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4.2. PODEMOS

4.3.2. Podemos alle legislative del dicembre 2015

Dopo quarant‟anni di stabilità politica garantita dal sistema bipolare tra PP (Partito Popolare) e PSOE (Partito Socialista Obrero Español), la Spagna entrerà in una fase di turbolenze politiche vinte, ma senza maggioranza, dal premier popolare uscente Mariano

Rajoy che dichiarerà alla stampa: “inizia una

tappa non facile: sarà necessario parlare molto e raggiungere accordi”.

Il PP di Rajoy si è infatti fermato al 28,7% dei voti con 123 deputati al Congreso de los Diputados, il PSOE è arrivato secondo con il 22,01% dei consensi86 che, nonostante la perdita di 20 seggi, riesce a evitare l‟umiliante sorpasso di Podemos. Quest‟ultimo, dopo un‟incredibile rimonta degli ultimi giorni di campagna elettorale, sbarca in Parlamento aggiudicandosi 69 deputati (con il 20,66% dei consensi). Quarto arrivò il

86 https://resultados.elpais.com/resultats/eleccions/2015/generals/congreso/ (accesso 10 settembre 2018).

Fonte: http://columnazero.com/20dii-claves-de-la-

campana-electoral/

Figura 4.3. Manifesto elettorale per le

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partito anti-casta Ciudadanos di Albert Rivera, crollato nelle ultime settimane (con il 13,93%)87. La difficile governabilità sarà determinata non solo dalla mancata maggioranza raggiunta ma anche dal crollo delle coalizioni tra la vecchia politica e la nuova (tra PP e Ciudadanos o PSOE e Podemos).

Determinante il ruolo del re Felipe IV che, a seguito del fallimento di tutte le consultazioni, valutata l‟impossibilità di nominare un candidato capace di ottenere la fiducia del Parlamento, ha indetto nuove elezioni previste per il 26 giugno 2016.

Partendo dalla dimensione ideologica, anche a livello nazionale il riferimento alla democrazia “come dovrebbe essere” è ricorrente. Questo è confermato dalla presenza importante di rimandi a una “democrazia” (presente ben 149 volte nel testo), fondata sull‟uguaglianza e la parità di diritti. Non a caso, anche nel programma per le legislative, Podemos promette la fine delle “disuguaglianze” come condizione imprescindibile per un governo più giusto ed equo (parole quali uguaglianza ed equità vengono menzionate circa 80 volte nel documento). Un altro elemento che ricorre nelle elezioni interne, ricalcando l‟impronta delle europee del 2014, è il ruolo centrale assunto dal mondo del lavoro nel programma del partito.

Il tema dell‟occupazione è una delle questioni calde che domina il discorso politico spagnolo degli ultimi decenni. Per opera della crisi imperante che ha interessato la Spagna degli anni duemila, la penisola iberica ha registrato i tassi più alti d‟Europa in termini di disoccupazione. È proprio quest‟ultima, assieme al malcontento generale che si è diffuso soprattutto tra i giovani, ad aver spianato la strada al successo di Podemos. Per questo ragione il partito ha fatto della lotta alla disoccupazione una delle battaglie cardine del suo programma.

Come rappresentato dalla tabella (Tabella 4.2.) frequente è il ricorso a termini generici quali “lavoratori” e “lavoratrici” (insieme menzionati 127 volte), i “dipendenti” e i “funzionari” (entrambi ricorrono 13 volte), oppure mediante riferimenti più specifici quali le “imprese” e gli “imprenditori” (citati 98 volte), le “industrie” (30 volte), l‟“impiego” unito alla “disoccupazione” (complessivamente presenti 76 volte). Il nucleo portante del programma di Podemos rimane la tutela del “cittadino” (ricorre 129 volte) in qualità di “persona” (135) in tutte le sue manifestazioni nell‟ambito sia familiare (numerosi i richiami alla “famiglia” ai “genitori”, presenti nell‟insieme 76 volte così come quelli all‟“infanzia”, agli “adolescenti” e agli “studenti” che ricorrono

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rispettivamente, 43, 12 e 5 volte) che lavorativo. Il cittadino sia esso un lavoratore, uno studente, un disoccupato, va tutelato dalle ingiustizie burocratiche di un‟“amministrazione” (citata 128 volte) inefficiente e da una casta corrotta.

“NOI” N “LORO” N

Dicembre 2015

Nostro/a/i/e 242 Amministrazione – Amministrativo/a/i/e 128

Spagna – Spagnolo 190 Ingressi 49 Democrazia – Democratico/a 149 Banca/e – Bancario/a/i/e 48

Pers 135 Immigrazione – Migrante/i – Immigrato/i 45 Cittadino/a – Cittadinanza 129 Straniero/a/i/e 38

Lavoratore/i – Lavoratrice – Lavorare – Lavoro/i 127 Unione Europea 33

Imprese/a – Imprenditori – Imprenditoriale/i 98 Finanza – Finanziario/i/a/e 33 Stato 92 Partiti 20 Nazione – Nazionale – Nazionalità 80 Parlamento Europeo 12 Uguaglianza – Disuguaglianza – Equità 80 Stati Uniti 10 Podemos 79 Criminale/i 8 Dicembre 78 Consiglio Europeo 6

Impiegato/i – Impiego/i – Disoccupazione 76 Germania 5 Comunità 67 Stati (Altri) 4

Famiglia/e – Familiare/i 66 Multinazionali 4 Territorio – Territoriale/i – Terra/e 61 Istituzioni (europee/finanziarie) 4

Trasparenza – Trasparente 56 Lobby 3 Popolo – Popolazione – Popolare/i 51 Israele 3 Governo 50 Casta 1 Donne 46 Terrorismo 1 Infanzia – Infantile 43 Industria/e – Industriale 30 Collettivo – Collettività 28 Europa – Europeo 25 Consumatori 18 Gente 16 Europa 13 Funzionario/i 13 Dipendenti 13 Adolescenza – Adolescente/i 12 Alunni 12 Genitori 10 Uomini 8 Studenti 5 Agricoltori 2 Operaio 1

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È necessario evidenziare come, a differenza del programma presentato in occasione delle europee, vi sia un‟indubbia presenza di riferimenti alla “Spagna” e ai connazionali “spagnoli” (in tutto nominati 190 volte). Questo risultato probabilmente è determinato dal cambio di prospettiva del partito che, in vista delle elezioni interne, si è concentrato in misura decisamente superiore al Paese iberico. Quello che si riscontra è quindi una caratterizzazione territoriale della “comunità” (citata 60 volte) che il movimento è chiamato a rappresentare.

La delimitazione dell‟“Altro” è forse l‟elemento che maggiormente mantiene le stesse proprietà del programma europeo. Difatti trapela la stessa ostilità nei confronti dell‟“Ue” (menzionata 33 volte) in generale e delle sue istituzioni in particolare (il Parlamento Europeo ricorre 12 volte, il Consiglio Europeo 6). In ugual modo si conserva la diffidenza nutrita nei confronti del sistema delle “banche” (48 volte) e del suo vertice (la Banca Centrale Europea è nominata 4 volte). Queste vengono accusate di corruzione e di scarsa etica esattamente come nel caso delle elezioni europee. Si riproduce così una relazione antagonistica tra il mondo dell‟economia reale e quello del sistema speculativo “finanziario” (nominato 33 volte) che preserva gli stessi toni critici e polemici del programma del 2014.

In ultimo, la raffigurazione dello “straniero” (38 volte), più precisamente dell‟“immigrato” (presente 45 volte) la quale, ripercorrendo la stessa impostazione del programma precedente, non avviene in toni denigratori o discriminatori ma è inserita all‟interno di un più generico discorso fondato sul rispetto dei diritti umani e della persona.

Per quanto concerne la dimensione retorica, è forte il senso di legittimazione democratica che ostenta Podemos lungo tutte le pagine del programma. In special modo la prima parte descrive il documento come il frutto del lavoro collettivo di migliaia di persone, nato dall‟insofferenza e dalle delusioni dei cittadini. È la più grande espressione del processo partecipativo mai sperimentato. Il programma viene presentato non come un insieme di proposte o suggerimenti ma come un vero e proprio contratto stipulato con la popolazione che il partito s‟impegna a mantenere. Nel caso contrario in cui non riesca a tener fede alle promesse fatte, Podemos pone il controllo democratico a garanzia del governo. In linea con le principali tendenze democratiche il movimento promette un cambio di rotta, un percorso di rinnovamento, sincero ed effettivo contro le impunità dei corrotti. È sempre presente la dicotomia tra il popolo puro e le istituzioni macchiate dalla corruzione:

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“Il programma è un percorso attraverso il quale possiamo costruire

democraticamente la Spagna plurinazionale e rispettosa che già esiste nelle città e nei paesi ma non è ancora entrata nei partiti e nelle istituzioni”.

La legittimazione democratica del partito si ripresenta quando Podemos si auto qualifica portavoce del popolo: “Non sarà facile cambiare il funzionamento della Giustizia,

dell‟Amministrazione e del Governo, ma sappiamo che possiamo ottenerlo perché abbiamo l'alleato più potente: la gente”. È il sostegno del popolo la forza propulsiva

che spingerebbe il movimento a intraprendere questa battaglia. Tale legittimazione trova la sua sublimazione nella proposta del referendum attraverso il quale Podemos vorrebbe lasciare ai cittadini l‟ultima parola riguardo il futuro costituzionale del Paese:

“Vogliamo che siano gli spagnoli a decidere attraverso un referendum

se vogliono avviare o meno un processo di cambiamento costituzionale nel nostro paese […] Vogliamo che il potere torni nelle strade e che siano le persone, con il loro voto, a decidere se cambiare o meno questo quadro costituzionale”.

L‟autolegittimazione è consequenziale alla delegittimazione messa in atto nei confronti dell‟Unione Europea, le cui istituzioni risultano deficitarie dal punto di vista del controllo democratico:

“Promuoveremo una riforma delle istituzioni europee che democratizzi

il processo decisionale politico ed economico nella zona euro. Il governo economico dell'Eurozona - l'Eurogruppo - è un'entità che non ha l'obbligo di riferire ad alcuna istituzione eletta direttamente dai cittadini, nemmeno al Parlamento europeo, quindi sosterremo la creazione di una camera parlamentare della zona euro, formata da rappresentanti dei diversi parlamenti nazionali secondo criteri demografici e territoriali e, a differenza del Parlamento europeo, con vere capacità legislative e di controllo politico”.

In risposta alla dilagante corruzione che affligge il Paese, Podemos promette riforme improntante sulla trasparenza e l‟affidabilità. Per far fronte all‟inadempienza dei governi precedenti, il partito di Iglesias s‟impegna a tener fede ai propri propositi suggerendo come garanzia massima al suo operato l‟istituzione di un Comitato che

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valuti il grado di applicazione del programma elettorale durante il mandato. Al termine dell‟analisi, in caso di esito negativo, potrà essere indetto un referendum per consentire ai cittadini di scegliere se procedere a nuove elezioni. Alla base della nuova democrazia politica Podemos, come nel programma per le europee, pone nuovi strumenti di partecipazione diretta del popolo quali l‟iniziativa legislativa popolare e il veto popolare.

Inoltre viene assicurata una maggiore trasparenza all‟interno di tutte le attività parlamentari mediante l‟ampliamento dell‟accessibilità ai dati e ai lavori delle Camere. Al fine di debellare definitivamente la cattiva amministrazione Podemos propone l‟eliminazione di tutti i privilegi delle cariche pubbliche:

“Porremo fine ai privilegi dei funzionari eletti (deputati, deputate,

senatori e senatrici), sia di coloro che ne godono durante l'esercizio delle loro funzioni sia a quelli che gli sono attribuiti dopo aver completato i rispettivi mandati […] ”

Inoltre il movimento s‟impegna a intraprendere una riqualificazione totale degli apparati amministrativi attraverso l‟estensione della Legge sulla Trasparenza, una riconversione democratica di tutte le istituzioni e l‟adozione di un “piano nazionale contro la corruzione e per la trasparenza istituzionale”.

Dal punto di vista comunicativo Podemos conserva uno stile linguistico diretto e scevro di formalismi propri della retorica dei tecnocrati di Bruxelles. Questo, in quanto suo portavoce, preferisce adottare la lingua del popolo e di conseguenza predilige un registro semplice ma d‟effetto che tocca, con maestria e astuzia, tematiche a cuore per gli spagnoli, quali la disoccupazione o la corruzione che predomina in tutti i campi della sfera politica.

Come si è rilevato nel caso del programma per le europee, anche nel documento elaborato in occasione delle legislative il discorso di Podemos, benché fortemente populista nei passaggi in cui si autoproclama l‟unico partito autentico difensore dei cittadini rispetto al resto dei partiti corrotti e speculatori, non contiene in alcun modo affermazioni che sfociano in odio, razzismo o intolleranza. Al contrario quella promossa da Podemos è una politica basata sul rispetto per il prossimo indipendentemente dal sesso, dalla religione o dall‟etnia. Alla luce di questo approccio fondato sulla tolleranza e l‟umanità, il movimento propone la lotta a ogni forma di discriminazione sia nel mondo del lavoro che in quello educativo o internazionale. Non a caso Podemos si

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dimostra contrario alla chiusura delle frontiere e al rimpatrio degli immigrati, propone al contrario una semplificazione delle procedure per l‟acquisizione della nazionalità e la garanzia del diritto all‟asilo.

Non mancano però proposte a volte eccessivamente semplici mirate alla risoluzione di problematiche complesse. Ne è un esempio la tutela dei lavoratori, uno dei temi che Podemos ha più a cuore, per i quali promette un salario minimo, l‟abbassamento dell‟età pensionabile, la fine dei contratti a tempo determinato, un catalogo di servizi sociali per tutti, la lotta contro le discriminazioni. In materia fiscale promette invece la riduzione delle tasse, l‟imposta progressiva sul reddito, la modifica dell‟Iva, maggiori agevolazioni per le imprese e i risparmiatori, nonché la revisione del debito pubblico e di quello ipotecario.

Dal punto di vista organizzativo, risultando ancora in vigore lo Statuto risalente al 2015, si ritengono valide le stesse considerazioni svolte nel paragrafo precedente incentrate sulle europee del 2014.