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Giornate Fai, un voto ai luoghi da salvare

Nel documento Città metropolitana di Bologna (pagine 181-184)

[Nicoletta Barberini Mengoli]

N i co letta Barberini Mengoli alorizzare, recuperare e proteggere i beni del territorio sono ormai da 45 anni, come sappiamo, gli imperativi categorici del Fai che, quest'anno eccezionalmente, ha dedicato alle Giornate Fai d'autunno ben due weekend. Uno, quello scorso, chiusosi con un tutto esaurito, e l'altro il prossimo (24 e 25 ottobre) con chiusura delle prenotazioni domani sera su www.giornatefai.it. A Bologna i luoghi che apriranno sono: Palazzo Fava San Domenico (via del Cane 9), Palazzo Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) e Palazzo Boncompagni (via del Monte 8). I giovani e i volontari, elementi trainanti e vitali del Fai, continuano la loro opera di guide ed organizzatori a fianco Dal passato al presente di Marina Forni, presidente Fai per l'Emilia Romagna. Con le donazioni via sms al 45582, il Fai nazionale ha già raggiunto 115.000 euro. Un'altra importante proposta, quella del 10 censimento de luoghi del cuore', era partito il 6 maggio e chiuderà il 15 dicembre, e si rivolge a tutti i cittadini italiani e stranieri chiedendo di votare (www.iluoghidelcuore.it) i luoghi del nostro territorio che vorrebbero vedere valorizzati e recuperati. A Bologna i luoghi che partecipano sono: San Michele in Bosco, ora al 194 posto (graduatoria nazionale) con 897 voti. Villa Ghigi al 218 con 832 voti, e i Giardini Margherita al 458 con 336 voti. I destini di questi posti, cari a noi bolognesi, sono ora nelle nostre mani, e quindi bisogna assolutamente votarli, perché significa aiutarli. Lo può fare anche chi non è iscritto al Fai. I numeri dei voti aumentano giornalmente e questo da la consapevolezza della sensibilità dei cittadini nel perseguire uno scopo comune: quello di migliorare il nostro territorio. Tutti i luoghi che avranno raccolto almeno 2000 voti potranno presentare al Fai una richiesta di intervento, sulla base di specifici progetti di azione. Una commissione tecnica interna valuterà le domande pervenute e selezionerà i luoghi idonei ad un intervento. t?PRODUZIONE RISERVATA

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Cade al fiume, donna resta ferita

[Redazione]

La 46enne è scivolata alle cascate del Dardagna mentre stava facendo una fotografia Lo spettacolo dei boschi del nostro Appennino vestiti dei mille colori dell'autunno (il cosiddetto foliage) ha tradito un'appassionata di fotografia. La donna, 46 anni, residente a Ferrara, ieri pomeriggio è andata - insieme con il suo cagnolino - a scattare alcune fotografie lungo il fiume Dardagna, meta in questo periodo dell'anno di numerose persone appassionate appunto di fotìage, Arrivata appena sotto la prima cascata, la donna - macchina fotografica in mano - è salita su un sasso per fotografare. Purtroppo ha perso l'equilibrio ed è scivolata - probabilmente a causa dei muschi e dei licheni presenti, che hanno reso viscida la roccia - riportando un doloroso trauma a una gamba. Per fortuna, nelle vicinanze c'erano altre persone, che hanno assistito all'incidente e hanno subito chiamato i soccorsi, allertando il 1 8. Sul posto sono state subito inviate la squadra del Soccorso Alpino e speleologico della stazione Corno alle Scaie e l'ambulanza da Gaggio Montano. In breve tempo, sul luogo dell'infortunio sono arrivati i tecnici territoriali. Dopo essersi resi conto della situazione, poiché la donna era molto sofferente per il dolore alla gamba, hanno deciso di attivare l'elisoccorso, chiamando l'elicottero. Sul posto viene inviato ['elicottero 118 di Pavullo nel Frignano, velivolo dotato di verricello, con a bordo un tecnico di elisoccorso del CNSAS, il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Nel frattempo alla pazien te è stato immobilizzato l'arto dolorante. Arrivato sul luogo, il pilota dell'elicottero ha fatto sbarcare il personale con il verricello, in quanto in quella zona non era possibile atterrare. Dopo la somministrazione di un analgesico per calmare il dolore, la donna è stata recuperata - sempre con il verricello - e trasportata all'ospedale di Porretta.RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fondazione Carisbo, la tecnica per la scienza

[Lorenzo Pedrini]

Fondazione Carìsbo, la tecnica per la scienza Dal bando di quest'anno 'Alta tecnologia' otto promettenti progetti L'obiettivo è di alzare il livello delle forniture specialistiche ospedaliere di Lorenzo Pedrini Oltre la medicina, dove la scienza e la tecnica si fondono per proteggere la nostra salute. E' al futuro della ricerca medica bolognese che, negli ultimi tré anni, la Fondazione Carisbo ha scelto di dedicare rinnovata attenzione, promuovendo la collaborazione tra realtà differenti, investendo sull'innovazione e pensando prima di tutto alla sostenibilità sociale dei risultati. Lo strumento utilizzato, anche in questo caso, sono stati i bandi di finanziamento, attraverso i quali Casa Saraceni è stata in grado di concentrare le risorse su 79 promettenti progetti, capaci di sviluppare analisi e testare soluzioni innovative, integrare e soddisfare bisogni, dati e competenze e incentivare, sul territorio, la sinergia tra università, enti di ricerca, imprese e Terzo settore. A partire dal 2018 - spiega il presidente della Fondazione, Carlo Monti - abbiamo introdotto tra i vari criteri premianti dei nostri bandi il carattere interdisciplinare e applicativo dei progetti proposti per la ricerca, con u no stanziamento complessivo ad oggi di oltre 1,5 milioni di euro, nel biennio 2018-2019 superiore anche al budget preventivamente stanziato. Questo in particolare, nell'anno in corso, con la prima edizione del bando Alta tecnologia, puntato specificamente sull'innalzamento del livello delle forniture tecnologiche ospedaliere. L'emergenza Covid-19 ha drammaticamente evidenziato la necessità di trovare nuovi modelli di risposta trasversali dinanzi a una patologia sconosciuta, rendendo indispensabile mettere in atto processi per sviluppare in breve tempo nuove competenze, nuove tecnologie e dispositivi per garantire la sicurezza dei cittadini, ha infatti reso chiaro Monti, portando a compimento nel momento più duro un progetto triennale partito in un momento ben meno drammatico.

Oggi più che mai - è la chiosa finale il contributo della Fondazione è quindi oriéntalo in tale direzione, dal momento che, oltre alle problematiche di natura sanitaria, stiamo fronteggiando una recessione economica a cui la nostra società dovrà rispondere e rispetto alla quale il sistema delle conoscenze e la ricerca scientifica potranno giocare un ruolo importante, fornendo contributi a diversi livelli. Dai 31 esempi di buone idee del Bando Ricerca scientifica e tecnologica 2018, quindi, ai 40 del Bando Ricerca medica traslazionale e clinica 2019, fino alle 8 novità del Bando Alta tecnologia di quest'anno, con il duplice obiettivo - ricorda il segretario generale della Fondazione Carìsbo, Alessio Fustini - di incrementare le risorse e gli strumenti disponibili e migliorare l'intero processo di vantazione dei progetti, introducendo nuove pratiche di selezione e in particolare quelle della peer review. E così, progressivamente, sta avvenendo: La Fondazione sta offrendo alla comunità scientifica bolognese infrastrutture tecnologicamente avanzate, oltre a supportare nel tempo le carriere di molti giovani ricercatori grazie a programmi pluriennali in Italia e all'estero. E se è vero che i numeri parlano da soli, è anche vero, sottolinea Monti, che dietro i numeri ci sono le persone, c'è il talento e il lavoro costante di tante donne e uomini che dedicano la loro vita al progresso della scienza e al benessere della comunità. S! RIPRODUZIONE RISERVATA IL PRESIDENTE L'emergenza ha evidenziato la necessità di nuove competenze e rapide risposteè - 11 Carlo Monti, presidente della Fondazione Carisbo è - 11

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Nel documento Città metropolitana di Bologna (pagine 181-184)