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Il Microcredito di solidarietà spa di Siena.

Per un laboratorio di buone prassi toscane

4 Il Microcredito di solidarietà spa di Siena.

Buona prassi di contrasto alle carriere di povertà in Toscana

Breve storia dell’esperienza

Microcredito di solidarietà spa, nasce a Siena nel 2006 e opera prin- cipalmente a Grosseto, Siena, Massa Carrara e Arezzo. L’iniziativa è stata realizzata dalla Banca Monte dei Paschi di Siena SpA, dalle istituzioni locali (Comune, Provincia, Comuni senesi, Diocesi di Siena e Montepulciano) e da alcune realtà del volontariato della provincia di Siena (Misericordie, Anpas, Arci). Sviluppa una precedente esperien- za realizzata delle Misericordie: la Fondazione Toscana per la Pre- venzione dell’Usura, costituita nel 2004 e riconosciuta dalla Regione Toscana, istituita dalle Misericordie della Toscana, con l’obiettivo di prevenire l’usura e di facilitare la concessione di finanziamenti con le modalità previste dall’art. 15 della Legge 7 marzo 1996 n° 108. Sono sorte a partire dagli anni 2000 numerose iniziative di micro–credito in Toscana promosse dal volontariato: a Grosseto, Firenze, Prato, Arez- zo, e successivamente anche il progetto di micro–credito agevolato, creato dalla Regione Toscana, in collaborazione con Anpas, Arci, Ca- ritas, Fondazione toscana per la prevenzione dell’usura Onlus e Mi- sericordie. Uno degli elementi chiave è costituito dalla rete territoriale dei Centri di Ascolto, i punti presso i quali le famiglie possono rivol- gersi per ottenere informazioni e attivare il percorso per l’ottenimento del prestito a condizioni agevolate.

I prestiti possono arrivare al massimo a 4.000 euro, da rimborsare in 60 rate mensili da 70/80 euro ciascuna. Nel dicembre 2013 la Re- gione ha stanziato 5 milioni di euro e un ulteriore protocollo d’intesa con gli stessi quattro soggetti toscani del terzo settore (Anpas, Arci, Caritas e Misericordie) in base al quale potranno concretamente par- tire nuove “iniziative di lotta alla povertà e di sostegno all’inclusione sociale”.

Descrizione

Sino ad oggi hanno usufruito dei servizi di micro–credito circa 1350 famiglie e sono stati concessi 1800 prestiti nei 40 Centri di ascolto sul territorio toscano che fanno capo a Microcredito Solidarietà. Con questa esperienza si consolida ulteriormente una rete regionale di Centri di ascolto del volontariato toscano per il microcredito, la cui capillarità territoriale è oggi giunta complessivamente a 85 sportelli (o Centri ) sparsi su tutto il territorio regionale. Ai Centri ci si può rivolge- re per avere informazione ed orientamento, per ottenere assistenza e tutoraggio economico–finanziario, per la compilazione della docu- mentazione necessaria alla richiesta. Le famiglie possono recarsi ai centri anche per avere un aiuto nella corretta gestione del bilancio familiare e nella regolare restituzione del prestito ricevuto. Ai Centri spetta una prima valutazione della situazione familiare e l’invio della pratica ad un comitato provinciale che completa la valutazione veri- ficando la rispondenza della richiesta alle caratteristiche del sistema di microcredito regionale. Il protocollo prevede inoltre una cabina di regia regionale con il compito di coordinare l’intero sistema di micro- credito regionale.

Elementi (o indicatori) che ne fanno una buona prassi

L’esperienza del Microcredito solidale è da considerarsi una buona prassi per i seguenti tipi di aspetti che la caratterizzano:

1) è innovativa in quanto non offre un semplice servizio di micro– credito, ma attua un sostegno alle famiglie attraverso l’ascolto e la consulenza al budget familiare, accompagnando le stes- se ad un uso più consapevole e responsabile del denaro, con piani personalizzati che sono di sostegno ai diversi fabbisogni familiari, attraverso di oltre 200 volontari che hanno competen- ze specifiche e appositamente formati a tal fine. L’innovazione quindi consiste in due aspetti: nel fatto che il volontariato entra per la prima volta nell’ambito “finanziario”, con specifici servizi di contrasto della povertà e dell’usura e lo fa accompagnando, anche sul piano relazionale, le persone ad uscire dalla situazio- ne di difficoltà economica.

2) Produce inclusione sociale, in quanto l’iniziativa ha la finalità di intervenire per rallentare o evitare lo sviluppo di possibili “car- riere” di povertà di persone che possono trovarsi in difficoltà anche temporanee per effettuare pagamenti (quali le bollette delle utenze domestiche) e la cui mancata solvenza può avere effetti gravi su tutta la famiglia. È un intervento quindi che è anche nell’ottica di prevenzione degli effetti devastanti che al- cune situazioni di difficoltà economica potrebbero avere su tutti i membri familiari, compresi i bambini.

3) Sviluppa la rete: sia la rete tra le associazioni di volontariato che aderiscono con i propri centri di ascolto in tutta la Toscana; sia la rete tra organizzazioni di volontariato, EELL e banche, favorendo sinergie e nuovi sistemi di alleanze con soggetti del territorio; sia la rete di protezione sociale, a fianco delle istitu- zioni e quindi creando fiducia nelle istituzioni stesse da parte di quei cittadini che vedono la possibilità di ottenere aiuti concreti anziché essere rafforzare l’impressione di essere “invisibili” da parte dei settori pubblici.

4) Questa esperienza sviluppa anche democrazia interna, in quanto crea un’apposita struttura (la Microcredito solidarietà spa) in cui sono chiamati a decidere tutti i soggetti che par- tecipano al progetto di microcredito. La presidenza è affidata ad una associazione di volontariato, la Misericordia, che è il soggetto ideatore e con competenze acquisite ormai da circa 10 anni di attività in un ambito nuovo per il volontariato, ossia quello di tipo finanziario, sia nella forma si lotta all’usura che dei prestiti sociali.

Aspetti relativi alla visione di ruolo futuro del volontariato (dimensione politica)

L’esperienza di Microcredito solidarietà di Siena valorizza certamente un approccio “pragmatico” di intervento del volontariato a sostegno delle persone in povertà: persone che non sono solo quelle “strut- turalmente” povere, emarginate, escluse socialmente (quali i senza lavoro o senza tetto, gli immigrati, ex carcerati, ecc.), ma anche per-

sone che lavorano in modi instabili e precari o che comunque vivono al di sopra delle proprie possibilità senza talora essere preparate a gestire una situazione di impoverimento ‘inatteso’ o non riconosciuto come tale da loro stessi. Il microcredito quindi è il sostegno ad un cambiamento: 1) personale, perché s’intende, attraverso il microcre- dito, ma anche con l’ascolto, consulenza, vicinanza, offrire opportuni- tà per uscire da una situazione difficile, favorendo con un ruolo attivo e responsabile assunto da ogni persona/famiglia che utilizza questi prestiti. 2) Ma ciò corrisponde anche ad un cambiamento sociale e di welfare, poiché si tratta di un welfare che non è assistenziale, bensì crea il valore aggiunto di relazioni, rapporti di ascolto ed accoglienza delle problematiche familiari. Si tratta di una visione di welfare futuro capace di rigenerare le risorse delle famiglie più colpite dalla crisi, di offrire prestiti non a fondo perduto, bensì che si caratterizzano come ‘investimento’, per rigenerare ‘fiducia’ nelle capacità e possibilità di poter uscire dalle ‘carriere’ di povertà che si possono sviluppare ra- pidamente. Un ‘investimento’ che può rendere anche come capitale sociale del territorio toscano.