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L’esperienza di agricoltura sociale di Mondo Nuovo

Per un laboratorio di buone prassi toscane

1. L’esperienza di agricoltura sociale di Mondo Nuovo

Breve storia dell’associazione Mondo Nuovo (Volterra)

Nel 1987 un gruppo di famiglie volterrane si costituirono con atto nota- rile in “Associazione genitori di giovani portatori di handicap” denomi- nata Mondo Nuovo, con lo scopo di affrontare e contribuire a risolvere i problemi di portatori di handicap sia psichici che fisici. L’associa- zione ha sempre sviluppato rapporti di condivisione dei propri scopi e finalità con nuove famiglie, con i servizi sociali della Usl 15, ed il Comune di Volterra e gli altri enti locali dell’Alta Val di Cecina. Negli anni ’90, con l’acquisizione di Villa Giardino adibita poi a casa per fe- rie, l’Associazione ha avuto una forte espansione con attività attinenti l’inserimento sociale e lavorativo delle persone disabili e svolgendo anche progetti a livello europeo. I soci attualmente sono poco meno di 200 ed il bilancio sociale evidenzia un rendiconto di circa 180.000 euro, grazie agli introiti della accoglienza per ferie e soggiorni.

Descrizione dell’esperienza

L’esperienza nasce per rispondere in modo più efficace all’inserimen- to socio–lavorativo delle persone con handicap, valorizzando anche le numerose pratiche che esistono da tempo in ambito psichiatrico: a Trieste, dove Basaglia ha aperto “i muri e le porte” degli ospedali psichiatrici italiani, sono state realizzate numerose attività già nei de- cenni passati. Volterra, con il suo ospedale psichiatrico, ha costituito quindi un territorio favorevole alla sperimentazione di nuove forme di agricoltura sociale e nel 2006 ha preso avvio un progetto di orto- terapia (finanziato inizialmente dalla Associazione e poi dal Cesvot e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, col nome: L’orto

del Lolli). Al progetto oggi partecipano 14 persone con handicap o disagio psichico seguite dalla Usl, ma ci sono anche persone che non sono in carico ai servizi sociali. Sono inoltre coinvolte attivamente ragazze che svolgono servizio civile, alcuni volontari dell’associazio- ne, anziani contadini, un detenuto in semilibertà e studenti di scuole grazie al progetto Scuola e Volontariato. Vi è poi un’equipe composta da un agronomo, due periti agrari, due educatori professionali, due educatori ambientali. Le principali attività svolte sono di orticoltura, apicoltura, olivocoltura, giardinaggio e trasformazione ‘didattica’ dei prodotti. Sono privilegiate le culture biologiche. L’associazione ha contribuito alla nascita del primo Gruppo di Acquisto Solidale dell’Al- ta Val di Cecina. Da poco tempo è iniziata la preparazione dei pasti (10– 12 al giorno) per gli ospiti della casa per ferie (assistiti Inail e altri), con l’inserimento nel lavoro di ragazzi disabili e l’utilizzo dei pro- dotti di stagione ricavati dall’Orto del Lolli.

Elementi (o indicatori) che ne fanno una buona prassi

L’esperienza costituisce una buona prassi per quattro tipi di caratte- ristiche: 1) produce benessere ed inclusione delle persone che ne fanno parte, aiutandole a prendersi cura della terra e dei suoi prodot- ti, assumendosi responsabilità senza giudizi diretti, facendo parte di una comunità e acquisendo quindi maggiore fiducia in sé stesse; 2) è innovativa in quanto l’esperienza non è di solo inserimento socio– lavorativo, ma anche di educazione ambientale e alla sostenibilità (percorsi di educazione ambientale rivolti a tutta la comunità, basati sull’educare “facendo”), sviluppando quindi strette interconnessioni tra la sostenibilità ambientale, sociale ed economica (Gas rivendita diretta dei prodotti, mense scolastiche, ecc); 3) sviluppa la comunità, in quanto riesce a coinvolgere, oltre alle famiglie, diversi tipi di sta-

keholders (Enti locali, Asl, scuole, ragazzi del servizio civile, ecc), ma

anche cittadini direttamente (contadini, anziani, ecc.); 4) sviluppa le

reti in tre diverse direzioni: A) valorizza una rete di protezione sociale

in un’area rurale in cui assume un peso specifico l’aspetto agricolo. B) sta sviluppando, insieme ad altre associazioni toscane, una rete di agricoltura sociale toscana (si veda la pubblicazione Cesvot sulla

linee guida per l’agricoltura sociale). C) Inoltre, sul territorio pisano, forse in misura superiore rispetto ad altri territori, alcuni pensano (F. Di Iacovo) che sia possibile oggi (grazie anche alla normativa regio- nale esistente) un ulteriore salto di qualità di queste reti: “pensare di compiere il passaggio dell’agricoltura sociale da iniziative disperse e di nicchia, ad un sistema regolato capace di favorire e modulare l’interazione tra soggetti pubblici (del sociale del sanitario, della for- mazione e lavoro e dell’agricoltura, della ricerca) e privati (privato d’impresa, privato sociale, volontariato) con l’intento di promuovere sistemi e missioni locali ad elevato grado di inclusività”.

Mondo Nuovo ha sempre mantenuto viva anche la dimensione cul- turale e scientifica, impegnandosi in convegni, ricerche, studi e oc- casione di formazione sui temi del ‘dopo di noi’, del bilancio sociale e partecipato, della stessa agricoltura sociale, per agriturismo, per i propri soci, in collaborazione anche con Università di Pisa, ed infine anche attraverso pubblicazioni (Le persone ombra.... e dopo di noi?, bilancio sociale, ecc.).

Aspetti relativi alla visione di ruolo futuro del volontariato (dimensione politica)

L’esperienza è collocata, dagli stessi protagonisti, all’interno di una nuova visione di welfare denominato welfare ri–generativo: ossia un welfare che non è inteso come spesa, ma come investimento per rigenerare risorse sul territorio e nelle persone che lo abitano. E al- lora l’agricoltura sociale può concorrere alla costruzione di un welfa- re rigenerativo, attraverso i propri prodotti, attraverso una più piena valorizzazione delle sue strutture a fini di accoglienza e di servizio, attraverso il collegamento con alte realtà di prodotti bio, mense scola- stiche, ecc. In molti casi si tratta anche di ripensare le strutture agritu- ristiche largamente disponibili sul territorio provinciale, anche per chi si reca nei territori rurali per motivi di svago e di turismo.

L’organizzazione di un sistema provinciale capace di valorizzare le risorse dell’agricoltura a fini sociali è un progetto che Mondo Nuovo sta portando avanti con una propria visione quindi di futuro e di ridi- segno di welfare.