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Il contributo di Mudde all‟approccio ideologico: i temi ricorrenti del Populismo

1.4. LA LETTERATURA SUL POPULISMO DAGLI ANNI ’90 IN POI

1.4.1. L‟approccio ideologico

1.4.1.1 Il contributo di Mudde all‟approccio ideologico: i temi ricorrenti del Populismo

Mudde, attraverso i suoi studi, si dilettò a ripercorrere l‟evoluzione storica del fenomeno populista e svolse un‟interessante analisi comparativa, individuando nel dettaglio le principali manifestazioni populiste e confrontando le tematiche che caratterizzavano ciascuna di loro. In appena 150 anni il populismo ha subito una vera e propria metamorfosi: da piccoli gruppi elitari nella Russia zarista, passando per ampi

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Ad esempio il presidente boliviano Evo Morales ha fatto spesso una distinzione tra il popolo meticcio e la corrotta élite europea.

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Famosa è la sua distinzione tra “general will” (volontà generale) e “will of all” (il volere di tutti); mentre il primo si riferisce alla capacità del popolo di raggrupparsi in una comunità e legiferare per rinforzare l‟interesse comune, il secondo denota la semplice somma degli interessi in uno specifico lasso di tempo.

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ma disorganizzati movimenti statunitensi fino a diventare un fenomeno politico diffuso in tutto il globo.

Cominciando dagli Stati Uniti, qui si registrerà un‟evoluzione del rapporto dicotomico popolo-élite. Dai movimenti progressisti agrari del XIX secolo, che vedevano schierati gli onesti coltivatori contro i corrotti politici e banchieri del nord-est, si giungerà a organizzazioni politiche di tipo conservativo nel XX secolo, capitanati da personaggi quali George Wallace e Ross Perot. Se la nozione di popolo affiancherà la classe media ai coltivatori, l‟élite si evolverà abbinando alla classe politico-imprenditoriale del nord- est un élite culturale. Mentre il nemico principale dei populismi di destra americani passerà dal comunismo degli anni ‟50 ai movimenti per i diritti civili degli anni ‟60, le rimostranze socio-economiche rimasero costanti nel tempo: proteggere uno stile di vita attaccato da un élite liberale che, attraverso uno stato federale e un welfare eccessivamente espansivo, opprimeva i valori del popolo e offriva privilegi a minoranze non meritevoli (Mudde, Kaltwasser 2017, p.25). La prima decade del XXI secolo ha invece visto sorgere il “Tea Party29” e “Occupy Wall Street30”, due movimenti populisti innovativi accomunati dalla lotta a un governo difensore del settore bancario inaugurato dal presidente repubblicano George W. Bush e proseguito dal democratico Barack Obama. Mentre il primo movimento prevedeva una visione più inclusiva del popolo e dell‟élite, il secondo era più selettivo e conduceva una battaglia contro i banchieri, i democratici e Hollywood.

In America Latina, considerata la patria del populismo, è possibile identificare tre ondate principali che si sono susseguite negli anni, ognuna con una propria storia. Nella prima ondata populista (1929-1960)31 che si scatenò in seguito alla Grande Depressione, il popolo puro era legato all‟idea di una comunità virtuosa di meticci composta da contadini e operai, non curante dei cittadini indigeni e africani. Per quanto riguarda l‟élite, questa era collegata all‟oligarchia nazionale alleata alle forze imperialiste e

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Movimento politico schierato a favore del libero mercato e su posizioni conservatrici/libertariane. Nato nel 2009 dalla fusione delle proteste popolari di quanti hanno deciso di reagire dinanzi a diversi provvedimenti (salvataggi di banche, statalizzazioni, ecc.) assunti a livello federale durante la presidenza di George W. Bush e, in seguito, di Barack Obama. Il nome “Tea Party” deriva dal Boston Tea Party, un'azione di protesta dei coloni del Nord America intrapresa contro le tasse inglesi, che ebbe luogo nel 1773.

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Movimento di contestazione pacifica nato nel settembre del 2011 per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario. Questa dichiarava di rappresentare il 99% della popolazione caduta vittima della crisi economica contro quell‟1% mancante che si riferiva alla corrotta Wall Street coinvolta in insidiosi legami con Washington

31 La prima ondata populista annovera tra le sue fila leaders quali Getúlio Vargas in Brasile, Juán

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contraria al modello ISI.32 La seconda ondata33 si affermò negli anni ‟90, periodo imperversato da profonde crisi economiche alle quali i leader populisti risposero mediante riforme neoliberali. I loro nemici erano rappresentati dalla classe politica corrotta che favoriva l‟esistenza di uno stato forte contrario al libero mercato. La terza e ultima corrente populista34 condivide con la prima il sostegno per la causa anti- imperialista e per l‟Americanismo35

. Presenta una connotazione prevalentemente di sinistra e si oppone al libero mercato, in risposta all‟insoddisfazione legata alle riforme neoliberali degli anni ‟90 che garantirono stabilità macroeconomica ma non ridussero le disuguaglianze sociali. Dalla combinazione d‟idee populiste e socialiste si ottiene come risultato una concezione inclusiva del “popolo” che comprende al suo interno tutti gli esclusi e i discriminati; dall‟altra parte l‟élite coincide, come nelle altre due ondate populiste, con un establishment corrotto che ha governato solo per tutelare i propri interessi.

Per quanto riguarda l‟Europa, Mudde rilevò una pressoché totale assenza di fenomeni populisti nella regione poiché troppo occupata a tamponare le ferite lasciate dal fascismo e dal comunismo. Solo nell‟ultima decade del XX secolo il populismo acquisì una certa rilevanza in risposta a tematiche nuove quali l‟immigrazione e l‟integrazione. Questi fervori populisti, combinati con percentuali di nativismo e autoritarismo, diedero vita a veri e propri partiti populisti di estrema destra, primo fra tutti il Front National (FN) in Francia. Il suo fondatore Jean-Marie Le Pen diede un partito a un precedentemente disorganizzato estremismo di destra e si fece promotore di idee quali l‟euroscetticismo, il nativismo, lo sciovinismo del welfare. La loro denuncia interna è rivolta a una élite che tutela gli interessi degli immigrati invece dei propri connazionali; in politica estera, invece, accusano l‟élite nazionale di svendere il Paese ai tecnocrati dell‟Unione Europea. Da qui presero il via altri partiti populisti di stampo neoliberale come Forza Italia (FI) o l‟UKIP (il Partito per l‟Indipendenza del Regno Unito), nati

32 Import Substitution Industrialization (ISI): Strategia di sviluppo industriale basata sulla sostituzione

dei beni di consumo importati con beni di consumo prodotti sul mercato interno. Tale sostituzione si realizza principalmente attraverso una politica industriale e commerciale che garantisca protezione all‟industria nazionale, in particolare alle industrie nascenti (dazi alle importazioni) e anche attraverso l‟intervento diretto dello Stato nei settori industriali considerati strategici (nazionalizzazione e sussidi alla produzione).

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Furono questi gli anni di Carlos Menem in Argentina, Fernando Collor de Mello in Brasile e Alberto Fujimori in Perù.

34 La terza corrente esordì con il trionfo elettorale di Hugo Chávez in Venezuela nel 1998,

successivamente si diffuse in paesi come la Bolivia (Evo Morales), l‟Ecuador (Rafael Correa) e il Nicaragua (Daniel Ortega).

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Ideologia che sostiene la comune identità degli abitanti dell‟America Latina e denuncia le interferenze dei poteri imperiali.

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con l‟intento di proteggere la classe lavoratrice da una politica dell‟élite basata su un‟eccessiva tassazione e su costi esorbitanti del welfare. Se il populismo nella maggior parte dei Paesi europei si mantiene su posizioni di destra due Stati, la Grecia e la Spagna, rappresentano un‟eccezione. Nel primo caso, la devastante recessione economica degli ultimi anni, ha convogliato tutti gli interessi populisti in una coalizione di estrema sinistra (Syriza), mentre in Spagna le proteste degli “Indignados” hanno favorito la nascita di un nuovo partito: Podemos. Entrambi condividono proprietà dei movimenti di protesta nordamericani sebbene ognuno abbia i propri “nemici”: per Syriza l‟Ue fa parte dell‟élite, mentre per Podemos l‟avversario peggiore è rappresentato dalla “casta”, ovvero la classe politica nazionale. Questi partiti conservano posizioni euroscettiche dettate da motivi sociali piuttosto che nazionalistici. Ad esempio entrambi si oppongono fermamente alle misure di austerity imposte dalla Troika (la Commissione Europea, la BCE e il Fondo Monetario Internazionale).

La quintessenza della mobilitazione populista riguarda senza dubbio l‟azione personalistica di un individuo che, indipendente da una qualunque organizzazione partitica, guadagna consensi grazie al proprio carisma: il leader. Queste considerazioni hanno condotto lo scienziato politico Paul Taggart ad affermare che il populismo “requires the most extraordinary individuals to lead the most ordinary people36 (Mudde, Kaltwasser 2017, p.62)”. È questo un dilemma con cui il leader deve quotidianamente convivere: come essere l‟uomo giusto, il „messia‟, il „prescelto‟, dimostrando allo stesso tempo di essere uno del popolo. Sono numerosi i messaggi di ordinarietà trasmessi da personaggi pubblici, ad esempio il sempre dichiarato amore di Obama per la birra, il basket e l‟hip-hop, o Paulin Hanson che non hai mai nascosto di essere proprietaria di un fast food.

Nei casi citati si assiste alla creazione di un legame personale tra gli elettori e il loro leader il quale si connette direttamente alla massa senza avere bisogno di alcun intermediario (Mudde, Kaltwasser 2017). Occorre sottolineare però che non esiste un vero e proprio prototipo di leader populista dal momento che la sua definizione dipende dal contesto culturale del Paese in cui l‟individuo tenta la sua ascesa. In una società dominata da una cultura tradizionalista e maschilista l‟immagine dell‟uomo vigoroso risulterà più attraente; in una cultura impregnata di capitalismo e materialismo farà più strada l‟imprenditore (Mudde, Kaltwasser 2017).

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Gli accademici concordano sul fatto che si tratta comunque di uno “strong man” conosciuto in America latina come caudillo37. Tra questi non possiamo non menzionare

il caudillo per eccellenza, il presidente argentino Juán Domingo Perón oppure il più recente presidente venezuelano Hugo Chávez, entrambi uomini militari divenuti politici di successo. Tra i leader non latino americani meritano la nostra attenzione l‟ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi e l‟ex primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra. Sebbene vi sia una forte correlazione tra leader e “strong man” è bene non confondere i due termini in quanto quest‟ultimo viene spesso collegato anche a regimi autoritari (pensiamo a Francisco Franco).

Ad ogni modo il leader populista promuove un‟immagine di sé come „uomo d‟azione‟ che si basa sui fatti e non sulle parole, capace di prendere decisioni difficili per rispondere efficacemente al momento di crisi. Quest‟aura di “strong man” è spesso combinata con un‟enfasi sulla virilità. Berlusconi ne è l‟esempio lampante. Mentre i suoi oppositori hanno più volte fatto leva sui suoi “sex parties” al fine di screditarlo, il Cavaliere ha saputo sempre cavalcare l‟onda mediatica per enfatizzare la sua virilità (Mudde, Kaltwasser 2017, p.63-64). Sebbene il riferimento ad un uomo forte e prestante sia lo stereotipo dominante, ci sono numerose figure femminili populiste all‟interno del panorama politico odierno. È sufficiente ricordare Eva Perón, moglie del presidente argentino, o Marine Le Pen, attuale leader del Front National nonché figlia del suo fondatore. Si possono inoltre citare illustri donne che hanno costruito le carriere politiche solo con le proprie forze. Il miglior esempio è probabilmente Paulin Hanson, fondatrice del One Nation Party (ONP) in Australia. Le leaders populiste hanno astutamente sfruttato il loro genere per dipingersi come delle vere “outsiders” estranee al mondo politico governato principalmente da uomini. Per avvicinarsi ancor di più agli elettori hanno ricalcato i caratteri materni della donna presentandosi spesso come mogli e madri contribuendo a rendere i loro personaggi autentici. La Hanson affermò: “I care

so passionately about this country, it‟s like I‟m his mother, Australia is my home and the Australian people are my children (Mudde, Kaltwasser 2017, p.70)”. Un altro tratto

che accomuna molti caudillos è il fatto di essere imprenditori, uomini d‟affari appartenenti alle fila più benestanti del Paese prima del debutto in politica. È stato constatato che quella di Berlusconi, con i suoi 7,8 miliardi di dollari, sia la sesta famiglia più ricca d‟Italia; lo stesso si può dire per la fortuna dei Shinawatra che con i

37 Dal latino caput (testa), denota un leader politico-militare. È il corrispettivo spagnolo del Duce o del

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suoi 1,6 miliardi di dollari li rende sesti in Tailandia. Pochi sono i veri “outsiders”38. Questo può apparentemente sembrare un prodotto difficile da vendere agli elettori ma dal momento che la separazione tra élite e popolo ha un fondamento morale e non socio-economico, gli imprenditori populisti possono impiegare la loro opulenza per sfondare in politica. Anzi la loro agiatezza li aiuta a dimostrare come la scelta di fare politica sia totalmente disinteressata. Un‟asserzione altrettanto frequente nel repertorio populista è quello di dichiararsi dei “novizi”, inesperti e non appartenenti al mondo della politica, chiamati ad esercitare tali incarichi non per ambizione personale ma per restituire il potere ai legittimi proprietari: il popolo (Mudde, Kaltwasser 2017).

Un aspetto altrettanto rilevante che Mudde evidenzia riguarda il linguaggio populista, definito volgare e „da bar‟, considerato un escamotage per potersi mescolare tra la gente comune. Una delle caratteristiche più dibattute sul populismo ha come oggetto il carisma, quella dote divina mischiata a eroismo e „savoir faire‟ di cui il leader si fa portatore e che affascina il popolo in cerca di rifugio e protezione. Ma in cosa esso consista è tuttora oggetto di contesa. Molti lo confondono con la forza, altri con la popolarità. L‟unica certezza è che la sua determinazione risente del contesto culturale. Tornando al leader, il suo successo è il risultato della natura dicotomica della realtà politico-sociale spaccata in due gruppi estremamente omogenei: l‟élite e il popolo. Egli rappresenterebbe la personificazione del secondo. La sua missione consiste nel convincere i seguaci di essere parte del popolo puro e non dell‟élite corrotta e meschina. Per fare questo oppone il buon senso ai tecnicismi degli esperti, la schiettezza all‟enigmaticità dell‟establishment. Molte volte questa figura di spicco si trova costretta a ricorrere a una qualche sorta di organizzazione politica come prezzo da pagare per poter ambire al successo elettorale.

La scelta di non legarsi ad alcun partito contribuisce a trasmettere l‟immagine di un uomo „pulito‟, della strada, capace di diventare la „voce diretta del popolo‟ e di sbarazzarsi di un élite corrotta.39 Sebbene la mobilitazione personalistica tramite leader sia un fenomeno frequente in tutto il mondo, essa è prevalente in America Latina. Tutte e tre le ondate populiste si sono sviluppate attraverso questa modalità, da Perón nella

38 Hugo Chávez era un ufficiale dell‟esercito venezuelano che acquisì notorietà solo in seguito al colpo di

Stato nel 1992; Alberto Fujimori era un accademico che fino al suo debutto non aveva avuto alcun legame con la sfera politica.

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Raffael Correa vinse le elezioni presidenziali in Ecuador nel 2006 grazie alla sua scelta di rigettare l‟establishment e creando un nuovo partito politico che non aveva presentato candidati al Congresso.

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prima, Fujimori40 nella seconda e Correa nella terza. Altrettanto si è verificato in realtà non occidentali quali la Corea del Sud o Taiwan. Tutti questi paesi condividono il fatto di essere democrazie in via di sviluppo caratterizzate da un sistema di tipo presidenziale e da partiti politici deboli.

Accanto al leader, un altro strumento attraverso il quale gli attori politici possono coinvolgere le masse è costituito dal movimento sociale, di cui il Tea Party rappresenta il più fulgido esempio. Si tratta di un tipo di mobilitazione politica informale e bottom- up, mediante la quale gli individui si impegnano all‟unisono per il perseguimento di un obiettivo comune. Si distinguono dalle altre forme d‟azione politica istituzionalizzate per la mancanza di accesso ai processi decisionali. (Mudde, Kaltwasser 2017). Il nemico viene identificato nella classe economico-politica dominante, denominata “la casta”. Arriviamo all‟ultimo modello di mobilitazione delle masse che è alla base del funzionamento di ogni forma di governo di tipo democratico: il partito politico. In tutte le democrazie gli elettori sono liberi di eleggere i propri rappresentanti che solitamente appartengono a una fazione politica. Dal momento che il populismo è spesso impiegato per attaccare l‟establishment è stato da molti tacciato come anti-democratico. La verità è che i populisti non vogliono sbarazzarsi dei partiti, loro desiderano al potere i PROPRI rappresentanti (in quanto veri delegati del popolo). I partiti ricorrono al populismo per sfidare l‟élite dominante e per dare finalmente voce a tutti coloro che finora non si erano sentiti rappresentati. Il successo dei partiti populisti in effetti è legato alla loro abilità di politicizzare questioni che spesso sono rimaste inascoltate. Oggigiorno ogni paese europeo possiede almeno un partito populista e l‟esempio più calzante è forse il Front National in Francia, una coalizione estremamente eterogenea nata dalla convergenza di gruppi neo-fascisti e ultra-ortodossi tenuti insieme dal suo pioniere Jean-Marie Le Pen. Relegato a forza marginale durante gli esordi è diventato uno tra i primi partiti francesi. È importante specificare che gli attori populisti non agiscono all‟interno di un vuoto politico ma sono i diversi contesti di riferimento che forniscono le condizioni per far attecchire l‟uno o l‟altro modello. In generale, un Paese in cui vige il sistema di tipo presidenziale favorirà mobilitazioni di tipo personalistico, viceversa in cornici istituzionali di tipo parlamentare tenderanno a emergere i partiti. Nel caso dei movimenti sociali tale distinzione non è d‟aiuto poiché questi sono soliti affermarsi

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Eletto presidente del Perù nel 1990, si presentò come una persona autentica. Sfruttando le sue radici giapponesi si definì un outsider che non aveva alcun legame con l‟élite bianca e che era stato vittima in prima persona di discriminazioni razziali.

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all‟interno di un struttura politica dalle opportunità politiche ristrette, ad esempio in realtà caratterizzate da sistemi bi-partici (vedi Tea Party). Chiaramente l‟impatto elettorale differisce da un modello all‟altro; mentre la presenza di un leader forte è determinante per irrompere sulla scena elettorale (electoral breakthrough), è necessario poi rivolgersi a un partito preesistente o neofita per poter acquisire una posizione stabile e duratura (electoral persistence). Alberto Fujimori, ad esempio, riuscì a vincere ben tre elezioni presidenziali durante la sua brillante carriera ma il suo partito (Perù 2000) si dissolse una volta abbandonato il Paese (Mudde, Kaltwasser 2017).

Al di là di tutto, l‟approccio ideologico solleva delle perplessità, in primis l‟ambivalenza del termine “ideologia”. La sua a volte semplicistica applicazione all‟interno dell‟ambito accademico-letterario, ha contribuito a rendere il lessema quasi un‟etichetta “catch-all” che ha ingoiato molti altri filoni letterari lungo il suo cammino perdendo la sua iniziale chiarezza. Un‟altra questione non trascurabile riguarda la proprietà che caratterizza la “thin-ideology”; diventando sempre più ristretta un‟ideologia di questo tipo rischia di perdere validità concettuale e quindi utilità. Michael Freeden evidenzia come altre ideologie quali l‟ecologismo o il femminismo pur partendo da una condizione essenziale si siano con il tempo arricchiti concettualmente al contrario del populismo. Diversamente dall‟ecologismo raramente è accaduto che qualcuno si autodefinisse „populista‟; per giunta il fenomeno manca di una solida base storica o genealogica di riferimento. In altre parole, il populismo non ha cercato mai in alcun modo di inspessire la sua identità rendendo problematico la sua catalogazione come ideologia (Moffitt 2016).