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4. Analisi sincronica Individuazione di elementi di continuità tra le regole

4.4. Finalità e funzioni del disegno nel progetto architettonico Alcuni cas

4.4.2. Il disegno della complessità, disegno come composizione e

Nella rappresentazione di un progetto, accanto agli elaborati tradizionali, quali piante, prospetti, sezioni, disegni tridimensionali, che comunicano una certa quantità di informazioni standard, esistono un'infinità di espedienti grafici, come schemi e diagrammi, abachi e cataloghi disegnati, modelli tridimensionali esplosi etc., che vengono prodotti con lo scopo di comunicare, in modo semplificato, precise caratteristiche del progetto, siano esse funzioni, leggi compositive, materiali costruttivi, e tanti altri attributi, che compongono il progetto nella sua complessità. L'uso di questi elaborati si può collocare in diverse fasi del progetto, con diverse funzioni: da un lato può servire in fase di costruzione e definizione dell'idea progettuale per visualizzare, ordinare e comporre gli elementi che confluiscono nell'opera; dall'altro può costituire una fase successiva alla definizione del progetto, e utile alla sua

comunicazione e spiegazione, passando dunque attraverso una scomposizione grafica della complessità che lo caratterizza.

Per quanto riguarda schemi e diagrammi, termini che vengono spesso intesi come sinonimi, nella mia trattazione ho deciso che dovessero essere intesi separatamente per differenziare la rappresentazione di un oggetto statico, con la parola schema, e di un fenomeno che prevede una variazione di parametri, con la parola diagramma. Cioè col concetto di schema ho inteso una sintesi riduttiva e quindi statica, tesa alla rappresentazione di un'aspetto già definito; mentre col concetto di diagramma ho inteso una sintesi generativa, cioè tesa allo sviluppo, usata come traduzione grafica di un concetto di trasformazione.

Schemi e diagrammi si possono esprimere graficamente in molti modi, ma generalmente perseguono la semplicità e la chiarezza espositiva. La struttura del disegno può affidarsi o meno al carattere del segno per far emergere una gerarchia o un ordine. Può accadere che la mancata differenziazione del segno generi un aumento di complessità in un disegno che intende spiegare relazioni formali complesse (figura 65). Tecniche espressive di ogni tipo possono essere giudicate, di volta in volta, le più efficaci per descrivere schematicamente un certo aspetto. Molte volte la semplificazione formale offerta dal modello schematico tridimensionale

permette di usare la trasparenza come elemento espressivo che agevola la lettura simultanea di elementi anteriori e posteriori, esterni ed interni (figura 66).

Schemi e diagrammi si possono classificare, oltre che per il tipo di sistema rappresentativo usato per eseguirli, per il contenuto che esprimono. Questo può essere un contenuto semplicemente formale oppure funzionale alla spiegazione di aspetti d'uso, costruttivi, etc..

Nel caso del contenuto formale, schemi e diagrammi si identificano spesso con la traduzione grafica del processo compositivo. L'uso di disegni schematici a che fungono da strutture a cui appoggiare

65. P. Eisenman, progetto di massima per il Rebstock Park, Francoforte sul Meno, 1990, diagramma 66. P. Eisenman, La scatola dei

cambiamenti,

Concorso per il Museo Guangdong, 2004

67. Fra Giocondo, schemi di proporzioni di elementi

architettonici riferiti alla figura umana

65 66

la genesi compositiva del progetto è conosciuto da tempo (figura 67). J.N.L. Durand, nel Précis des leçons d'architecture, Parigi 1813, illustra un procedimento da seguire per la composizione di un qualsiasi progetto: parte da una coppia di assi ortogonali, per poi costruire una griglia modulare che assume il ruolo di ordito strutturale spaziale, in cui gli elementi architettonici sono gerarchicamente ordinati. Per lui questo metodo compositivo diventa così obiettivo ed universalmente applicabile (figura 68). Ma non è la prima volta che l'uso della griglia compare in sede grafico-progettuale: ad esempio la troviamo nell'edizione vitruviana di Cesare di Lorenzo Cesariano (De

architectura, Como 1521); anche Philibert de L'Orme la impiegò per

l'interpretazione della Divina Proportione in Le Premier Tome de

l'Architecture, Parigi 1567)34. In questo senso il diagramma diventa

qualcosa che, attraverso il disegno, raccoglie informazioni in modo sintetico e rende possibile lo sviluppo di una forma in modo astratto. Cioè il diagramma è un modo generativo che collega l'idea alla forma (figura 69).

Il diagramma diventa dunque anche un fatto concettuale, oltre che grafico. In molti casi accade che il metodo progettuale si fonda su un vero e proprio uso strumentale del diagramma, come per Peter Eisenman, che lo usa costantemente nel processo di progettazione, come tramite tra la regola interiore dell'architettura e l'opera concreta. Egli afferma che il diagramma è qualcosa che «[…..] cerca di collocare un oggetto teorico in uno fisico […..]»35.

Nel mondo attuale, grazie agli strumenti informatici, accade sovente che una teoria progettuale, già insita nel diagramma, venga tradotta automaticamente in un modello matematico e quindi usata come base per generare una trasformazione nel progetto36. Ponendosi in una

situazione intermedia tra idea e forma, il diagramma le include entrambe e come dice Ben van Berkel: «Non è più necessario passare dall'idea alla forma: si può passare da un diagramma allo spazio»37.

Qualora, invece, il contenuto dello schema sia funzionale alla spiegazione di aspetti d'uso, costruttivi, etc., il panorama è ugualmente molto vario. Mostriamo un campione di esempi, in cui si possono

68. J.-N.-L. Durand,

Marche à suivre dans la composition d'un projet quelconque, da Précis des leçons d'architecture, Parigi 1813 69. A. Aalto, progetto di un complesso residenziale a Pavia, 1966 68 69

vedere schematizzati aspetti come il rapporto con l'elemento naturale o col contesto (figure 70 e 76), le funzioni di collegamento verticale ed orizzontale (figure 70, 71, 72, 73), le suddivisioni d'uso (figure 74 e 75), e aspetti tecnologici e più complessi e articolati (figure 77, 78 e 79).

Troviamo spesso schemi e diagrammi espressi in sequenza, ad esempio, per l'esplicazione dello sviluppo di un'idea progettuale, oppure per la dimostrazione di rotazioni funzionali dello stesso edificio, o per mostrare il comportamento dell'opera in base a modificazioni esterne ad essa. 70. MVRDV, Villa VPRO, Hilversum, 1994-1997. Schemi configurativi 71. A. Klein, studi sulla circolazione nel progetto di una casa 72. Z. Hadid, Nordpark Cable Railway, Insbruck (Austria). 2004-2005. Sequenza delle quattro stazioni e del ponte realizzati lungo il tracciato della funicolare tra Innsbruck e Hungerburg 73. UN-Studio, Flagstore Louis Vuitton, Japan, 2006 74. R. Koolhaas, Euralille-Congrexpo, Lille, 1996. Schema configurativo 75. J. Aoki, Museo dell'arte Aomori, Aomori (Giappone).1999-2002. Schizzo che esemplifica la relazione dell'edificio con il suolo 70 75 74 73 72 71

76. Le Corbusier, “Il sole che cambia”, disegno elaborato negli anni Venti

77. Z. Hadid, Nordpark Cable Railway, Innsbruck (Austria). 2004-2005. Stazione Löwenhaus, modello tridimensionale delle costole portanti in acciaio e diagramma di analisi strutturale del gradiente di curvatura dei pannelli di rivestimento in vetro float

78. MVRDV, Silicon Hill, Stoccolma, 2000. Nuova sede centrale delle Poste Svedesi. Schema d'uso 79. MVRDV, Dutch Pavilion, Hannover, 1997-2000. Schemi tecnico-funzionali 76 78 79 77

L'enorme complessità formale, strutturale e funzionale raggiunta da alcuni edifici progettati in epoca contemporanea, implica la necessità di esprimerne il più chiaramente possibile i contenuti e i significati, per renderli comprensibili. Ciò induce il ricorso a numerosi schemi interpretativi che spiegano i diversi aspetti dell'opera, producendo soluzioni ricche di inventiva. Se l'intento è quello di comunicare chiaramente un concetto, le armi del disegno che andranno utilizzate sono quelle che mirano alla maggior oggettività possibile.

Un'ulteriore possibilità di rappresentazione di tipo sintetico è offerta dall'uso di abachi e cataloghi in forma grafica.

Si definisce abaco una rappresentazione grafica, opportunamente disposta, di una funzione di più variabili; mentre un catalogo è l'elenco ordinato e sistematico di una o più serie di oggetti, con le indicazioni a essi relative, compilato per determinati fini.

La rappresentazione degli oggetti che compongono abachi e cataloghi non deve essere necessariamente schematica.

L'uso di abachi e cataloghi esiste da tempo, poiché è utile ogni qual volta vi sia la necessità di esporre una serie di variazioni su uno stesso tema. Un tipo molto diffuso di abaco è quello in cui si usa una griglia con valori in asse x e asse y che intersecandosi identificano un determinato elemento caratterizzato da quei valori di x e y. Questo genere di abaco è molto ordinato e di facile lettura (figure 80 e 81). Il metodo più comune in cui si esprimono gli oggetti facenti parte di questi elenchi è la proiezione ortogonale, ma ove possibile, si usano

80. A. Klein, studi sulla modificazione delle piante degli alloggi al variare della profondità di corpo e della superficie utile, 1930 81. K. Mac Donald Studio, Casa unifamiliare Raybould, Fairfield, Connecticut. Quattro varianti di case 82. MVRDV, Berlin Voids, Berlino, 1991. Catalogo degli alloggi

80

82

anche rappresentazioni volumetriche, generalmente assonometriche. I volumi variati vengono ordinati in caselle susseguenti tra loro e possibilmente numerati ed identificati da didascalie. Si possono tuttavia trovare casi originali in cui anche la struttura dell'abaco è presentata come un ente tridimensionale (figura 82).

Un ennesimo sistema sovente utilizzato per la spiegazione del progetto è il disegno del modello tridimensionale esploso, in cui si separano le varie componenti per evidenziarle singolarmente. L'esploso può essere sia assonometrico che prospettico e svilupparsi in una o più direzioni (figura 83). È molto più comune trovare esempi di esploso assonometrico e generalmente sviluppato lungo la direzione dell'altezza, per separare i livelli degli edifici (figure 84 e 85).

83. Mecanoo, Casa con studio a Rotterdam, 1989- 1991. Esploso assonometrico 84. Coop Himmelb(l)au, Centro urbano per l'intrattenimento, Guadalajara, Messico, 1998/2003-2005 85. MVRDV, Edificio RVU, Hilversum (1994- 1997). Esploso assonometrico dell'edificio 83 84 85