiner

George Steiner è un economista americano attivo principalmente dal secondo dopoguerra, noto per essere il co-fondatore del California Management Review. I suoi studi sono prevalentemente concentrati sulla strategia d’impresa e i temi relativi alla Business and Society. È stato professore universitario, ora è Professore Emerito alla Ucla, ma ha anche ricoperto incarichi presso il governo federale durante la guerra in Corea agli inizi degli anni ’50.

Nel suo libro Business and Society (1971) scrive che la tendenza da parte del business a farsi portatore di istanze sociali è dovuta al fatto che gli uomini d’affari si sono accorti che la sopravvivenza e la prosperità dei loro business è legata alla soluzione di problemi sociali quali l’educazione, la disoccupazione, uguaglianza sociale, inquinamento e tante altre. Egli nota peraltro come negli ultimi anni il modo di condurre il business sia cambiato e non contempli più solo la ricerca di metodi per aumentare il profitto:

“Business decision-making today is a mixture of altruism, self-interest, and good citizenship. Managers do take actions which are in the social interest even though there is a cost involved and the connection with long-range profits is quite remote.”63

Secondo l’autore poi il problema di fondo della dottrina della responsabilità sociale non riguarda l’effettiva esistenza di questa, esistenza che egli dà per scontata, ma piuttosto il riuscire a tracciare dei limiti ai doveri del business:

6262 Robert W. Austin, Who has the Responsibility for Social Change – business or government?, Harvard Business

Review, July-August 1965, pp.51-52