Non è semplice rispondere alla domanda inerente le indicazioni fornite dalle le Isti- tuzioni e dalle Associazioni per immaginare una Children’s Television di valore. Come si è avuto modo di evincere dalle considerazioni precedenti, gli interventi delle associa- zioni hanno un carattere più generale; molto spesso incentrate sull’ambito della tutela, avanzano considerazioni di fondo e condizioni di principio a cui deve rispondere la CT. I suggerimenti operativi (sia in chiave di analisi che di produzione) sono più rari e tuttavia, quando presenti, interessanti sotto almeno due profili.
Il primo è quello che traduce l’idea di valore televisivo in criteri di rating per fornire una valutazione ai programmi televisivi. Costituisce un esempio di questo approccio il lavoro della già citata Common Sense Media, che propone i seguenti criteri di rating:
• valore educativo • messaggi positivi • modelli di ruolo positivi • violenza
• sesso • linguaggio • consumismo
• alcol, droghe e fumo
Dalla griglia di analisi è possibile avanzare qualche considerazione. I primi tre criteri offrono una direzione propositiva e incoraggiano a cercare nel programma gli elementi di valore, anche se non del tutto specificati. I criteri successivi pongono invece l’attenzione sulle tradizionali criticità imputate alla tv e più in generale all’universo dei media.
Un secondo profilo è rintracciabile più in profondità ogni qual volta le associazioni propongono dichiarazioni di intenti o caratteri ideali a cui adeguare il loro operato, si tratti di prodotti concreti, di azioni o di principi regolatori. Così, dunque, Save kid’s tv, parlando del New online Public Service for Children, il portale interattivo di contenuti co-creati dagli utenti, enuncia i valori cui si sarebbe ispirato. Per quanto si tratti di un’e- sperienza conclusa e saldamente connessa alla dimensione digitale della piattaforma prevista, pare utile richiamare queste linee guida, perché presenti costantemente nella riflessione britannica sulla televisione pubblica e ancora più in generale sul valore e sulla mission educativa della televisione per bambini:
• fortemente inglese nel sentimento, che rifletta la ricca diversità dell’Inghilterra attuale e il suo posto nel mondo accessibile
• in grado di supportare l’industria multimediale britannica
• improntato alla responsabilità sociale anche nella pubblicità (non sui prodotti) • modellato dai desideri, dai punti di vista e dalle idee della sua audience e dei suoi utilizzatori
• impegnato a dare un ambiente online sicuro
• innovativo nei format, stile e modalità di coinvolgimento del pubblico • che stimoli l’immaginazione e lo sguardo sul mondo dei suoi utenti • che li aiuti a capire i loro diritti e responsabilità
• supportato da una struttura semplice ma efficace a livello finanziario, manage- riale e legale.
A un livello di approfondimento ulteriore si colloca il più volte menzionato Comu- nicating with Children, di Barbara Kolucki e Dafna Lemish sotto l’egida di Unicef.
Vi vengono esplicitati 4 principi di qualità, ciascuno dei quali articolato in indica- zioni operative per chi lavora nella produzione televisiva.
Si osserva innanzitutto che i criteri si rivolgono agli operatori di settore: il valore aggiunto della CT risiede quindi nei prodotti, non è questione di programmazione e non è affidata alle indicazioni di lettura e interpretazione che possono provenire da genitori ed insegnanti. Il valore della tv per bambini in questa accezione è questione del tutto immanente al fare televisivo; non sono chiamate in causa politiche di ordine generale.
I primi tre principi mirano a mettere in primo piano la crescita complessiva del bam- bino (secondo principio in particolare: “la comunicazione per i bambini deve essere indirizzata al bambino nel suo complesso”), attraverso prodotti appropriati alle singole fasi di crescita (primo principio: “la comunicazione deve essere appropriata all’età e child-friendly”), che stimolino la positività e i punti di forza dell’individuo, più che le difficoltà e le criticità (terzo principio: “la comunicazione per i bambini deve essere positiva e basata sui punti di forza”). Il quarto principio (“la comunicazione per i bam- bini deve indirizzarsi ai bisogni e alle capacità di tutti, compresi i più svantaggiati”) ricolloca il miglioramento della comunicazione all’interno del quadro di orientamento proprio dell’Unicef. Si fa qui riferimento all’incitamento a superare il digital divide e soprattutto a costruire prodotti mediali che tengano conto delle differenti possibilità di accesso alle tecnologie, dovute non solo alle disparità della situazione economica, ma anche alle correlate disuguaglianze sociali e di livello di istruzione. L’invito a superare le disuguaglianze si traduce poi in modo circostanziato in linee guida incentrate sull’ac- coglienza della diversità a tutto tondo, contro ogni forma di razzismo e di radicamento stereotipato in idiosincrasie locali o micro sociali.
Ciascuno dei tre principi è tradotto in linee guida per gli addetti alla produzione televisiva:
Guidelines per il primo principio (la comunicazione deve essere appropriata all’età e child- friendly):
1a – Usa un linguaggio, personaggi, storie, musica e battute appropriato all’età
1b – Incoraggia e modella l’interazione
Guidelines per il secondo principio (la comunicazione per i bambini deve essere indirizzata al bambino nel suo complesso):
2a – Usa un approccio alla comunicazione integrato piuttosto che monodirezionale 2b – Offri modelli positivi delle relazioni tra adulti e bambini
2c – Crea delle “oasi di sicurezza” come parte integrante della comunicazione
Guidelines per il terzo principio (la comunicazione per i bambini deve essere positiva e basata sui punti di forza):
3a – Costruisci fiducia in sé stessi come competenza 3b – Usa modelli positivi
3c – Includi i bambini come cittadini attivi, in modo che imparino e costruiscano modelli di giustizia sociale
3d – “Non offendere”
Guidelines per il quarto principio (la comunicazione per I bambini deve indiriz- zarsi ai bisogni e alle capacità di tutti, compresi i più svantaggiati):
4a – Rispetta la dignità di ciascun bambino e adulto 4b – Sii inclusivo: celebra e valorizza ogni tipo di diversità 4c – Assicurati che la comunicazione sia libera da stereotipi
4d – Rispetta e alimenta gli aspetti positivi delle culture e delle tradizioni indigene
Il carattere operativo delle Guidelines è ulteriormente rafforzato dalla presenza di esempi di scelte concrete per mettere i pratica le indicazioni e da esempi di best practice a basso budget.
Il particolare merito di questo contributo risiede nella sintesi tra riflessione teorica (presente nella prima parte del lavoro, sui diversi approcci psicopedagogici e nell’im- postazione stessa del lavoro), ruolo istituzionale (nella ripresa della mission di Unicef), indicazioni operative (le guidelines per gli operatori di settore).
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Il particolare merito di questo contributo risiede nella sintesi tra riflessione teorica (presente nella prima parte del lavoro, sui diversi approcci psicopedagogici e nell’impostazione stessa del lavoro), ruolo istituzionale (nella ripresa della mission di Unicef), indicazioni operative (le guidelines per gli operatori di settore).
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