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Il disgusto come una forma particolare di paura

4. Il disgusto e la paura

4.1 Il disgusto come una forma particolare di paura

È opportuno fin da subito precisare che l’emozione che Kolnai chiama angoscia è del tutto equivalente a quella di paura122. L’analisi di questo sentimento serve a far emergere chiaramente, «per via di contrapposizione»123, la vera natura del disgusto e a confutare l’erronea, benché non priva di fondamento, «interpretazione del disgusto come una varietà dell’angoscia»124. Il secondo capitolo del saggio di Kolnai, intitolato Angoscia e Disgusto, è infatti dedicato a questo confronto.

All’inizio del suo lavoro l’autore opera delle distinzioni concettuali, precisamente sette, svolte da più punti di vista, sempre con l’obiettivo di far emergere similitudini e differenze tra fenomeni dello stesso genere. La prima distinzione delle emozioni operata da Kolnai si sviluppa secondo l’ambito oggettuale. Dovrebbe essere ormai chiaro che cosa si intenda per oggetto intenzionale125: basterà ricordare che è l’oggetto verso cui si dirige l’attenzione e che promuove nel soggetto un sommovimento emotivo. Mentre la paura può avere

122 Cfr. Kolnai A., Il Disgusto, cit., p. 39: «Il termine angoscia non allude qui a una rigorosa

distinzione tra paura e angoscia».

123

Ibidem, p. 34: «Stando a quanto osservato, ci sembra di poter concludere che disgusto e angoscia costituiscono una coppia, la cui reciproca corrispondenza ci consentirà di conoscere l’essenza del disgusto più da vicino, per via di contrapposizione».

124 Ibidem, pp.32-33.

84 a oggetto anche situazioni o concatenazioni causali di eventi – per esempio un forte vento può aver divelto un albero che minaccia la mia persona e la circostanza produce in me molta paura – l’odio, invece, appare rivolto per lo più verso individui singoli cioè persone specifiche o gruppi di persone: basti pensare all’odio razziale verso etnie diverse dalla nostra e considerate inferiori per irragionevoli spiegazioni. Il disgusto si differenzia ulteriormente dalle precedenti emozioni perché, come abbiamo già detto, riguarda non tanto – o non solo – l’oggetto intenzionale in sé, quanto l’aspetto qualitativo dell’oggetto, cioè la sua apparenza e il suo aspetto.

Avendo già analizzato gli oggetti specifici del disgusto126, mi limito adesso a evidenziare come gli oggetti della paura, a differenza di quelli del disgusto, non debbano appartenere necessariamente alla sfera organica e al mondo biologico e fisiologico. Lo stesso campo oggettuale, tuttavia, potrebbe interessare entrambe le emozioni: quando se ne riscontri l’evidente pericolosità, ad esempio quello della contaminazione, riguarderebbe la paura; quando, invece, a interessare è l’aspetto ributtante riguarderebbe il disgusto poiché esso non concerne primariamente il pericolo.

La seconda distinzione concettuale di Kolnai è basata sull’’intenzionalità127. Essa è fortemente presente nell’odio e nel disprezzo, meno nel disgusto, ancora meno nell’ira e raggiunge il suo picco più basso nell’imbarazzo. Come si vedrà fra poco, l’odio dal momento che sceglie deliberatamente e consapevolmente le sue

126

Cfr. 2.1 del presente lavoro.

127 Cfr. Fussi A., Disgusto, paura, prossimità nell’analisi fenomenologica di Aurel Kolnai, cit., p.

265: «Oltre che dal punto di vista dei diversi tipi di oggetti intenzionali, Kolnai ipotizza che le emozioni si possano differenziare l’una dall’altra per le specifiche modalità dell’intenzionalità».

85 vittime è altamente intenzionale perché ha propriamente l’intenzione di fare del male e annientare quelle persone che per illogici motivi esso considera degni bersagli d’odio. Nel disgusto, invece, non si sceglie da cosa o da chi farci disgustare, ma si viene semplicemente sorpresi in negativo da qualcosa che consideriamo di cattivo gusto e che non ci piace e che comporta di conseguenza una nostra reazione immediata e impulsiva.

Un altro criterio di differenziazione è fornito dal grado di indipendenza delle emozioni: un’emozione può o meno aver bisogno di richiamarsi ad altre reazioni simili per manifestarsi. La paura possiede un grado maggiore di indipendenza rispetto al disgusto. Esso, infatti, in qualche modo rinvia alla paura e in molti casi vi viene anche erroneamente confuso (come quando, ad esempio il disgusto è visto come timore della contaminazione).

Un ulteriore livello di diversificazione è fornito dall’immediatezza o primordialità: “immediate” e “primordiali” sono quelle emozioni che non hanno bisogno di molte mediazioni razionali per scatenarsi e che sono quindi più istintive e impulsive; ancora i termini “immediatezza” e “primordialità” si associano a quelle emozioni che non si lasciano, o si lasciano ben poco, condizionare da conoscenze e valori. Il disgusto presenta un alto grado di immediatezza e primordialità giacché si origina da impressioni sensibili e poco si concentra sulle reali e profonde ragioni che si attanagliano dietro un determinato comportamento. Potremmo dire che il disgusto rimane a uno stadio piuttosto superficiale e intuitivo di conoscenza, senza indagare e approfondire con accuratezza lo stato di cose di cui si occupa. La paura ha invece un minore livello di immediatezza poiché basa la propria reazione su motivazioni consapevoli e più

86 ragionate: ad esempio si può provare una certa ripugnanza cioè una certa paura per determinati animali (come insetti, aracnidi o ratti) per il timore di contrarre malattie in quanto consideriamo tali animali portatori di infezioni e batteri.

Una successiva distinzione si ha basandoci sul condizionamento fisico che l’emozione genera nel soggetto che la prova: il legame che essa instaura con il corpo. «L’odio, come anche l’ira, è meno legato al corpo di quanto non lo sia il disgusto»128. Nonostante l’ira sia una delle emozioni più fortemente legata al corpo e benché tali fenomeni corporei siano anche più irruenti e più violenti (calci, pugni, lanci di oggetti, palpitazioni, urli, etc.), essi rimangono una possibilità che l’individuo può attuare quando è preda di uno stato del genere. «Nel disgusto invece le impressioni dei sensi e il cenno di una reazione corporea (vomitus) […] giocano un ruolo più essenziale»129. La paura poi, rispetto al disgusto, è maggiormente legata al corpo in quanto mira alla sopravvivenza e all’incolumità fisica della persona nella sua interezza. Il disgusto, invece, sarebbe legato in misura minore al corpo giacché interesserebbe soprattutto il sistema periferico di esso: la superficie della pelle, per esempio con i brividi, il sistema digestivo, con i conati di vomito, e l’apparato sensoriale130.

L’ultima distinzione sulla quale ci soffermiamo riguarda il carattere responsivo delle emozioni. L’odio ha un carattere responsivo assai debole essendo infatti spontaneo, cioè dirige la propria attenzione sull’oggetto intenzionato che poi studia, insegue e perseguita. La paura e il disgusto, come abbiamo visto in precedenza, hanno un carattere propriamente reattivo: sono reazioni, cioè risposte,

128 Cit. Kolnai A., Il Disgusto, cit., p. 33. 129 Ivi.

87 consone e appropriate allo stimolo ricevuto e conformi alla loro intenzione, ossia quella di proteggere l’individuo disgustato o impaurito.

Già da questo primo sguardo si sono evidenziate le prime differenze e le prime analogie tra due emozioni che potremmo definire “cugine”, perché imparentate e legate da alcuni aspetti e atteggiamenti che producono nei soggetti preda delle suddette emozioni. L’aspetto che risalta maggiormente è la luce negativa con la quale entrambe presentano i loro oggetti, per cui si rende necessario il nostro allontanamento da essi. Si può pensare che l’avversione nel disgusto sia dovuta al timore della contaminazione, ma ritenendo questo finiamo per includere il disgusto nell’ambito di pertinenza della paura e per confondere le due emozioni. Questo è quello che succede quando consideriamo il disgusto dal punto di vista della sua funzione, quella cioè di riconoscere e valutare un oggetto o una situazione come disgustosa. La reazione sarà di inevitabile repulsione e di allontanamento da quello che considero l’oggetto contagiante. L’analisi di Kolnai ha tutt’altro obiettivo: mira allo studio fenomenologico delle due emozioni, e pur ammettendo la funzione difensiva di entrambe, le distingue per gli aspetti che abbiamo poco fa visto.

In conclusione possiamo riassumere tutto questo dicendo che:

«Dall’analisi di Kolnai risulta che il disgusto è una reazione reattiva difensiva con un alto livello intenzionale, che esclude fra i suoi oggetti il regno del non-organico e non biologico […]. Inoltre è fra le emozioni più primordiali e immediate perché reagisce a qualità sensoriali e non ha bisogno di giustificazioni razionali. Ha un fortissimo legame con il corpo – parte da percezioni corporee come un odore o un sapore ributtanti, e induce reazioni corporee di rigetto che possono culminare nel vomito. Non è tuttavia riducibile a mera reazione corporea (come la nausea) […]»131

.

131 Cit. Fussi A., Disgusto, paura, prossimità nell’analisi fenomenologica di Aurel Kolnai, cit., p.

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4.2 Osservazioni spazio-temporali della manifestazione della paura in