• Non ci sono risultati.

Capitolo 2: La struttura organizzativa

1. I Governatori

L’organo massimo di governo del Monte di Pietà di Verona è la Sessione, composta dai Governatori. Essa corrisponde a quello che oggi chiameremmo Consiglio di Amministrazione; dunque i Governatori, come vedremo, non sono ministri con funzioni strettamente operative, ma si preoccupano, appunto, della fase di governo dell’istituto, spettando ad essi di prendere tutte quelle decisioni necessarie ad un efficace funzionamento della vita del Monte.

Il numero dei Governatori è variato nel corso della vita del banco scaligero. Inizialmente essi, che vengono eletti dal Consiglio dei XII e L nel mese di dicembre, dovevano essere dodici: tre nobili (marchesi, conti o cavalieri), tre dottori (nel senso di uomini di legge), tre cittadini “laici” e tre mercanti208; non sono previsti dunque membri appartenenti al clero,

208 Questa diversa estrazione sociale, per esempio, è richiesta anche per i Governatori del Monte di Mantova,

detti presidenti, secondo gli statuti del 1484; anch’essi devono essere 12, ma quattro religiosi, due cavalieri, due uomini di legge, due mercanti e due cittadini; MONTANARI, Il credito e la carità, I, p. 213. Indicazione simile si

ha anche per Bergamo (1557), dove il consiglio degli otto “Conservatori” viene ad essere composto da due cavalieri, due dottori in legge, due “gentilhomini” e due mercanti; MONTANARI, Il credito e la carità, I, p. 301. Nobili, membri del foro e mercanti sono poi i Governatori dei Banchi Pubblici napoletani; AVALLONE, Il

come avviene invece, ad esempio, a Mantova e Pisa209. Il numero fu in seguito portato a sedici210, aggiungendo ogni anno altri quattro

prestanti Cittadini, cioè uno per classe, li quali intervengano nelle sessioni, prestino alli Governatori ajuto e consiglio, et abbiano voto in luogo degli attuali, che mancassero211.

Successivamente la Sessione fu allargata a venti e poi ventiquattro membri212, inserendo nuovi componenti scelti tra coloro che sono creditori del Monte per somme superiori ai 500 ducati; essi avevano la stessa autorità degli altri Governatori, e anzi la Sessione non poteva svolgersi se non fossero stati presenti almeno due dei suddetti creditori. Il mansionario, però, aggiunge che il numero deve essere ridotto a quindici; ed è questo il numero definitivo dei componenti l’assemblea dei Governatori nel Settecento, comprendendo anche il Priore213. I membri della Sessione servono gratuitamente, entrano in carica il primo giorno festivo di gennaio e mantengono la funzione per un anno214. Il giorno in cui entrano in carica devono giurare nelle mani dei Rettori di osservare, e far osservare, i Capitoli del Monte. Nella giornata successiva, invece, convocata la Sessione, verranno scelte tre “mute”, composta ciascuna da un nobile, da un dottore, da un cittadino laico e da un mercante; vale a dire che la Sessione è scissa in tre sotto-sessioni, ciascuna delle quali governa per quattro mesi insieme al Priore. Per cui, quando, come accade molto spesso, ci si imbatte nell’espressione “Governatori di muta”, si sta parlando dei Governatori effettivamente in carica in quel momento. In caso di impossibilità a servire, il membro di una muta può essere sostituito da un altro Governatore. V’è da dire che le mute non restano in carica per quattro mesi consecutivi, ma funzionano alternandosi ogni mese.

Facciamo un esempio: durante la Sessione del 2 gennaio 1784215 viene votata la

formazione delle tre mute, composte come di seguito. Della prima fanno parte il Conte Luigi di Canossa, Francesco Cartolari (dottore di collegio), Francesco Luigi Bongiovanni, Graziadio Gambaroni; nella seconda troviamo invece il Conte Girolamo Campagna (dottore di collegio),

209 MONTANARI, Il credito e la carità, I, p. 301, M. BERTI, Note sull’organizzazione, p. 310.

210 A.S.V, Scansadori alle Spese Superflue, b. 115, Monti singoli – Verona – Capitolari, Informazione. Il Santo

Monte di Pietà di Verona.

211 A.S.Vr, Storia di Verona, b. 20, Santo Monte di Pietà, memoriale cit., c. 2/.

212 A.S.V, Scansadori alle Spese Superflue, b. 115, Monti singoli – Verona – Capitolari, Informazione. Il Santo

Monte di Pietà di Verona.

213 Ivi.

214 Il memoriale aggiunge una nota particolare, riguardante una prassi sulla durata in carica: alla fine di ogni

anno, due membri di ogni classe vengono riballottati e quello che ottiene più voti rimane in carica per un altro anno; A.S.Vr, Storia di Verona, b. 20, Santo Monte di Pietà, memoriale cit., c. 2/.

215 A.S.Vr, Santo Monte di Pietà, registro n. 1, 1782-1796, Libro Sessioni, seduta del 2 gennaio 1784; è prassi

il Conte Gaspare Medici, il Marchese Gio Francesco Maffei e Pier Antonio Faitini; nella terza, infine, il Conte Bortolomeo Cavalli, Alessandro Lando (dottore di collegio), il Conte Claudio dal Pozzo ed il Conte Pietro Fracanzani. Mentre il primo gruppo è in carica nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre, il secondo regge l’organo in febbraio, maggio, agosto e novembre ed il terzo a marzo, giugno, settembre e dicembre.

Operativamente, due della muta in carica devono essere presenti almeno un’ora al mattino e una dopo pranzo nel luogo dove si svolgono le operazioni di prestito, mentre gli altri due sovrintenderanno alle riscossioni, quando non presenziano agli incanti. Inoltre, almeno una volta al mese devono visitare gli armadi dove i Massari conservano i pegni, verificando il loro stato. In generale, hanno l’incombenza di vigilare sui prestiti, controllando che non siano accettati pegni finti, che non si presti al di sopra del valore del pegno, che siano serviti con maggiore prontezza i poveri e coloro che portano per proprio conto i pegni.

Un membro della muta deve custodire una delle tre chiavi della cassetta dei denari. Ancora

Quelli di Muta sotto vincolo di sacramento, e di spergiuro, sono tenuti a fare, che il doppo pranzo di ogni ultimo del mese dal Cancelliere, Cassier, Sottocassier, e Cogitor generale agli utili si facciano li conti de’ Massari all’imprestito, così di tutto il denaro, che averanno prestato, come del rascosso, e ricevuto dal Cassiere.

Doveranno inoltre far numerare in loro presenza tutti li denari, che sono in mano de’ Massari, facendo che diano fuori l’ultimo mazzo de’ bollettini riscossi con tutto l’utile, e capitale di quelli216.

Quelle riportate, come altre a loro spettanti, sono operazioni che si possono riassumere in un’espressione: verificare che ciascuno esegua ciò che deve. Per cui è compito dei Governatori controllare che si effettuino i conteggi e tutte quelle operazioni contabili prescritte per i ministri che sono descritti nei paragrafi successivi (consegne di denari, verifiche contabili, vendita dei beni della città nel caso di depositi217, ecc.). Infatti, molto spesso ci si imbatterà, nella descrizione delle funzioni degli altri funzionari, nell’espressione «alla presenza del Priore o di almeno uno dei Governatori di Muta».

È potere dei Governatori e del Priore di modificare (aumentare, diminuire o cancellare) la pena di 50 ducati, prevista per i Massari che non svolgono la vendita dei pegni ordinatamente. Inoltre

Non si facciano mai Incanti se non con la presenza, et assistenza di uno de’ Governatori, o del Prior.

Li Governatori di Muta, o vero il Prior danno licenza al Cassier di far spese; senza di che egli non può farne di sorte alcuna.

216 A.S.Vr, Storia di Verona, b. 20, Santo Monte di Pietà, memoriale cit., c. 3/.

Né il Cassier, né alcun altro Ministro può far spese di sorta alcuna senza licenza o de’ Signori della Muta e Prior, o della maggior parte di essi. Quali spese non eccedano la somma di dieci ducati, eccettuando però le spese ordinarie di libri, carte, spago, e simili cose necessarie. Occorrendo spese straordinarie che eccedano la somma di dieci ducati, siano prima determinate dalla Sessione218.

È invece la Sessione intera, e non la muta, che può disporre di dieci ducati in occasione di spese straordinarie che servano direttamente alle esigenze del Monte.

Il memoriale sottolinea che, a causa dell’obbligo di restituzione dei depositi, spesso i Governatori sono costretti a diminuire le somme disponibili per le operazioni di prestito, riducendole a cifre esigue. Ecco invece quanto prescritto riguardo i pegni:

Li Governatori, e Priore possono permettere a’ Massari, che restituiscano al patrone alcun pegno, dando però altro pegno equivalente al primo, e di sodisfazione del Massaro.

[…]

Perdendosi da’ Massari alcun pegno, e non potendo il patrone giustificarne il valore, li Governatori stabiliranno il redintegro da farsi al Padrone suddetto, secondo la qualità delle persone, e le circostanze del caso.

Venendo alcuno col bollettino autentico per ricuperar il suo pegno, e non lo trovi perché dato ad altri con sicurtà, e conoscendo che il pegno sia stato rascosso indebitamente, obligheranno il Massar a far portare il pegno nel Monte, condannando la sicurtà in quella pena, parerà alla loro giustizia.

Non potendo trovarsi il pegno, il Massaro dovrà pagarlo per quanto sarà giustificato il suo valore, e non potendosi giustificarlo, per quanto sarà giudicato da’ Governatori.

Possono permettere al Massaro di vender all’incanto pegni, sopra quali non ha servito, e che non siano descritti nel suo libro degl’Incanti219.

Il più vecchio dei Governatori deve tenere presso di sé una chiave della casella istituita per ricevere denunce segrete sull’operato dei ministri; spetta ai Governatori stabilire le pene pecuniarie per l’eventuale servizio prestato ai Pelagati220, le quali andranno trattenute dai

salari dei violatori. Inoltre la Sessione può stabilire contro Massari e altri funzionari diversi risarcimenti per tutte le disobbedienze che saranno riscontrate: 25 troni (T.) per la prima violazione, 50 per la seconda, 100 per la terza; il ricavato di queste multe va devoluto al Monte dei Poveri, mentre l’accusato sarà escluso da incarichi e benefici nella Città per dieci anni.

Per quel che riguarda la gestione di cassa e capitali, la Sessione

[d]ecreta circa il pagamento de’ depositi non dimandati da trenta anni addietro; de’ capitali, de’ quali per trenta anni non fosse stato pagato il pro’221; e circa il pagamento de’ resti de’ pegni venduti, che venisse ricercato

doppo cinque anni.

218 A.S.Vr, Storia di Verona, b. 20, Santo Monte di Pietà, memoriale cit., c. 5/. 219 Ivi, c. 6/.

220 Trattasi di “strozzini” che tentano di lucrare sui clienti del Monte, ponendosi come prestatori nei momenti in

cui il luogo pio non è operativo o è molto affollato, od offrendosi di portare il bene all’impegno; ma ci soffermeremo su queste figure e sulle contromisure del Monte in un’apposita sezione.

Ogni volta che vi siano in Cassa meno di cinquemilla ducati può con li due terzi de’ voti ordinare, ne siano presi ad utile altri cinquemille222; con che il prò non ecceda il 4%, et il capitale sia restituito ad ogni richiesta del

proprietario, et a a piacere del Monte223.

Spetta a Governatori e Priore, poi, la distribuzione delle elemosine tratte dagli utili «a Luoghi Pij, et altri poveri giusta il Breve di Gregorio XIII a Natale, e Pasqua; con che resti sempre qualche avvanzo in Cassa Utili»224. Molte sono poi le incombenze circa la scelta dei Ministri del Monte:

[Governatori, e Priori] Possono eleggere, e dar salario conveniente ad un buon Cittadino, il quale tenga particolar incontro di giorno in giorno di tutto il negozio di questi due Massari.

Sia in arbitrio de’ Governatori il continuare, o tralasciare l’elezione del Nodaro stabilita col capitolo 8° della Parte 26 Agosto 1592.

[…]

La Sessione elegge due Ragionati per fare nel termine di dieci giorni al più li conti alli Massari usciti di ufficio.

Elegge il Cancelliere, et il Cassiero.

Elegge un Cogitor generale al registro degli utili, et un Cogitor generale all’officio degl’Incanti. Elegge un Bidello et anche il Fachino a servizio delle Massarie viene eletto da’ Governatori.

Ha facoltà di eleggere un Incantatore, col carico d’incantare tutti li pegni da vendersi sopra tutti gl’Incanti, che saranno fatti da tutti li Massari.

Nota. Da lungo tempo v’ha prattica di eleggerne due.

Elegge un Procuratore, et altra volta eleggeva anche un Avocato.

Di tutti li Ministri, de’ quali per li capitoli generali fù concessa l’elezione alli Governatori, e di quelli, che da’ medemi senza l’autorità del Consiglio sono stati aggiunti doppo, spetta la confermazione alli XII e L.

Non facendosi dalla Sessione l’elezione de’ Ministri, che le competono, ogni tre anni, e per tutto il di primo Decembre, possa tale elezione esser fatta dal Consiglio di XII e L.

La Sessione approva il Sottocassier, che viene eletto dal Cassiero. Riballota ogni anno nel mese di Decembre lo Scontro de’ Massari.

Riballota ancora di tre in tre anni nel mese di Settembre, e prima delle ferie di S. Dionigio il Quadernier, e Giornalista del Monte, li quali vengono eletti la prima volta dal Consiglio225.

Li Governatori di Muta col Priore devono informare con giurata scrittura di tutti i Ministri, che vengono eletti immediatamente dal Consiglio, e de’ quali sarà loro notificato lo scrutinio, cioè se alcuno abbia impedimento per vacanza, o per demerito.

Approva tutti li Ministri de’ Massari.

Approva le pieggerie Cancellier, Cassier, Scontro, Quadernier.

Su l’approvazione fatta dal Priore, e Governatori di Muta con giuramento, e sopra il loro onore, sia regolato lo scrutinio ne’ XII escludendo dalla ballotazione quelli, a’ quali sarà stato opposto, et ammetendovi gli altri.

222 Per esempio, tra il 2 gennaio 1783 e il 18 dicembre 1783, quindi in un anno circa, si ricorre a questo tipo di

finanziamento ben 28 volte, per un totale di 540.000 ducati; A.S.Vr, Santo Monte di Pietà, registro n. 1, 1782- 1796, Libro Sessioni, sedute dell’anno 1783 giorni 2-11-13-22 Gennaio, 3-4-25 Febbraio, 15 e 22 Marzo, 5-10- 14-26 Aprile, 10 Maggio, 3-11-20-23-25 Giugno, 2 e 14 Luglio, 17 e 26 Settembre, 8 e 13 Ottobre, 9 e 18 Dicembre.

223 A.S.Vr, Storia di Verona, b. 20, Santo Monte di Pietà, memoriale cit., c. 8/. 224 Ivi, c. 8/.

225 Non essendoci trattazione nel nostro memoriale di queste due figure, ma avendone trovati i nomi, riportiamo

in nota quel poco che sappiamo di loro. Tra il 1757 ed il 1777 risulta essere Procuratore Gio Antonio Squarzago. Nei primi due mesi del 1778 troviamo invece Matteo Tommasi, seguito, fino alla fine dell’anno, da Luigi Zuccalmaglio (peraltro, solo Procuratore Provisionale). Il Procuratore nel 1779 è Luigi Zuccalmaglio, che lo sarà anche nel 1781, mentre nel 1780 l’incarico è ricoperto da Bartolomeo Zuccalmaglio, che ricoprirà il ministero anche tra il 1782 ed il 1786. Per l’intervallo 1788-1796 conosciamo il nome del Procuratore Provisionale, che è Alessandro Rossignoli. A.S.Vr, Santo Monte di Pietà, registri nn. dal 556 al 593, 1756-1797, Filo ricevute. Tra il gennaio 1788 e il dicembre 1796, invece, ricopre l’incarico di Avvocato del S. Monte il Nobile Silvio Alessandro da Prato, con lo stipendio di 310 lire (50 ducati) annue, pagate in due rate semestrali da 155 lire. L’onorario del Procuratore ammonta, invece, a 93 lire annue (15 ducati), senza subire mai nessun ritocco.

Per la legitimazione de’ Massari, si eleggano dalla Sessione due del Numero, compreso uno degl’Interessati, per informarsi insieme col Priore de’ beni, averi, vita e costumi de’ Concorrenti, e fattane la relazione siano poi ballottati nella Sessione, e non s’intendano legitimati se non con li due terzi de’ voti.

Non sia legitimato dalla Sessione alcun Massaro, se prima non avrà esibiti, e non saranno stati approvati tutti li Ministri, de’ quali intende valersi.

Li Governatori, o Priore non possono sotto pena di spergiuro dar licenza a’ Massari, o loro Ministri di adoperare alcuna sorta di pegni del Monte, né di prestargli ad alcuno226.

Ai Governatori sono imposti anche dei divieti, come quello di comperare personalmente pegni durante gli incanti, se non quelli degradati (ovvero venduti ad un prezzo inferiore all’importo del prestito) e dopo il terzo incanto; inoltre non possono prestare garanzia nei confronti di qualunque persona avanzi richieste nei confronti del Monte. Ancora, non gli è consentito di aumentare il numero dei Ministri, l’accrescere i salari o concedere contributi straordinari. Devono poi vigilare che non si accettino in pegno armi offensive, “cioè schioppi, spade, picche, e simili”227, ma la Sessione può vietare anche il prestito su altri beni. La Sessione non può fare spese straordinarie che eccedano i dieci ducati, dovendo queste essere autorizzate dal Consiglio; inoltre i Governatori non possono concedere prestiti alla Città o ad altra comunità senza l’autorizzazione del Senato, pena il risarcimento personale.

Da sottolineare che le riunioni della Sessione non sono valide se non compaiono almeno dieci componenti. Ad essa è vietato di contravvenire ai Capitoli, ovviamente.

Per quel che riguarda la ricezione dei depositi, è compito dei Governatori indagare sul depositante, rifiutando somme che siano per un qualunque motivo sospette in sé e per causa del proprietario. Almeno uno dei Governatori deve essere presente alla stipula di contratti, per mano del Cancelliere, che tocchino l’interesse del Monte, altrimenti l’atto sarà nullo.

La Tabella 1228 mostra i nomi di chi ha ricoperto l’incarico di Governatore nel periodo da noi preso in esame. Si noti come tra alcuni di essi si distinguano autori di dissertazioni in campo morale-filosofico e strettamente economico; ricordiamo, a questo proposito, i conti Luigi Torri229, Girolamo dal Pozzo230 e Aventino Fracastoro231, personaggi di rilievo nella guida del Monte, ma anche, dunque, attivi nella vita culturale e politica della città. Ancora, si notano alcuni esponenti importanti della famiglia de’ Medici, come i conti, cugini tra loro,

226 A.S.Vr, Storia di Verona, b. 20, Santo Monte di Pietà, memoriale cit., cc. 8/-10/. 227 Ivi, c. 10/.

228 Le tabelle sono inserite in appendice ad ogni capitolo di pertinenza. Quando non indicato diversamente,

nell’indicare il numero di una tabella ci si riferisce a quella relativa al capitolo in cui la citazione è presente.

229 Cfr. L. TORRI, Considerazioni fisiche, metafisiche, morali e politiche per istabilire i principi di una

opportuna educazione de' fanciulli del co. Luigi Torri accademico aletofilo, Verona, Dionisio Ramanzini, 1776 e

L. TORRI, Considerazioni sopra i mezzi conducenti alla prosperità delle arti e del commercio del conte Luigi

Torri, Verona, Eredi Carattoni, 1793.

230 Cfr. G. DAL POZZO, Del cambio e della moneta. Discorso del conte Girolamo dal Pozzo gentiluomo veronese,

Verona, Moroni, 1772.

231 Cfr. A. FRACASTORO, Del commercio veronese: relazione scritta nel 1752 dal conte Aventino Fracastoro,

Gaspare e Ludovico Maria232, quest’ultimo padre del Girolamo autore delle famose Vicende

sofferte dalla provincia veronese nel finire del secolo XVIII e nel comincio del XIX233. Infine,

vediamo che nel 1796 compare, tra i Governatori, il conte Bartolomeo Giuliari, l’ultimo provveditore di Comune dell’amministrazione veneta, il primo presidente della municipalità provvisoria in età napoleonica: colui che, pur tra mille difficoltà, permette alla nobiltà scaligera di traghettare indenne dall’Antico Regime all’Età Contemporanea, anche se condannato ad una non felice memoria, perché accusato di collaborazionismo con i francesi; insomma, con l’arrivo di Napoleone234, Bartolomeo Giuliari vide cadere la città, lo Stato, la

propria reputazione, ma anche le proprie sostanze, visto il fallimento della sperimentale casa editrice in cui aveva investito buona parte dei propri beni235. Un ruolo in epoca napoleonica ebbe anche l’ultimo dei Cancellieri del Monte, Alessandro Felisi, nominato il 16 ottobre 1797 Segretario del nuovo Governo Centrale Veronese236. V’è da notare poi che i Governatori sono talvolta imparentati tra loro: ad esempio, la nipote del conte Gio Girolamo Orti Manara, Maria Teresa, è sposata con il marchese Girolamo Muselli237; entrambi, come si può osservare in tabella, sono stati alla guida del Monte in più di un’occasione. Apparentamenti, poi, si possono riscontrare anche tra ministri diversi: ad esempio, Luigi Pindemonte, governatore nel 1764, è fratello del Massaro Gio Batta238.

I nomi inseriti nella Tabella 1 sono la risultante dell’incrocio di diverse fonti. Anzitutto abbiamo utilizzato le firme presenti sulle ricevute di pagamento di cui sopra239; ma tra queste carte sono riportati anche alcuni estratti dal Libro Sessioni, cosicché abbiamo potuto aggiungere maggiori informazioni per gli anni 1769, 1772, 1773 e 1779. Di grande utilità anche altri estratti tratti dal fondo Storia di Verona240. Dal 1782 al 1796, i dati sono completi

232 F. BERTOLI, Una “lodevole moderazione” e una “onorevole condotta”. La vita e l’opera di Girolamo de’

Medici (1774-1781), in Una storia di Verona tra sette e ottocento. La cronaca di Girolamo de’ Medici, nobile veronese, a cura di F. BERTOLI, Verona, Ombre Corte, 2005, pp. XVII-XXIX.

233 Cfr. G. DE MEDICI, Vicende sofferte dalla provincia veronese nel finire del secolo XVIII e nel comincio del XIX, in Una storia di Verona, pp. 1-156.