• Non ci sono risultati.

4. Analisi sincronica Individuazione di elementi di continuità tra le regole

4.3. Scelta e composizione dell'immagine di rappresentazione

dell'immagine che si possono applicare in generale all'immagine di rappresentazione, qualunque sia la tecnica e lo strumento usato per realizzarla. In questo paragrafo si vuol cercare di individuare alcune di queste regole facendo riferimento all'analisi di esempi di varia epoca, vari metodi, tecniche e finalità, in modo da riconoscere alcuni espedienti ricorrenti per la composizione dell'immagine nella rappresentazione del progetto, cercando di giustificarne le motivazioni.

37

37. O. Niemeyer, schizzo di progetto della sede FATA a Pianezza, Torino, 1976 38. L. Kahn, disegno per un silos automobilistico, 38

Le distinzioni di base, da cui possiamo partire nella nostra osservazione, riguardano l'oggetto rappresentato che, già in sé, porta delle caratteristiche peculiari che automaticamente vincolano la sua rappresentazione. Questi attributi riguardano la dimensione, il tipo, la destinazione d'uso, i materiali di cui è costituito, il contesto in cui va inserito, lo stile architettonico, etc. Ad esempio, è chiaro che un oggetto architettonico di piccole dimensioni è più agevolmente rappresentabile nel suo complesso, ed anche con un dettaglio apprezzabile, mentre un edificio molto grande potrà incorrere più facilmente a suddivisioni nella rappresentazione, e la sua visione globale sarà meno dettagliata, a meno che non disponiamo di immagini enormi. Per quanto riguarda la destinazione d'uso, invece, ad esempio potremmo aspettarci tipi di rappresentazione diversi a seconda che l'oggetto sia, ad esempio, un museo oppure una banca, poiché, a fini divulgativi, l'immagine del primo dovrà suscitare impressioni diverse rispetto a quella del secondo.

Anche la forma dell'oggetto, come abbiamo sottolineato precedentemente, avrà notevole influenza su alcune scelte rappresentative. Inoltre la scelta del punto di vista dell'immagine risulterà fondamentale e mirata verso determinati scopi. Avremo dunque immagini che ritraggono spazi interni o esterni, oggetti vicini o lontani, viste complessive o di particolare.

Una riflessione particolare merita la scelta dell'inquadratura dell'immagine, ovvero del punto di vista del suo ipotetico osservatore, in rapporto alla forma dello spazio architettonico rappresentato. Osserviamo, in alcune immagini portate ad esempio, come l'effetto scenografico e l'esaltazione di alcuni aspetti spaziali, siano favoriti da determinate scelte di inquadratura. Nel caso l'oggetto rappresentato presenti forti elementi di asimmetria, la vista frontale indurrà ad un immediato confronto delle parti rispetto all'asse di simmetria, accentuando le differenze (figura 39). Ma la visione centrale accentua anche gli elementi che si trovano in posizione centrale, ed è scelta spesso per esaltare l'organizzazione simmetrica di uno spazio (figura 40).

39. S. Holl, Museo di arte contemporanea Kiasma, Helsinki 40. C. Scarpa, progetto di padiglione provvisorio, Lido di Venezia, 1948 39 40

Quando l'oggetto rappresentato non presenta linee dritte che convergono verso alcuna fuga, l'immagine perde profondità e appare indifferenziata (figura 41).

Una visione d'angolo invece tenderà a distrarre lo sguardo verso le fughe, relazionando così gli elementi particolari al complesso. Osservando le immagini portate ad esempio, vediamo come Alvar Aalto spostando il punto di vista su un lato del disegno ottiene la valorizzazione dell'elemento dominante costituito dalla parete ondulata, ma poiché lo sguardo è convogliato verso il fondo del Padiglione, questa appare relazionarsi con l'intero spazio piuttosto

41. F. L. Wright, Guggenheim Museum, New York. 1958 42. A. Aalto, Padiglione finlandese all’Esposizione Universale di New York, 1938-39 43. P. Eisenman, Biocentro per la J. W. Goethe Universität, Francoforte sul Meno, 1987

44. UN Studio, Arnhem Central, Arnhem, 1996-2007 45. L. Barragan, acquarello per il Parco Atzeco e Museo a Mexico City, 1954 43 45 44 42 41

che con altri elementi singoli (figura 42). Accade un fatto simile anche nel disegno di Eisenman per la J. W. Goethe Universität (figura 43). La visione d'angolo può anche essere accompagnata da effetti di luce che accentuano lla volumetria dell'oggetto differenziando i diversi piani secondo il loro orientamento rispetto al quadro (figura 44). Infine può accadere che alcuni elementi del progetto indirizzino lo sguardo verso un punto esterno all'opera, favorendone così l'integrazione con il contesto (figura 45).

Un'attenzione particolare va riservata al caso in cui nella stessa immagine sono compresenti simultaneamente diverse rappresentazioni di uno o più aspetti dell'opera. Ciò accade spesso nella composizione delle tavole definitive, ma può ricorrere anche in altri casi, qualora si renda necessario relazionare due o più aspetti dello stesso oggetto. Queste variazioni possono coinvolgere, ad esempio, rappresentazioni d'insieme con altre di particolare; oppure passaggi di scala dimensionale messi tra loro in relazione; oppure la compresenza di rappresentazioni compiute con diversi metodi o con diverse tecniche; immagini da più punti di vista messe a confronto e altri fattori ancora.

Sin dal Medioevo, nel taccuino di Villard de Honnecourt, troviamo interessanti disegni che mostrano un tipo di simultaneo accostamento di visioni dell'edificio, come ad esempio in un

disegno della cattedrale di Reims, dove la presenza contemporanea su di un unico foglio degli pseudo-prospetti – interno ed esterno – permette di leggere sinotticamente, su di un'unica tavola, a quali elementi interni corrispondano le scansioni orizzontali e verticali presenti sul paramento murario esterno20(figura 46).

La compresenza di rappresentazioni di diversi aspetti dell'opera, nello stesso foglio, è un metodo fondamentale che, attraverso il disegno, permette di porre relazioni e effettuare confronti immediati, nel processo di ideazione, elaborazione e comunicazione dell'architettura.

Notiamo molto spesso il ricorso a tale espediente nei disegni di Palladio21: nell'esempio riportato, pianta e prospetto

convivono nello stesso disegno rendendo immediata la lettura delle corrispondenze tra interno ed esterno dell'edificio (figura 47). Abbiamo visto che

questo metodo si rivelò poi l'embrione del metodo della doppia proiezione ortogonale, codificato più tardi, sottolineando l'esigenza di cogliere la corrispondenza di più aspetti dell'opera per ottenere un immediato significato spaziale.

Anche il passaggio continuo tra diverse scale di rappresentazione e il loro rapporto globale è un dato fondamentale dell'iter progettuale22,

46

47 46. Villard de

Honnecourt, alzati della cattedrale di Reims, dal Livre de

portaiture

47. A. Palladio, progetto per Villa Trissino a Meledo, 1568. Da I quattro libri

compiuto attraverso il disegno.

Molto comune è inoltre il ricorso alla compresenza di diversi metodi di proiezione nella stessa immagine. Ogni metodo, infatti, come si è discusso precedentemente, è caratterizzato da una specifica funzionalità nella descrizione spaziale, e pertanto il passaggio dall'uno all'altro si rende necessario per una simultanea analisi di più aspetti del progetto. Questa regola di composizione dell'immagine compare istintivamente nel momento ideativo, manifestandosi negli schizzi progettuali, e viene spesso richiamata nella composizione delle immagini finali di comunicazione dell'opera definita (figure 48 e 49).

Il dato intuitivo di questa tendenza è riscontrabile fin dalle prime espressioni grafiche architettoniche degli antichi Egizi, in cui si potevano vedere disegni in pianta popolati da dettagli in prospetto.

48. A.Rossi, Berlin- Postdamerplatz und Leipzigerplatz, 1990 49. A.Rossi, Museo di Storia di Berlino, 1998 50. E.Sottsass, Villaggio sul pendio della Jasmine Hill, Singapore 51. Architron (F.Lee Huat, P.Gonzales Herraiz), Casa unifamiliare, Selangor, Malesia. Collage 51 50 49 48

Quasi a ricercare un aspetto ingenuo, alcuni autori recuperano questa prassi, ottenendo immagini molto convincenti nel loro intento comunicativo (figura 50).

Infine parliamo di compresenza di più tecniche nello stesso disegno. Le possibili combinazioni sono infinite ed aperte alle sperimentazioni più fantasiose. Si possono trovare abbinamenti di tecniche a mano libera con tecniche a squadra, diversi tipi di segno e di colore, inserti fotografici o a collage su disegni tecnici, disegni di precisione e schizzi d'ideazione e così via (figure 48 e 51).

4.4. Finalità e funzioni del disegno nel progetto architettonico.