• Non ci sono risultati.

Il Commentario: tripartizione stoica e progressione neoplatonica

Il Commentario macrobiano: la sezione introduttiva

IV. 6. Il Commentario: tripartizione stoica e progressione neoplatonica

Dopo aver tracciato le linee essenziali della sezione introduttiva, giungo ora alla trattazione del commento vero e proprio. Per l’analisi del Commentario, ho ritenuto opportuno preferire, da un punto di vista metodologico, la sua triplice divisione tematica piuttosto che seguire in senso stretto l’andamento del testo macrobiano: come, infatti, il commentatore latino stesso sostiene, la perfezione di questa sua opera deriva dal fatto che essa contiene tutti gli elementi della filosofia, ossia le sue tres partes, moralis et naturalis et rationalis207

. Questa partizione di matrice stoica della filosofia è ereditata integralmente da Macrobio, per cui le quattordici citazioni che egli estrapola dal Somnium trovano tutte una propria sistematica collocazione, alcune all’interno dell’etica, altre della fisica, altre ancora della logica208

.

Gli stoici sono i primi a concepire la filosofia come un sistema organico, perfettamente coerente in ogni sua parte. Il fondamento dell’intero universo, nella prospettiva stoica, è individuato nel logos che è, allo stesso tempo, ragione universale e discorso: la filosofia, dunque, è per lo stoicismo conoscenza che si deve tradurre immediatamente in azione dal momento che essa deve rendere l’uomo capace di agire in conformità al logos e di esprimere questa coerenza in un discorso corretto. Logica, fisica ed etica sono le diverse prospettive dalla quali deve essere affrontato lo studio del logos il quale resta il loro unico e comune oggetto di indagine: quest’ultimo, infatti, si presenta come etica in quanto adeguamento della condotta umana alla legge universale, come fisica in quanto comprensione dell’ordine razionale che governa l’universo, come logica in quanto capacità di esprimere

207 Ibid., II, 17, 15. 208 N

quest’ordine universale come realmente è. Il logos è, dunque, al tempo stesso, principio e fine a cui tendono logica, fisica ed etica: queste tre scienze si implicano reciprocamente poiché ciascuna esprime un particolare aspetto del logos. Per la dimostrazione dell’intrinseca unità che lega queste tre parti, gli stoici sono soliti ricorrere ad una serie di metafore, la più nota è quella che paragona la filosofia ad un uovo: la parte più esterna di quest’ultimo, cioè il guscio, rappresenta la logica, l’albume l’etica, la parte più interna, cioè il tuorlo, la fisica. Questo non va ad inficiare, naturalmente, l’unità sostanziale del logos: la tripartizione, infatti, si riferisce non all’essenza della ragione universale quanto al solo discorso filosofico relativo all’insegnamento, ossia alle forme in cui la filosofia, in quanto scienza, deve essere insegnata ed appresa. Se questa tripartizione è comune a tutti gli stoici, diverse sono le posizioni sul modo in cui l’insegnamento deve essere impartito: Zenone, ad esempio, colloca al primo posto la logica, al secondo la fisica, al terzo l’etica; Crisippo sembra oscillare tra la posizione zenoniana e quella che pone all’ultimo posto la fisica (posizione questa, tra l’altro, che avrà maggiore fortuna). La precisa sequenza delle tre parti non risulta, comunque, determinante ai fini ontologici in quanto essa non assume una connotazione gerarchica: l’oggetto di indagine di logica, fisica ed etica, infatti, è il medesimo seppur affrontato, per ragioni didattiche, da prospettive diverse. Il valore epistemologico di logica, fisica, etica, in definitiva, è perfettamente uguale in quanto il loro oggetto di indagine è l’unico possibile, ossia il

logos.

Macrobio riprende questa concezione stoica solo da un punto di vista formale in quanto il commentatore latino integra immediatamente tale tripartizione con il modello della progressione neoplatonica: egli organizza ed elabora queste tre parti in senso ascendente e gerarchico in maniera tale, quindi, che dall’etica (anime individuali), passando attraverso la fisica (Anima del Mondo), si giunge al grado più elevato quale è, appunto, quello logico (Intelletto). La presenza, nel commento macrobiano, di questo metodo progressivo ed unitario trova la sua realizzazione finale in ambito logico. La logica, nella dottrina stoica, è scienza dei discorsi, per cui il suo raggio di azione si esaurisce nella retorica e nella dialettica e, quindi, il suo solo scopo è l’individuazione del criterio di verità in chiave sillogistica. Nel

ossia il grado più elevato di contemplazione che consente l’accesso ai maggiori misteri eleusini209

e che si occupa delle ipostasi, del movimento, dell’immortalità e della divinità dell’anima.

In definitiva, quindi, etica, fisica e logica, nell’opera macrobiana, sono connesse fra loro da un cammino di ricerca continuo, progressivo ed unitario che, tuttavia, presenta qualche inevitabile slittamento nella collocazione di qualche citazione: i due casi maggiormente rilevanti, in questo senso, sono quelli di Comm., I, 5–7 e I, 14. Nel primo, infatti, sono trattate questioni aritmetiche: queste ultime, rientrando nell’ambito fisico, precedono la sfera etica e, quindi, alterano la progressione ascensionale di etica–fisica–logica che l’autore, sulla scorta del neoplatonismo, si è ripromesso di seguire. Il caso di Comm., I, 14, poi, è veramente unico in quanto esso è il solo a contenere tutte e tre le parti della filosofia: in Comm., I, 14, 1–18 vengono trattate le ipostasi che rientrano in ambito logico; in Comm., I, 14, 19–20 è presente la dossografia sulla natura dell’anima che rientra nella sfera etica; in Comm., I, 14, 21–27 sono presentate, infine, discussioni astronomiche che fanno parte del contesto fisico.

Tranne queste eccezioni, comunque, il metodo progressivo neoplatonico, applicato da Macrobio alla detta tripartizione della filosofia, caratterizza, in generale, la naturale evoluzione del testo del Commentario: prenderò in considerazione, quindi, sulla scorta dell’intenzione macrobiana di detta progressione, rispettivamente la parte etica, la parte fisica e la parte logica assegnando, a ciascuna di queste, le appropriate citazioni che Macrobio, proprio con questo criterio, estrae dal testo ciceroniano.

209 Sui misteri eleusini si rimanda a V. M

C

APITOLO

V