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IL CREPUSCOLO DELLA GUERRA FREDDA

Nel documento RIVISTA MARITTIMA (pagine 166-170)

In alto, a sinistra: uno degli articoli dedicato ai cento anni dell’Accademia Navale di Livorno trat-to dal fascicolo del luglio 1981 illustrato con comunica-zione), in cui si racconta l’evoluzione dell’istituzio-ne accademica, dei piani di studio e infine la vita dell’allievo. Accanto: la copertina del supplemento al fascicolo di luglio 1984 dedicato al Battaglione San Marco.

proficua collaborazione il noto storico navale prof.

Alberto Santoni (1936-2013), all’epoca associato di storia militare all’Università di Pisa e insegnante all’Accademia navale, dopo avervi già pubblicato nu-merosi articoli per un lungo periodo precedente (ot-tobre 1964-ot(ot-tobre 1980).

E senza dimenticare gli anniversari in ambito propria-mente Marina, come il Centenario dell’Arsenale mili-tare marittimo di Taranto (Cv (GN) Mario d’Errico), il 125° anno dell’istituzione delle Capitanerie (Galup-pini, 11/1990) e il supplemento Sommergibili italiani.

Cento anni di vita tra storia e leggenda di A.Flamigni, A.Turrini, T. Marcon (allegato al n. 5/1990), quello di A. Brauzzi sui Mezzi d’assalto della Marina italiana (6/1991) e la serie di Franco Gay dedicata alle Bandiere delle Marine del mondo. Sul versante del diritto inter-nazionale marittimo segnaliamo i numerosi e pregevoli articoli di Fabio Caffio, ora ammiraglio ispettore CM in congedo, collaboratore ben noto della Rivista e autore di varie monografie, di cui avremo occasione ancora di parlare e del dr. Francalanci, mentre sulle tematiche ambientali, organizzative e operative delle Capitanerie molto attivi si mostrano nei loro interventi, il compian-to Mauro Tatcompian-toli, Gaetano Sodano, Renacompian-to Ferraro ed Eugenio Sicurezza (entrambi futuri Comandanti Ge-nerali del Corpo) e il CA (a) Gino Melosi con la serie di articoli dedicati ai porti esteri.

Senza dimenticare in tema di cultura generale e di me-morialistica, l’ammiraglio ispettore Luigi Romani, che ricordiamo per due contributi apparsi negli anni prece-denti: il supplemento D’Annunzio e il Mare (3/1988) e la personale testimonianza che ci ha offerto nell’articolo

«Un Corso nella Tempesta» (1/1984), nel quale narra, all’indomani delle vicissitudini dell’8 settembre 1943, il trasferimento con nave Saturnia degli allievi dell’Acca-demia Navale, all’epoca a Venezia, sino al Collegio na-vale di Brindisi, «in una traversata piena di emozioni, incertezze e interrogativi» e, in quei drammatici mo-menti, non esente certo da pericoli.

Non mancano nel periodo supplementi dedicati a grandi protagonisti del passato. E’ il caso del supplemento alla Rivista del 1988 dal titolo «D’Annunzio e il mare» di Luigi Romani, da cui sono tratte le quattro immagini. In alto, a sinistra: in una allegoria dell’epoca, D’Annunzio e gli aerei del volo su Vienna, compiuto a bordo dello «S.V.A.» il 9 agosto 1918, durante il

IL CREPUSCOLO DELLA GUERRA FREDDA

indichiamo i contributi di Milan Vego, Ezio Bonsignore e Luigi Spano, oltre che di autori già citati, come Bertini, Brauzzi e Giorgerini.

Studi e analisi destinati a intensificarsi nel triennio di crisi 1989 -1991 su temi quali, a puro titolo esem-plificativo, Le forze anfibie sovietiche, I missili super-ficie-aria della Marina sovietica e Il servizio navale del KGB - dell’allora TV (AN) Annati -, Le Marine militari dell’Europa orientale - dell’allora CC (GN) Michele Cosentino -, Il potere marittimo sovietico nel Baltico, La manovra tattica nella dottrina della marina sovietica (dr. MilanVego) e Le portaerei nel programma navale sovietico. Un obiettivo raggiun-to troppo tardi? (dr. Norman Cigar). E accanraggiun-to alla

“strategia dei mezzi”, largo spazio viene dedicato alla disamina critica dei relativi sostanziali cambiamenti che si stanno verificando nel quadro delle relazioni internazionali e degli scenari geopolitici.

Al riguardo si richiama l’attenzione sugli articoli sem-pre del prof. A. Corneli (I vertici di luglio e la crisi sovie-tica di agosto. I nuovi equilibri internazionali, 10/1991), dell’ambasciatore Maccotta (L’Europa dopo l’agosto mo-scovita, 11/1991), con i suoi riflessi sia nello scacchiere mediterraneo (V. Barbati, Il Mediterraneo in un mondo che cambia e G. Giorgerini, Potere marittimo: quale fu-turo?), che nella Nato (sempre Barbati, Maccotta, Cor-neli) e nelle stesse forze armate nazionali (CA Giovanni Saladino, Una piccola marina per un grande compito e Strumento difensivo e missioni interforze).

Senza tralasciare i sintomi dell’incipiente crisi jugoslava e del Golfo Persico (in particolare ancora Corneli, Dalla caduta del Muro di Berlino alla crisi del Golfo).

1945-1991: un periodo certo di lunga durata in cui gli avvenimenti più diversi si affastellano in un mon-do che, mon-dopo lo statu quo determinato dalla fine della seconda guerra mondiale, lo scenario internazionale all’improvviso cambia rapidamente, in maniera ac-celerata. Dai momenti difficili dell’immediato dopo-guerra e dell’applicazione del trattato di pace (con la dolorosa esecuzione delle clausole navali contemplate dagli artt. 56-60) alla rinascita della Marina Militare in un’Italia che ricostruisce le basi della propria eco-nomia e della propria difesa nazionale, reinserendosi a testa alta nell’ambito della comunità internazionale e, con l’Alleanza Atlantica, nel sistema di sicurezza occidentale.

Un periodo in cui l’Italia inizia la lunga marcia verso l’integrazione europea (dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio, alla Comunità economica eu-ropea all’Unione eueu-ropea), per riprendere nel Medi-terraneo, sostanzialmente, «la sua funzione di sempre:

essere strategicamente la chiave di volta del grande arco Gibilterra-Suez», pur nel contesto del confronto bipo-lare tra i due blocchi contrapposti, in cui la minaccia navale sovietica si mostra talora sempre più vicina.

Il bilancio di quegli anni dunque non poteva che essere positivo per la Rivista che, apertasi nel contempo alla discussione e allo studio delle nuove tecnologie/meto-dologie e dei nuovi scenari geopolitici, nell’avvicenda-mento di due generazioni di collaboratori che, figura-tamente parlando, si passano idealmente il “testimone”, ancora una volta è riuscita ad offrire il proprio concreto contributo al rinnovamento del “sapere” marittimo nei suoi diversi e variegati risvolti.

La fine della Guerra Fredda viene fatta coincidere simbolicamente con la caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre del 1989.

Nel documento RIVISTA MARITTIMA (pagine 166-170)